Non chiamatemi fratello, non sono della tribù

RenkyaZ

Biker poeticus
11/2/08
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Zocca (MO)
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Dueruote
Il futuro della MTB non sarà mai solo gravity, questo è certo.
Il fronte dei pedalatori è grande e compatto e non credo abbia alcuna intenzione di mollare per dedicarsi alle seggiovie.

In termini generali sicuramente. Guardando la cosa da un punto di vista meramente commerciale, secondo me, i soldi vengono e verranno da lì, non certo dai pedalatori: il pedalatore lascia la macchina in un parcheggio dove non deve sborsare un euro, si porta lo zaino per essere autosufficiente, si mangia il panino fatto a casa e alla fine la sua giornata è stata ad impatto zero per l'ambiente ma anche per i commercianti.
Secondo me sono in pochi, tra gli operatori turistici/commerciali, ad avere interesse nel promuovere il pedalatore...
 

marzia

Modera_i_tour?
24/6/03
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sondrio
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In termini generali sicuramente. Guardando la cosa da un punto di vista meramente commerciale, secondo me, i soldi vengono e verranno da lì, non certo dai pedalatori: il pedalatore lascia la macchina in un parcheggio dove non deve sborsare un euro, si porta lo zaino per essere autosufficiente, si mangia il panino fatto a casa e alla fine la sua giornata è stata ad impatto zero per l'ambiente ma anche per i commercianti.
Secondo me sono in pochi, tra gli operatori turistici/commerciali, ad avere interesse nel promuovere il pedalatore...

beh, non è così in assoluto: prova a chiedere agli albergatori lungo le tratte degli itinerari "trans alp" (non la gara ma le "vacanze in mtb che in molti, soprattutto tedeschi, fanno..), o in varie località dove si è puntato sulla mtb in genere...
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
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In termini generali sicuramente. Guardando la cosa da un punto di vista meramente commerciale, secondo me, i soldi vengono e verranno da lì, non certo dai pedalatori: il pedalatore lascia la macchina in un parcheggio dove non deve sborsare un euro, si porta lo zaino per essere autosufficiente, si mangia il panino fatto a casa e alla fine la sua giornata è stata ad impatto zero per l'ambiente ma anche per i commercianti.
Secondo me sono in pochi, tra gli operatori turistici/commerciali, ad avere interesse nel promuovere il pedalatore...
Certo, il pedalatore escursionista che vive nella zona è mordi-e-fuggi.
Però se penso alla mia regione (Piemonte) mi vengono in mente grandi giri da più giorni, alcuni dei quali veramente epici per lo spettacolo della natura.
Giri attraverso i quali puoi passare dagli ambienti di pianura a quelli di quota fino al mare senza mai toccare 1mt di asfalto.
Questi sono giri che si presterebbero alla grande per costruirci su un'offerta diversa con ad esempio una guida/accompagnatore, pernottamenti in rifugi o agriturismi, ecc.
C'è poco o nulla di organizzato in tal senso, basta cercare su Google e vedrai...trovi giusto qualche sporadica organizzazione o gruppo sportivo di promozione della MTB che al limite ti offre una guida a pagamento.
Nulla di più.

Per il resto chi vuole fare escursionismi di quota va sull'auto organizzato cercando info sui forum, cercando i contatti con altri bikers che già ci sono stati.

Morale: non so dire se non ci sia domanda nel settore del turismo mtb escursionistico....di certo non c'è offerta organizzata.

Vero quel che dice bikerciuc: è rarissimo da noi anche solo trovare paline segnalatrici dei sentieri per i giri mtb.
Qualcosa nei boschi si comincia a vedere ma è ancora lo 0,x %
 

marzia

Modera_i_tour?
24/6/03
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sondrio
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Sicuramente.
Proprio per questo pero' non mi pare cosi' immediato distinguere tra "tribù" ed illuminati.
Proprio perchè c'è interazione (o "scambio" nel caso deteriore) tra chi gestisce e chi usufruisce, tra domanda e richiesta, tra Cultura e cultura, "chiamarsi fuori", se non impossibile, è forse persino irrealistico.

