Opinione Rischiare, fino a che punto?

pablos

Biker urlandum
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Stereo one55 2023
Con l’età si matura ( o almeno si dovrebbe ) e per riflesso si capisce che le cose importanti e le priorità sono altre rispetto a chiudere un passaggio o fare un salto rischiando di spaccarsi in due e magari mettere a repentaglio il proprio lavoro o la sicurezza/ serenità familiare .
Se poi a 40/50 anni uno sente ancora il bisogno di rischiare l’osso del collo solo per fare il figo al bar o davanti a degli sconosciuti … beh magari qualcosa che non va nell’autostima a mio avviso c’è !
Nulla da dire invece per quei veri temerari che proprio senza rischio non riescono a vivere … se sono scelte consapevoli .

A 42 anni con un figlio e una compagna e un lavoro …. preferisco di gran lunga farmi le vacanze in spiaggia con loro sereno piuttosto di farmi venire a trovare all’ospedale perché dovevo fare il drop della vita ….

Si tutto vero, ma non capisco perchè bisogni sempre ridurre tutto a "figo del bar", come già scritto sopra, esercitandosi si riducono tantissimo i rischi.Ora, se non ci si esercita, evidentemente non si ha interesse a migliorare, in qualunque disciplina, anche a lavoro.Andare "forte" senza sapere cosa si sta facendo, quello si che è un problema.
Cercare di migliorarsi per me è un dogma, che si riflette su ogni cosa della vita.
 

Vietto

Biker cesareus
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stanno meglio i topi in gabbia o i gatti che attraversando la strada rischiano continuamente la vita?

ognuno è libero di far quel che vuole però per tanti (me compreso) passare tutte le prossime vacanze in spiaggia equivale a "non vivere"..

detto questo io odio gli estremi.. in tutte le cose.. in mezzo tra la spiaggia e fare "il drop della vita" finendo in ospedale c'è un mondo..

girare in mountain bike.. anche facendo enduro lo si può conciliare benissimo con lavoro e sicurezza/serenità familiare.. A PATTO CHE lo si faccia in modo consapevole, con la tecnica giusta, le protezioni adeguate, padronanza del mezzo, andare per gradi ecc..
Lorenzo, se 89 è il tuo anno di nascita capisco il tuo pensiero, ma considerato che, se quello è l'anno di nascita, potresti essere mio figlio magari andando avanti farà piacere stare con la famiglia, ti assicuro che l'arrivo di qualche figlio molto spesso fa cambiare tutte le priorità
 
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Don Juan

Biker perfektus
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...ce l'ho (di nuovo).....
Ma io la vedo un po' diversamente... Più invecchio e meno ho voglia di rischiare....

Quindi la voglia di rischiare è indirettamente proporzionale all'età
...'amazza però.... senza scomodare la matematica, la geometria, la fisica, Archimede ed i suoi principi, le leggi della Termodinamica e tutte le umane conoscenze...
Dire che un qualcosa si "rapporta direttamente" ad un'altra, non necessariamente deve essere rappresentato in termini scientifico-matematici.
Era meramente una "formula" discorsiva.
Anche perchè, a fare troppo i pignoli, poi ci si rimette (come poi ha sottolineato Tostarello).
Forse si: hai studiato troppo il tedesco.
Io invece mi sono limitato a comprare una macchina.... tedesca!
ahahahahahahah

DON
 

lorenzom89

Biker grossissimus
23/10/10
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emilia romagna
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Lorenzo, se 89 è il tuo anno di nascita capisco il tuo pensiero, ma considerato che, se quello è l'anno di nascita, potresti essere mio figlio magari andando avanti farà piacere stare con la famiglia, ti assicuro che l'arrivo di qualche figlio molto spesso fa cambiare tutte le priorità
può essere. ma conosco tanti che hanno figli, famiglie, pure titolari di aziende ecc.. che fanno enduro anche in modo molto serio.

come ho scritto bisogna fare le cose fatte bene, in modo consapevole. è ovvio che se con zero esperienza ti butti in una discesa nera mezzo ubriaco.. è probabile che non finisci bene.. ma questo può succedere anche quando torni in bici dalla spiaggia dopo l'aperitivo e tiri dritto allo stop..

attenzione non sto dicendo che ci sia un modo giusto e uno sbagliato di vivere.. ognuno faccia come gli pare.. dico solo che andare in mountain bike se lo si fa col cervello acceso non è per forza rischioso.. o almeno non tanto di più di molte attività quotidiane
 
