Ahahahahah!!
Ciao
Boda
deh ciccio! Sono toscano e in toscana si dice strinto!
Detto tra noi l'ho scritto di proposito così, volevo vedere chi sarebbe stato il primo a farci caso!
Ahahahahah!!
Ciao
Boda
Mòlle;5827521 ha scritto:deh ciccio! Sono toscano e in toscana si dice strinto!
Detto tra noi l'ho scritto di proposito così, volevo vedere chi sarebbe stato il primo a farci caso!
strinto è corretto, lo dice pure l'accademia della crusca,
ma è bruttissimo, nun se pole sentì!
tornando al disco che vibra, mai provato a mettere delle rondelle
poco spesse dietro il disco, prima di montarlo sul mozzo con le sue viti?
o addirittura una guarnizione unica, tutta intera a forma di cerchio con sei fori,
che ricalchi insomma tutta la flangia portadisco, magari in materiale morbido,
proprio quello da guarnizione, tipo quello delle testate per auto, da ritagliare
in qualsiasi forma, lo vendono in fogli.....
cià
cià
Mòlle;5827265 ha scritto:quanto grasso hai messo? giusto un velo o proprio uno strato uniforme? io ne ho messo poco, giusto ad ungere ed il fenomeno (con quick release strinto forte) si attenua di molto ma non scompare del tutto.
bella domanda, io no.
Hai appena demolito la mia ultima teoria.. e cioé che il problema derivi dalla gomma posteriore più che dai freni.
Mi è venuto sto dubbio perché con la smart sam che ho tenuto per un pò questo problema non lo avevo e neanche con l'hr lust, cosa che invece capita da quando ho sù l'hr per camera latticizzato... quasi quasi lo smonto e faccio una prova in più.
Quello che mi incasina la vita è che avendo cambiato addirittura impianto non so più che pesci prendere, sono convinto che magari con un paio di xt non succederebbe, temo di essere uno dei pochi al mondo che ha beccato due impianti incompatibili col proprio telaio....
In ogni caso, stasera nell'ordine:
grasso di rame e quick strinto abbestia: problema quasi assente
grasso di rame, quick strinto, e grasso nell'asse ruota (dove passa il quick): problema quasi inesistente, solo in fase di fine frenata qualche rumorino (ma potrebbero essere le pastiglie un pò rumorose dopotutto)
come sopra ma quick leggerissimamente allentato: problema assente.
Tutto sommato posso dirmi soddisfatto.
lo hai brevettato? funziona vero, io c'ho pensato ieri così come ultima speranza.....
ciò
Allora stasera ne aggiungo un po'. io le ho appena unte per la paura di fare casini col disco.Ciao Molle',
ho messo un piccolo strato, davvero un velo, ma uniforme.
Okkio quando la reinserisci a non contaminare il disco.
Mòlle;5829572 ha scritto:Allora stasera ne aggiungo un po'. io le ho appena unte per la paura di fare casini col disco.
Mòlle;5818681 ha scritto:Addirittura stamani me la sono presa anche col forcellino (tra l'altro uno di quelli che faccio io) chi mi dice che la cosa non parta da lì? Potrebbe anche essere, quindi l'ho sostituito con un altro che avevo provando a serrare bene il quick e zack: vibrazione ricomparsa
Raddrizzare il disco storto è una difficoltà non indifferente. Mi sembra strano che sia già storto senza prendere colpi.
L'effetto ghiaino sul disco e il fischio sono spesso dovuti alla presenza di umidità eccessiva nell'aria o alle pastiglie bagnate. Ti torna?
Boda
Sera a tutti, mi scuso se non ho letto tutto il 3d (115 pagine sono tantine :P) ma da ingegnere questo fenomeno di risonanza è molto interessante.
Da quello che ho letto sebra che il fenomeno sia dovuto alle vibrazioni che dal disco si trasmettono al mozzo e di conseguenza al telaio della bicicletta.
