Punt ...non solo piacenza.......

  • Orbea lancia la nuova Rise, la sua ebike leggera che ha fatto discutere tantissimo i nostri lettori. Io e Stefano abbiamo avuto modo di provarla in anteprima a Terlago, da oggi la potete toccare con mano al Bike Festival di Riva del Garda.
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GOLDSEEWEG + PIZ CHAVALATSCH (STELVIO - BZ)



Altro giro epico in Val Venosta.
Con l'auto di Andrea risaliamo i 48 tornanti per raggiungere il Passo dello Stelvio. Lasciata l'auto in un comodo parcheggio, saliamo con bici a spinta fino al rif. Garibaldi. Siamo pronti ad imboccare il sentiero del lago d'oro (goldseeweg) convinti che il divieto per le bici parta dalle 10.00. In realtà un chiaro cartello indica il divieto a partire dalle 9.00. Ovvia è la decisione.
L'inizio è spettacolare, nonostante la luce non sia a nostro favore per le fotografie.



Di fronte a noi i ghiacciai dell'Ortles fanno da sfondo alle decine di scatti mentre percorriamo il trail che stretto stretto segue in costa i rilievi opposti. Giochiamo con il teleobiettivo per esaltare la maestosità dell'imponente montagna che si avvicina ai 4000.









L'elefante e la formica...













Cambiano le angolazioni della visuale, ma il massiccio non ci abbandona..







Qualche rilancio





Con un secondo tratto divertente nel bosco raggiungiamo il rifugio Forcola e, dopo un altro lungo tratto in lieve salita, il rifugio Stelvio, dove lo strudel con panna non è niente male.

Ora ci attende una risalita a spinta di circa 700 m di dsl per raggiungere la cima del Cavallaccio (Piz Chavalatsch), da cui inizieremo a scendere.



Dietro al massiccio dell'Ortles fa capolino un altro bel ghiaccaio. Deduciamo sia il Cevedale (3769 metri).



Pochissimi i tratti pedalati nelle due ore di risalita







foto di rito alla croce



Dal Chavalatsch si imbocca una bella militare che subito scompare per diventare un sentiero non del tutto agevole che s'infila tra roccette insidiose.



Un breve passaggio tra sfasciumi e il trail si fa più percorribile









la valle si fa sempre più vicina, ma la discesa è interminabile.



Arrivo a Glorenza devastata dagli ultimi tratti nel bosco molto impegnativi. La mia auto ci aspetta per risalire allo Stelvio a recuperare l'auto di Andrea.
Ringrazio di nuovo Andrea per la compagnia e per le belle foto che ho inserito nel report.
 
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Comunque, appena smetto di lavorare (pensione ancora lontana) faccio crowdfunding e apro un'agenzia "cicloalpinistica" di VIDEO/FOTO/TRACCE/PANINI con voi protagonisti..... roba da National Geographic!!! :}}}:
 
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FORCELLA DI COVELANO (BZ)



Dura escursione alla Forcella di Covelano sullo spartiacque tra Val Martello e Val Venosta con partenza da Corzes, sobborgo di Silandro.

Di buon ora percorriamo la tranquilla ciclabile di fondo valle del Val Venosta tra file interminabili di meleti che ci porta a Morter cercando di evitare le docce delle lance dei sistemi di irrigazione.

Percorriamo la lunga salita asfaltata che percorre la Val Martello alternandola a tratti su sentiero nei pressi di Trattla per poi riprendere l'asfalto sino a Ganda.

Ora inizia una sterrata che con con rampe assassine obbligherà alla spinta i meno dotati (noi!!!).

Terminata la sterrata inizia la parte interessante del giro.

Ora siamo a poco + di 2100 mt slm e dobbiamo arrivare alla Forcella situata a poco meno di 2500 mt slm.

Su diversi tratti del sentiero si riesce a spingere ma nell'ultimo tratto, come ormai è consuetudine, la bici finisce sulle spalle:



Ila, quasi senza farsi vedere, prende uno strano aggeggio dal suo zaino ed inizia a gonfiarlo. Tra le sue cianfrusaglie a casa ha trovato un cuscino gonfiabile che utilizzava nei suoi viaggi durante i lunghi spostamenti in aereo.
Vuoi non utilizzarlo per spallare la bici???



e si è trovata anche bene!!