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torakiki.gt

lupus in bicycla
16/2/11
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pavia
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Spertan mullet - cube two - thok mig
Basterebbe mettere l'assistenza sanitaria a pagamento ( come negli USA) e il 90% dei cretini che affollanno i pronto soccorso ortopedioci nel weekend rinsavirebbe di colpo!
Dalle mie parti, ogni fine settimana ci sono almeno 3 o 4 interventi del 118 + soccorso alpino etc.. per recuperare dei minus habens che, dopo aver speso 8 o 9.000 euro in una mtb + protezioni stile football americano, si buttano giu per sentieri esposti e/o iper-tecnici pensando che le sopsensioni da 170 o il manubrio da 2 mt faranno tutto da sole...
Sono tutti youtube victims, ma ora che anche i top bikers, stile rampage, sono più a casa a curarsi le fratture che in pista, forse, qualcuno rinsavirà... :mrgreen:
Gli incidenti capitano anche ai più esperti, non solo a chi si "improvvisa" Biker... Anzi è proprio agli esperti che spesso capitano gli incidenti più gravi
 
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darionollie_

Biker ultra
7/5/08
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Saronno (va)
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YT Tues / Canyon Spectral
Basterebbe mettere l'assistenza sanitaria a pagamento ( come negli USA) e il 90% dei cretini che affollanno i pronto soccorso ortopedioci nel weekend rinsavirebbe di colpo!
Dalle mie parti, ogni fine settimana ci sono almeno 3 o 4 interventi del 118 + soccorso alpino etc.. per recuperare dei minus habens che, dopo aver speso 8 o 9.000 euro in una mtb + protezioni stile football americano, si buttano giu per sentieri esposti e/o iper-tecnici pensando che le sopsensioni da 170 o il manubrio da 2 mt faranno tutto da sole...
Sono tutti youtube victims, ma ora che anche i top bikers, stile rampage, sono più a casa a curarsi le fratture che in pista, forse, qualcuno rinsavirà... :mrgreen:
Infatti negli USA nessuno fa sport estremi...
 

AlfreDoss

Biker electrificatus
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Sotto il Canto (BG)
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Specy Turbo Levo
stanno meglio i topi in gabbia o i gatti che attraversando la strada rischiano continuamente la vita?

ognuno è libero di far quel che vuole però per tanti (me compreso) passare tutte le prossime vacanze in spiaggia equivale a "non vivere"..

detto questo io odio gli estremi.. in tutte le cose.. in mezzo tra la spiaggia e fare "il drop della vita" finendo in ospedale c'è un mondo..

girare in mountain bike.. anche facendo enduro lo si può conciliare benissimo con lavoro e sicurezza/serenità familiare.. A PATTO CHE lo si faccia in modo consapevole, con la tecnica giusta, le protezioni adeguate, padronanza del mezzo, andare per gradi ecc..
Concordo in pieno, tra buttarsi dal primo dirupo senza sapere cosa si stia facendo e cercare di alzare la propria comfort zone a piccoli passi migliorando la propria tecnica e abilità c'è una grande differenza.
A vedere i miei tempi su Garmin vado più veloce rispetto agli anni precedenti ma cadute sempre poche se non meno di prima, magari avrò imparato qualcosa...
 

Koroviev

Il Re dei Troll / Il Signore delle forcelle
25/8/17
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Krukkolandia
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Trollbike senza ruote
Il mio consiglio è sempre quello: andate piano (così vi sorpasso :mrgreen:) e non rischiate se avete una certa età. A cadere non ci vuole nulla, le ossa si rompono, almeno le mie. PRUDENZA! :saccio:
E ora vi lascio una mia perla che spesso e volentieri dispenso ai più anziani: "La comfort zone non esiste, è soltanto un frutto della vostra mente" :-?::smile:
 

Vietto

Biker cesareus
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MDE Damper, Marino Custom
Si tutto vero, ma non capisco perchè bisogni sempre ridurre tutto a "figo del bar", come già scritto sopra, esercitandosi si riducono tantissimo i rischi.Ora, se non ci si esercita, evidentemente non si ha interesse a migliorare, in qualunque disciplina, anche a lavoro.Andare "forte" senza sapere cosa si sta facendo, quello si che è un problema.
Cercare di migliorarsi per me è un dogma, che si riflette su ogni cosa della vita.
cercare di migliorarsi credo che per chi fa MTB sia un dogma ma a volte la cosa si scontra con il tempo a disposizione, soprattutto se si ha una famiglia
 

saetta1980

Biker velocissimus
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Sicily
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Specialized Epic Evo Expert
stanno meglio i topi in gabbia o i gatti che attraversando la strada rischiano continuamente la vita?

