Pochi di voi sanno dei miei viaggi in bici, in cui produco sempre un diario di viaggio,
come promesso, lo posto, ma vi invito caldamente a soprassedere la lettura,
se poi una voglia improvvisa di leggere vi pervade,
non dovete far altro che proseguire qui di seguito.....
bye.......
Diario di viaggio alle foreste Casentinesi, 4 giorni, settembre 2011
12 settembre
Arrivo a Font'Abbate per l'una circa, mi sistemo e mi avvio verso monte Carpano. L'idea è di arrivare in cima ma verifico che il sentiero è solo per trekking, allora torno indietro e prendo la discesa di Corzano, per me inedita, mi verrebbe da dire corta e maledetta, a mio avviso ci sono dei passaggi molto tecnici, devo scendere dalla bici 5\6 volte, in primis perché sono solo e non posso minimamente rischiare, poi perché dopo 3 mesi che non faccio una discesa seria, si perde un po' l'attitudine alla difficoltà, sta di fatto che dopo una foratura arrivo alla chiesa, seguo il sentiero 193, sul ciottolato in discesa, finché incontro alcuni operai che stanno rifacendo la camminata, scendo dalla bici e vedo che le
scarpe affondano in una terra impalpabile fino alle caviglie, è un macello!
A S. Piero trovo un compressore e do una bella pulita, a me e alla bici.
Piada stracchino e rucola e risalgo, le gambe non sono un granché, mi devo fermare un paio di volte, non so come farò domani!
A Font'Abbate mi raccomandano di premunirmi per l'acqua, il parco è in siccità, le varie fonti pare siano tutte a secco......che differenza con il 17 marzo, bastava aprire la borraccia e si riempiva da sola!!
13 settembre
Mi metto in moto per le 8 e mezza, direzione Nocicchio e poi Cancellino su asfalto, prendo la forestale, poi sentiero 00 per passo dei Lupatti.
Bellissimo sentiero, in mezzo al bosco, ogni tanto spingo un po' in salita, ma non molto. Arrivo alla Bertesca, poi prendo il sentiero 223 fosso dei Forconali, direzione La Lama.
Discesa molto interessante, sempre in mezzo al bosco, non tecnica, se non verso la fine con un po' di sassi e scalini, ma poca roba, sempre all'ombra e molto scorrevole.
Alla Lama invece il rubinetto sputa acqua fresca, ne approfitto, scambio 2 parole con 2 forestali e mi metto in salita, strada forestale, pendenza scarsa, molto pedalabile seppur lunga, ma sempre all'ombra, è molto godibile.
Arrivo alla fonte delle cavalle e prendo il sentiero 205 verso Pietrapazza, discesa dolce su un sentiero carrabile, nulla di ché ( ma per fortuna, dirò poi ).
In fondo si arriva su un ponticello, la cartina da un sentiero a destra n° 229 che risale a monte Carpano, un sentiero a sinistra lungo il fiume per Pietrapazza. Seguo i segnali bianco rossi, la strada inizia a salire in maniera decisa, vado avanti un po' spingendo la bici e poi a piedi, ma il sentiero si allontana dal fiume sempre più ripido, deduco che sia il 229, torno indietro per vedere se mi è sfuggita una deviazione, niente, nessun sentiero, riprovo l'altro a piedi un po' più in su ma non vedo via d'uscita.
Mi butto lungo il fiume, ma non è semplice con la bike, ogni tanto il piede va a mollo ma non è il problema principale ora. Pietrapazza stando alla cartina non dovrebbe essere distante.
Dopo un po' lascio bici e
zaino e proseguo a piedi più avanti, ma rimango nel fiume con pareti altissime di roccia a desta e sinistra, uno spettacolo, ma non in questo momento.
Sono le 2 e mezza, prendo l'ultima decisione fattibile che mi rimane, tornare indietro e risalire il sentiero 205, per fortuna è un sentiero leggero, anche se in salita lo è molto meno, cmq nessuna tratto impossibile, un po' pedalo un po' spingo. Sono fradicio, mugoli di mosche mi assalgono, sempre sotto il sole, per fortuna non mi manca l'acqua, psicologicamente è dura tornare indietro.
