Sondaggio Quanto a lungo tieni la tua bici?

Tc70

Entomobiker
20/4/11
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Provincia di Bs
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Picola ma carattarastica...
Grazie al cielo vedo che nessuno qui tiene in considerazione le indicazioni di quel vecchio articolo "La data di scadenza della bici e dei componenti" ... :razz:
Il pianeta ci ringrazia!
Tu pensa che conosco uno che ha ancora una Giant Cadex anni '90...ci gira ancora qualche volta...nessun problema rilevato ed è una vintage di 25/27 anni!!
Però mi son sempre chiesto...Alu, Acc li si ricicla sempre, ma per il carbonio, come funziona? Dove finiscono i telai rotti non riparabili?
 

Zero Cool

Biker paradisiacus
18/1/19
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Porno Valley
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Specialized sequoia, Evil Offering, turbo levo
Io ho ancora, e la uso per andare a prendere il pane con i figli, la mia prima mtb che era una Bianchi thomisus ;-) e vi dirò, ho fatto certi voli in mezzo ai boschetti qui in collina con quella bici che a pensarci adesso sento ancora male :smile:
 

albatros_la

Biker marathonensis
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Ma siamo veramente sicuri che siamo in grado di sollecitare un telaio così tanto come tu dici? A livello amatore?
io ho l'impressione di no. Il mio telaio suddetto ha preso una brutta botta due anni fa che ha "filato" il carbonio subito sopra il movimento centrale. Lo specialista mi disse 'riparalo appena puoi' ed io che sono un po' pigro ci ho fatto ancora un'estate intera di gite AM con discese abbastanza spinte, prima di ripararlo. La crepa non si era mossa di un mm.
E lo stesso riparatore mi disse 'in quel punto ci sono 6 strati di carbonio, avevi rotto solo i primi due'

L'aneddoto per dire che secondo me - soprattutto su marche primarie - nell'uso amatoriale prima di accumulare sollecitazioni che portano a un decadimento della resistenza dei materiali siamo ben oltre i 15mila km o pochi anni.

Discorso diverso un pro o un amatore forte che porta il mezzo in gara tutte le domeniche sollecitandolo molto, in quel caso sarei d'accordo con te.
Le sollecitazioni cicliche sono cose che tutti produciamo, anche noi amatori scarsi. Quando pedali produci forze che tendono a torcere il telaio e questo nel tempo fa progredire i difetti intrinseci dei materiali metallici verso la rottura per fatica. Ciò è particolarmente vero per le leghe di alluminio. Una regola non scritta è quella di dimensionare il telaio per reggere un milione di cicli al massimo carico. È chiaro che non si esercita mai il massimo carico in modo costante per tutta la vita del telaio, perciò nella realtà i cicli equivalenti saranno molti di più di quel milione. Tuttavia nella MTB ci sono altre sollecitazioni importanti che pesano come molti cicli di carico, in generale è l'energia che il telaio assorbe durante le discese. Un professionista pesa molto meno di un amatore della domenica come il sottoscritto. Può pesare tranquillamente 20-25 kg in meno, e ciò implica che le sollecitazioni non siano affatto trascurabili nonostante il ritmo sia inferiore a quello di un professionista. Oltretutto ormai nessun professionista corre su bici che non siano in composito, mentre molti amatori pedalano bici come la mia, in lega di alluminio e quindi molto più esposte al problema della fatica del materiale.
Un ciclista su strada professionista fa dai 25 ai 35 mila km all'anno in sella e le squadre più ricche gli mettono a disposizione quattro telai. Anche fossero la metà, avrebbero una vita relativamente breve come chilometraggio. D'altro canto sono tiratissime come peso e devono sopportare forze notevoli viste le pedalate che hanno nelle gambe e le velocità che tengono. E sono tutte in composito. Fare un parallelismo è dunque difficile ma c'è un punto tra i 15 e i 25 mila km oltre al quale penso che la robustezza del mio telaio sarà troppo incerta per affidargli il mio deretano.
 

