Gavoi in mountain bike 2012
E' andata. E' finita e ne son felice.
Ho passato una giornata piena e appagante. Iniziata con la sveglia alle sei del mattino e finita a mezzanotte. A guardare il soffitto della mia stanza da letto illuminata, attraverso la persiana, dalla luce fioca dei led dell'illuminazione pubblica.
Col sorriso sulle labbra.
I ragazzi sono birichini, sono discoli. Lo so. Sabato sera mentre rientro a casa, mi accorgo che qualcuno ha strappato i fiocchi segna-percorso che avevo sistemato qualche ora prima. Domenica mattina devo lavorare per un paio d'ore, prima di scendere a Sa Valasa e vedo che mancano altri segnali. Dobbiamo trovare una soluzione, ma non c'è tempo per mettere altri segnali. Guideremo il gruppo compatto, ma qualcuno si perderà.
Al punto d'incontro iniziano ad arrivare i primi partecipanti. Alle otto e mezzo non c'è più posto nel parcheggio alto del ristorante. Bisogna lasciare le macchine sulla strada...
Arrivano tutti. Arriva Elkin e scopro che la suocera è gavoese. Il mondo è piccolo.
Arriva l'Angiolino maggiore. E' azzoppato. Avrà preso una tagliola? No. E' caduto in bici e gli duole una coscia.
Arriva l'URONe cenerino con la compagna di nido e una famigliola di amici.
Intravedo il muflone di Belvì. E' un animale che si muove molto, è veloce e fa salti alti e lunghi. In questo periodo si sposta tra Nuoro e Belvì. Guardo nel radiocollare a trovo la sigla *KZ67*. In questo periodo è in muta. Ha un colorito rosso al mattino e verde il pomeriggio. Se vuoi fargli cambiare colore devi raffreddarlo con ghiaccio e mirto ghiacciato.
Un due tre si parte. Sabato pomeriggio abbiamo finito di pulire un pezzo di sentiero in riva al lago. Ci permette di evitare un breve tratto di statale e minimizzare l'asfalto. Bieddu guida il gruppo, si distrae e ne salta salta l'ingresso. I vincitori di *Turista per mezz'ora* (URON, KZ67 e qualcun'altro), a
cura di mascalzone, godranno di questo single a fine giro... Che culo!!! ;)
Attacchiamo la salita e subito i primi commenti positivi @#@#@# e poi #@#@#@. La salita è così. O la odi o si fa odiare.
Entriamo a Gavoi e ci tocca la massima pendenza. Un muro. Di cemento. Stretto. Corto. Lungo. Troppo lungo. Infinito. Poi finisce.
Ci raggruppiamo e attraversiamo il paese per le vie del centro storico. Dove mancano i segnali un gruppetto si perde. Qualcuno lo recupera.
Saliamo ancora fino a Bargasola. Troviamo il punto di ristoro sotto i pini, nei pressi della vedetta. Gianfranco, Sabina e Ivan ci accolgono a braccia aperte con beni di conforto. Mi inaxxo con Ivan e Gianfranco per le caxxate che volavano alla radio. Non erano loro. Mi scuso qui adesso... Scusatemi.
Ha inizio la premiazione del più forte in salita. Vince colui che è riuscito a portare la bici fin qui col mozzo frenato. Una commissione di tecnici in seduta permanente e con
attrezzi di fortuna mette in ordine il mozzo ed il vincitore può ripartire.
Saliamo ancora e nell'ultimo tratto mi passa il maestro. E' rosso. Quindi è ancora mattina. E' in muta. Appena inizia la discesa prendo i gradi di maresciallo. Due strisce sul braccio destro a cura di un corbezzolo. Sono affezionato a questo rito. Io qui i gradi li prendo sempre. Ogni volta che passo.
Andiamo avanti veloci su un fondo a tratti scassato in Gallura style e a tratti compatto ma insidioso. Yonni ne sa qualcosa. Attimi di delirio e organizziamo il recupero del ferito. Arriva il medico, recuperiamo la bike del ferito e la bike ferita. Non è la tessa cosa. ric_ mi confida le sue prossime mosse: o porta la sua bike a Lourdes, Demurtas non è più sufficiente, oppure la piazza nel cassonetto dell'alluminio e latta. Almeno è riciclabile. Eppure la mattina era contento di aver cambiato le gomme. Forava due volte ad uscita. Ora non fora più ma rompe il cambio.
Con Luca, dopo aver lasciato Yonni nelle mani del medico, tagliamo un pezzo e ci fiondiamo sui 50 all'ora verso Lohorra. Il gruppo sale dall'altro versante. Prendiamo il single che si porta ai piedi della diga. Sembra una cosa strana poter passare sulla diga. Ci avevamo provato diverse volte ma per qualche motivo non era mai stato possibile. Vedere il cancello aperto è strano. Era ora. Penso a Giuseppe che neanche oggi può. Lo troverò poco più avanti...
Altro rifornimento e via verso il pranzo. Tutto sottobosco. Cambia la temperatura e cambia il fondo. Passiamo dal secco e polveroso all'umido e compatto. L'arrivo al ristorante è una bella sensazione di leggerezza. Mezz'ora dopo di me arrivano gli ultimi. Abbiamo chiuso il giro. Tutti. Pranziamo. Chiediamo notizie di Yonni.
Apriamo il rubinetto della caxxate e ce le spruzziamo addosso. E continuiamo così per tutta la sera.
A me piace così.
Ciao!