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La Salzkammergut o la ami o la odi, non ci sono vie di mezzo. Ti seduce e ti ammalia con il suo blasone, ma poi ti bastona. E una tentatrice spietata che si lascia sfidare, ma che difficilmente si fa domare. Si presenta deliziosa, ma si rivela tremenda, talvolta terrificante.
La Salzkammergut Trophy, diciamocelo, mette in soggezione. Anche solo da quel nome impronunciabile che trasmette asprezza e rigore: più o meno significa di proprietà dellufficio del sale (dellImpero Austroungarico) e rappresenta uno dei territori più importanti dal punto di vista storico e culturale dellAustria.
A circa sessanta chilometri a sud di Salisburgo, laddove il ghiacciaio del Dachstein si tuffa direttamente nelle verdi acque del lago di Hallstatt, lattività umana è documentata da almeno 7000 anni, quanto basta per fare del Salzkammergut un Patrimonio Culturale dellUmanità UNESCO: un territorio un tempo isolato e inospitale dove però il salgemma, presente in grandi quantità nelle montagne circostanti, ha influenzato per millenni la vita, i commerci e i mercati di mezza Europa. Proprio Hallstatt, la cittadina da cartolina incastonata tra lacqua e la roccia, è ormai famosa in tutto il mondo per ospitare la miniere di sale più antiche del mondo.
Allaltro capo della valle, Bad Ischl è il maggiore centro della valle: cittadina termale, è celebre per essere stata la residenza estiva dellImperatore Francesco Giuseppe.
A metà strada tra Hallstatt e Bad Ischl si trova Bad Goisern: un paesetto piccolo e anonimo che ogni terzo weekend di luglio diventa un vero e proprio melting pot della mountain bike. La relativa vicinanza con diversi paesi Europei (Germania, Italia, Ungheria, Slovenia, Repubbliche Ceca e Slovacca), unita alla fama e al fascino dellevento, fanno del Salzkammergut Trophy il più importante evento mitteleuropeo: sono oltre quattromila gli iscritti, provenienti da ogni parte dEuropa e del Mondo, che si cimentano sui ben sei percorsi a disposizione.
Proviamo ora ad analizzare, in maniera un po semiseria, tutto levento dalla A alla Z:
A-STRECKE
E il percorso più lungo, 211,3 chilometri per 7049 metri di dislivello (6500 effettivi) che rappresentano una delle prove più estreme sulla faccia della terra. Già la partenza, al buio delle cinque del mattino tra due ali di folla, vale da sola il prezzo del biglietto: chi porta il numero rosso a Bad Goisern e dintorni è visto come un eroe, o un pazzo a seconda dei casi.
Il percorso non è per tutti: con salite impervie e discese al limite della ciclabilità rischia di diventare un lungo calvario. Per le persone normali si tratta solo di puro autolesionismo che va ben oltre il mero spirito di sfida con sé stesso. Come disse Boardman della Parigi-Roubaix: Its a circus, and I dont want to be one of the clowns.
B-BIRRA
A fiumi, prima dopo e durante. Prevedibile.
C-CRISI
Sembrano sentirla anche alla Salzkammergut. Fino a qualche anno fa era un vero e proprio happening con dirette live, reportage video, copertura mediatica. Oggi è una manifestazione sicuramente di riferimento, ma senza quel valore aggiunto da grande evento che il blasone farebbe supporre.
D-DACHSTEIN
E il ghiacciaio che domina la vallata, ma non si capisce bene dove sia. In cima alla prima salita dei 120 e 211 chilometri appare dincanto dallaltra parte della valle, maestoso e imponente. Poi sparisce di nuovo, per ricomparire verso fine gara proprio sopra la testa dei biker. E però da vedere chi ha ancora la forza per alzarla.
E-EWIGE WAND
Il passaggio simbolo del Salzkammergut Trophy, scavato direttamente nella roccia: niente di più di due buie gallerie e una terrazza panoramica affacciata su Bad Goisern, ma talmente suggestivo che fa venir voglia di girare la bici e rifarlo unaltra volta.
