Punt ...non solo piacenza.......

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TOUR DES CERCES (VAL CLAREE) FR



Questa escursione rientra di diritto tra le più belle fatte in mtb in questi ultimi anni. Una serie di cime, una più bella dell'altra, un susseguirsi di laghetti alpini, sentieri in ottime condizioni e discese sempre fattibili. A questo aggiungiamo la cordialità dei Francesi, sempre pronti a scambiare 2 chiacchiere (proprio 2 perchè il francese lo capisco poco) e ad incoraggiarci.

Di tracce di questo itinerario se ne trovano parecchie in rete; anche nel TC è già presente una traccia caricata da Lazzadielle ma con 2700 mt dislivello che la rende completamente al di fuori dalla nostra portata.

E veniamo all'escursione; con l'auto saliamo lungo la Val Clarèe sino ad un grande parcheggio prima di Nevache dove un cartello indica che non si può proseguire in quanto il traffico nell'Alta Valle è interdetto nei mesi di maggior affollamento.

Scarichiamo le nostre bici ed alle 7:30 iniziamo a pedalare con un' aria frizzante con temperature prossime ai 9 gradi.

Molto probabilmente il divieto non è per tutti, oppure è solo ad orari prefissati; comunque resta il fatto che diverse auto salgono (logicamente la metà sono italiane!!).

Poco male, facciamo volentieri questo tratto di asfalto



Passato il villaggio di Laval l'asfalto cede il passo ad una bella sterrata dove superiamo decine di escursionisti tra "bravo" "courage" "alè alè".

Arriviamo al Rifugio Drayeres



dove alternando tratti pedalati a tratti a spinta e a portage guadagniamo quota



discreti cartelli ti obbligano a stare sul sentiero per non danneggiare le zone umide (in alcune zone da noi ne avrebbero vietata la percorrenza)



ed arriviamo al Lac Clarèe



proseguendo si incontrano rocce dalle guglie frastagliate



sino ai successivi Lac Rond e Lac Ban



ci alziamo su un'evidente sentiero a sinistra dove la visuale sui Laghi è ancora migliore



il sentiero è un po' esposto ma non presenta difficoltà



solamente qualche rampa un po' più dura del solito



Arriviamo ai 2574 mt del Col dei Cerces dove inizia la bella discesa nella conca sottostante del Lac des Cerces



sentiero stupendo, bisogna solamente rallentare quando si incrociano o si raggiungono escursionisti



possibilmente in caso di fermata non mettere a terra il piede rivolto a valle



ci sono anche tratti tecnici ma sempre ampiamente fattibili



A bordo lago c'è il sentiero che conduce al Col Ponsonnière, molto liscio ma con gli ultimi tratti a spinta causa pendenza.



e siamo al Col Ponsonnière a 2612 mt



Svalichiamo e cambiamo valle con il Grand Lac sotto di noi



la discesa è sempre su sentiero, con alcuni tratti impegnativi dove non bisogna lasciarsi distrarre dalla bellezza dei luoghi







Scendiamo ad una Bergerie dove troviamo una fonte di acqua gelida



ed arriviamo in fondo dove scorre il torrente Rif. Scendendo andremmo all'Alp de Lauzet ma noi dobbiamo rientrare in Val Clarèe e dobbiamo quindi puntare in direzione Col Chardonnet.

Qui cambia l'assetto, le bici finiscono in spalla e, per 400 mt circa di dislivello, portiamo.
Va detto che alcuni tratti della risalita potrebbero essere affrontati con bici a spinta ma quando Ila parte con la bici in spalla non la vedi più!!





Compare anche il Gruppo degli Ecrins



Finalmente siamo ai 2638 mt del Col Chardonnet



Ora davanti a noi una lunghissima discesa tutta su sentiero che inizialmente parte su fondo liscio



...e chi non vorrebbe portare le ruote su questo trail?







scendendo il fondo liscio lascia il posto alla roccia



Oltrepassiamo il Rifugio Chardonnet e su una tecnica e sassosa mulattiera scendiamo sino ad incrociare l'asfalto agli Chalet di Fontcouverte.

Ora per scendere al parcheggio dove abbiamo l'auto ci sarebbero dei sentieri di cui non conosciamo la percorribilità e soprattutto l'impegno richiesto.
Oggi abbiamo percorso circa 45 km con quasi 1800 mt di dislivello, di cui circa 600/700 mt con bici in spalla o a spinta.
Per scendere ripercorriamo l'odiato asfalto percorso al contrario alla mattina ma direi che per due ultrasessantenni possa andare bene così!!
Arriviamo distrutti all'auto ma consapevoli di aver portato a termine una delle più belle escursioni che si possano fare in mtb in questo lembo di Francia.

