Ciao Bartolo,
Allora pare che ti sia stato detto di tutto e di più, mi sono letto tutto il topic per curiosità e trovo che ognuno abbia detto qualcosa di giusto per un aspetto o per l'altro.
Mi aggiungo con l'intenzione di fare un pochino d'ordine, perchè i consigli che ti hanno dato sono davvero tanti (troppi!), e io al tuo posto sarei in piena confusione.
Vediamo se riesco a semplificare un pò e anche ad aiutarti...
Dunque, secondo me tra i vari problemi da risolvere il primo e più importante è quello del pilota.
Se uno è capace, scende dalla peggiore discesa possibile con la peggiore bici possibile. Ok, scende più piano di Sam Hill sulla sua bici da gara, ma scende. E si diverte anche.
Questo dovrebbe essere il tuo primo obiettivo: scendere, senza cadere, senza fermarti, senza appoggiare il piede a terra, senza arrivare in fondo come se avessi appena partorito.
A prescindere dalla bici, dai
freni, dalla forcella che cigola e quant'altro.
Quando riesci a fare questo con un discereto margine di sicurezza, allora POI cominci a preoccuparti di cosa sarebbe meglio rispetto a quello che hai, quindi gomme più adatte, freni, manubrio, eccetera. Tutti questi dettagli tecnici sono validissimi, ma servono a migliorare una situazione già di per sè funzionante (riesco a scendere ma vorrei scendere più in fretta, con più sicurezza, etc. Se NON riesco a scendere, beh, un manubrio più adatto non mi aiuterà, purtroppo).
Per imparare a scendere, a mio avviso, si fa così: si trova un percorso ad anello da poter ripetere a iosa, tra gli 8 e i 12 km è ideale, che abbia diverse tipologie di discesa: sterrata, sentiero, tratto breve molto tecnico e quant'altro.
Ci si mette lì e si comincia a girare a ripetizione, facendo sempre lo stesso giro, affrontando sempre le stesse difficoltà, cercando di superarle sempre meglio.
Si frequenta quel percorso con costanza per almeno sei mesi, trovandolo nelle più varie condizioni: da quella ideale al bagnato, ghiacciato, pieno di foglie, etc, etc.
Tra sei mesi con allenamento costante avrai imparato più di quanto credi. A quel punto avrai le basi della tecnica di guida, e potrai dedicarti ad "accordare" il tuo mezzo in modo che suoni all'unisono con te. Farlo prima è un rischio a mio avviso, in quanto a causa di tuoi problemi fisici rischi di non riuscire a cogliere i benefici di una modifica tecnica.
Io ho ancora in montagna il mio primo rampichino in acciaio, 22 kg, freni a bacchetta, telaio enorme e dal disegno stradale (lo "sloping" allora era una disciplina sciistica...), e ogni tanto me la prendo per un bel giretto alla memoria dei vecchi tempi.
Oggi con una Giant Reign bestiale da 14 chili scendo molto più veloce(ovviamente), e cado molto di meno, ma le stesse discese potrei farle tranquillamente col cancellone.
In questo modo, se resisti e perseveri, diventerai un VERO discesista, ovvero "uno in grado di portare qualunque cosa a due
ruote giù da qualunque montagna, punto e fine".
Ti scrivo altre due o tre cose come mi vengono:
- Gli amici più bravi sono molto utili... se ti aspettano e si mettono nell'ottica di aiutarti, altrimenti salutali e dagli appuntamento a primavera 2010, quando li svernicerai alla stragrande (spero).
- La bici è in grado di fare quasi tutto da sola... se glielo permetti. Ovvero in molti casi se trovi il coraggio (ma soprattutto la fiducia) di lasciarla un pò andare, ci penserà lei a scendere. Se fai DH questo principio non va molto bene, perchè devi cercare la linea migliore e più veloce. Con una bici da XC almeno in teoria non sei a caccia di record in discesa, giusto?
- Ultima cosa, ma la più importante: tutta questa faccenda di riuscire a restare in sella anche dove prima pareva impossibile è secondo me uno degli aspetti più belli della mtb... proprio il fatto di partire da uina situazione in cui "sembra impossibile" e compiere il "lungo e periglioso" viaggio che porta a "io e la mia bici siamo una cosa sola".
Tra 5 anni, giunto in fondo al percorso di coppa del mondo DH 2014 (che si terrà sull'Etna), degnamente soddisfatto della tua prestazione, ripenserai con nostalgia a quel tempo romantico in cui ogni curva era un'avventura...
Quindi concentrati, impegnati, ma soprattutto goditela, che si impara una volta sola.
Con affetto e un pò d'invidia (io ormai ho imparato),
M.