ognuno è libero di far quel che vuole però per tanti (me compreso) passare tutte le prossime vacanze in spiaggia equivale a "non vivere"..

detto questo io odio gli estremi.. in tutte le cose.. in mezzo tra la spiaggia e fare "il drop della vita" finendo in ospedale c'è un mondo..

girare in mountain bike.. anche facendo enduro lo si può conciliare benissimo con lavoro e sicurezza/serenità familiare.. A PATTO CHE lo si faccia in modo consapevole, con la tecnica giusta, le protezioni adeguate, padronanza del mezzo, andare per gradi ecc..
Ho scritto chiaramente che non ho nulla da dire per quelli che rischiano consapevolmente perché non riescono a stare senza quell’adrenalina …. Non aggiungo altro . E non sono un topo in gabbia .
 

Reptilian90

Biker cesareus
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Atzara- Sardegna
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Klass RSK10
Concordo in pieno, tra buttarsi dal primo dirupo senza sapere cosa si stia facendo e cercare di alzare la propria comfort zone a piccoli passi migliorando la propria tecnica e abilità c'è una grande differenza.
A vedere i miei tempi su Garmin vado più veloce rispetto agli anni precedenti ma cadute sempre poche se non meno di prima, magari avrò imparato qualcosa...
esatto la tecnica è una cosa fondamentale! senza quella la caduta è dietro l'angolo, altrimenti si va pianissimo come il classico vecchio col cappello in uno 1.2 del 91!
 

Tronicox

Biker ciceronis
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Giussano
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SCOR 4060 ST IL PACHIDERMA GRIGIO
Questa cosa del "Ho un lavoro dei figli, il mutuo, le responsabilità e via dicendo" non mi convince. Anche io ormai ho superato una certa età :il-saggi: ma ogni volta che mi ritrovo in sella alla bici piuttosto che in montagna facendo altri sport, e mi ritrovo a fare qualche passaggio difficoltoso, mai e poi mai penso: "Azz. non lo faccio perchè se mi faccio male ho delle responsabilità" Sono solo concentrato su quello che sto facendo e di conseguenza se non supero il tratto è perchè mi dico che è troppo difficile per le mie capacità.
Detto questo cerco sempre di migliorare la mia tecnica, magari anche con dei corsi per limare gli errori nel condurre il mezzo.
 

ant

Biker assatanatus
4/6/04
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Tra i due laghi e il Moncuni
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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
due commenti, peraltro già detti in forma simile:

1 - non siamo tutti uguali. nella squadra mtb di mio figlio ci sono ragazzini che letteralmente non hanno paura di nulla ed altri più cauti. Mio figlio rientra fra i secondi, eppure non ha due genitori che lo tengono particolarmente a freno (altrimenti non farebbe mtb e park). Quindi c'è probabilmente una componente di "carattere" che deriva da mille cose.
2 - ovviamente a quell'età le differenze si appianano più in fretta. quindi poi dopo tre lezioni anche mio figlio fa le stesse cose degli spavaldi che però le fanno "buona la prima".
3 - sottoscrivo imparare la tecnica per gradi, senza strafare. Tornando alla scuola ragazzi, per i salti adottano il seguente approccio: due salti in sequenza costruiti appositamente con rampa e landing piatto, tanto spazio prima e dopo MA non troppo bassi. In questo modo riducono i rischi (se sbagli alla peggio ti graffi o poco più) ma costruiscono la confidenza al salto, incluso vincere la paura. Una volta che hai interiorizzato la confidenza e la tecnica, puoi permetterti i salti veri.
 

pablos

Biker urlandum
1/2/09
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Stereo one55 2023
cercare di migliorarsi credo che per chi fa MTB sia un dogma ma a volte la cosa si scontra con il tempo a disposizione, soprattutto se si ha una famiglia
Si tutto vero, ma non mi trovo d'accordo a ridurre tutto alla semplice dimostrazione di se stesso.In ogni caso, abituarsi a gestire lo straordinario è fondamentale per gestire senza rischi l' ordinario, che non serve necessariamente a fare il KOM o il fenomeno da bar.Si rischia anche ad affrontare una rotonda in auto senza sapere come ci si deve comportare, come il 90% degli automobilisti...ma questi pensano al lavoro o alla famiglia?
 

