Quale premessa universale andrebbero innanzitutto prese le debite distanze nei confronti di tutti quei giustizialisti forcaioli che hanno eletto la legge del taglione quale unico strumento atto al ravvedimento dei deliquenti, così ponendosi alla medesima stregua delle teste bacate che tanto bramerebbero veder ciondolare con "la cravatta" al collo.
Duolemi constatare che millenni di evoluzione e di lotte civili per sancire il primato della democrazia e dell'autodeterminazione dei popoli non sono serviti sostanzialmente a nulla, residuando -ahimè!- nutrite orde barbariche ancor oggi ostaggio dei più primitivi istinti!
Ciò posto, insisto nello spostare l'attenzione laddove il fenomeno trae la sua origine.
Volendo considerare pleonastico il cui prodest di rito (parrebbe superfluo elencare le motivazioni che spingono a perpetrare un reato quale il furto, dove il reo trae evidentemente ingiusto vantaggio appropriandosi della cosa altrui), varrebbe la pena di soffermarsi sul "sottostante", ovverosia sul fiorente mercato che alimenta questo fenomeno criminale.
Va da sè che la bicicletta (e la componentistica ciclistica in generale) si presti particolarmente ad essere facilmente riciclata all'interno di un mercato curiosamente "ibrido", dove gli oggetti si disperdono in torbide stratificazioni distributive, ovvero nei mille rivoli delle autostrade digitali notoriamente invase da una miriade di webstores dedicati e dall'ambiguità dei mercatini.
Sorgono quindi spontanei i medesimi interrogativi che dovremmo porci quando assistiamo al fiorente ed inarrestabile proliferare delle botteghe dei mercanti d'oro nelle nostre città!
Come spesso ci ha rammentato il grande Giulio nazionale: "a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina!"
Altresì, l'articolo "bicicletta" risulta assai facilmente scomponibile nelle sue parti, e nondimeno dalla tracciabilità alquanto sommaria (per voler usare un eufemismo).
Considerando inoltre l'escalation dei prezzi che pervade il mercato del settore ciclo, fenomeno che sta trasformando la bicicletta in genere di lusso, non avremmo a stupirci se un domani facesse la sua comparsa tra velivoli o equini da corsa nel redditometro dell'Agenzia delle Entrate!
Quanto sopra esposto concorre così a rendere perfettamente fertile il terreno ai malavitosi, ai quali non pare vero di aver individuato un settore merceologico che si distingue per l'abbondanza di domanda, l'alto valore della merce e che consente loro di avvantaggiarsi della confusione di un sistema distributivo dove si intrecciano -ahimè!- le brame degli onesti e ferventi appassionati alla ricerca di buoni, fors'anche troppo, affari!