Raggiunta la Forcella dobbiamo affrontare ancora una breve salita dove un cavo metallico ci viene in aiuto.



e siamo nel punto + alto del giro



sorvegliati da un'attenta padrona di casa



tra fiori e insetti



La salita è terminata, ora non ci resta che affrontare la discesa di cresta; sentiero che alterna tratti flow (pochi)





a tratti decisamente + tecnici





la discesa è spettacolare















Entrando nel bosco si alternano tratti + semplici a tratti resi + difficili da radici e gradoni.

Chiudiamo l'anello portandoci su un must della zona : il trail HOLY HANSEN.

Inizialmente è molto flow





Con qualche tratto + tecnico, ma nulla rispetto a quanto fatto prima sul trail di cresta



Arriviamo a fondo valle belli brasati dopo aver percorso 42 km e 1950 mt D+
 
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PASSO DEL MADRICCIO MT 3.123 (BZ)



Il Passo del Madriccio, con i suoi 3.123 mt ci manca e, prima che le ferie finiscano, ...dobbiamo provvedere!!!

C'è un problema!! Tutti i giri che si trovano in rete con destinazione Passo del Madriccio presentano chilometraggi e dislivelli fuori dalla nostra portata. Se poi sommiamo i problemi fisici avuti la scorsa settimana, sia da me che da Ila che ci stanno ancora debilitando, occorre intervenire cercando di ridurre km e dislivello.
E qui Ila è magica, è riuscita ad approntare una traccia che con poco + di 700 mt di dislivello, va detto quasi tutto a spinta, ci permette di farne quasi 2500 in discesa.

Con la Ila mobile arriviamo a Solda a 1900 mt dove con 18 euro a testa (esibendo la Venosta card) prendiamo la funivia che ci deposita 700 mt + in alto.
Sono i soldi spesi meglio; dalla funivia vediamo la sterrata che con rampe demenziali guadagna quota, sarebbe stato un calvario tutto a spinta.

Questo è solo parte di quello che ci si presenta a 2610 mt appena usciti dalla funivia:



Per arrivare al Passo del Madriccio comunque la bici va spinta, ma con i dovuti tempi lo si fa senza problemi



spingere la bici con alle spalle Gran Zebru, Zebru e Ortles non è poi tanto male!!



Tra molta spinta e qualche colpo di pedale il Passo del Madriccio è raggiunto



Non siamo abituati a faticare così poco, ma oggi va bene così!!

Su i paramenti da discesa e via si parte!!



I primi 50 mt di dislivello sono molto difficili ed è meglio non rischiare. Non abbiamo quasi 60 anni per niente e due passi si fanno sempre volentieri :vecio:

Basta portare pazienza ed infatti il trail si trasforma diventando ciclabile



...sempre con le dovute cautele





qualche passaggio è esposto



il sentiero è prevalentemente su pietra con gradoni ben piantati







lasciando anche lunghi tratti dove si può respirare









Stiamo scendendo nella Val Martello e sulla nostra strada troviamo il Rifugio Corsi,




vuoi non farti uno strudel?

via le bici da sotto le chiappe



non so se Ila è + attratta dalla cascata alle sue spalle o da quello che ha nel piatto :sbavon:



Sino al Rifugio abbiamo trovato una discesa impegnativa ma in linea con i nostri standard.

Dopo abbiamo seguito il sentiero di Fondovalle della Val Martello che, passando per il Lago di Gioveretto (bacino artificiale), ci ha fatto perdere quota sino a Morter. Da tener presente che alcuni brevi tratti non sono assolutamente pedalabili ed occorre scendere con la bici al fianco.

Arrivati sulla ciclabile della Val Venosta affrontiamo la nostra solita salita per arrivare alla casa di Corzes dove siamo ospitati e dove termina il nostro giro.

....e la Ila mobile parcheggiata a Solda??

niente paura, soggiornando in Val Venosta, al nostro arrivo, ci sono state consegnate due Venosta Card che permettono di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi pubblici tra cui treni e autobus.

In 10 minuti raggiungiamo a piedi la Stazione di Silandro, prendiamo il treno sino a Spondigna ed infine autobus sino a Solda dove recuperiamo la Ila mobile.

Costruendo in questo modo il giro, siamo riusciti a portarlo a termine nonostante il nostro stato di forma!!!
 
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PASSO GELATO - VAL DI FOSSE (BZ)



ed eccoci arrivati alla nostra ultima escursione altoatesina in Val Venosta.

Ila ha trovato la Valle di Fosse, una silenziosa valle laterale della Val Senales che sembra proprio fare al caso nostro.