QUI la traccia GPX
 
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LA CUCUMELLE (BRIANCONNAISE) FR



Escursione che inizialmente doveva essere di solo scarico e che poi si è trasformata in una discreta sfacchinata.

Partiamo con comodo, tanto l'escursione non è impegnativa, dall'abitato di Villeneuve appena sopra La Salle nel Brianconnaise dove ci sono anche diversi impianti di risalita che potrebbero essere sfruttati.
...ma niente da fare, Ila non ci sente e se si prendono gli impianti non c'è più il gusto della ....conquista.

La nostra destinazione è una piramide assolata di 2698 mt che prevede 200 mt di portage non proprio leggero: La Cucumelle.



E così, dopo qualche centinaio di metri abbandoniamo l'asfalto, per una sterrata con cui guadagniamo quota passando il villaggio di Frejus; continuiamo a salire per piste da sci sino a raggiungere il Rifugio/Ristorante L'Echaillon dove beviamo la coca più buona del mondo.

A dire il vero per arrivare alla nostra piramide si potrebbe scegliere una via molto più breve che non fa per noi; molto meglio compiere un largo giro per Colli spingendo la bici per alcuni tratti e percorrendo single track liscissimi alternati a brutti tratti su piste da sci.





Piccola deviazione per curiosare dietro le creste...



..e rientro sul nostro tracciato



E così tra continui up and down oltrepassiamo il Col de Mea, il Col du Frejus





E arriviamo in vista della nostra meta





Siamo al Col de la Cucumelle e come è consuetudine le bici salgono sulle nostre spalle.

Per fortuna sono solo 200 mt circa di portage e soprattutto non tira vento.



l'ultimo tratto è durissimo (almeno per noi) ma lo portiamo a casa





in cima riprendiamo fiato sempre con il sorriso sulle labbra



davanti a noi i ghiacciai degli Ecrins sono vicini



Cambiamo assetto, mettiamo le protezioni e siamo pronti per la bella discesa sul lato della Cucumelle







Oltrepassiamo il Col du Gran Pré ed il sentiero inizia a perdere quota diventando metro dopo metro sempre più tecnico e scavato



in qualche tratto dove spiana si respira





E' ancora lunga prima di essere a fondo valle



scendiamo tra guglie e gugliette spettacolari





quando il sentiero entra nel bosco troviamo gradoni, radici e ripidi con sassi smossi che ci prosciugano le ultime energie rimaste;

ma poi la musica cambia entrando nel bike park di Serre Chevalier.

Finalmente anche Ila si diverte



sentieri naturali, solamente qualche sponda



Arriviamo a Le Monetier Les Bains dove togliamo le protezioni ed evitiamo la strada principale bella trafficata percorrendo sentieri e stradine interne.
Pe qualche centinaio di metri percorriamo anche con bici al fianco un sentierino pianeggiante che costeggia un corso d'acqua.
Ancora qualche centinaio di metri e siamo all'auto a Villeneuve.

Io sono morto, Ila anche lei

.... non si possono fare giri di scarico da più di 1800 mt di dislivello!!!

QUI la traccia gpx
 
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LE CROIX DE LA CIME (SAINT CHAFFREY) FR



Stavolta per questa escursione partiamo da Saint Chaffrey, il tranquillo paesino (a parte il campanile che suona ad ogni mezz'ora a qualsiasi ora) dove abbiamo trovato l'alloggio.

Ci portiamo in quota sugli 11 km di bitume che portano al Col Granon a 2413 mt dove gli stradisti si tirano il collo ripercorrendo le gesta degli atleti impegnati nel Tour de France.
A dire il vero la risalita al Col Granon si potrebbe fare anche tutta su sterrata partendo dalla Val Clarée; ma siccome l'abbiamo già percorsa in occasione dell'escursione al Col e al Lac de l'Oule stavolta preferiamo affrontare quello che è un must tra gli stradisti.



immagino il caos durante la tappa del Tour di qualche anno fa, sull'asfalto si leggono ancora le scritte di incitamento dei tifosi ai propri beniamini.



