Ecco il primo dei 25 capitoli:
Domenica 6 Novembre 2005, è di nuovo tempo di miniraduno x i lumbard, per questo appuntamento speciale il mitico biker radunensis Pixel si è sbattuto come un kaimano, il numero di topic sul web è oramai biblico per non parlare della toponomastica e del numero di radio che verranno impegnate, il capo della protezione civile di Como ha già fatto sapere che si farà volentieri da parte e lascerà a lui la poltrona del comando.
Comunque piove, governo ladro, esattamente come in primavera, qualcuno azzarda una timida previsione di neve sopra gli 800mt per non perdere il feeling con levento già vissuto qualche mese fa: quello che stavolta è invece palesemente diverso è lapproccio che i 70 ciclici che si sono presentati davanti alla stazione di Caslino palesano fin dal primo momento: pioggia o non pioggia stavolta si parte senza indugi, girano certe grinte da paura, ammazzao che determinazione!!!
Poi la partenza in fila indiana, gli scambi di battute con chi ti capita a fianco, il fiato rotto dalla prima rampa di asfalto, un maledetto sentiero viscido è il biglietto da visita che apre le danze fuoristrada, si scarliga niente male, nel gruppo qualcuno fa notare che già registriamo la defezione del Rupa, misteri elvetici
Affianco, in testa al gruppo, la band degli orobici, lo zio Cheeta è subito dietro di me, facciamo a gara a chi rimane in piedi in mezzo alla fanghiglia ma è tutto inutile, bisogna scarpinare, sullultima rampetta che porta alla strada asfaltata uno dei bergamaschi, in un impeto agonistico, si alza in piedi sui pedali e spacca la
catena, che potenza.
Ci fermiamo con già lo smagliatore in mano, pronti a dare soccorso, il mister cavalca una Epic e quando gli dico che con quelle biciclette economiche è normale che succeda qualche inconveniente, mi guarda storto, cacchio era una battuta!!!
Sistemata la questione si riparte, adesso siamo in coda al gruppo e gli orobici non ci stanno, iniziano a mulinare le gambe come pazzi e io dietro, cerco di tenere il ritmo delle loro leggere mtb con il mio cancelletto, sulla rampa + dura incontriamo un gruppetto di mattacchioni esterni al raduno che si stanno dirigendo alla Riella, chissa se ci sarà la pappa x tutti?
Con questo pensiero x la testa e il ritornello dei malefici escursionisti a piedi che mi instillano i dubbi nella mente e nello stomaco lè tutto finito, finisce a pane e salame, sarriva giusto alla Mara e poi allincontro con Capitan Pixel che ci sta aspettando con Katanal e gli altri a c.a 1 km dalla baita agognata; il prode vorrebbe fermarci x un briefing, qualche foto e per compattare il gruppo ma noi siamo quasi congelati e quindi, dopo accordi presi con il fido walkie talkie, il nostro duce ci lascia via libera.
La vista della bandiera Italiana che svetta fuori dalla baita è quasi un miraggio, mi fiondo con gli orobici allinterno in cerca di tepore, calore, amore, odore e ardore, trovo la cameriera della passata edizione che nel frattempo ha messo su un paio di kiletti nei posti giusti e che male non gli fa x nulla.
FINE PARTE UNO