La Valle è caratterizzata da diversi Masi che si trovano sul nostro percorso nel Parco Naturale Gruppo del Tessa ed è percorribile anche in mtb.

Di buon ora arriviamo con la Ila mobile nei pressi dell'Albergo Ristorante Jagerrast dove finisce la strada che si può percorrere in auto.
Qui troviamo parcheggio a pagamento, attualmente sono € 5,00 per tutta la giornata. Va detto che se ci si ferma poi a bere qualcosa all'albergo, vengono scontati poco + di € 2,00 sulla consumazione.

L'ideale sarebbe fare un giro ad anello ma 90 km e 2600 mt D+ non li abbiamo proprio nelle gambe. Ci accontentiamo di un semplice A/R.

Inizialmente percorriamo la piacevole sterrata che, con rampe mortifere, ci fa guadagnare quota tra tanti ometti di pietra che ci indicano la strada, qualora ce ne fosse bisogno



Più si sale e più l'ambiente diventa di alta montagna



Nel frattempo la sterrata si è trasformata in un bellissimo sentiero che i + più bravi riusciranno a fare praticamente tutto in sella.

Per noi invece diversi tratti sono a spinta



Raramente capita di trovare un sentiero così ben tenuto









Il sentiero è di stampo militare, prende quota dolcemente su un fondo lastricato che sembra un mosaico



[



Arriviamo al Passo Gelato, a 2900 mt. Punto più alto del giro tra la nostra Val di Fosse e la Val Passiria.



Svalichiamo e ci appare il Rifugio Petrarca, distrutto anni fa da una valanga e parzialmente ricostruito



con il suo laghetto alpino annesso



Breve sosta ed inizia il nostro rientro lungo la via dell'andata





Con l'Altissima (3482 mt) e Cima Bianca Grande (3281 mt) a sorvegliare









Il sentiero è piacevolissimo anche in discesa









Finito il sentiero ritorniamo sulla sterrata percorsa stamattina e non possiamo non notare la bella posizione del Maso Gelato



In tutto saranno 25 km per 1250 mt D+ senza aver percorso un cm di asfalto.

Il percorso è condiviso con una miriade di escursionisti soprattutto nella parte bassa sino al Maso Gelato. Prestare quindi attenzione al rientro sulla veloce sterrata a moderare la velocità!!!
 

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MONTE GIFARCO (GE)



per questa escursione io e Paolino ci spostiamo in Alta Val Trebbia, alla ricerca di un po' di fresco e di sentieri dal fondo drenante.
In questa ultima settimana i temporali, in alcune zone, hanno picchiato duro e non vogliamo correre il rischio di trovare fango o trail devastati.
I sentieri del comprensorio di Rovegno, essendo prevalentemente su roccia, offrono queste garanzie.

C'è da pagare uno scotto però; percorrere, anche in auto, la Statale 45 è il delirio. Soprattutto il ritorno, ma lo vediamo dopo.

Alle 8:30 siamo a Gorreto, primo comune ligure. Con Paolino non abbiamo pianificato il percorso da seguire, si vede che manca la cartografa Ila.

Saliamo a Rovegno, alla ex Colonia ed a Pietranera dove prendiamo la sterrata che ci porta in quota.

Vuoi non fare la prima discesa del Cancello Basso?

Su le protezioni e via!!

Notiamo subito che il terreno è ottimale, non è bagnato ma neanche secco e scivoloso, grip eccezionale!!



Paolino dice che non ci vede, ma scende come se non ci fosse un domani!!



a volte si incarta in qualche passaggio, ma con una zampata lo porta sempre a casa



io sono invece molto + tranquillo!! :il-saggi:





Atterriamo all'abitato di Casanova dove sulla sterrata di recente manutenzione riguadagniamo quota.

Dove andiamo?? Montarlone? Gifarco? Si potrebbe farli tutti e due; intanto saliamo.

Scartiamo il Montarlone, visto qualche mese fa e ci dirigiamo verso Passo Ertola



Qui prendiamo l'unico sentiero che non ha indicazioni verso il Passo ed il Monte Gifarco (mt 1380)

Il sentiero alterna tratti pedalati a brevi tratti a spinta sempre in faggeta



Usciamo da bosco e davanti ci appare la nostra meta



Si devia dal sentiero principale spingendo la bici per un breve tratto sino a che non si incontra uno stretto camino da fare a piedi.