Impieghiamo due ore esatte con le nostre Genius ad arrivare in cima e mentre tutti gli stradisti indossano il loro antivento per affrontare la discesa, per noi inizia la vera escursione



perdiamo un briciolo di quota, e davanti a noi vediamo la cresta che percorreremo



...il portage si avvicina



ultimi colpi di pedale



ed ecco che, come di consueto, avviene lo scambio; ora siamo noi che portiamo le bici



una volta raggiunta la cresta possiamo pedalare su un trail molto fotogenico









ancora qualche breve ed intenso tratto di portage







l'ultimo tratto è da lacrime agli occhi



e finalmente raggiungiamo i 2606 mt della Croix de la Cime





ora qualche foto dalla Croix







Sul sentiero di discesa dalla Croix, il primo tratto va affrontato in deportage



Il sentiero di cresta verso La Grand Peyrolle





poi il sentiero sembra sparire davanti a noi e, cercando di evitare complicazioni inutili, convinco Ila a ritornare sui nostri passi e scendere per il sentiero che taglia trasversalmente la montagna; ritornando praticamente al punto di inizio portage.
....mai scelta fu più sbagliata, il trail si è rivelato per lunghi tratti non ciclabile e molto probabilmente abbiamo saltato un bel tratto aereo dell'escursione.

A fondo valle il trail è un biliardo



dal fondo valle vediamo il trail che avremmo dovuto percorrere sulla Grand Peyrolle e che a causa della mia decisione non abbiamo fatto ....... e mi sto dando dei nomi anche ora

Una volta ritornati sulla traccia che Ila aveva preparato è un'indigestione di single trail in direzione Croix de Toulouse



trail infinito
con qualche passaggio non semplice ma nel complesso tecnico al punto giusto!!

Arriviamo alla Croix de Toulouse, punto di arrivo di una via ferrata, da cui si gode di un'ottima veduta di Briancon



Ora scendiamo sino al Fort des Salettes su trail più largo dove occorre prestare attenzione agli escursionisti.



Siamo sulle alture di Briancon e per chiudere il giro dobbiamo ritornare a Saint Chaffrey; di fare la trafficata Route asfaltata non se ne parla proprio.
Percorriamo così una piacevole sterrata denominata Chemin des Fontaines sino a Saint Chaffrey.

Gran bella escursione all'insegna di single track lunghissimi e di tratti aerei con portage severo solo in brevissimi tratti.

Sono inoltre consapevole, a causa di una mia decisione sbagliata, di aver saltato uno dei tratti più fotogenici.
....ma in quel momento non c'era il sole!!!
 

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TOUR DEI FORTI E LAC NOIR (LA VACHETTE - VAL CLAREE) FR



Finalmente un'escursione tranquilla alla scoperta della miriade di Forti presenti nella zona sopra a Briancon in Francia.

La partenza è da La Vachette, primo paesino che si trova entrando in Val Clarée dove parcheggiamo tranquillamente l'auto.

Il primo tratto è il più complicato, anche perchè mi sa che l'abbiamo percorso al contrario; quindi qualche tratto a spinta, ma niente di che.

Saliamo su sterrata oltrepassando i resti di diverse Fortezze con belle vedute sulla città militare che sovrasta Briancon



Si capisce che siamo in zona militare e che la circolazione per i mezzi a motore è interdetta?
Uno dei cartelli risale al 13 07 1933



Non avendo il motore ignoriamo i cartelli e proseguiamo



Finalmente, dopo aver guadagnato quota sulla Route Stratègique de la Cerveyrette deviamo a destra ed iniziamo a percorrere un bellissimo traverso in single trail, un po' esposto ma dal fondo perfetto.





siamo soli io e Ila, a parte qualche raro escursionista non troviamo anima viva



il sentiero sale con pendenze modeste ed abbiamo tutto il tempo per ammirare i panorami



sul trail non c'è un sasso giù di posto, segno che i sentieri sono ben curati nonostante non ci sia manco un divieto,
...anzi il trail che stiamo percorrendo in parte è consigliato per le MTB.





anche le zone che presentano un fondo smosso sono perfettamente percorribili.
E' tutto fin troppo semplice





Arriviamo al Lac Noir



ammiriamo le fioriture delle piante acquatiche presenti sulla sua superficie



che dall'alto cambiano la colorazione al Lac.



