trahuma ha scritto:
aah... capito... la sigla nn sapevo si usasse...
ma sul serio gli LP son meglio di un cd??? e xke??
nn pensavo avessero una qualità superiore...
A parte la risposta di lampo, dalla quale non si prescinde e che quoto, aggiungo che l'unico difetto del vinile (long playing) è la sua deperibilità, contrariamente al cd il quale, se non maltrattato pesantemente, dovrebbe garantire una durata molto elevata; ci sono vinili e vinili (qualitativamente non sono tutti uguali e ciò dipende anche dal periodo nel quale sono stati prodotti e da chi li ha prodotti), comunque è noto che ad ogni ascolto questo supporto riproduce sempre meno bene, soprattutto se l'album è di lunga durata, man mano che ci si avvicina alla fine del lato, cioè al punto nel quale si trova l'etichetta. I 7 inchs sono mediamente ancor più delicati.
Per l'esperienza fatta con i vinili posso dire che i migliori in assoluto come qualità (nel genere che sento io) sono quelli statunitensi del periodo anni settanta/prima metà degli anni ottanta, ma in quel periodo si trovavano buoni supporti anche in produzioni di alcuni paesi europei e Giapponesi.
Con l'avvento dei microsolchi, circa metà anni ottanta, la qualità è scaduta molto: i vinili sono diventati più sottili e hanno comninciato, a volte, ad ospitare albums dalle durate più lunghe, penalizzando non poco il risultato finale: soprattutto i prodotti delle major labels erano particolarmente scadenti, dato che venivano stampati in molte copie e c'era la tendenza a risparmiare sui materiali. Quella volta il vinile era ancora il supporto principale di riferimento per l'ascoltatore; con l'avvento del cd, dalla fine degli anni ottanta, il vinile è divenuto un prodotto di nicchia (nei primi anni in cui il cd stava prendendo rapidamente piede venne quasi ripudiato da tutti) destinato ai collezionisti e sovente stampato in edizioni limitate, anche dalle grosse case discografiche, alle quali conviene molto di più produrre cds, che costano assai meno. In tempi recenti anche la qualità è tornata: tante ristampe e uscite attuali riproducono meglio di quindici anni fa e vantano vinili più durevoli, resistenti, di buone qualità media, e ciò vale anche per i picture discs, all'epoca originaria notoriamente delicatissimi e scadenti sotto il punto di vista della riporoduzione per tradizione (il primo picture disc in assoluto uscì nel 1969 se non ricordo male, e fu del gruppo progressive Saturnalia, che oggi è ristampato da Akarma). Il prezzo è però molto alto in media: 20 - 25 euro per una novità, contro le 15.000 lire del 1987 e non sto parlando delle
vere rarità discografiche. Facendo due conti si sta poco a capire perchè il vinile è destinato a restare un prodotto di nicchia, senza contare che di piatti buoni per suonare i vinili stessi non se ne trovano molti in commercio e, nel caso si reperiscano, ci si deve preparare a spendere: un piatto professionale di buona qualità parte dai 600 euro circa.
Buoni ascolti