lorenzom89

Biker grossissimus
23/10/10
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emilia romagna
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Ho scritto chiaramente che non ho nulla da dire per quelli che rischiano consapevolmente perché non riescono a stare senza quell’adrenalina …. Non aggiungo altro . E non sono un topo in gabbia .
1. assolutamente non volevo darti del topo in gabbia. la mia era solo una frase per riflettere sulle nostre paure. la vita è fatta di 1000 pericoli e se si rimane "vittima" di tutti questi, si finisce poi per vivere in una gabbia, magari anche bella e dotata di tutti i confort (come vedo tanti giovani sempre chiusi in casa tra sky, netflix, playstation ecc..) ma pur sempre una gabbia..

2. riguardo a rischiare per avere quell'adrenalina.. per me ad esempio non è solo quello.. anzi forse è l'aspetto minore. a me ad esempio il riuscire a fare certi passaggi mi permette di chiudere un giro in zone stupende magari senza "interrompere" la discesa scendendo dalla bici e mantenendo quel flow e quel bel ritmo per tutto il giro.. addirittura mi rilassa mi fa godere di più il giro. ho notato che più mi allontano dalle zone antropizzate e più i sentieri sono tecnici ma sono anche zone più belle e sentieri più godibili.. certo a patto di riuscire a farli.. ed è anche la questione "sfida" con quel passaggio che aggiunge altro pepe al giro.

poi non sempre si tratta di rischi folli... un rischio può anche essere chiudere quel tornantino stretto in mezzo al bosco che se cadi.. cadi da fermo sull'erba da 50cm di altezza.. che equivale a cadere nell'orto di casa..
 

Boro

Biker meravigliosus
25/8/04
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14.089
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Il rischio è una valutazione soggettiva e ogni individuo lo approccia diversamente. La mia classifica di stereotipi:

1 L'amante del brivido, se non rischia non si diverte, vuole solo sfide fin che le sfide fallite, presto o tardi e se va bene, lo inducono ad un limite.

2 Il supercompetitivo senza talento, vuole primeggiare a tutti i costi, ma non è un fenomeno. Le prova tutte, tenta le gare ma finisce merdesimo, a quel punto si butta su strava e li trova la sua consacrazione.

3 L'amatore, si prepara come meglio riesce e rischia lo stretto necessario per fare quel che gli piace. Magari qualche volta si concede il lusso di un brivido calcolato, ma senza esagerare.

4 L'esibizionista, rischia di tutto se sa che c'e' chi lo guarda, non importa se sa fare o non sa fare, deve mettersi in mostra, costi quel che costi. Uno sport vale l'altro, conta quello di tendenza.

5 L'inconsapevole, è intero solo grazie al santo protettore ma lui non se ne rende conto tra lo stupore generale di chi pensava fosse spacciato e cerca di suggerirgli di fare altro per la sua incolumità.

6 Il senza testa, tutto sistema limbico si affida all'istinto senza porsi domande che non può farsi, finchè non salta per aria senza capire il perchè.

7 il bloccato, il terrore e la scarsa autostima lo dominano, fa sempre lo stesso giro e conosce tutti i sassi che incontra. Per lo più gira da solo, dove va deve essere sempre un posto a portata di ambulanza.

8 Il prudente, è affascinato dal rischio ma non lo vuole correre, procede per lenti, piccoli, inesorabili passi, non sgarra mai e non si fa mai prendere la mano. Non esce quasi mai dalla sua comfort zone, se non conosce un percorso prima di farlo chiede a mezzo mondo, studia per mesi e poi prima lo fa a piedi.

9 Il professionista, capace e preparato, per dare il massimo deve esplorare i limiti e quindi rischiare è il suo mestiere.
 