Ora una breve sezione dove si alternano tratti a spinta a tratti pedalati per guadagnare il crinale



E ricomincia immediatamente un single trail da urlo con vista, manco a dirlo, sul Gruppo degli Ecrins



Oltrepassiamo il Col du Gondran (Est) e puntiamo, con un minimo sindacale di portage, al sovrastante Fort du Gondran



poi si pedala anche



Al forte siamo nel punto più alto del giro, dove cartelli esplicativi ci invitano ad ammirare le varie catene montuose che ci circondano



Iniziamo a scendere e sull'altro lato compaiono Fort Janus e lo Chaberton



ci sono costruzioni militari ovunque



Una volta passato il Col du Gondran ci abbassiamo sino ad altri resti di strutture militari



A La Cochette troviamo questa bella costruzione con le canne fumarie già a norma



Finalmente iniziamo il trail di discesa che si rivelerà molto ma molto lungo e mai difficile da un punto di vista tecnico.





Arriviamo in fondo pregustando il gelato che pensiamo di trovare al bar che fa "glaces artisanales" adocchiato da Ila all'andata.

....peccato che sia chiuso!!!

QUI la traccia GPX
 
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PLATEAU D'EMPARIS CON LAC NOIR E LAC LERIE (LE CHAZELET) FR



E siamo arrivati alla nostra ultima escursione nel Brianconnaise, sempre molto remunerativa da un punto di vista paesaggistico con una percentuale di bitume prossima allo zero.

Per questa escursione facciamo qualche km in più in auto, passiamo il Col de Lautaret e ci dirigiamo all'abitato di Le Chazelet, scelto da Ila come nostro punto di partenza.

Già dall'auto abbiamo un assaggio del Gruppo della Meije che, con le sue cime prossime ai 4000 mt ed i suoi ghiacciai, ci accompagnerà per gran parte dell'escursione.



Iniziamo a costeggiare il torrente risalendo la valle su sterrata attraversando agglomerati di vecchie case in pietra ben tenute



Una volta in cima alla valle nei pressi dell'ovile di Buffe attraversiamo il torrente Ga ed iniziamo a salire su single track con pendenze più accentuate







Qualche brevissimo tratto va affrontato con attenzione



Si contrappongono ai verdi panettoni i bianchi ghiacciai della Meije in lontanza



Comunque il giro in parte è tabellato per le VTT ( le nostre MTB)





percorriamo km e km di single track con una difficoltà prossima allo zero





meglio così, è un attimo distrarsi guardando quello che ci si presenta davanti ai nostri occhi



Non c'è solo la Meije...



....zona di greggi e di ...maremmani che non ci hanno mai infastidito



Arriviamo al Col du Sauchet, dove sembra di toccare i ghiacciai





prendiamo una deviazione a destra per portarci sopra il Lac Noir



tra pacifiche mucche



Il trail si fa un briciolo più tecnico scendendo al successivo Lac Lérié, sempre vista Meije







Il ghiacciaio davanti a noi ha ancora un discreto spessore,
...anche se non ci passerei sotto!!



poi inizia un lungo tratto sempre su sentiero dove si alternano tratti con qualche roccia a tratti senza difficoltà





con vedute sempre eccezionali



Arriviamo in vista del paesino di Le Chazelet da dove siamo partiti



anche qui trail divertente



e panoramico



Prima di arrivare alla Ila mobile ci fiondiamo nel bar del paese dove la birra di fine giro non ce la toglie nessuno.

Nel complesso siamo riusciti a fare, durante il nostro soggiorno in Francia, 7 escursioni in mtb, le cui tracce sono tutte caricate sul TC, per dare la possibilità anche ad altri bikers di provare quello che abbiamo provato noi percorrendo divertenti sentieri infiniti in un ambiente alpino che non ha nulla da invidiare ad altre località ben più rinomate.
Altra cosa molto importante: a parte il divieto nel Parco degli Ecrins, è tutto permesso e gli escursionisti che incontri ti incoraggeranno sempre a patto che anche da parte tua ci sia sempre il rispetto reciproco.
Se un giorno volete mollare i freni vi consiglio di scannarvi nel bike park di Serre Chevalier dove i trails sono per la maggior parte naturali.
Per il resto grazie ad Ila che per un mese ha studiato il territorio al fine di creare escursioni a noi adatte, preparando un tour de force che, alla nostra età, ha poi lasciato il segno!!
 
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MONTE PENELLO CON I TRAILS ANTIDOTO E PIAN DEL MORO DA MASONE (GE)



Dopo un mese di settembre servito a disintossicarci dalle mtb, ritorniamo in sella per un'escursione AM/Enduro sulle alture di Masone nel genovese.

L'itinerario è stato costruito da Ila anche tenendo conto della nostra inattività durata quasi un mese dove tutto l'allenamento fatto durante l'estate è andato a farsi benedire.
Quindi niente bici sulle spalle ed un dislivello di quasi 1400 mt che dovremmo riuscire a portare a casa.

