in questo momento nessuno, perché sono tutti impegnati a sparale più grosse possibili, in maniera da raccattare qualche voto in più.
Collegando il topic con la domanda che ti avevo posto, io vedo sostanzialmente due questioni:
1) adattamento del territorio e delle infrastrutture per far fronte all'aumento della frequenza di questi fenomeni metereologici estremi
2) adozione di una politica per la riduzione delle emissioni
Il primo punto è un intervento urgente e primario e si spera che il governo (e i governi) adotti le misure più corrette possibili.
Per il secondo punto abbiamo preso atto (o almeno questa è la nostra percezione) che in questo momento non ci sia una dirigenza politica con idee/proposte/soluzioni.
Io, da singolo cittadino, sono preoccupato per altri due aspetti: le nuove direttive europee riguardo allo stop dei motori a scoppio (2035?) e l'adeguamento della classe energetica degli edifici.
Al momento, un'auto elettrica non è avvicinabile come costi per la maggior parte di noi. Si spera che i costi si abbassino, ma è una speranza al momento. E se anche comprassi un'auto a scoppio nel 2034 (a Dio piacendo...) poi la prenderò cmq in quel posto con l'adozione a cascata di divieti di circolazione per accelerare il cambio?
Per la riqualifica degli edifici idem: il 2030 non è lontanissimo, sono 7 anni. Sarò obbligato a fare un nuovo mutuo per ristrutturare una casa costruita nel 2007 mandando a pu77ane il mio piano finanziaro per la famiglia? Ci penserà lo stato con nuovi bonus(con nuovo debito pubblico, nuove sanguisughe, nuovi parassiti, nuovi truffatori, ecc.)?
A me può anche piacere vivere la giornata, ma per determinate cose vorrei organizzarmi e pianificare per tempo.
In 60 pagine di questo topic, prova a contare quante volte la sequenza "Si spera che" si ripete. Esattamente, che certezze abbiamo (estinzione a parte)?
In Italia non c'è una cultura della progettualità a lungo termine, ne c'è oggi e non c'era ieri. E' un deficit che incontri quotidianamente nelle aziende, nelle amministrazioni pubbliche, nelle associazioni, in ogni angolo della vita.
Quindi, a mia sensazione, la risposta al problema non sta tanto nel convertire gli scettici, ma che, pur nella consapevolezza che il problema esiste, non si ha la capacità di progettare una soluzione che, per forza di cose visto il contesto, è a lungo termine; e questo a causa di diversi motivi: pochezza culturale, attitudine ormai storica nel dare priorità a se stessi, ecc...