Il Monte Gifarco è "famoso" x la sua spada nella roccia:



Dopo aver rifiatato
e pranzato ritorniamo sui nostri passi e recuperiamo le bici.

Ora il sentiero alterna tratti flow a tratti + tecnici





passando su vecchie mulattiere tra muretti a secco



Arriviamo all'asfalto, breve risalita e siamo di nuovo a Casanova.

Paolino: e se facessimo un'altra risalita per andare a prendere le Ciappe (altra discesa must della zona)??

Proposta bocciata!! Saranno i 45 km fatti con 1600 mt di dislivello, saranno i postumi del Covid preso 15 giorni fa ma sto facendo veramente fatica.

Raggiungiamo su asfalto il mistadello tra Pietranera e Foppiano e la chiudiamo con la discesa della Chiesetta







Rientriamo alle auto, ci cambiamo e siamo pronti per la merenda nella Trattoria di Roccacorvi (grazie Paolino!!)

Ed ora due parole sul rientro sulla Statale 45 in auto.
Nel week end trovate di tutto.
Trovate persone instupidite dopo una giornata sotto il sole che si mettono alla guida non superando i 40 km/h, formando code kilometriche dove c'è sempre chi sbrocca e fa dei danni.
Trovate motociclisti che pensano di essere in pista; pieghe del genere non le vedi neanche nelle gare di motoGP e si pitturano. Ormai non fanno più notizia neanche per il quotidiano di Piacenza.
Ma ahimè, trovate anche gruppi di ciclisti che rischiano la pelle ogni volta che sono superati da auto e moto. Ma questi si divertono??
 

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Ho visto anch'io rientrando che alcuni cervelli sulla 45 sono spenti o andati in corto.....
Rientrando vedere: una moto con sopra un ebete che ti sorpassa in curva spingendoti sulla scarpata con la macchina per starci dentro ed evitare un frontale, allo stordito che guida l'auto ma sarebbe più veloce se va a piedi, due ciclisti di cui uno a torso nudo che viaggiano alla pari su un tratto stretto della SS45 pensando di essere gli unici sulla faccia della terra e in più gente che va in Trebbia parcheggiando l'auto invadendo la carreggiata restringendo l'area di transito anche in posti pericolosi come in curva..
nonostante tutto ciò, la giornata è stata fantastica!!! Bel giroo!:celopiùg:
 

windfed

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ormai il percorso Gorreto\montarlone\Foppiano lo conosco, mi piace un sacco la zona....mi passate la traccia del Gifarco?
:sbavon:
x la SS45 ...concordo, tra bradipi in auto e motociclisti coglioni.... si rientra sempre col patema....
io sempre clacson a manetta, e vaffanc.
 
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ormai il percorso Gorreto\montarlone\Foppiano lo conosco, mi piace un sacco la zona....mi passate la traccia del Gifarco?
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x la SS45 ...concordo, tra bradipi in auto e motociclisti coglioni.... si rientra sempre col patema....
io sempre clacson a manetta, e vaffanc.
ciao Max,
ti allego la traccia del giro di sabato scorso. :celopiùg:
 

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grazie!!!
c'è da spallare o...vado tranquillo?
la traccia non passa qui , vero? la vedo dura con 23kg di ebike... :-?:
Vai tranquillo, spallare zero.
Quel passaggio lo fai solo se vuoi andare in cima al Gifarco a provare ad estrarre la spada dalla roccia. :sumo:
Devi salire a piedi, lasciando il "mostro" quando non riesci + a spingerlo.
...È un tratto molto breve!!
 
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LAGHI DI VALBONA (TN)

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Siamo alle porte della Val Rendena, in Trentino.
Dopo un'esplorazione a piedi e in bici per studiare l'avvicinamento, lo scorso anno mi sono prefissata di raggiungere i laghi di Valbona in mtb.
Miciolo è al lavoro e l'unica persona che può accompagnarmi qui, in un giro esplorativo, alloggia proprio a due passi da me. Il mio amico Carlo, che non disdegna l'avventura, accoglie subito la mia proposta.
Metto le mani avanti e chiarisco che non conosco un tratto del percorso di circa 200 m di dsl, ma che l'avvicinamento ai laghi, per una e-bike, la ricordo tutta o quasi pedalabile. Carlo mi raggiunge a Villa Rendena via ciclabile da Carisolo.
Pedalando ininterrottamente prima su asfalto e poi su sterrato nei boschi raggiungiamo Malga Rosa dalla quale il tragitto si fa più vario; raggiungiamo il primo sentiero. La memoria mi dice che si spalla per una cinquantina di metri, poi si può continuare in sella.