Lo start è dal Parco Comunale di Masone dopo poco meno di un ora e mezza di auto dove troviamo Luca.

Siamo a circa 400 mt slm e alle 8:30 fa decisamente fresco ed iniziamo a pedalare.

Ci scaldiamo subito su una bella sterrata/sentiero che ci fa guadagnare quota



Dopo un trasferimento su asfalto con traffico inesistente nei Piani di Praglia



iniziamo l'avvicinamento al Monte Penello (alt. 995 mt), nostra cima Coppi odierna





è autunno e spuntano i funghi (macrolepiota procera, più conosciuta come mazza di tamburo)



si sale in sella sino in cima grazie alla sterrata



con belle vedute sulla costa ligure



arriviamo in cima al Monte Penello



breve sosta



e via percorrendo a ritroso il sentiero che taglia la sterrata fatta per salire





Al crocevia del Colle Gandolfi la traccia segue l'Alta Via dei Monti Liguri



sino a questo bivio dove l'AVML devia decisamente a sinistra



Inizia ora un 20 minuti circa di bici a fianco in quanto il sentiero dell'Alta Via è molto rovinato e scavato con erba alta che copre le numerose mine presenti sul sentiero. Col senno di poi credo sia molto meglio proseguire dritto (nella foto precedente si vede una labile traccia) per evitare il tratto non ciclabile.

Terminato il tratto con bici al fianco possiamo rimontare in sella



lo scenario che ci circonda è di prim'ordine





comunque ricordo che siamo sempre su sentieri "liguri"



Oltrepassiamo senza difficoltà Passo Veleno e dopo un trasferimento tra i boschi di castagno, siamo pronti per affrontare la discesa denominata "Antidoto" che è stata PS3 nella gara di 4Enduro dell'anno scorso.

Discesa tecnica dove ci facciamo prendere la mano e scendiamo dimenticandoci completamente delle foto

c'è solo questa



arrivati in fondo Luca scherza con questo rettile che si sta termoregolando con il tiepido sole autunnale



ora puntiamo all'ultimo trail di giornata: Pian del Moro e per arrivarci ci sono diversi rilanci non simpatici se si è poco allenati come me e Ila (Luca non fa testo, lui è sempre in bici!!)

C'è anche un breve tratto wild del trail "baracca tacco"



e finalmente riusciamo a scendere sul trail Pian del Moro

Tra appoggi e compressioni ci sono diversi tratti ripidi e parecchi salti che noi logicamente bypassiamo







Arriviamo in fondo proprio alle auto e, dopo aver caricato le bici, ci fiondiamo nel primo bar per le birre d'ordinanza.

Grazie a Luca per il terzo tempo!
 

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Grazie a voi x l'organizzazione e la pazienza.
 
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RIFUGIO GRAFFER - 2261 MT (TN)



premetto subito che all'inizio del bellissimo trail di discesa c'è un bel cartello di divieto alle mtb e se avete intenzione di percorrerlo lo farete a vostro rischio e pericolo.

Noi abbiamo deciso di percorrerlo un lunedì di ottobre dove non abbiamo trovato nessun escursionista, nessun guardiaparco e nessun forestale. In luglio e agosto e nei classici week end vacanzieri le cose sono ben diverse ed è un attimo essere sanzionati.

Partiamo come al solito dagli 800 mt di Carisolo sotto un cielo che sembra promettere bene dopo giorni di nuvole.

Saliamo a Sant'Antonio di Mavignola percorrendo la strada interna vietata al traffico veicolare, superiamo Madonna di Campiglio ed arriviamo a Campo Carlo Magno



Controllando nei giorni scorsi le webcam che puntano sul Rifugio Graffer e sul Passo del Grostè abbiamo visto che ha nevicato e lo scopo della nostra escursione è proprio quello di salire e fare qualche foto con il Gruppo del Brenta imbiancato.

Dopo Campo Carlo Magno la salita diventa seria e si alternano tratti molto ripidi a tratti dove si può rifiatare, mancano 5,5 km e 600 mt di dislivello per raggiungere il Rifugio Graffer; il tutto in un ambiente unico.