F-FISCHER, GARY
Si, cera anche lui. Solo a vederlo si capisce che non è una persona normale: è un pazzo creativo dotato di ingegno e fantasia fuori dal comune. Un genio. Stravagante e geniale, eccentrico. Solo uno così poteva inventarsi la mountain bike. Per la cronaca, ha corso sui 120 chilometri con una
Trek-Fisher 29 biammortizzata impiegandoci circa otto ore e mezza.
G-GITA
Andare fin lassù solo per pedalare è uno spreco di tempo e di denaro. Le opportunità di svago non mancano, come ad esempio la visita alle miniere di Hallstatt. Salita in funicolare panoramica, breve passeggiata a piedi, poi lingresso nel Salzwelten (mondo di sale) per unesperienza a metà tra la didattica e il divertimento: scivoli in legno, spettacoli di luci, video, trenini sotterranei, animatronic. Sembra quasi di essere a Gardaland. Irrinunciabile.
H-HALLSTATT
E la continuazione naturale della G-GITA. Ridiscesi a valle non si può non visitare la chicca del lago omonimo: un paese incastrato tra il verde dellacqua e il grigio della roccia, talmente bello che i cinesi starebbero pensando di copiarlo.
I-INCROCI
Incredibile ma vero: in diversi incroci non cera alcun tipo di vigilanza. Passino i bivi sulle strade in quota (bastano le frecce), ma quando la ciclabile attraversa dritto per dritto la strada principale un brivido corre lungo la schiena. Gli automobilisti austriaci saranno anche disciplinati, ma certe cose non ce le saremmo aspettate. Una cosa del genere in Italia sarebbe il preludio di una carneficina.
L-LUCI
Rigorosamente rosse, rigorosamente posteriori. Più di qualcuno dellA-Strecke le aveva montate prevedendo un arrivo al calare delle tenebre; e in effetti verso le nove di sera tra gli ultimi ad arrivare non ce nera uno che ne fosse sprovvisto.
M-METEO
La vera incognita del Salzkammergut. Se piove il più delle volte diluvia, se splende il sole possono esserci fino a quaranta gradi, e la neve fa spesso visita anche in estate. Nel 2009 nevicò, nel 2010 il caldo torrido del mattino lasciò il posto a ore di pioggia torrenziale nel pomeriggio, nel 2011 invece è andata piuttosto bene. E considerando le difficoltà del percorso, i veterani del Salzkammergut sanno che se piove tanto vale stare a letto
N-NECROPOLI
E una tappa della G-GITA nella passeggiata di avvicinamento alle miniere del Salzwelten. Dicono risalga a 7000 anni fa, ma anche in epoche più recenti ci hanno seppellito i morti delle miniere. E i più maligni sostengono ci sia finito pure qualche concorrente dellA-Strecke dopo aver visto il Muro del Pianto (vedi Q-QUINDICI).
O-OUTDOOR
Il vero spirito sportivo austriaco. Aria aperta, natura, attività fisica, divertimento. A piedi, in bicicletta, in barca, in canoa, in monociclo, con i pattini. Aggregazione, divertimento, svago, turismo. Questa è la maniera con cui da queste parti e non solo qui - vedono lo sport: non agonismo ma benessere fisico e mentale, pure in gara. Alla faccia degli italioti che fanno a botte per una classifica sbagliata.
P-PERCORSO
Di difficile interpretazione: le salite sono tutte piuttosto pedalabili (ad eccezione del Muro del Pianto, vedi Q-QUINDICI), ma le discese sono abbastanza cattive soprattutto nei percorsi più brevi. Il fondo è sassoso, e in diversi passaggi le pietre sembrano essere messe lì apposta per rendere lincedere più difficoltoso. Cè solo da sperare che non piova.