si, siamo in qualche modo tutti legati dallo stesso filo, chi più, chi meno, ma i comportamenti e gli atteggiamenti dei singoli non sono tutti uguali. io leggo lo sfogo di bikerciuc un po' così..
e credo di averla provata, girando in agosto in montagna, quella sensazione di "fastidio" verso atteggiamenti in forte contrasto con i luoghi (guarda, se vuoi, il mio topic sulle feste in alpe con elicottero..grande news dell'estate).
probabilmente sono gli stessi comportamenti che si vedono ad agosto al mare, ma i risultati, non mi stanco di dirlo, possono essere molto diversi per la diversa sensibilità dei luoghi..


non è questione di andare contro i tempi e bandire il turismo e lo sviluppo delle aree montane (ci mancherebbe!!!!!!!!!!!!!), ma forse di capire che proprio i tempi (e l'ambiente) sono cambiati ed è ora di affrontare le cose in un'ottica più attuale e moderna..

per quanto riguarda i bike park, non credo che il fuoco del discorso sia lì: in fondo ci sono posti adatti per farli (comprensori sciistici) e credo siano meno impattanti di altro. piacciano o meno, ma, come ha detto qualcuno, se tutti ciclassero su sentiero, sarebbe molto peggio!!!
 
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mattebon

Biker tremendus
12/12/07
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...non è realistica l'idea che noi pochi saliamo sul monte, godiamo del paesaggio in beata solitudine, sorridiamo a quelle mucche al pascolo, mangiamo quel formaggio alla malga da soli...

Beh, di fatto tale selezione avviene in modo naturale, come ha scritto mi pare lo stesso bikerciuc. Ovvero io salgo pedalando (o prendo la seggiovia) fino a dove arriva la seggiovia e c'è un carnaio (dove trovo se vado a vedere gente rispettosa e gente non rispettosa, un'organizzazione che pulisce oltre a guadagnare o una che guadagna e non pulisce), io proseguo (a questo punto posso solo pedalare), e raggiungo un punto più alto dove arrivano quelli del carnaio che vogliono fare la camminata. Meno carnaio, ma comunque un certo affollamento, la prima selezione naturale è avvenuta. Io proseguo ancora, raggiungo la cresta e continuo a salire, mi devo caricare la bici in spalla e a questo punto siamo rimasti in pochi, magari nessuno. Così non è poi tanto male, è realistico direi, e almeno in teoria sono tutti soddisfatti, sia i merenderos che gli elitari, e pure quelli (come me) che vogliono semplicemente starsene un pò fuori dai cogl...

...l'ambizione dovrebbe essere quella che il turismo montano sia organizzato, guidato e gestito con metodo, non abolito. ma il turismo comprende molte categorie, la "nostra" ma anche quella degli altri e la nostra da illuminati non stà in piedi senza la "massa"...

Beh, questo chi l'ha detto. La mia categoria (ovvero io e i quattro cani sciolti che mi tiro dietro e che alla fine mi dicono sempre "Bello, eh? Bellissimo... ma io sto ancora sudando, però.") vive e prospera da prima della creazione del turismo d'alta quota come lo conosciamo oggi. Capisco ed accetto le osservazioni sul fatto che un montanaro non può vivere di sola paglia e pecore, ma a me, per il mio modo di fare turismo, tutte ste infrastrutture non mi servono a una cippa... Se c'è la seggiovia col sentiero tracciato e la doppia da provare non mi tiro indietro. Ma se non ci fosse non farebbe francamente tutta sta differenza, e probabilmente la percentuale di avventure epiche sarebbe maggiore. Quindi io "sopravvivo" comunque... sono un tipo evoluto, io... :medita:

M.
 
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sembola

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una nera e l'altra pure
dal mio punto di vista non concordo con le premesse che partono da queste affermazioni...

Non sono un ingenuo e so benissimo che senza il turismo, anche di massa, le vallate alpine sarebbero oggi spopolate ed abbandonate a se stesse; perchè la retorica del "si stava meglio quando si stava peggio" è sbagliata e falsa come la logica dello sviluppo a qualsiasi costo, "una volta" si campava male e anche parecchio meno.
Questo però non può giustificare il saccheggio e la distruzione, nell' interesse stesso di chi dal turismo di montagna trae il suo benessere. Tanto più che certi modelli di sviluppo non hanno funzionato dappertutto, lasciando relitti di impianti e di alberghi in numerosissime vallate ormai compromesse e senza alcun beneficio economico.

