HERO FOR DUMMIES
Ciao, anche se purtroppo mi sono preso una pausa dalla Hero negli ultimi 2-3 anni (ero “drogato” di questa gara, che continuo a reputare la GF in assoluto più affascinante, meglio organizzata e bella paesaggisticamente, mentre come tracciato preferisco la Alta Valtellina e la compianta 3 Cime Epic, più divertenti da guidare),
scrivo questo post perché voglio incoraggiare i "biker della domenica", segacce quanto me, sul fatto che sia possibile rincorrere un sogno che, numeri alla mano, parrebbe irrealizzabile prima di partire. La mia testimonianza vi deve far capire che tutto è possibile!
Partite in ogni caso, il meteo non è il problema, tanto cambierà durante la giornata al 99%...
Parto con il dire che, per chi è poco allenato come me, la vera sfida è MENTALE. Il fisico regge più della testa, per quello che ho potuto constatare in ormai 7 anni di GF in giro per le Alpi, quindi suggerisco di rafforzare questo aspetto in particolare, oltre alla tecnica.
Per chi non vive in montagna o non ha la possibilità, come succede a me, di fare più di 1 uscita settimanale quando va di lusso, consiglio dunque di prepararsi:
1. Facendo uscite in cui si sta molte ore in sella: in ottica gara gite giornaliere da 6-8 h sono essenziali per abituarsi a reggere durante le GF uno stress psicofisico iper-prolungato
2. Abituando la testa a salite lunghe, sopra gli 8-10 km: può essere demoralizzante salire a 4-5 kmh per più di 1h e vedere che i minuti e le ore passano via veloci mentre i cancelli sono ancora lontani! E’ necessario abituarsi a scomporre il tracciato in tratti più brevi, vivendo il momento intanto che si ascoltano respiro e cuore (non ho il cardiofrequenzimetro), senza pensare a quanto resti ancora da percorrere, altrimenti si rischia lo scoraggiamento
3. Allenando la tecnica sia in salita che in discesa: serve tantissimo come stimolo “mentale”. E’ meglio pensare a come distribuire il peso sul sellino e sulle
ruote, soprattutto sulle salite più tecniche, e a quale sia la traiettoria migliore sia a salire che a scendere, spostando la coscienza sul divertimento piuttosto che sulla fatica e l’immane impresa ancora da fare. Inoltre, cosa non da poco, si guadagna in sicurezza/soddisfazione nel “traffico” di una gara. Io che sono poco allenato ma discreto tecnicamente mi gaso un casino quando supero gente più allenata di me sia a salire sui tratti tecnici che a scendere…e ancora una volta l’aspetto mentale ne beneficia.
Consiglio anche di non ossessionarsi con mega dislivelli preparatori: se vi divertite ancora in bici e non superate la soglia dello stress e dell’esaurimento, avrete maggiori chance di portare una gara dura a termine.
Per capirci io 3-4 mila metri di dislivello in una sola giornata li ho fatti solo in gara!
Le mie uscite sono normalmente tra i 1000-1500 m d+, “condite” al max da 1-2 uscite annuali da 2-2.2 k metri di d+ per convincere la mia testa di potercela fare.
Per la mia esperienza personale, dunque, dislivelli e distanze “fuori dal normale” si riescono a portare a casa, se non si arriva troppo logori mentalmente.
Inoltre secondo me tutti bene o male il giorno di un evento del genere riusciamo ad avere quel “plus” prestazionale che in uscite normali non avremmo.
Tutte queste considerazioni sono ovviamente valide per chi ambisce “solo” ad arrivare in fondo e godere appieno l’esperienza (paesaggio, tracciato, clima umano, ecc…): per chi ha ambizioni di cronometro immagino questi consigli servano a poco…
Ciao, su 5 edizioni portate in fondo ho sempre avuto la fortuna di superare i cancelli, che sono sufficientemente larghi anche per pippe come me, tranne in una sola occasione. Durante il primo lungo che provai dopo 2 corti, “toppai” ironia del destino un unico cancello: quello del traguardo! Arrivai infatti fuori tempo massimo a Selva per 10-15’, pur avendo superato tutti gli altri cancelli intermedi, causa crisi mistica finale sul Duron! Ero contento come se l’avessi fatta nei tempi, ma la piccola insoddisfazione che mi rimase dentro mi diede la forza l’anno successivo per rifarmi ed entrare lacrime agli occhi sotto il traguardo di Selva, accolto dall’applauso della gente lì presente...ricordo indelebile!