Arrivato sulla forestale mi rilasso un po', mangio e decido di andare verso cancellino, non sarei in condizioni di scendere siepe dell'orso e relativa salita a monte carpano. Però recupero le forze e all'incrocio del passo dei Lupatti, sentiero 00 verso i mandrioli, c'è un po' da scarpinare ma tutto nella norma, sono ancora in mezzo al bosco, poi prendo a sinistra prima di arrivare ai mandrioli per il sentiero 201 per Poggiaccio, una vera sorpresa (e ci voleva!) discesa veloce, su un letto di foglie, tornanti stretti da fare in derapata, e neppure tanto corta questa variante, sembra un taboga, almeno una soddisfazione per chiudere la giornata, mi tornano un po' di energie e concludo verso Font'Abbate.....sono le 5.
14 settembre
Pronto per le 8 e mezza, obiettivo Ridracoli. La prendo larga, monte Piano, Monte Frullo, Rio Pietroso, il giro del 17, soliti cancelli da aprire e chiudere.....non ho mica la fortuna di Apenseri!
Salgo verso Strabatenza e Monte Moricciona, qui giro a destra, sentiero 231.
Una bella discesa, lunga e varia, un po' di sassi, un po' di scalini, un po' di bosco, un po' di single
trek, il tutto con difficoltà tecnica medio bassa, solo 2 volte scendo dalla bici, una perché è troppo per me, e un'altra per precauzione.
Sbuco alla biglietteria di Ridracoli, chiedo info per la strada forestale che torna a Casanova dell'Alpe e riempio le borracce, vuoi che a Ridracoli non ci sia una fontanella? Comunque dall'alto si vedeva l'invaso davvero ai minimi, è anche normale in questo periodo.
La salita è lunga e tosta, ogni tanto qualche nuvola si interpone tra me e il sole, alla fine ritorno a monte Moricciona, poi Casanova dell'Alpe.
L'idea originaria era di fare Siepe dell'orso e salita a monte Carpano, ma il mio fisico avrebbe qualcosa da dire in proposito. Decido di proseguire fino al passo Lupatti e fare la variante taboga fatta ieri (sentiero 201) verso Poggiaccio, che tanto mi era piaciuta, e il divertimento si conferma, sembra una discesa da bob, immersa nel bosco.
Alla fine della discesa mi fermo un attimo per mangiare qualcosa, ho le gambe a pezzi, credo di aver fatto bene a saltare siepe dell'orso e relativa salita.
Oggi anche arrivare a Font'Abbate è una sofferenza, ci arrivo alle 4 e mezza, il tempo di dare una lavata veloce alla bici, poi ci pensa il cielo a finire il lavoro, ora mi dedico alla doccia e al riposo.
15 settembre
Ultimo giorno, ho intenzione di fare Nasseto. La prima e unica volta che l'ho fatto a maggio era con il pacco pignoni rotto e i pedali che giravano a vuoto....vediamo di riprovarci, con migliore fortuna.
Saluto la proprietaria del rifugio, lasciandogli come sempre il mio itinerario e mandando sms ogni qualvolta fosse possibile e comunque a fine percorso.
Il temporale di ieri pomeriggio ha reso la giornata più frizzante ma anche più limpida.
Parto in bici da Bagno, precisamente dal chiosco degli gnomi, tanto per avere un'idea precisa di cosa fare a fine giro.
Salita mandrioli su asfalto, non è il massimo, ma tant'è......cmq poco traffico, in cima prendo lo 00 fin al passo Serra, qui mentre mi metto le
protezioni mi raggiungono 2 bikers con accento bolognese, che proseguono dopo un veloce saluto.
Li raggiungo sul paesaggio lunare e ci scambiamo qualche scatto. A Nasseto (che stanno ristrutturando) i bolognesi girano a destra per un sentiero che li porterà a Verghereto, però sulla cartina non è segnato.
Io proseguo sul sentiero che da questo momento diventa un enorme pietraia, ogni tanto mi fermo per riprendere fiato e far riposare le braccia, ma essendo da solo succede che riparto quasi subito, ed è proprio a 2 curve dall'arrivo che, sarà la stanchezza, sarà l'errore tecnico, sta di fatto che la ruota davanti mi si gira (le braccia non hanno tenuto) e cappotto.
Dopo 4 giorni che mi porto appresso queste inutili protezioni, come d'incanto diventano utilissime, non che andassi veloce ma sia gomitiere che ginocchiere me le ritrovo tutte strisciate dai sassi. 100 mt e arrivo alla capanna, almeno questa volta mi diverto a guadare il fiume in più parti. Sull'asfalto vedo venire giù dai mandrioli 2 bici con borse annesse, non posso esimermi dal chiedergli da dove vengano: Austria, con ammirazione e invidia gli porgo i miei auguri di buon viaggio. Poi dritto dagli gnomi.....non hanno la porchetta....pare sia fuori stagione...........
...alla prossima......