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Invece spalliamo e spingiamo la bici per 20' fino al bivacco "malga Stablo Marcio" dove ci rinfreschiamo.

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Da qui inizia il tratto sconosciuto. la salita è verticale ed io comincio a provare i primi sensi di colpa. Carlo è un ragazzone robusto, ma la sua bici è veramente pesante!

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Spingiamo e solleviamo la bici fino alla baita dei cacciatori per due ore.

Qui inizia il tratto che ricordavo pedalabile, ma di pedalabile, anche per la bike di Carlo, non c'è quasi nulla.


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Tra una pausa e l'altra spingiamo e solleviamo la bici per altre due ore. Carlo non assaggia neppure i mirtilli. Come potrò farmi perdonare? Gli dico che si può anche desistere e gli chiedo se uscirà ancora con me. "Si", risponde, "...a cena".

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Tra un incoraggiamento e un complimento dei pochi escursionisti incrociati sul sentiero terminiamo la nostra agonia al lago più alto della valle.

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Carlo è ancora sorridente (ha un bel carattere) e vorrebbe rinfrescarsi nel lago dopo le 6 ore e 30' di trasferta.

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Inizialmente si limita ad un trattamento di pedicure..

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..poi, stimolato da un temerario nuotatore poco distante, si adagia nelle acque gelate del lago (2200m) con gran soddisfazione

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Questa opportunità mi fa recuperare qualche punto

La discesa di ritorno dai laghi non è per niente scorrevole,

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ma in un'ora siamo alla malga Cengledino dove guadagno qualche altro punto..

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La seconda parte del giro, un'interminabile discesa nei boschi, ci fa dimenticare l'agonia della salita
Riusciamo ad evitare un noioso tratto asfaltato con un taglio (CAI) inaspettato tra campi d'erba tagliata e imbocchiamo un fantastico sentierino ricco di radici che ci conduce sopra Tione

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fino a quando io, devastata dalla stanchezza, cado dal sentiero con la bici e ci perdiamo di vista.
Dopo altri rilanci faticosissimi per rientrare a Villa Rendena, ci ritroviamo alla macchina, dove Carlo imboccherà la ciclabile per tornare a Carisolo.
Ora sappiamo che il giro non s'ha da fare se non eliminando la visita ai laghi.
Un grazie a Carlo per la compagnia e la pazienza.
 
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MONTE OSERO (PC)

Si ritorna alle origini sulle belle discese del Monte Osero in Val Nure che erano in voga qualche anno fa. Ora il movimento delle mtb e e-mtb frequenta altre zone con trail + mantenuti e pubblicizzati.

A Bettola, luogo della partenza, io e Paolino rivediamo Alby, Andrea e Natan ed iniziamo la risalita passando per l'abitato di Montosero e per il disabitato di Chiappa.

Notiamo diversi cartelli, per fortuna ancora integri, che indicano itinerari con luoghi e nomi di fantasia



Fa un caldo boia già alla mattina ma dobbiamo sbrigarci perché, già dal primo pomeriggio, sono previsti temporali.

Il tratto dopo Chiappa, solitamente fangoso, è asciutto ma presenta strappi impegnativi che mettono a dura prova la nostra resistenza



Andrea con il suo cappellino alla Bartali sul tratto che ci porta alla Cappelletta



e Natan



In prossimità della Cappelletta giriamo a destra per l'evidente sterrata di recente sistemazione dove è comparso anche un cartello di proprietà privata, vietato l'accesso, che noi logicamente ignoriamo!!



anche questo tratto in alcuni punti lascia il segno



Siamo finalmente alla sella sotto la cima, ancora un 50 mt di dislivello e siamo su





gruppo vacanza Piemonte!!



nel frattempo sentiamo in direzione Appennino tuoni minacciosi che annunciano temporale in avvicinamento



Non c'è da perder tempo, anche perché abbiamo 1000 mt di di dislivello negativo tutti su sentiero con diversi rilanci









Le discese nel bosco esistono ancora, sono bellissime, iperguidate. In alcuni punti l'accesso non è di facile individuazione ed in un punto bisogna prestare attenzione perché manca il bancale che esisteva prima.

Arriviamo alle auto senza prendere una goccia d'acqua, su le bici in auto e siamo pronti per dare il meglio di noi stessi tra birre e spiedini al bar di Bettola, come se non ci fosse un domani!!
 