Rispondendo a Ser Pecora, non mi sogno neppure di prendermela con i merenderos o con i dhillers. Come ha scritto felicemente qualcuno in un post precedente, la montagna è di tutti: il che non può significare, all' italica moda, che non è di nessuno e quindi può essere sputtanata e distrutta.

Quanto alle GF citate da Domingosh, è appunto la dimostrazione che non è assolutamente un problema di gravity vs XC, la logica di "uso" dell'ambiente è solidamente trasversale. L'esempio dei numeri era per ribadire l'errore che talvolta tutti noi facciamo, immaginando che l'unverso-mondo della mtb italica si riassuma con il Forum, cosa che evidentemente non è vera.

Personalmente io vado in montagna a pedalare, a scendere, a sciare (ormai quasi solo con gli sci stretti) ed a camminare perchè, in modi diversi, rappresenta un'esperienza soprattutto interiore. Andare in montagna "perchè ci sono le salite" o "perchè ci sono le discese" è ridurla ad un mezzo, il che è perfettamente legittimo fino a che non diventa un utilizzo non compatibile con le caratteristiche antropiche e naturalistiche.
 
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mattebon

Biker tremendus
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Sicuramente.
Proprio per questo pero' non mi pare cosi' immediato distinguere tra "tribù" ed illuminati.
Proprio perchè c'è interazione (o "scambio" nel caso deteriore) tra chi gestisce e chi usufruisce, tra domanda e richiesta, tra Cultura e cultura, "chiamarsi fuori", se non impossibile, è forse persino irrealistico.

Ma se io non usufruisco, dove mi piazzi? "Illuminato" mi imbarazza, anche se poterbbe tornarmi utile per le notturne... ma di sicuro non appartengo ad alcuna tribù... o almeno così mi pare. Quando mi capita di approcciarne una finiscono sempre per guardarmi tutti in modo strano...
 
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cervogia

Biker tremendus
23/5/08
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Sardegna
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Nicolai ION 16, Marin Pine Singlespeed, BdC vintage by Pelizzoli e altro
OT

bene bene. patatine e birretta..

ho trovato un pò di roba interessante da leggere..

fine OT

:D
 

bikerciuc

Biker infernalis
be'... l'affermazione "il futuro è gravity" l'hanno udita le mie orecchie nel corso di una discussione simile a quella contenuta in questi messaggi ed è stata pronunciata, nella fattispecie, da un direttore di hotel di una nota località valsusina... non me la sono inventata io...

anche perchè...sinceramente...spero proprio di no, almeno non solo.

riguardo allo svendere la propria identità culturale per portare i sacchi in granaio...no, non mi riferivo ai bike park, mi riferivo alle edificazioni selvagge ed agli scempi, architettonici e non, compiuti anche in anni recenti ed anche a firma di noti docenti universitari di progettazione architettonica...dei quali forse sembra non accorgersi TeoDh, ma di cui mi accorgo io e si accorgono tanti altri... mi riferivo agli ecomostri alveare di seconde case che sono completamente avulsi da qualsiasi realtà alpina vuoi come impatto volumetrico, vuoi come dialogo formale tra la costruzione e il contesto... mi riferivo alla politica generica dell'edificazione residenziale privata di villeggiatura come a un miraggio da perseguire quasi che le seconde case fossero per i paesi una sorta di vitalizio che permette di dare per scontato che chi ha una casa tornerà e, magari poco, ma qualcosa spenderà.
Il bike park è casomai una conseguenza, non per forza in toto negativa, di questo modo di intendere il turismo montano.
Però ho imparato che la montagna ha le sue regole e le detta lei in base al tempo, alle condizioni atmosferiche, alle temperature ed alle stagioni...ed ho imparato in qualche anno di alpinismo che in montagna si muore, spesso perchè non si tiene conto proprio di questo.. e perciò sono contrario alla promozione della montagna come parco giochi, all'appianamento meccanico delle difficoltà, alla cancellazione nell'immaginario collettivo civilizzato della eventuale paura atavica che l'ambiente naturale "selvaggio" (è virgolettato) può incutere... scema la paura di perdersi, quella di non trovare un ristoro, di passare un guaio per aver sottovalutato le proprie capacità e le proprie forze...su questo si può essere d'accordo o meno ma è il mio punto di vista...