Ora, non ho ben capito di che forcellino stia parlando molle (ancoraggio del disco sul mozzo?) ma, visto che te li autocostruisci, una prova che puoi fare è cambiare il materiale con cui è realizzato il forcellino.
[Quark mode on]
Le vibrazioni, il conseguente rumore e i fenomeni di risonanza seguono dei parametri fisici.
Ogni materiale ha speficiche frequenze di risonanza a cui sono collegati anche dei "modi" di vibrare.
I parametri fisici che influenzano maggiormente la risonanza sono i raporti:
E/rho (E=Modulo di Young, rho=densità)
A/LV (A=superficie, L=lunghezza, V=volume)
Tralasciando il secondo rapporto che è prettamente geometrico e di conseguenza vincolato dall'utilizzo che si deve fare del forcellino, si può modificare la frequenza propria di risonanza dello stesso agendo sulle caratteristiche del materiale (E e rho). Ad esempio scegliendo un Acciaio piuttosto che l'alluminio si va a modificare il rapporto E/rho essendo le densità ed i moduli di Young dei due materiali molto diversi.
Altra cosa circa l'utilizzo di grassi da interporre nei collegamenti dei vari elementi che costituiscono il gruppo freno.
il fenomeno della risonanza si verifica solo quando, in un sistema vibrante con forzamento, è presente un elemento smorzante con coefficiente di smorzamento prossimo allo 0.
Ogni cosa esistente in natura è provvista di un coefficiente elastico e di un coefficiente di smorzamento. Se pensiamo ad una lamina di materiale metallico e immaginiamo di darci una martellata, notiamo che questa inizia a vibrare e dopo un determinato periodo di tempo la vibrazione (e il rumore conseguente) si affievolisce fino a sparire.
Nella lamina in oggetto il coefficiente elastico è dato dalla forza di attrazione interatomica, mentre lo smorzamento è dovuto ad una sorta di forza di attrito viscoso che si sviluppa nel moto relativo tra un atomo e l'altro. È chiaro che questa forza di attrito e il conseguente smorzamento sono piccolissimi, prossimi allo 0, ed è per questo che i nostri freni vanno in risonanza quando il disco viene "eccitato" dall'attrito con le pasticche.
Per capire quale parte del freno subisce maggiormente l'effetto della risonanza basta fare una analogia con gli strumenti musicali. Tutto quello che "suona" è sempre costituito da un piatto. La cassa armonica delle chitarre, la tavola armonica del pianoforte, i piatti della batteria. Di conseguenza la cosa che va in risonanza è il disco, non la pinza.
[Quark mode off]
Una volta che il disco inizia a vibrare, trasmette le vibrazioni, per mezzo del mozzo, a tutto il telaio.
Per quanto detto prima, per evitare la risonanza dobbiamo interporre tra l'elemento che vibra (il disco) e il resto del mondo, un qualcosa che abbia un coefficiente di smorzamento diverso da zero. Proprio per questo motivo "ingrassare" il collegamento disco-mozzo è pressochè inutile. Il grasso ha un coefficiente di smorzamento praticamente nullo, a causa della sua natura viscosa. Il serraggio delle viti inoltre provvede a rendere solidale il disco al mozzo bypassando l'effetto, già di per se minimo, del grasso.
Un accorgimento che potrebbe invece essere efficace è quello di prendere una camera d'aria vecchia, tagliarne delle striscioline e sovrapporle fino ad ottenere uno spessore di un 1/2 mm e interporre questo sottile strato di gomma tra mozzo e disco.
Per ottenere un effetto ancora maggiore si possono forare le striscioline e frapporle nei punti dove ci sono le viti.
In teoria questo accorgimento dovrebbe funzionare ma resta un palliativo per aggirare il problema e far finta che non esista. Infatti il disco andrà comunque in risonanza, ma eviterà di trasmettere le vibrazioni al telaio, con vantaggio del comfort.