Sopra ai 2000 mt inizia a comparire la neve



la sterrata che sale al Rifugio è aperta e perfettamente percorribile



Sull' altro lato della valle tutto il Gruppo della Presanella e, qui sotto, il versante ovest di Madonna.



e finalmente arriviamo ai 2261 metri del Rifugio Graffer



Il Rifugio è aperto tutto l'anno e si trova in una posizione fantastica



Solitamente saliamo al Rifugio Stoppani, appena più in alto, ed al Passo del Grostè dove, percorriamo un anello sulle placche dolomitiche con brevi tratti spallati; ....ma oggi non mi sembra il caso vista la neve a terra.

Ci prepariamo per la discesa che ripeto è vietata alle mtb e che, proprio per questo, intraprendiamo fuori stagione estiva.

Il trail parte proprio sotto al Rifugio, dove vengono provati i cannoni sparaneve



ed immediatamente capiamo che per i primi 200 mt di dislivello non sarà una passeggiata.

Percorriamo diversi tratti a piedi, sprofondando nella neve che si è accumulata sul sentiero



Nei pochi tratti scoperti e pendenti si riesce a stare in sella







Finalmente, scendendo sotto i 2000 mt, la neve a terra diminuisce e possiamo goderci il trail al cospetto della parete verticale della Corna Rossa



Il trail è tecnico al punto giusto



l'importante è non distrarsi troppo guardando i panorami







panino con vista dolomiti nel ristorante dove non occorre prenotare



Ci abbassiamo verso la Vallesinella con alcuni tratti del trail più impegnativi









Arriviamo alle Cascate di Mezzo ricche di acqua



dove inizia il divertente sentiero detto dell'Arciduca, trail prevalentemente in piano con un mare di radici da superare



Ci immettiamo sul sentiero rustico che scende al Vivaio Brenta da dove per una pista sterrata e qualche rilancio su trail ritorniamo a Sant'Antonio di Mavignola.

Nel frattempo inizia a piovigginare ma riusciamo comunque a percorrere i tecnici tratti di sentiero che tagliano la strada fatta all'andata.



Rientriamo alla base contenti di aver percorso un tour che almeno una volta all'anno dobbiamo fare.
.....e lo facciamo da 15 anni!!!
 
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LAGO NAMBINO (TN)



siamo sempre alla ricerca di nuovi trail in Val Rendena ma è difficile trovare un sentiero che Ila non abbia già percorso.

Così, con una giornata di meteo accettabile partiamo dalla nostra Carisolo con destinazione Madonna di Campiglio percorrendo le strade/sentieri interni dove non troviamo anima viva.



Dopo Madonna iniziamo ad esplorare in direzione Fortini e Malga Zeledria su una sterrata con alcuni strappi importanti.

Non stiamo seguendo una traccia ma andiamo a sensazioni cercando di trovare il trail giusto.

A Fortini una palina segnaletica ci indica il sentiero B07 che in 50 minuti ci porta al Lago Nambino, un luogo idilliaco a 1780 mt.
Ila, pur conoscendone l'esistenza non l'ha mai fatto, finalmente qualcosa di nuovo!!
Iniziamo subito a percorrerlo anche se la prima parte non è ciclabile, troppi sassi e radici praticamente in piano ci obbligano a piedi con bici al fianco.
Poi la situazione migliora





ed arriviamo al Lago di Nambino con il suo Rifugio





Scambiamo 2 chiacchiere con il simpatico gestore davanti a strudel e bombardino.

Ora dobbiamo scendere per continuare la nostra escursione in direzione Patascoss.

Il sentiero che porta giù è il B06 o Bolognini, è di recente sistemazione (non c'è un sassolino fuori posto), è frequentato da escursionisti e può essere percorso anche da passeggini e da persone con disabilità motorie; ...MA NON DALLE BICI!!
Sia dalla parte del Lago Nambino, sia dalla parte di Patascoss ci sono evidenti cartelli di divieto.
Per questo motivo ce lo sciroppiamo tutto a piedi con bici al fianco incrociando gli sguardi di approvazione dei pedoni incontrati.

Arriviamo a Patascoss e successivamente a Malga Ritorto per la consueta foto vista Gruppo del Brenta



Perdiamo quota per pochi metri sulla cementata e poi sterrata



sino ad intraprendere il sentiero delle passerelle che porta ai pascoli presso Malga Milegna



le vedute sul Gruppo del Brenta sono eccezionali





al centro gli Sfulmini



bisogna prestare molta attenzione a non scivolare sulle passerelle umide



In prossimità di alcuni ruderi inizia la bella discesa che termina a Sant'Antonio di Mavignola



dopo essere scesi parecchio troviamo purtroppo il torrente, che solitamente guadiamo senza problemi, ingrossato dalle piogge dei giorni scorsi.