per risponderti caro Ser, io non ho mai scritto da nessuna parte che sogno "torme di bikers pedalanti", i quali come scritto da qualcuno qualche post fa paiono non essere nè più rispettosi nè meno invasivi per l'ambiente montano di quanto non lo siano i parks...
Casomai ho scritto questo: "La montagna non è fatta per i grandi numeri, se io piscio contro un larice non succede niente, se ci pisciamo in cinquecento il larice muore."<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p>
Credo che però invece di limitarsi a qualche bel cartellone di uno bravo che droppa con stile, sarebbe possibile attivare un qualche progetto interreg per marcare percorsi a "tappe" di anche più giorni tra Francia e Italia, credo che si potrebbe favorire l'attrezzarsi dei rifugi per ospitare bici e bikers in modo da poter agevolare i loro viaggi con piccole officinette (pochi attrezzi e poche centinaia di euri) e piccole dotazioni dei ricambi più comuni, credo che si potrebbe fare qualcosa per tutti quelli che amano scoprire ad ogni chilometro qualcosa di nuovo.
I rifugi di media quota, credo, ringrazierebbero.
Un giro di "millemila" metri di dislivello, articolato in più giorni con tappe anche di elevata difficoltà tecnica non attirerà mai i numeri di una granfondo, ne sono sicuro...però di sicuro permetterebbe di far arrivare gente molto appassionata, che come dimostrato dai report di questo forum, a fare queste cose ci va eccome anche sobbarcandosi zainate di ricambi ed adattandosi continuamente a "fare come può".

Forse a torto forse a ragione credo che l'abitudine alla fatica sia uno dei migliori modi per imparare il rispetto e la considerazione per le cose e la fatica altrui...ed anche quello per la montagna.
Dubito che tra i ragazzi del The Group o tra quelli dei BdiB che hanno postato i resoconti dei loro giri estivi ci siano persone che hanno abbandonato in giro le cartine delle barrette energetiche o le catene rotte per strada o le camere d'aria squarciate...


Quanto poi all'omologazione a me frega ben poco se uno ha le braghe fatte così o cosà... di norma e per le esperienze passate delle quali ho raccontato io tendo a scartare tutti coloro i quali, per considerarsi miei amici, hanno bisogno di essere rassicurati dall'etichetta delle mie mutande.

tant'è
 
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Gingig

Biker marathonensis
17/6/07
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Provincia Milano
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Personalmente io vado in montagna a pedalare, a scendere, a sciare (ormai quasi solo con gli sci stretti) ed a camminare perchè, in modi diversi, rappresenta un'esperienza soprattutto interiore. Andare in montagna "perchè ci sono le salite" o "perchè ci sono le discese" è ridurla ad un mezzo, il che è perfettamente legittimo fino a che non diventa un utilizzo non compatibile con le caratteristiche antropiche e naturalistiche.

:prost: Quoto alla grande...
 

mattebon

Biker tremendus
12/12/07
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...il pedalatore lascia la macchina in un parcheggio dove non deve sborsare un euro, si porta lo zaino per essere autosufficiente, si mangia il panino fatto a casa e alla fine la sua giornata è stata ad impatto zero per l'ambiente ma anche per i commercianti.
Secondo me sono in pochi, tra gli operatori turistici/commerciali, ad avere interesse nel promuovere il pedalatore...

