Un'altra proposta per chi vuole uscire dai soliti schemi, dagli stradoni o sentieri "classici": la discesa dalla Sibilla alle sorgenti del Tenna.
Naturalmente bisogna prima salire: per chiudere un giro ad anello, abbiamo lasciato la macchina vicino alla fonte dopo il paesino di Rubbiano, lungo la carrozabile che porta alle gole dell'infernaccio, verso il quale ci si dirige. Dopo circa 1 Km., in corrispondenza del parcheggio, sulla sx parte una mulattiera che sale dolcemente verso i prati coltivati posti sotto il versante est dela Sibilla. Dopo un pò la mulattiera diventa sentiero, piuttosto connesso e semi-chiuso dalla vegetazione, per cui si spinge, ma non per molto: dopo un pò ridiventa pedalabile, sbucasu un campo che si attraversa fino a prendere un tratturo che, in direzione sud, ci conduce all'asfalto poco prima del paesino Isola S. Biagio. Superate le case, dopo poco inizia sulla dx lo stradone carrozzabile che porta al rifugio (1540 slm) e poi fino alla sella che separa la cresta della Vallelunga da quella della Sibilla (circa 2100 e rotti slm): è proprio
il mostro, quell'orrida ed inutile strada (almeno la sua 2° parte, dal rif. in poi) che ferisce in maniera inconfondibile il versante sud della Sibilla, riconoscibile da molto lontano... (sigh!), frutto delle follie anni '70 (o '60?). Ma torniamo al giro, sono circa 1.100 mt. di dislivello, la prima metà fino al rif. scorrevolissima, la seconda un pò meno ma sempre comoda: su quest'ultima ci sarebbe un divieto di accesso messo per le auto (ed in teoria valido anche x le bici), ma non credo che qualcuno dica qualcosa alle poche bici che salgono così in alto.
Dalla sella si guarda di sotto e sorge spontaneo un ...azz quant'è dritto, dò passiamo? Semplice: dritto x dritto, con bici a mano, fino ai prati un centinaio di mt. più in basso. Inizia il tratto più "free", forse un tempo c'era qualche traccia di sentiero, ma ora si va a naso sui prati in direzione di un casaletto abbandonato, da dove si scorge, in direzione est, la traccia di quello che una volta era un sentiero, ora non pedalabile. Lo seguiamo fino al primo tornante (sorgente d'acqua!), poi risaliamo in sella tentando di rimanerci, tanto è sconnesso (non abbiamo bici nè
protezioni da FR...). I tornanti sono talmente "secchi" da non essere fattibili, almeno x noi, maci divertiamo lo stesso, l'importante è arrivare interi fino al sottostante casale Lanza, dove inizia il divertimento puro: a parte il tratto iniziale un pò sassoso, poi il sentiero in mezzo al bosco è scorrevolissimo, tutti tornanti veramente belli, la velocità aumenta ed in poco tempo sbuchiamo sopra le sorgenti del Tenna. Si vede chiarmente il casale Rosi, rispetto al quale bisogna andare leggermente a sx su dei tratturi che conducono nei pressi della sorgente, oppure andare dritti al casale per prendere un largo sentiero sulla sua sx. Ci rifocilliamo godendoci il bellissimo ambiente circostante, poi iniziamo la discesa finale, uno stradone facile facile, molto veloce ma da fare con circospezione, perche affollato da escursionisti, famigliole con al seguito bimbi molto piccoli. Il tratto finale (gole dell'Infernaccio) ci obbiga a scendere in qualche punto poi da "le pisciarelle" (doccia....) lo stradone ci riporta alle auto.
Un romano ci chiede "venite da passo cattivo"? .... "no.... dalla Sibilla"!.... "Mei cojoni"!.
I Km. non sono tanti, circa 30, ma l'impegno tanto, soprattutto nella prima parte della discesa, molto "ciclo-alpinistica".
Alla prossima.