Io però parlavo solo della discesa e con i guanti impermeabili sopra a quelli invernali asciutti, usati solo per la discesa e tenuti nello zaino (basta incartarli in un sacchetto in plastica). In salita bene o male il freddo si sopporta, ma in discesa rischia di diventare un pericolo...
Ne so qualcosa. Quell'anno alla Dolomiti Superbike con nevicata improvvisa preceduta a bassa quota da pioggia battente e temperature rigidissime, noi di CIngoli eravamo partiti con muta estiva e basta. Più si saliva e più l'acqua si faceva tosta, grassa come si dice dalle mie parti quando comincia a diventare mezzo nevischio, finchè sotto Prato piazza era neve a tutti gli effetti. Finchè sono salito, l'unico problema che avevo era l'acqua gelida che mi scorreva addosso ma soprattutto la vista che non era libera in quanto con gli occhiali non si vedeva nulla, si appannavano di continuo, se li levavi negli occhi entrava fango, e l'acqua pungeva come spilli. Poi quando mi fermai appena uscito dal bosco ad una postazione dove c'era il corpo forestale aspettando 3 miei amici dei quali uno con due costole rotte, e l'altro in ipotermia, cominciai ad avere freddo ai piedi in quanto mettendo il piede a terra, piede che era già bagnato, con il contatto con la neve iniziai ad avere freddissimo ai piedi, i cosiddetti geloni, anche le dita delle mani iniziarono a risentire, stetti fermo un 15 minuti in attesa dei miei amici e quando iniziai a battere i denti e la neve a terra era oramai 7/8 centimetri decisi di scendere per l'asfalto in direzione San Candido se non erro. Non l'avessi mai fatto, vedevo che scendevano tutti a piedi, battendo fitto fitto i piedi a terra e facendo ginnastica con le mani che diventavano insensibili, dentro di me dissi e quando ci arrivano sti somari a valle? Il Toro dell'Adriatico montò in sella e giù a tutta. Arrivai al paesino che non vedevo più nulla, gli occhi congelati, la neve batteva contro gli occhi come fossero tanti spilli, la visibilità era pochissima di quanto nevicava sembrava ci fosse la nebbia, le mani erano bloccate sulle manopole, finchè sentii una voce in lontananza dentro il paese che mi chiamava, riuscii per poco a girare in quella direzione, ero quasi un ebete, vidi due figure gialle sulla porta di un hotel, poi diventarono 3, arrivato li davanti scoprii che era Cicino, con Giorgino e il Presidente, tutti e tre si erano ritirati prima di me quando ancora la neve era pioggia battente. Scesi dalla bici piegato letteralmente in due, mi presero sotto braccio, non riuscivo a raddrizzarmi, la schiena bloccata, ero nella posizione che tenevo in bici, provavo a raddrizzarmi ma avevo tutta la schiena irrigidita dal freddo, i muscoli non rispondevano, provavo a parlare dicendo che dovevano mandare qualcuno in quota a riprendere Santino con 2 costole rotte ed Ernesto che era cianotico ed in preda al panico e che li avevo persi di vista dentro il bosco, ma non riuscivo a parlare, o meglio la lingua era congelata, mi sembrava ingrossata e me la mordevo inavvertitamente quando parlavo. la lingua insomma andava per conto suo. Loro capivano solo Ennefto Ennefto laffù. Di più non riiuscivo a dire. L'Hotel era strapieno di biker, avevano impappato dappertutto, ma i gestori erano di una gentilezza incredibile, non so quanti dalle nostre parti avrebbero fatto la stessa cosa, turisti stupiti e divertiti che mentre facevano colazione osservavano tutti questi bikers buffi, colorati, alcuni in preda alle convulsioni, altri coperti da coperte militari etc etc etc. A me per sbloccarmi la schiena mi accompagnarono nei bagni, mi misero sotto uno di quei phone a muro che sparano aria calda per asciugare le mani, e mi mandarono aria calda alla base della coolonna vertebrale, piano piano dopo un bel pò mi raddrizzai con la schiena indolenzitissima. Il Presidente mi prese un thè bollente che ingurgitai in una frazione di secondo come un bicchiere di acqua fresca d'estate. Poi la sera sentivo che la lingua mi bruciava e mi ricordai di quel thè
Andammo dopo un pò in hotel a Villa Bassa dove mi feci una doccia bollente, che fù l'unica cosa che mi rimise in sesto davvero, finita la doccia usci un sole estivo meraviglioso, la giornata ormai era andata. Dopo un pò ecco il prode Natale con i baffi congelati, due dita di neve sopra il casco, colorito bluastro in volto bestemmiava come un animale ce l'aveva con l'organizzazione perchè diceva che gli aveva annullato la gara quando lui era secondo , in realtà era secondo perchè erano solo in due che da Prato Piazza dove la Forestale e la Sicurezza bloccavano tutti rinchiudendoli in una struttura, dicevo erano solo in due che scapparono inseguiti da un agente e si gettarono a capofitto in discesa non sapevano che la gara era stata annullata, lui e un toscano si fecero un bel pò di km in gara sotto la neve, avevano perso la cognizione del tempo e anche la direzione visto che il nostro vice presidente col pulmino li incontrò a testa bassa che pedalavano come matti da Villa Bassa in direzione Monguelfo, per fortuna che lo riconobbe, lo raggiunse e alla domanda "Natà do cavolo vai" lui rispose bestemmiando Chissà do cacchio vò, non lo vedi sto a ruota sua"
Ci volle un pò e solo dopo la doccia si rese conto di cosa era successo mentre Paolo un altro dei nostri evitò il congelamento delle mani urinandosi sul palmo della mano.
Invece Ernesto e Santino che erano quelli che ci preoccupavano di più sapete cosa avevano fatto?
Ernesto era uno zombie in preda al panico mentre Santino nonostante le costole rotte, vide una baita con una vecchina che uscì fuori un attimo, lui si fiondò e gli chiese se li faceva entrare e lei gentilissima fece entrare i nostri 3 biker insieme ad altri 4/5 bikers stranieri tra cui una donna messa molto male. Li fece asciugare davanti al fuoco, offrì loro punch o thè al rhum mi pare e quando uscì il sole se ne tornarono fischiettando alla base. La cosa buffa quando rientrammo a casa in auto, fu che Ernesto estrasse dalla tasca una caapsula che gli era saltata per quanto batteva i denti. Oggi ci sorridiamo ma quel giorno fu da panico