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SCERSCEN - VAL MALENCO (SO)



Bella e dura escursione sino all' ex Rifugio Entova a 2960 mt che offre spettacolari vedute sui ghiacciai Scerscen superiore ed inferiore e sul Gruppo del Bernina.

Lo start è dal borgo di San Giuseppe a 1400 mt (frazione di Chiesa Valmalenco), dove dopo un brevissimo tratto il asfalto iniziamo la sterrata che, alternando tratti cementati, ci fa guadagnare quota





Il gruppo del Monte Disgrazia sull'altro versante



quando la sterrata finisce a 2390 mt, inizia il sentiero che risulta essere ancora pedalabile







Oltrepassiamo il Lago d'Entova inferiore chiamato anche Lago della Balena



ed il Lago d'Entova superiore chiamato anche Lago del Tricheco



Dal Lago d'Entova superiore il gioco si fa duro; il sentiero sale ripido su gradoni in un mare di sfasciumi





riusciamo a superare un paio di passaggi passandoci le bici e gli ultimi 20/30 mt di dislivello sono anche peggio.
Visto che il percorso fatto all'andata sarà lo stesso anche per il ritorno decidiamo a malincuore di lasciare le bici e di proseguire a piedi. Non ha senso spallare sia in salita che in discesa!!

Raggiungiamo i ruderi dell'ex Rifugio Entova, funzionante dal 1980 al 1985 quando si riusciva a sciare in estate sul ghiacciaio dello Scerscen Inferiore. Il ghiacciaio ora è parecchio in sofferenza ma il panorama è ancora spettacolare



Ghiacciaio Scerscen Superiore



Ghiacciaio Scerscen Inferiore



il Rifugio Marco e Rosa a 3610 mt, non proprio di facile accesso



Consumiamo il nostro pranzo con barrette alla bresaola e siamo pronti x la discesa.
In 5 minuti raggiungiamo le nostre bici, affrontiamo a piedi i passaggi + spinosi e saliamo in sella appena possiamo





Percorriamo a ritroso il sentiero fatto all'andata



il sentiero è rilassante



su una infinità di tornanti







terminato il sentiero decidiamo di non ripercorrere la sterrata utilizzata per la risalita. Sulle carte esiste un sentiero che punta giù in direzione Alpe Entova.
Il sentiero per lunghi tratti è impercorribile, è utilizzato dagli animali al pascolo ed è pieno di mine antibiker





Finalmente arriviamo all'Alpe Entova, situata proprio in un bel posto:



Le ravanate non sono finite, su non facili sentieri raggiungiamo un delizioso e divertente traverso che ci conduce alla Località Braciascia



e poi giù sino a San Giuseppe



Arriviamo belli brasati ma contenti di aver visto i Ghiacciai dello Scerscen prima che spariscano per sempre :-(
:-((:
 

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PASSO DEL MURETTO E ALPEGGI - VALMALENCO (SO)

Il Passo del Muretto a 2562 mt collega la Valmalenco con il Passo del Maloja mettendo in comunicazione la Valtellina con l'Engadina.

Questa escursione in Valmalenco sulla carta è molto + semplice della precedente fatta sino al ex rifugio Scerscen sia come dislivello che come portage.
Va detto però che il 99% dei biker va al Passo del Muretto ridiscendendo poi per la stessa via fatta all'andata.
C'è però un 1% dei biker (io e Ila) che ama complicarsi la vita e che ripercorre in discesa la stessa via fatta all'andata solamente in casi eccezionali .....:loll:

Partiamo da San Giuseppe, dove su asfalto scaldiamo la gamba sino a Chiareggio. Poi, seguendo il bel sentiero Rusca, iniziamo a guadagnare quota sino al bivio con l'Alpe dell'Oro.

Con una brevissima deviazione raggiungiamo l'Alpe, situata proprio in un bel posto a ridosso della parete Nord del Monte Disgrazia (3.678 m) con ahimè il suo ghiacciaio in sofferenza



Di fianco al Disgrazia avremo sempre belle vedute sia sulla Cima di Rosso che sulla Cima di Vazzeda



Davanti a noi la Valle del Muretto



a destra l'evidente sentiero che inizia a salire



per diversi tratti si spinge



in alcuni tratti si porta



Arriviamo al Passo del Muretto



vuoi non dare un'occhiata alla Svizzera dall'altra parte??





la tentazione di scendere in Svizzera è tanta. A parte che non si vede il sentiero, ..ma poi come torniamo in Valmalenco??

