secondo me il discorso va trattato in maniera un poco più ampia.
Scusate il pippone ma è un argomento che negli ultimi mesi mi ha dato parecchio da rimuginare, quindi ne approfitto per schiarirmi un po’ le idee mettendole nero su bianco.
Senza entrare nel merito della pagliacciata dell’evento ad “impatto zero”, trovo sempre e comunque dannoso, se non pericoloso, accanirsi contro una categoria specifica, in questo caso gli enduristi, con la pretesa di decidere a priori chi può e chi non può godere di un ambiente che dovrebbe essere a disposizione della collettività (la montagna); dico pericoloso perché è un pensiero che da il diritto ad altre categorie di utilizzatori della montagna di discriminare i bikers.
Qui nel piacentino non è ancora un problema visti i numeri ancora piuttosto esigui del movimento, ma in zone più battute dai bikers (vedi la legge assurda per la percorrenza dei sentieri del Trentino o le recenti trappole anti-bikers trovate sui sentieri nei pressi di Finale Ligure) tensioni tra escursionisti, cacciatori, autorità, proprietari dei terreni attraversati dai sentieri e bikers si sono già verificate, ed alla base di queste tensioni c’è lo stesso identico ragionamento che stiamo applicando agli enduristi: “Via i disturbatori della quiete dalle Mie montagne”.
In tutto questo non vorrei che passasse l’idea che sono felice e contento quando mi trovo su di un sentiero massacrato da moto e 4X4 ma semplicemente quando mi trovo a smadonnare perché un tratto di discesa che amavo o una bella salita nel bosco non sono più percorribili, provo a pensare che non è frutto del passaggio di motociclisti, ma del passaggio di ignoranti o, nel peggiore dei casi di maleducati (di contro nessuno si trova mai a ringraziare i motociclisti quando si trovano sentieri poco battuti perché ancora aperti grazie al passaggio delle moto), e gli ignoranti ed i maleducati si trovano nella medesima percentuale in ogni categoria, IMHO.
Di sicuro, e questo in ogni ambito, ci troviamo con un’utenza della montagna in espansione (e quindi con più ignoranti e maleducati in ogni categoria) rispetto a solo 10 anni fa, quindi come fare?
Decidere che solo i duri e puri dell’escursionismo appiedato hanno diritto a stare sui sentieri come si sente dire a certi personaggi del CAI (true story)?
Creare “riserve” fruibili solo a certe tipologie di escursionista?
La prima mi sembra una p#@§°ç*#a pazzesca mentre la seconda potrebbe anche funzionare in alcune situazioni ben circoscritte ma secondo me, e ribadisco, SECONDO ME esimio signor nessuno, potrebbe avere più senso investire sull’educazione di tutti, dall’escursionista a piedi all’endurista, al rispetto ed alla
cura dei sentieri che si utilizzano, tanto per iniziare. Per le strutture ricettive poi pensare all’accoglienza del turista atipico ed alla promozione del territorio, che crea un senso di un’esperienza più coinvolgente del semplice parcheggio/giro/scappo a casa alla velocità della luce (visto che l’ignorante di cui sopra ha probabilmente uno scarso legame con il territorio che lo ospita, informarlo e farlo sentire a casa potrebbe essere un primo passo per fargli rendere conto che si muove in un contesto più ampio della sua motoretta), sarebbe un idea anche remunerativa.
Ancora, scusate il pippone.