Esco di casa che è ancora buio, salgo in auto, arrivo all'autostrada, dopo un'ora sono ad Imola e imbocco la statale, salgo verso Le Selve, ora è giorno ma c'è la nebbia, nessuno in giro, dentro di me sento l'attesa che cresce, la natura attorno è in attesa, aspetta anche Lei il grande evento, con me porto tante aspettative, una gran voglia di conoscere tutti, di rivedere vecchi amici, di scoprire volti celati dietro un nickname spesso di fantasia, sono tranquillo e contento: questo è il modo migliore di coltivare la mia passione.
Sceso dall'auto alle Selve faccio un giro a piedi attorno agli edifici, anche qui tutto è in attesa, ci aspetta, i grandi castagni attendono che i bikers escano dai loro giacigli, che i mezzi motorizzati li consegnino alla partenza del mega-raduno; non sembra, ma tutto è pronto.
Vedo movimento, un biker appiedato mi saluta: ancora adesso non lo identifico, di sicuro è uno che ha tanta voglia di pedalare quanto me, inizio a preparare la MTB e si avvicina un volto conosciuto; colgo al volo il suo invito e ci tuffiamo verso valle, per la partenza bassa; la tensione cresce, accompagnata dall'aria rigida, presto si presenterà di fronte a noi il primo gruppo; salutiamo volti nuovi, ci avviciniamo a vecchie conoscenze, riconosco qualcuno, per qualcun altro necessita la presentazione, il coinvolgimento cresce, ora è veramente tutto pronto: si parte.
Torniamo alle Selve approfondendo la conoscenza reciproca; il serpentone dei bikers indica le rispettive forze, siamo tutti amici, pur pedalando in maniera diversa, la fatica della salita non ci toglie il fiato per chiacchierare.
All'incrocio delle Selve, dopo alcuni aspri tratti, ci aspettano gli altri; i due gruppi si fondono, gli sguardi si incrociano cercando di associare occhi e volti sconosciuti ad amici virtuali ora materializzatisi.
Quando partiamo non ancora tutti hanno un nome ma l'atmosfera è cordiale, amichevole; le
guide incominciano a svolgere pregevolmente il loro compito, entriamo nel castagneto, la salita non ci preoccupa, forse qualcuno nelle retrovie spinge ma cosa importa?
La fatica ci avvicina ancora di più; non c'è il sole ma la luce riflessa dalle nostre emozioni riesce a scaldare i cuori di tutti.
Qualcuno mostra le proprie forze, qualcuno arranca nelle retrovie, qualcuno sbotta per la pendenza, il sudore si mischia all'umidità della nebbia; attorno il freddo, dentro di noi il calore di tanti vecchi nuovi amici.
Mentre salgo scrutando ogni tabella di ogni MTB che incontro, penso agli argomenti dei vari gruppi: in testa si parla di rapporti, di alimentazione, di doppie, di cadenza; a centro gruppo l'argomento preferito sono le bionde e le more, probabilmente si spendono parole circa le purtroppo poche bikeresse del raduno; a fondo gruppo si parla inevitabilmente ed inesorabilmente di cibo.
Per tutti c'è la fatica, per alcuni insopportabile, per altri minima, ovunque il solito costante amore per la natura e per la MTB.
Il percorso sfodera tutte le notre potenzialità: salita, discesa, pietre, viscido, scivolate, cadute; tutto fa parte del gioco, qualcuno si lamenta, chiunque, anche se non lo dice, gode dentro di sè.
Gli organizzatori ci hanno messo dentro di tutto; le guide spuntano da ogni dove indicandoci il percorso da seguire; sono evidentemente dei cloni perché sono veramente tanti, tutti gentili e disponibili: bravi!
Dopo il ristoro finale, si sale per un'altra volta alle Selve, due arcobaleni tracciano il percorso del nostro cuore, degno coronamento multicolore di questa giornata grigia nel cielo, serena nell'anima.
Si rientra alla spicciolata, qualcuno portando a rimorchio quel che resta della propria MTB; i bikers primi arrivati sono davanti al fuoco a chiacchierare, salutarli è un dispiacere ed una gioia allo stesso tempo: vorrei rimanere qui ma sono comunque incredibilmente felice di averli conosciuti.
Il viaggio di ritorno è l'inizio della disintossicazione: le sensazioni più fatue se ne vanno, quelle più forti si attaccano ai miei ricordi: più passerà il tempo più saranno indelebili.
Ora portiamo con noi qualcosa in più!