Non vi dimenticate però che, un disco, raggiunge temperature anche molto elevate. Questo, unito a vibrazioni di questa entità, può portare all'insorgere di fenomeni di fatica nel disco, fino a causare la rottura di schianto dello stesso. Non vorrei mai che vi capitasse in discesa...
Per eliminare il problema alla radice si può pensare di cambiare il disco (geometria e/o materiale)
...
[Quark mode on]
Le vibrazioni, il conseguente rumore e i fenomeni di risonanza seguono dei parametri fisici.
Ogni materiale ha speficiche frequenze di risonanza a cui sono collegati anche dei "modi" di vibrare.
I parametri fisici che influenzano maggiormente la risonanza sono i raporti:
E/rho (E=Modulo di Young, rho=densità)
A/LV (A=superficie, L=lunghezza, V=volume)
Tralasciando il secondo rapporto che è prettamente geometrico e di conseguenza vincolato dall'utilizzo che si deve fare del forcellino, si può modificare la frequenza propria di risonanza dello stesso agendo sulle caratteristiche del materiale (E e rho). Ad esempio scegliendo un Acciaio piuttosto che l'alluminio si va a modificare il rapporto E/rho essendo le densità ed i moduli di Young dei due materiali molto diversi.
Altra cosa circa l'utilizzo di grassi da interporre nei collegamenti dei vari elementi che costituiscono il gruppo freno.
il fenomeno della risonanza si verifica solo quando, in un sistema vibrante con forzamento, è presente un elemento smorzante con coefficiente di smorzamento prossimo allo 0.
Ogni cosa esistente in natura è provvista di un coefficiente elastico e di un coefficiente di smorzamento. Se pensiamo ad una lamina di materiale metallico e immaginiamo di darci una martellata, notiamo che questa inizia a vibrare e dopo un determinato periodo di tempo la vibrazione (e il rumore conseguente) si affievolisce fino a sparire.
Nella lamina in oggetto il coefficiente elastico è dato dalla forza di attrazione interatomica, mentre lo smorzamento è dovuto ad una sorta di forza di attrito viscoso che si sviluppa nel moto relativo tra un atomo e l'altro. È chiaro che questa forza di attrito e il conseguente smorzamento sono piccolissimi, prossimi allo 0, ed è per questo che i nostri freni vanno in risonanza quando il disco viene "eccitato" dall'attrito con le pasticche.
Per capire quale parte del freno subisce maggiormente l'effetto della risonanza basta fare una analogia con gli strumenti musicali. Tutto quello che "suona" è sempre costituito da un piatto. La cassa armonica delle chitarre, la tavola armonica del pianoforte, i piatti della batteria. Di conseguenza la cosa che va in risonanza è il disco, non la pinza.
[Quark mode off]
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Dotta e interessante dissertazione sulla fisica della risonanza.
Gli esempi degli strumenti musicali calzano, aiutano a capire per analogie.
Però capisco il fenomeno che si innesca se batto con una bacchetta contro il piatto di una batteria. Lì c'è una forza impressa con violenza su una superficie libera di flettere.
Capisco meno la cosa su un impianto freno. La pista di battuta del rotore subisce una pressione esercitata in modo non violento come ricevere una martellata. Il disco accoglie la pressione dei cilindri, e quindi delle pastiglie, in modo graduale (peraltro coppia di cilindri che esercitano una pressione contrapposta, di per sé auto bilanciante).
Come può innescare la vibrazione un sistema fatto così?
L'unica spiegazione che mi sono dato è che il piano del disco non è mai un piano perfetto, quindi il pistone tocca-non tocca- tocca-non tocca, mentre cerca di esercitare attrito sul rotore che gira.
Magari, unitamente ad un disco fatto di un acciaio molto armonico e/o ad uno spessore ridotto per risparmiare peso, questa concomitanza di cause ingenera la vibrazione sul disco che poi va al mozzo e al telaio.