Liteville 301
Ed eccoci nuovamente in sella ad una Liteville. Mentre in occasione del Bike festival di Riva si era trattato della 901, questa volta l'oggetto del test è la sorellina minore, la 301 da 130mm di escursione posteriore. La bici in test era montata con una forcella Fox 36 Talas da 160mm., il massimo previsto in termini di escursione per questo telaio.
Ricordiamo che Liteville non vende bici complete, ma solamente il kit telaio + ammortizzatore.
La Liteville 301 al termine di una giornata sui fradici sentieri bavaresi.
Anche in questo caso ciò che balza immediatamente all'occhio è l'essenzialità delle linee ed apparente semplicità del progetto. Un esame più approfondito rivela però che in Liteville nulla è lasciato al caso, e che anche il più piccolo dettaglio è ben valutato e frutto di continui affinamenti negli anni come ben spiegato sul loro sito. Vi consigliamo caldamente di farci una visita, perchè le info di natura tecnica sono numerose e ben circostanziate.
La 301 pervenutaci sfoggia un montaggio di alto livello, che sommato alla leggerezza del telaio (2560 g dichiarati per la taglia L completa di ammo) porta ad un peso complessivo rilevato di soli 12.80 Kg
Eccellente risultato, se si considera che i 160mm di travel anteriore mettono la 301 in grado di competere, in quanto a prestazioni discesistiche, quasi ad armi pari con le enduro da 160 mm (o giù di lì) di escursione posteriore.
Fra la componentistica montata spiccano per originalità il lunghissimo reggisella in carbonio (ben 480mm!) ed il sistema attacco/piega della serie VRO, regolabile in lunghezza ed inclinazione con una semplice brugola.
Mentre i vantaggi di un attacco manubrio regolabile sono facilmente intuibili, la necessità di un tubo reggisella tanto lungo nasce in parte dalla scelta di mantenere la posizione dell'obliquo invariata per tutte le taglie. Il perchè di questa scelta è spiegato qui.
Entrambi i componenti sono prodotti da Syntace, marca "satellite" di Liteville.
L'ammortizzatore DT Swiss SSD212L
Passate esperienze con gli ammortizzatori DT Swiss non erano state delle più esaltanti, motivo per cui il 212 montato sulla Liteville 301 è stato da subito un "osservato speciale".
Inizialmente tutto sembrava filare liscio, ma tempo un paio di settimane di uso intenso ed ecco comparire uno dei problemi che ricordavamo: i primi millimetri di escursione oppongono una ridottissima resistenza elastica alla compressione. Il fenomeno è facilmente verificabile a bici ferma, quando caricando la sospensione posteriore si percepisce un netto stacco fra questa prima parte di travel ed il punto in cui l'ammortizzatore comincia ad opporre la giusta resistenza.
Da notare che le pressioni di esercizio sono relativamente basse (con 110 psi per un biker di 73 kg si rientra ampiamente entro il range di sag consigliato), e che quindi l'ammortizzatore non è particolarmente stressato da questo punto di vista.
Ve lo diciamo fuori dai denti: dovessimo acquistare una 301 sceglieremmo il Fox RP23, opzione disponibile in alternativa al DT Swiss (fra l'altro il Pro Pedal su tre posizioni e disinseribile ci pare ben più utile del blocco totale del DT Swiss).
Attenzione con le dimensioni del pneumatico posteriore!
Verificando il travel posteriore, ci siamo accorti che con l'ammortizzatore completamente a pacco il pneumatico arriva a toccare il tubo sella. Perchè ciò non accada è consigliabile non utilizzare pneumatici di altezza superiore ai 53 mm (ricordiamo ad ogni modo che nell'utilizzo pratico non siamo mai riusciti a fare un finecorsa completo).
La resistenza al finecorsa della 301 in prova si è rivelata eccellente, ma ecco cosa succede mandando completamente a pacco l'ammortizzatore. Il Fat Albert da 2.4 è una copertura piuttosto voluminosa (altezza di 60 mm ca. da nuovo, quello in foto è qualcosa meno per via dell'usura dei tasselli), ma il rischio si presenta già con altezze del pneumatico superiori ai 53 mm. Una copertura tipo il Nobby Nic da 2.25 sarebbe comunque ok, tanto per fare un esempio.
La lunghezza della strisciata (foto di destra, zona senza fango sul tubo sella) è di circa 70 mm.
Il perno passante posteriore a vite da 12 mm di diametro e l'originale forcellino. Nonostante la maggior rigidità e quindi precisione di cambiata, la staffa supplementare sporge lateralmente ed eventuali urti sono trasmessi al forcellino. In Liteville garantiscono comunque di non averne mai stortato uno!
L'originale biella di ancoraggio dell'ammortizzatore con l'indicazione del range di sag consigliato. Nonostante la posizione della biella possa far temere il contrario (notare che al comprimersi della sospensione la biella si alza oltre il livello dell'obliquo), non abbiamo mai avuto interferenze con le gambe.
Esteticamente gradevole e di ottima fattura il reggisella in carbonio di Syntace, ma troppo delicato. Nell'all mountain alzare ed abbassare la sella è la norma, e se non perfettamente pulito il P6 si riga molto facilmente.
Il bordo inferiore si stava inoltre "sfogliando", quasi certamente a causa di una strozzatura sul tubo sella che funge da fermo affinchè il tubo reggisella non scenda più del dovuto (sul telaio in taglia L del test la sella si abbassava comunque quasi totalmente).