Arzi71

Biker superis
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Genova
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SANTA CRUZ Hightower C
Ciao,
nel sondaggio ho votato i 10 anni, ma è un valore ipotetico.
Ho avuto 3 bici, la prima era una front che avevo preso per iniziare e l'ho tenuta 2 mesi.
Poi ho preso una full, una Camber, e l'ho tenuta circa 1 anno.
Dopodiché ho preso una Hightower, che adesso ha quasi 4 anni e per il mezzo che è (nel tempo ho fatto pure qualche upgrade) e per il biker che sono potrei portarla alla tomba (la mia, intendo).
Ho ipotizzato di tenerla ancora 6 anni, qualora dovessi cedere all'elettrica, ma se il fisico regge probabilmente andrò oltre.
 
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ant

Biker assatanatus
4/6/04
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Tra i due laghi e il Moncuni
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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
Le sollecitazioni cicliche sono cose che tutti produciamo, anche noi amatori scarsi. Quando pedali produci forze che tendono a torcere il telaio e questo nel tempo fa progredire i difetti intrinseci dei materiali metallici verso la rottura per fatica. Ciò è particolarmente vero per le leghe di alluminio. Una regola non scritta è quella di dimensionare il telaio per reggere un milione di cicli al massimo carico. È chiaro che non si esercita mai il massimo carico in modo costante per tutta la vita del telaio, perciò nella realtà i cicli equivalenti saranno molti di più di quel milione. Tuttavia nella MTB ci sono altre sollecitazioni importanti che pesano come molti cicli di carico, in generale è l'energia che il telaio assorbe durante le discese. Un professionista pesa molto meno di un amatore della domenica come il sottoscritto. Può pesare tranquillamente 20-25 kg in meno, e ciò implica che le sollecitazioni non siano affatto trascurabili nonostante il ritmo sia inferiore a quello di un professionista. Oltretutto ormai nessun professionista corre su bici che non siano in composito, mentre molti amatori pedalano bici come la mia, in lega di alluminio e quindi molto più esposte al problema della fatica del materiale.
Un ciclista su strada professionista fa dai 25 ai 35 mila km all'anno in sella e le squadre più ricche gli mettono a disposizione quattro telai. Anche fossero la metà, avrebbero una vita relativamente breve come chilometraggio. D'altro canto sono tiratissime come peso e devono sopportare forze notevoli viste le pedalate che hanno nelle gambe e le velocità che tengono. E sono tutte in composito. Fare un parallelismo è dunque difficile ma c'è un punto tra i 15 e i 25 mila km oltre al quale penso che la robustezza del mio telaio sarà troppo incerta per affidargli il mio deretano.
Ok, comprendo il ciclo a fatica dell'alluminio, ma stai parlando di un sotto-segmento specifico: telai front in alluminio che - per inciso - non sono certo ora i telai più diffusi.
Anche il parallelismo con i telai bdc secondo me è relativo.
Un telaio moderno full in carbonio, categoria 3 o 4 (dal Trail in su) ha componenti e sezioni sovradimensionate parecchio (infatti pesano abbastanza) pensate appunto per resistere sufficientemente a lungo nelle mani di professionisti che li strapazzano in gare di enduro.
Un amatore farà molta fatica a sottoporli a tali sollecitazioni con la stessa frequenza.
tutt'al più possiamo discutere delle resine/colle usate negli strati di carbonio e della loro decadenza chimica nel corso degli anni, ma non ne so nulla quindi lascio che parlino gli espertoni di carbonio.
 

albatros_la

Biker marathonensis
25/6/09
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Ok, comprendo il ciclo a fatica dell'alluminio, ma stai parlando di un sotto-segmento specifico: telai front in alluminio che - per inciso - non sono certo ora i telai più diffusi.
Anche il parallelismo con i telai bdc secondo me è relativo.
Un telaio moderno full in carbonio, categoria 3 o 4 (dal Trail in su) ha componenti e sezioni sovradimensionate parecchio (infatti pesano abbastanza) pensate appunto per resistere sufficientemente a lungo nelle mani di professionisti che li strapazzano in gare di enduro.
Un amatore farà molta fatica a sottoporli a tali sollecitazioni con la stessa frequenza.
tutt'al più possiamo discutere delle resine/colle usate negli strati di carbonio e della loro decadenza chimica nel corso degli anni, ma non ne so nulla quindi lascio che parlino gli espertoni di carbonio.
Sì, siamo d'accordo. Il problema non è mai sui telai per discipline più intense, soprattutto se utilizzati su percorsi che ormai sono appannaggio pure di gare XC. Io però parlavo del mio telaio, non di quello del vicino o del ciclista X. Ho esordito dicendo che il mio telaio ha 14mila x 185 km e potrebbe non essere lontano dal fine vita: l'ho detto sapendo che telaio è (alluminio, XC venduto per "race", anche se non è certo un Chisel come peso...) quanto peso e come l'ho usato. Chiaro che se avessi un frontino da trail come una putrella il discorso sarebbe ben diverso.
 