Iniziamo quindi la discesa sulla via fatta all'andata







A ritroso raggiungiamo l'Alpe dell'Oro che nel frattempo si è riempita di starnazzanti merenderos; cerchiamo un posto un po' isolato e fulminiamo i nostri panini.

Giochiamo anche con le nostre macchine fotografiche avvicinando i crepacci del ghiacciaio del Monte Disgrazia



ed immortalando farfalle attratte dal colore delle nostre bici



E' ancora presto, non ci va di bruciare i freni scendendo x il sentiero Rusca percorso all'andata.
....casualmente sulle carte c'è un sentiero (il sentiero dei fiori) che dall'Alpe dell'Oro raggiunge l'Alpe Fora ed i cartelli indicano una durata di un ora e 30, anche se in rete non abbiamo trovato nessuno che l'abbia fatto in bike.
Decidiamo di percorrerlo, al massimo triboleremo un po'; tanto è presto!!



Il sentiero diventa ben presto molto stretto



ed in parecchi tratti non è assolutamente ciclabile



Questo tratto dall'Alpe dell'Oro all'Alpe Fora x circa l'80% è con bici al fianco!!!



Finalmente Alpe Fora in vista!!!



Va detto comunque che le vedute restano spettacolari



Dall'Alpe Fora vuoi non raggiungere anche l'Alpe Entova?



da dove parte un tecnico trail



che ci deposita a Braciascia e poi a Prati Pedrana (partenza della seggiovia).

2 minuti e siamo a San Giuseppe.
 
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Passo dello Stelvio (Rifugio Garibaldi).
Passo Umbrail.
Bocchette di Forcola.
Pedenelo.
Laghi di Cancano.
M.te Scale.
Sentiero Ferrarola.
Bormio.

Premessa,il Passo dello Stelvio è stato raggiunto tramite navetta...20 km e più di asfalto non sono nel mio DNA!

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Percorso molto,molto panoramico,il 90% su single trail e il restante 10% su sterrata.

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Il dislivello positivo è poco meno di 1500 mt circa ,pedalabile al 90% ,il negativo invece è bel corposo...3000 mt circa.
I tratti a spinta sono sull'ultimo tratto della salita al m.te Scale,con passaggi provvisti anche di catene.. impegnativi.

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Altro tratto,non ciclabile,è la parte centrale della discesa della Ferrarola,per circa 200/300 m.

Nella discesa del Pedenelo,a circa metà percorso,una escursione per prati,non segnalata dalle mappe....ma stupenda, a raggiungere un crinale con ampie vedute su Bormio e sui laghi di Cancano.

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Vedi l'allegato 20220816_110433.mp4
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Stupenda la salita al monte Scale (Panoramica).

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E poi la discesa....

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Il tunnel che collega i due versanti.

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Uno scatto sul sentiero della Ferrarola.....la discesa è lunga e molto bella con un tratto centrale poco ciclabile,molto esposto e a tratti pericoloso.

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Complessivamente, dal rifugio Garibaldi (Passo Stelvio), un gran bel giro,condito con un tratto freeride di un bellissimo crinale non segnalato sulle mappe.

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La discesa dal monte Scale, ha un brevissimo tratto non ciclabile, (foto sopra) ma fino al Lago delle Scale e il sentiero della Ferrarola dopo ...discesa stupenda!!!

Alla prox!
:prost:
 
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miciolo

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LAGO PALU' - VALMALENCO (SO)



Giro da 1/2 giornata partendo sempre da San Giuseppe con destinazione Lago Palù.

Il Lago Palù è una destinazione molto gettonata dal turismo di massa in quanto ci sono gli impianti di risalita che portano in quota e che possono essere usati anche dai bikers ma non dagli e-bikers x via del peso del mezzo.

Comunque noi abbiamo affrontato le durissime rampe



Anche il Lago Palù è in sofferenza, il suo livello è terribilmente basso.
L'asta idrometrica è completamente all'asciutto.



un comodo sentiero copre tutto il perimetro del Lago





Per la discesa decidiamo di percorrere i trail Bio Line e Boletus







I due trail si incrociano parecchie volte e decidiamo di percorrerne un po' dell'uno e un po' dell'altro





















Da apprezzare il fatto che, pur essendo trail curati dai ragazzi di BikerBernina, mantengono sempre un aspetto naturale e non artificiale come si trova spesso in quasi tutti i bike park.
 

gigi58

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BORMIO.