Rispondendo alla tua domanda sui cancelli:
Tabià: 11.45
Io ci ho sempre messo circa 1h a salire il Danter, 20-30’ a scendere fino al ristoro di Corvava a seconda del traffico e meteo, ca.5’ di ristoro (meglio mangiare e bere sempre qualcosa!) e poi 50’-1h circa al Tabià. In 4 occasioni (2013-2016) sono stato dentro la forbice 2h20-2h30 da Selva (la Hero del 2012 non passava di lì; mentre in un altro caso la prima parte a Selva era stata più lunga, con una digressione iniziale nel bosco).
Quindi il margine è più che comodo direi.
Campolongo: 12:30 (lungo) – 13 (corto)
In questo caso ho visto che ci ho messo dalla partenza sempre intorno alle 3h40 (corto), 2h50’-3h (lungo). Anche in questo caso il margine c’è eccome.
Pian de Schiavaneis:15.45
Questo è il cancello più critico a mio modo di vedere in condizioni meteo avverse, perché il tratto più tecnico della gara è proprio appena prima e ci possono essere condizioni “dantesche”…ricordo l’edizione in cui sprofondavamo fino alle caviglie nel fango, una fila di “dannati” che procedevano esausti verso valle…eroico davvero!
In ogni caso vedo che durante i corti (escluso il 2012 che era un tracciato diverso e quindi non fa testo) sono arrivato lì dopo 5h40-6h10.
Durante i lunghi la forbice è molto più ampia causa stato dell’Ornella, che ho trovato in condizioni molto più pedalabili l’anno dei mondiali rispetto all’anno precedente (2015), quando ebbi una crisi come non ricordo di averne mai avute di simili (tra Sourasass e Ornella mi accasciai per circa 20-30’ sul prato, completamente in trans)…quindi direi che il tempo di riferimento per “normal-seghe” quali me è ca.6h50-7h; se però avessi come nel mio annus horribilis mezzo svarione o guai meccanici calcola ca. 1h in più, quindi abbastanza al limite!.
A meno di problemi fisici/tecnici, anche questo cancello è fattibilissimo…
Ti ringrazio per il complimento, in effetti per me arrivare in fondo è sempre un mezzo miracolo; molti amici mi chiedono come faccia a fare queste cose con quasi zero allenamento, si vede che sono predisposto, altrimenti non me lo spiego neppure io…dentro di me penso che sia l’amore per la montagna a portarmi sempre oltre la prossima curva, oltre ad una certa abitudine alla fatica (faccio sci di fondo d’inverno, ho sempre fatto tanti sport e trekking, oltre alla mtb).
Rispondo alla tua domanda inerente la DSB, che è gara che adoro solo per i paesaggi e la buona organizzazione, mentre il tracciato è quanto di meno a me adatto, tecnicamente facilissimo e da pedalare a gran ritmo. Proprio per questo (scarso allenamento) e per la quota più bassa (quindi temperatura più alta rispetto ad altre GF alpine), è la gara che soffro di più in assoluto, tra quelle fatte.
Ci ho partecipato 3 volte avendo però guai fisici ben due volte (una volta ho rimesso, una volta mi è girata la testa, c’erano 30 gradi a Dobbiaco e la polvere mi ha ucciso) che ne hanno compromesso il risultato.
In ogni caso, quando l’ho portata a termine ci ho messo 9h30, ampie soste incluse (non mi perdo mai un ristoro!).
Quindi il lungo della DSB per me sta un po’ in mezzo come tempo rispetto a “corto” e lungo della Hero, ma molto più vicino al “corto”…
Per finire: FORZA RAGAZZI, PROVATECI E VEDRETE CHE VI DIVERTIRETE, CHE E' QUELLO CHE CONTA!!!!! IN BOCCA AL LUPO A TUTTI!