Particolarmente sadico il tracciatore, un tipo che solo a vederlo dà lidea di un selvaggio, che ha la mania di tagliare i tornanti per sentieri scoscesi, pericolosi e al limite della ciclabilità.
Il finale dei due percorsi più lunghi non riserva comunque grandi difficoltà tecniche, anche perché dopo sette, dieci o più ore in bici basta poco per ammazzarsi.
Q-QUINDICI
Per cento. Come la pendenza media della salita delle miniere di Hallstatt. Poco meno di due chilometri stretti e tortuosi nel bosco fino alla stazione a monte della funicolare. Quando il peggio sembra passato appare poi il famigerato Muro del Pianto della N-NECROPOLI: un chilometro e mezzo di asfalto al venti per cento, con punte fino al trentacinque. Una salita insulsa e improbabile che in tantissimi, quasi tutti, affrontano a piedi smadonnando e inveendo contro quel sadico del tracciatore. Inutile.
R-RISTORI
Numerosi e ben distribuiti. Forniti di ogni ben di Dio, dai panini ai dolci fino al formaggio passando per le belle ragazze. Non manca la Red Bull, a litri, unica arma per rinvenire chi, dopo ore e ore di culo in sella, non sa neanche più come si chiama.
S-SLOW MOTION
Da anni ormai la classifica a squadre del Salzkammergut Trophy viene stilata in maniera piuttosto curiosa, facendo la somma dei tempi impiegati da ognuno dei membri del team. Più numerosi sono i biker, più lungo è il percorso affrontato e più alto è il tempo impiegato, maggiore è la probabilità di vittoria. A vincere questanno è stato un gruppo di ottantotto slovacchi: il loro tempo è stato di 25 giorni 2 ore 41 minuti e 22 secondi.
T-T-SHIRT
Viola, rossa, verde o nera, costituiva il pacco gara insieme a un po omaggi degli sponsor e di qualche integratore. Da ritirare a fine gara, quella nera era la più ambita e destinata solo ai finisher dei 211 chilometri. Se proprio cè da guardare il pelo nelluovo, la C-CRISI si è sentita anche qua, visto che fino a qualche anno fa la fattura delle magliette era decisamente migliore.
U-UFFICIO GARA
Piccolo, caotico, chiassoso. Quattro piccole aule e tre stretti corridoi, con temperature tropicali e con quattromila persone a passar di lì: non è proprio il massimo. Il ritiro del numero è comunque rapido e veloce, ma per ogni altra esigenza
una lunga coda vi aspetta allhelp desk.
V-VELOCITA
Pazzesche quelle raggiunte un po ovunque nei tratti scorrevoli delle discese, quando il fondo largo e compatto permetteva di lasciar correre la bici. Sessanta, settanta, ottanta allora e oltre. Da queste parti non ci sono vie di mezzo: in discesa o si va a piedi, o si sfreccia come pazzi.
Z-ZUSCHAUER
Che starebbe per Spettatori. Tanti a ogni ora del giorno, dalle cinque del mattino alle nove di sera. Calorosi e coinvolgenti, non facevano mai mancare incoraggiamenti e applausi. Sicuramente uno dei punti di forza dellevento, sentito dal territorio e ben visto dalla popolazione locale. Da segnalare i tipi vestiti da Village People, la vecchina dellacqua sempre pronta per il rifornimento, il bar con speaker a Hallstatt, e le maliziose ragazze nel fiume che lanciavano inequivocabili inviti. Segnalato/a pure qualche ciclista in tenuta adamitica.
Stefano De Marchi -
www.solobike.it
Sito internet:
www.trophy.at
Informazioni in italiano:
www.bikeandmore.it
Foto:
http://www.sportograf.com/bestof/1008/index.html
http://nyx.at/bikeboard/Board/showthread.php?149317-Salzkammergut-Trophy-2011-Bildbericht
http://picasaweb.google.com/Knolle00/SalzkammergutTrophy#
http://picasaweb.google.com/the.mtb.biker/SalzkammergutTrophy2011