Etien

Biker superioris
14/4/08
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Roma
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Le sollecitazioni cicliche sono cose che tutti produciamo, anche noi amatori scarsi. Quando pedali produci forze che tendono a torcere il telaio e questo nel tempo fa progredire i difetti intrinseci dei materiali metallici verso la rottura per fatica. Ciò è particolarmente vero per le leghe di alluminio. Una regola non scritta è quella di dimensionare il telaio per reggere un milione di cicli al massimo carico. È chiaro che non si esercita mai il massimo carico in modo costante per tutta la vita del telaio, perciò nella realtà i cicli equivalenti saranno molti di più di quel milione. Tuttavia nella MTB ci sono altre sollecitazioni importanti che pesano come molti cicli di carico, in generale è l'energia che il telaio assorbe durante le discese. Un professionista pesa molto meno di un amatore della domenica come il sottoscritto. Può pesare tranquillamente 20-25 kg in meno, e ciò implica che le sollecitazioni non siano affatto trascurabili nonostante il ritmo sia inferiore a quello di un professionista. Oltretutto ormai nessun professionista corre su bici che non siano in composito, mentre molti amatori pedalano bici come la mia, in lega di alluminio e quindi molto più esposte al problema della fatica del materiale.
Un ciclista su strada professionista fa dai 25 ai 35 mila km all'anno in sella e le squadre più ricche gli mettono a disposizione quattro telai. Anche fossero la metà, avrebbero una vita relativamente breve come chilometraggio. D'altro canto sono tiratissime come peso e devono sopportare forze notevoli viste le pedalate che hanno nelle gambe e le velocità che tengono. E sono tutte in composito. Fare un parallelismo è dunque difficile ma c'è un punto tra i 15 e i 25 mila km oltre al quale penso che la robustezza del mio telaio sarà troppo incerta per affidargli il mio deretano.
Credo che la "verità" sia nel mezzo. Se è vero che anche noi comuni mortali sollecitiamo le nostre bici semplicemente usandole, trattandosi di mtb e considerando la sempre migliore qualità costruttiva dei telai e componenti vari, l'utilizzo che ne facciamo sarà comunque mediamente poco invasivo. Io stesso che frequento una scuola 3 volte a settimana, la userò mediamente si e no al 15% nell'arco del mese; i ragazzi più bravi che fanno le gare e si allenano diversamente da noi "vecchi", sfrutteranno maggiormente il proprio mezzo ma sempre, parere personale, in misura assai ridotta rispetto al limite della bici.
 
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Biker assatanatus
4/6/04
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Tra i due laghi e il Moncuni
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Santa Cruz HT "Orangina" - KTM Scarp prestige "scarpetta"
Io però parlavo del mio telaio, non di quello del vicino o del ciclista X
Ci siamo capiti. però in realtà avevi scritto "un telaio mtb dovrebbe reggere 15-20mila km" che magari è vero nel caso di un telaio alu front di dieci anni fa per i motivi da te detti ma non generalizzerei l'affermazione, tutto lì.
 

Route66

Biker popularis
6/2/18
80
65
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Parma
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Specialized Epic S-Works
La mia epic s-works credo abbia non meno di 50.000 km. Io la possiedo dal 2017 e ne faccio circa 5.000 di media all'anno, sommati con quelli che avrà fatto il proprietario precedente nei 5-6 anni prima...... Eppure va come uno spadino, e DEVE continuare ad andare. Sostituzione "regolare" dei componenti, ma sicuramente non una manutenzione maniacale. E cerco di portare tutto veramente a fine vita (cassette, catene, pastiglie, etc.). Ogni tanto guardo il sito specialized e sogno ad occhi aperti; non potrò mai permettermi una bici simile nuova, di cambiarla poi ogni tanto per puro sfizio, neanche se campassi 200 anni.....
 
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