Nessuno dei due ha voglia di un bagno o di un pediluvio fuori stagione, si girano le bici e si ritorna spingendo le bici sino ad intersecare un sentiero che non abbiamo mai percorso.
Il trail si presenta molto stretto e poco battuto; lo percorriamo facendo il più casino possibile con i nostri campanelli al fine di far percepire la nostra presenza ad eventuali plantigradi curiosi.



Arrivati a Sant'Antonio chiudiamo il giro raggiungendo Carisolo per il sentiero che taglia la strada fatta all'andata.

Metto ancora qualche foto di qualche incontro nel bosco



il buono ed il cattivo



...parenti



stavolta non metto la traccia sul TC perchè può essere migliorata e poi, .....scoprireste le fungaie!!
 
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MONTI BUE E MAGGIORASCA (PC/PR/GE)

Sfruttando un meteo perfetto andiamo a ripercorrere uno degli itinerari che preferiamo sui "nostri" monti al confine tra le province di Piacenza, di Parma e di Genova.

Il giro non è lungo, sono circa 20 km, ma sono 20 km di sentieri con zero asfalto e zero sterrate; con diversi tratti a spinta o con bici in spalla. Il tutto ampiamente ricompensato dai panorami dove il livello tecnico non è mai eccessivo ed il flow la fa da padrone.

Lo start dell'escursione è dal Passo dello Zovallo a mt 1405 che segna il confine tra le province emiliane di Piacenza e Parma dove attraversiamo la strada ed iniziamo a salire sulle dure rampe del sentiero.
Subito notiamo che tutte le foglie sono a terra ed in alcuni tratti c'è parecchio bagnato ma sempre con un fondo iper drenante.



Arriviamo alla nostra prima meta odierna: il Lago Nero a 1540 mt, lago di origine glaciale



in questa zona c'è un silenzio surreale, forse anche per l'orario non troviamo alcun escursionista; spariti anche tutti i fungaioli.

Dal Lago con bici prima a spinta e poi in spalla saliamo alla Costazza





e su in direzione Monte Bue



il sentiero è ripido e faticoso



oltrepassiamo il Rifugio e siamo in cima a 1775 mt



ora giù sino al colletto che divide il Monte Bue dal Monte Maggiorasca





altra breve e intensa risalita sino ai 1800 mt del Monte Maggiorasca



il trail non è difficile ma in alcuni tratti è super esposto e bisogna sempre, qualora non lo si conoscesse, prestare molta attenzione



davanti a noi il Monte Tomarlo, dietro il Monte Penna e tutte le catene montuose sino al Mar Ligure



Perdiamo quota tra i faggi sino ad intercettare il sentiero che porta al Monte Croce di Martincano.

Breve risalita e siamo in cima a 1724 mt



Questi sentieri vanno percorsi con meteo stabile e con buona visibilità visti i salti di roccia strapiombanti



Altro punto molto panoramico ed esposto è la Rocca del Prete, punto di arrivo di diverse vie di arrampicata





Con il Monte Maggiorasca, su cui siamo passati in precedenza



Scendendo in direzione Prato Cipolla superiamo un breve dislivello provando il nostro equilibrio sugli impianti.



Prato Cipolla con il suo Rifugio e l'omonimo Dente che sbuca



Ci spostiamo verso il Rifugio Astass



e poi sul Groppo Rosso a 1597 mt, altro luogo "magico".









Dopo aver pranzato riprendiamo la nostra escursione salendo sul vicino Monte Roncalla.
...ma perchè Ila porta lo zaino davanti e non dietro come si fa solitamente?
Vedendo l'ultima foto capirete!!!



Sul Monte Roncalla si gode di un ottima veduta della Ciapa Liscia, della Val Tribolata e di tutta la Val d'Aveto





questa foto da un'idea del sentiero tra i faggi ormai in tenuta invernale



e poi giù verso Fontana Gelata



Dalle passerelle di Fontana Gelata rientriamo al Passo dello Zovallo ripercorrendo il sentiero già fatto all'andata.

....ma perchè Ila portando la bici in spalla portava lo zaino in quello strano modo??
...per non rompere il prezioso trofeo trovato nei pressi del sentiero



Pur essendo un giro breve è uno dei giri più belli che si possa fare sul nostro Appennino, con sentieri mai difficili e panorami mozzafiato. A patto che si sia disposti a spingere/portare la bici per diversi tratti e soprattutto che il meteo sia favorevole.
 