Etien

Biker superioris
14/4/08
927
639
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Roma
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Transition Sentinel
Frequento una scuola da circa quattro anni e dal periodo post pandemia, grazie allo smart working, posso allenarmi anche in mezzo alla settimana. Nonostante le ore e l'impegno profuso sono migliorato tecnicamente (guarda un po') ma ancora non riesco a vincere la paura del vuoto. Ovviamente avendo materialmente gli strumenti per poter "crescere" (tanta passione, ritagli di tempo da dedicare, scuola vicino a casa ed un'ottima bici) continuo a frequentare, e combattere con me stesso, ma devo ammettere che sto perdendo. Ultimamente mi capita di tornare a casa deluso, mi dimentico di divertirmi. I maestri me lo dicono da un po' di tempo, l'unico modo di vincere la paura non è semplicemente l'apprendimento del gesto tecnico quanto l'allenamento costante su terreni con ostacoli a ripetizione.
 
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andy_g

Biker poeticus
27/4/06
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Giant Trance
Non è solo la voglia di rischiare che diminuisce con l'età, ma le nostre capacità e quindi il rischio aumenta a parità di percorso e velocità. Ad esempio, ho dovuto rallentare molto per via della vista: vedere bene un ostacolo mi richiede più tempo di prima, soprattutto in situazioni di alto contrasto come un sentiero nel bosco in parte all'ombra.
 
Ultima modifica:

Don Juan

Biker perfektus
31/5/18
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...ce l'ho (di nuovo).....
Il rischio è una valutazione soggettiva e ogni individuo lo approccia diversamente. La mia classifica di stereotipi:

1 L'amante del brivido, se non rischia non si diverte, vuole solo sfide fin che le sfide fallite, presto o tardi e se va bene, lo inducono ad un limite.

2 Il supercompetitivo senza talento, vuole primeggiare a tutti i costi, ma non è un fenomeno. Le prova tutte, tenta le gare ma finisce merdesimo, a quel punto si butta su strava e li trova la sua consacrazione.

3 L'amatore, si prepara come meglio riesce e rischia lo stretto necessario per fare quel che gli piace. Magari qualche volta si concede il lusso di un brivido calcolato, ma senza esagerare.

4 L'esibizionista, rischia di tutto se sa che c'e' chi lo guarda, non importa se sa fare o non sa fare, deve mettersi in mostra, costi quel che costi. Uno sport vale l'altro, conta quello di tendenza.

5 L'inconsapevole, è intero solo grazie al santo protettore ma lui non se ne rende conto tra lo stupore generale di chi pensava fosse spacciato e cerca di suggerirgli di fare altro per la sua incolumità.

6 Il senza testa, tutto sistema limbico si affida all'istinto senza porsi domande che non può farsi, finchè non salta per aria senza capire il perchè.

7 il bloccato, il terrore e la scarsa autostima lo dominano, fa sempre lo stesso giro e conosce tutti i sassi che incontra. Per lo più gira da solo, dove va deve essere sempre un posto a portata di ambulanza.

8 Il prudente, è affascinato dal rischio ma non lo vuole correre, procede per lenti, piccoli, inesorabili passi, non sgarra mai e non si fa mai prendere la mano. Non esce quasi mai dalla sua comfort zone, se non conosce un percorso prima di farlo chiede a mezzo mondo, studia per mesi e poi prima lo fa a piedi.

9 Il professionista, capace e preparato, per dare il massimo deve esplorare i limiti e quindi rischiare è il suo mestiere.
....ahahahahahahahahah...
Amico mio... sei un MITO!

ah... io indubbiamente mi "vedo" tra il profilo n.3 ed il n. 8....

DON
 

bughy1978

Biker extra
1/2/21
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Berghem
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Trek Fuel EX8
Frequento una scuola da circa quattro anni e dal periodo post pandemia, grazie allo smart working, posso allenarmi anche in mezzo alla settimana. Nonostante le ore e l'impegno profuso sono migliorato tecnicamente (guarda un po') ma ancora non riesco a vincere la paura del vuoto. Ovviamente avendo materialmente gli strumenti per poter "crescere" (tanta passione, ritagli di tempo da dedicare, scuola vicino a casa ed un'ottima bici) continuo a frequentare, e combattere con me stesso, ma devo ammettere che sto perdendo. Ultimamente mi capita di tornare a casa deluso, mi dimentico di divertirmi. I maestri me lo dicono da un po' di tempo, l'unico modo di vincere la paura non è semplicemente l'apprendimento del gesto tecnico quanto l'allenamento costante su terreni con ostacoli a ripetizione.
Abbassa il grado, torna a fare sentieri più facili che sai di chiudere e che ti divertono, poi torna dopo un po' ad alzare il livello...per me in arrampicata funzionava cosi...
 

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