Ecco, mi ci identifico abbastanza. Quando giro da solo (90%). Nel 10% restante giro con amici (milanesi): di conseguenza giacchè mi dicono che il panino al sacco è da sfigato (?), se ne volano 50 euri al rifugio, immancabile meta di qualunque escursione, tra polente varie, salsicce, vino e grappini.
 

resina65

Biker grossissimus
18/5/06
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imperia
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...SIETE MAI STATI IN UN BIKEPARK?
...
mi sono emozionato perchè ho incontrato un 11enne che la domenica non sta attaccato alla playstation ma va in montagna a divertirsi,
.....

una sola precisazione

ho riletto velocemente tutti i post e faccio i complimenti a Teo per come ha espresso i suoi pensieri sui Bike Park, che poi effettivamente sono come li vedo io;
solo una cosa secondo me è stonata:
il bambino non va in montagna a divertirsi, ma va a divertirsi.

Allargando il concetto, non credo che andare a girare in un bike-park possa considerarsi andare in montagna, amare la montagna, vivere la montagna così come io che vado al mare a stendere l'asciugamano sul bagnasciuga non posso dire di vivere il mare, amare il mare.

Sulle politiche di sviluppo, della cultura e del turismo della montagna continuo a leggervi volentieri
 
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mattebon

Biker tremendus
12/12/07
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Mapellum (BG)
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Forse a torto forse a ragione credo che l'abitudine alla fatica sia uno dei migliori modi per imparare il rispetto e la considerazione per le cose e la fatica altrui...ed anche quello per la montagna.
Dubito che tra i ragazzi del The Group o tra quelli dei BdiB che hanno postato i resoconti dei loro giri estivi ci siano persone che hanno abbandonato in giro le cartine delle barrette energetiche o le catene rotte per strada o le camere d'aria squarciate...


Quanto poi all'omologazione a me frega ben poco se uno ha le braghe fatte così o cosà... di norma e per le esperienze passate delle quali ho raccontato io tendo a scartare tutti coloro i quali, per considerarsi miei amici, hanno bisogno di essere rassicurati dall'etichetta delle mie mutande.

tant'è

Quoto e mi identifico. Mi fai venire dubbi inquietanti: esiste forse una tribù di quelli che non appartengono a nessuna tribù? C'è una parte mia, in fondo, parecchio in fondo, che rosica per non riuscire a far parte di alcuna tribù da sempre. A 40 anni me ne sono fatto una ragione, ma le tue parole insidiano le mie rassegnate certezze. Fortuna che l'altra parte mia se ne frega totalmente di tutto, sale in bici e pedala.
In fondo, io lo so dove sto: sto con le marmotte.

M.
 

bikerciuc

Biker infernalis
. Mi fai venire dubbi inquietanti: esiste forse una tribù di quelli che non appartengono a nessuna tribù? (...)
Fortuna che l'altra parte mia se ne frega totalmente di tutto, sale in bici e pedala.

M.

sì si chiama quella degli uomini liberi...che proprio per la loro condizione possono decidere di stringersi la mano in cima a una montagna e di farsi un gotto insieme poi ridiscesi a valle...

perchè non far parte di una tribù non significa essere nemici di tutti gli uomini ma magari diffidare di quelli che invece di avere una loro opinione su tutto si accontentano dell'opinione passata d'ordinanza con il corredo...:celopiùg:
 
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Ser pecora

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Ma se io non usufruisco, dove mi piazzi? "Illuminato" mi imbarazza, anche se poterbbe tornarmi utile per le notturne... ma di sicuro non appartengo ad alcuna tribù... o almeno così mi pare. Quando mi capita di approcciarne una finiscono sempre per guardarmi tutti in modo strano...

Il punto è proprio quello: io non "piazzo" nè me nè gli altri.
E non per snobismo perchè penso di fare/essere meglio degli altri, ma anche perchè alcune realtà "altre" le conosco solo marginalmente (dirt, dh, etc..) e pertanto giudicarle in base alla sola estetica potrebbe essere fuorviante ed ingeneroso. Non tanto per la tribù, ma per gli individui che la compongono.

In mtb mi piace fare quello che potrebbe essere definito grossomodo "allmountain", mi piace la montagna e cerco di rispettarla, ma so anche che in ogni caso non sono ad "impatto zero": perchè ai piedi della salita ci arrivo in macchina, qualche sgomma sui sentieri ci scappa, etc...

Per il resto mi pare che siamo tutti d'accordo che la montagna è bella, delicata e va rispettata, etc..
Mi pare solo che i pericoli non vengano dalle etichette (sulle mutande e sulle persone), ma per l'appunto dalla gestione della montagna stessa nell'interazione tra chi promuove e chi usufruisce.
 