Bormio 3000.
S.Caterina V.
Sunny Valley.
Passo dell'Alpe.
Bormio.

Percorso ormai collaudato ,ma sempre molto bello, con sentieri "wild" e panoramici.
Quest'anno con una variante inedita ,un nuovo collegamento su sentiero dai laghetti di Profa a S.Caterina....e che sentiero!!!!

La discesa da Bormio 3000.

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Ai laghetti di Profa.

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Durante la discesa,un'incontro inaspettato...

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Proseguiamo la lunga discesa su un veloce falsopiano a tratti
Enduristico

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arriviamo a un triivio ,dove viene segnalato il sentiero mai percorso prima.

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Arriviamo a S.Caterina con l'ultimo tratto sui collaudati sentieri stile Bike Park...divertente!

Altra funivia e siamo a Sunny Valley.
Altro stupendo sentiero "wild" per il passo dell"Alpe.

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Raggiungiamo il passo dell'Alpe e iniziamo l'interminabile discesa per S.Caterina....

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Di nuovo a S.Caterina ,l'idea era quella di farci portare su navetta al rifugio Pizzini, per poi affrontare il Passo Zebru e la Valle sottostante fino a Bormio. Purtroppo avendo aggiunto al giro il Passo dell'Alpe, che non era in programma ,abbiamo mancato l'appuntamento con la navetta che era già partita con altri bikers.
Visto l'orario, farcela tutta in sella era improponibile quindi, abbiamo deciso di chiudere il giro tornando, ahimé...in asfalto a Bormio.

Alla prox.
:prost:
 

miciolo

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VALLE POSCHIAVINA - PASSO DI CAMPAGNEDA - VALMALENCO (SO)



Quella che vado a raccontare penso sia una delle + belle escursioni che si possano fare in Valmalenco.
N.B.: ho usato il termine "escursioni" in quanto il percorso fatto non è adatto ai cronomaniaci ed agli amanti della pedalata bella rotonda.

Partiamo da Campo Moro a 2000 mt di quota con mille dubbi in quanto in rete non abbiamo trovato bikers che hanno affrontato una parte del percorso che abbiamo intenzione di portare a termine.

Percorriamo il facile sentiero che costeggia il Lago di Gera sino ad imboccare le dure rampe che portano in Val Poschiavina.

Sulla sinistra compare timidamente la Vedretta di Fellaria



La Val Poschiavina pensavo esistesse solo nei sogni, un fazzoletto verde tra rocce imponenti con un torrente dalle acque limpidissime che scorre placido ed un sentiero praticamente quasi tutto pedalabile









Arriviamo alla testa della Vallata e affrontiamo un breve tratto con catene e gradini metallici che ci agevola notevolmente in questo tratto di portage







Ormai siamo in vista del Pas da Cancian al confine con la Svizzera e le nostre paure circa l'infattibilità del percorso stanno pian piano scemando





Bel laghetto alpino con sullo sfondo il Ghiacciaio di Fellaria



Pas da Cancian raggiunto!!



Ora puntiamo il vicino Passo di Campagneda



attraversando torrenti



ed ammirando i numerosi laghetti di cui non abbiamo trovato il nome sulle carte con alle spalle quel che resta del Ghiacciaio del Pizzo Scalino





Il Passo di Campagneda a 2636 mt è il punto + alto della nostra escursione



Ce la stiamo prendendo con calma, cercando di non lasciarci sfuggire nulla di tutto quello che appare ai nostri occhi.

Iniziamo a scendere e davanti a noi appare il Monte Disgrazia coi suoi ghiacciai



La discesa sui Laghi di Campagneda non è semplice, in alcuni tratti si riesce a stare in sella



Ila si diverte a scendere in questo mare di rocce



Arriviamo ad un tratto ancora + ostico con un salto di roccia che riusciamo a passare grazie alle catene



il sentiero scendendo diventa sempre + "semplice"



sempre con il Monte Disgrazia a sorvegliare



tra tranquille mucche al pascolo



tra laghetti uno + bello dell'altro







il sentiero scende veloce tra verdi prati



sotto le aspre rocce del Pizzo Scalino



Arriviamo nella civiltà al Rifugio Cristina



dove, dopo un breve tratto su facile sterrata, ci trasferiamo sul difficile e trialistico sentiero che porta al Rifugio Zoia





Le nostre fatiche per oggi sono finite.

Che spettacolo di giro!!
 
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Classifica mensile dislivello positivo