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MONTE OSERO (PC)

Oggi manca completamente la voglia di passare la giornata in auto e di conseguenza dobbiamo trovare un'escursione poco distante da casa con sentieri percorribili nonostante il fango.

A mezz'ora da Piacenza c'è Bettola e da lì partiamo per salire sul Monte Osero nella speranza di trovare fattibili le belle discese su cui abbiamo mosso i primi passi "enduristici".

Per non rischiare di impantanarci arriviamo all'abitato di Ronchi via asfalto dove prendiamo la mulattiera che, con diversi tratti a spinta, ci porta in zona Pellacini

acqua ce n'è tanta ma il fondo tiene alla grande



con i colori autunnali



Dopo essere passati alla Cappelletta ed aver affrontano le dure rampe arriviamo sulla sella prativa tra il Monte Cogno ed il Monte Osero (la nostra meta).



il sentiero è delimitato da numerose fungaie



ormai manca poco, ancora un paio di rampe belle ripide



e siamo in cima a 1300 mt a goderci il tepore di un tiepido sole autunnale



Scendiamo a ritroso sui pratoni sino ad intercettare il sentiero che arriva all'abitato di Montosero.







Il flow del sentiero sistemato qualche anno fa ora è solo un lontano ricordo. Moto e acqua hanno reso il sentiero in alcuni punti bello tecnico





Dopo l'abitato di Montosero attraversiamo il solito prato



e raggiungiamo l'inizio della discesa che reputo una delle più belle che abbiamo sul territorio, bella ruspante e con alcuni tratti ripidi



le foglie a terra nascondono il sentiero ed alcuni bivi non sono di facile individuazione





è un susseguirsi di curve e controcurve



con qualche bel ripido





qualche tratto su roccia





si alterna a tratti più "scorrevoli"



anche il ponticello di assi è in buono stato e bisogna ringraziare chi l'ha "rigenerato"



siamo quasi in fondo



e anche l'ultimo passaggio dell'acquedotto che in passato ha mandato diversi bikers in ortopedia riusciamo a portarlo a casa



La nostra escursione termina come al solito con una birra ed un panino al vicino bar del paese.

E' sempre un piacere ritornare sui trails dove abbiamo mosso tutti e tre i nostri primi passi con discese "serie" circa 15 anni fa.
 
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miciolo

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MATERANO -OM RUS - BHT (BOBBIO -PC)

Andiamo alla riscoperta dei trails "minori" di Bobbio partendo da Piancasale, frazione che si trova sulla sinistra 500 mt dopo la galleria di Barberino in Val Trebbia.

Sappiamo che il trail BHT è stato recentemente sistemato, come saranno gli altri?

Saliamo tranquilli su asfalto sino al Passo sopra a Gavi



dove percorriamo un breve tratto a spinta per raggiungere l'inizio del trail Materano



Il trail nel suo tratto iniziale presenta un canale centrale fastidioso ma nel suo complesso è ampiamente fattibile





la musica cambia appena si entra nel bosco dove il sentiero si fa ripido e gli smanettoni a motore hanno dato il meglio con il terreno bagnato



in alcuni tratti anche le moto non riescono più a salire in quanto troppo scavati e gli alfa centauri preferiscono creare linee alternative nel bosco.
....e per fortuna che i motoclub si ergono a paladini della manutenzione dei sentieri!!!
e pensare che basterebbe solamente non andare quando c'è bagnato.

Usciamo dalla devastazione



percorriamo il solito tratto pietroso



con particolare attenzione alla crapa



il trail non è dei più semplici ed il successivo OM RUS è anche peggio



bel panorama sulla media Val Trebbia



240 anni in quattro!!



Ed ora l'OM RUS





Trail come detto prima molto ostico.

La musica cambia sul Marchetti trail molto più flow ma in stato di abbandono





Dopo essere ripassati a Piancasale ci aspettano 200 mt di dislivello per percorrere il trail più divertente della giornata: il BHT

Il trail è perfetto, molto guidato con un ripido con una bella via di fuga ed un paio di passaggi "chirurgici" dove bisogna stare attenti a dove mettere le ruote.









Se non digerite i ripidi non prendete un evidente tornante a sinistra ma proseguite dritto, farete una linea meno adrenalinica ma molto più flow.

Il trail termina sulla galleria di Barberino



dove percorriamo il sentiero lungo la Trebbia sotto la SS45 ed in un attimo siamo alle auto.

Il giro termina come di consueto al Bar di Perino tra birre e mega panini
 

Classifica generale Winter Cup 2024

Classifica giornaliera dislivello positivo