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kikhit

Biker incredibilis
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Occam Lt, Alma
E' lo stesso discorso che si è vissuto tanto tempo fa tra lo skialp e lo sci di discesa.
Sono due modi diversi di vivere la stessa cosa, di amrae la montagna e quello che ci sa offrire

c'è amore che è rispetto, amore che è possesso e che diventa anche violenza...questo tra gli uomini, figuriamoci tra uomini e ambiente!
 

bikerciuc

Biker infernalis
Per il resto mi pare che siamo tutti d'accordo che la montagna è bella, delicata e va rispettata, etc..
Mi pare solo che i pericoli non vengano dalle etichette (sulle mutande e sulle persone), ma per l'appunto dalla gestione della montagna stessa nell'interazione tra chi promuove e chi usufruisce.

e che poi è il nodo del mio intervento: una promozione esclusivamente finalizzata a promuovere un territorio come un pendio su cui esercitarsi (in salita o in discesa) è riduttiva, fuorviante, pericolosa e finalizzata ad attrarre chi vuole fare tale uso della montagna...
 
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Ser pecora

Diretur Heiliger Geist
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e che poi è il nodo del mio intervento: una promozione esclusivamente finalizzata a promuovere un territorio come un pendio su cui esercitarsi (in salita o in discesa) è riduttiva, fuorviante, pericolosa e finalizzata ad attrarre chi vuole fare tale uso della montagna...

Si, ho capito. Anche se lo hai detto tu prima che i problemi più invasivi sono quelli architettonici, come seconde case vuote, condomini, etc...

D'altronde nel momento stesso in cui tu vuoi "promuovere" la montagna il problema che la gente arrivi si pone.
Indipendetemente dal fatto che sia un bikepark o il giro delle cantine doc o la transalp.
 

bikerciuc

Biker infernalis
Si, ho capito. Anche se lo hai detto tu prima che i problemi più invasivi sono quelli architettonici, come seconde case vuote, condomini, etc...

D'altronde nel momento stesso in cui tu vuoi "promuovere" la montagna il problema che la gente arrivi si pone.
Indipendetemente dal fatto che sia un bikepark o il giro delle cantine doc o la transalp.

andando in giro però ho capito che a seconda di chi chiami cambia il tipo di ospite...l'identificazione del target non è fattore secondario...
perchè cento persone possono pesare niente come tantissimo dal punto di vista delle conseguenze ambientali.

Inoltre, in un Paese che si lamenta dell'aumento dei bimbi ciccioni e dell'aumento dei costi sociali dell'obesità collettiva, mi parrebbe più consono promuovere la pratica aerobica e quanto sportivamente parlando consenta di "bruciare"... mi pare ridicolo che uno arrivi in cima a una montagna grazie a una seggiovia e poi, ridisceso, per bruciare calorie si faccia un'ora di spinning sotto un tendone a campo Smith...sarò estremista neh...però mi pare un tantinello scemotta come cosa.
 

resina65

Biker grossissimus
18/5/06
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imperia
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in effetti
se fai "il gran giro delle cantine" di astemi ne verrano pochini ...

il discorso di Bikerciuc credo sia abbastanza chiaro e cioè "cerchiamo di far venire in montagna delle persone che sappiano amare la montagna e capiscano i valori e le culture di chi in montagna ci vive, ci ha vissuto, ecc..."
quindi secondo questo ragionamento i frequentatori dei bike park o gli sciatori discesisti difficilmente entreranno in quest'ordine di idee, ma viceversa ti chiederanno la musica più alta, la seconda casa, ecc. e quindi si finisce con peggiorare la situazione.
Ho sbagliato qualche cosa ???

Però, secondo me, i bike park che usano impianti di risalita già esistenti con seconde case già presenti, strade fatte, ecc. non peggiorano la situazione, ma al limite sfruttano precedenti scempi.
Certo sarebbe molto meglio se si provvedesse anche a creare percorsi che valorizzano i sentieri, con guide che spiegano, agriturismi veri, percorsi educativi per bambini, ecc...
 

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