[MENTION=159728]DmD[/MENTION]
Quando c'è il prefisso "Li" si tratta sempre di batterie "al
Litio" e sono tutte, chi più chi meno, in un modo o nell'altro, critiche dal punto della sicurezza. Alcune composizioni chimiche sono più suscettibili ad un determinato stress, altre ad una diversa sollecitazione, così come ogni composizione chimica ha caratteristiche specifiche in termini di resa, considerando densità di energia, capacità e qualità di scarica, costanza di erogazione, etc. Insomma parlare di batterie al litio è tanto generico quanto parlare di veicoli a motore, intendendo sia un motorino a due tempi a miscela, sia un autotreno con un 12 cilindri a gasolio.
Le Li-Po (Lithium Polymer) hanno la fama di essere più pericolose di altre formulazioni chimiche, ma questa non è realmente giustificata. Sono sì suscettibili ancher loro, in particolare a cattive condizioni di ricarica ed alla sovraccarica in genere, ma anche solo il fatto di avere una struttura "morbida" e deformabile è sufficiente a limitare la violenza di un evento esplosivo.
Le NiMh sono tutt'altra cosa e sebbene anche loro abbiano le proprie criticità, solo per il fatto di avere una densità di energia incomparabilmente inferiore alle celle al Litio sono considerabili batterie "sicure", nel senso che non possono provocare danni gravi, salvo eventi più unici che rari.
Le Li-Ion, o meglio la dicitura "Li-Ion" indica la grande famiglia delle "batterie al Litio", sono sinonimi de facto e nella pratica non ci dice nulla della composizione chimica dell'accumulatore, soprattutto del catodo che risulta il particolare più qualificante/caratterizzante per una cella al Litio.
È "Li-Ion" tanto una cella LiCoO2, economica ed instabile, tipica proprio delle realizzazioni "cinesi", quanto una pletora di diverse composizioni, ciascuna con le sue caratteristiche, ma tutte intrinsecamente più sicure delle prime.
Tra le più diffuse abbiamo LiNiCoAlO2, LiNiMnCoO2, LiMn2O4, LiFePO4 in un vago ordine di crescente sicurezza chimica.
Cosa fare? Innanzitutto informarsi ed essere il più possibile consapevoli di peculiarità e possibili conseguenze dovute all'uso di questi concentrati di energia (ci sono singole celle capaci di erogare 40 o 50 Ampère e sono tanti!) e poi, coscientemente e responsabilmente, decidere come comportarsi.
Le "cinesate" si possono usare, costano poco e sebbene valgano poco, quel poco può essere sufficiente per le nostre esigenze. Però prendiamo delle precauzioni! La ricarica non sarà mai incustodita. Se non è possibile fare altrimenti ci preoccuperemo di effettuarla in un ambiente non infiammabile, ci doteremo di una "safety bag" capace di contenere eventi esplosivi ed espulsioni di gas infiammabili, insomma tenderemo a non fidarci e a prestare attenzione.
Attenzione che non va negata neanche se utilizziamo celle e charger di qualità superiore, beninteso. Ma c'è differenza tra una deflagrazione con fiamme di una LiCoO2 ed uno sfiato di gas di una IMR..
Le alternative sono già state esposte, in precedenti interventi, ma anche negli ultimi post di queste pagine. Sono reperibili battery pack di grande qualità e affidabilità, dotati di tutti i dispositivi di sicurezza del caso, così come è possibile acquistare ed assemblare da sé le singole celle, anche sfruttando dei contenitori già esistenti con protezione incorporata.
È chiaro che il costo vivo non può essere competitivo con le proposte cinesi di bassa qualità, ma mettendo insieme prestazioni, affidabilità, sicurezza e tranquillità io trovo che la bilancia penda sempre verso queste ultime soluzioni di qualità superiore.
Ho segnalato diverse volte il sito
http://www.euroled.it/batterypack.html come riferimento italiano di assoluta affidabilità per battery pack e relativi charger, mentre per l'autoassemblaggio la questione si complica un po' dovendo attingere a diversi fornitori e soprattutto dovendo avere un minimo di conoscenze specifiche per l'esecuzione materiale.
Ripeto, si può decidere di risparmiare, si può scendere a compromessi con la potenza, la durata, l'affidabilità di illuminazione, ma non credo possa valere la pena trascurare le implicazioni in termini di sicurezza. Con qualche accortezza si possono minimizzare i rischi, ma bisogna impegnarsi un po'.