Il VRO System in taglia M è aggiustabile in un range che va da 85 a 135 mm. Vista la tipologia di bici avremmo trovato più sensato montare la taglia S, con un range da 55 a 105 mm.
Salita scorrevole/asfalto:
Leggerezza e blocco totale dell'ammortizzatore rendono la 301 particolarmente efficace quando sotto le ruote scorre l'odiato catrame. Sullo sterrato, per quanto liscio possa essere, il blocco totale del DT Swiss (unica opzione oltre al "completamente aperto") è fastidioso.
Fortunatamente, a meno di non alzarsi sui pedali pestando come forsennati, il carro della 301 è incredibilmente stabile. Queste le testuali parole di Ser al termine del primo assaggio della 301: "...sembra che questo mezzo non conosca il bobbing....la migliore da me provata come no-bob...".
Vi sembra esagerata come affermazione? Guardate la prima parte del video, quando sblocchiamo l'ammortizzatore (leva verso destra) mentre saliamo su fondo asfaltato.
Salita tecnica:
Volendo considerare la 301 alla stregua di una enduro (angoli ed escursione anteriore lo suggerirebbero), la nostra Liteville sarebbe certamente a livelli di eccellenza assoluta, avendo un comportamento paragonabile a quello di una leggera all mountain.
Il perchè è in parte intuibile già sulla carta: peso generale e del set ruote molto contenuti, forcella abbassabile, travel posteriore contenuto ma più che sufficiente ad assorbire qualsiasi ostacolo si possa presentare in fase di salita, attacco manubrio allungabile, coperture dal buon grip e sezione generosa.
Sul campo emerge poi l'ottimo comportamento del carro, il quale assorbe a dovere senza però "incassarsi" fastidiosamente (da questo punto di vista l'escursione posteriore contenuta è d'aiuto). Il movimento centrale relativamente alto (356 mm) e l'assenza di fastidiosi fenomeni di pedal kickback completano il quadro.
Una nota finale per gli amanti dell'all mountain "epico", dato che le caratteristiche di questa 301 la rendono particolarmente appetibile per quel genere di attività: la 301 si porta bene sulle spalle, sia perchè leggera che grazie alla forma del telaio (tolto l'ammo è praticamente una front). Potrà sembrare una cosa da poco conto, ma dopo un paio d'ore di bici a spinta o sul groppone la differenza si sente.
Talvolta una caduta in salita può ferire ben più dell'orgoglio, specie se il lato è quello "sbagliato".
Da questo punto di vista il comportamento della 301 sul tecnico è stato di grande aiuto.
Discesa veloce:
Apriamo il capitolo discesa dicendo che il lavoro delle due sospensioni è ben equilibrato. Il comportamento della 36 Talas è ormai noto, piuttosto lineare su gran parte del travel con un'ottima resistenza finale a fondocorsa. Combinando opportunamente la risposta del carro (vedere i grafici Linkage) alla progressività dell'ammortizzatore ad aria, in Liteville sono riusciti ad ottenere una risposta simile anche dalla sospensione posteriore, la quale offre un'elevata resistenza al bottom-out.
Passando al discorso "discesa veloce" in senso più stretto, finchè il fondo non è particolarmente sconnesso la 301 è ben stabile. Evidentemente l'angolo sterzo relativamente disteso e la buona sensibilità della sospensione posteriore compensano l'interasse contenuto, mentre i "soli" 130 mm di escursione posteriore non costituiscono un limite.
La 301 è molto agile e divertente anche nei singletrack guidati, meglio ancora se c'è la possibilità di rilanciare sfruttando l'ottima reattività e leggerezza.
Ricordando che la stiamo valutando come bici di categoria "enduro", all'aumentare delle dimensioni delle asperità la 301 diventa invece più nervosa di molte sue concorrenti con maggior travel ed interasse più lungo, rispetto alle quali richiede una guida più attiva e permette velocità inferiori.
Agile e reattiva, la 301 è un autentico spasso sui singletrack "guidati" e nei rilanci.
A patto che il fondo non sia particolarmente sconnesso, però, dove altrimenti risulta più nervosa delle concorrenti con pari travel anteriore ma più millimetri alla ruota posteriore.
Discesa tecnica:
Se sul veloce fortemente sconnesso i limiti sono quelli menzionati, più ci si avvicina al lento/trialistico e più la 301 è a suo agio.
In questi frangenti infatti i millimetri di escursione posteriore contano sino ad un certo punto, e la 301 torna a far valere le sue doti di leggerezza e reattività.
Attenzione al settaggio della Talas sul ripido e gradonato se opterete per questa forcella, perchè la risposta lineare abbinata all'attacco manubrio non accorciabile oltre gli 85mm (chi ama questo genere di discese potrebbe desiderare anche uno o due centimetri in meno) possono portare a qualche impuntamento di troppo.
L'idraulica della 36 Talas è comunque molto efficace, per cui basterà agire debitamente sui registri di compressione per ovviare all'inconveniente.
Per quanto concerne l'attacco manubrio, chi non volesse rionunciare alle regolazioni del VRO System potrà optare per lo stesso attacco ma in taglia S, regolabile in un range compreso fra 55 e 105 mm. (misure secondo noi più consone al tipo di bici).
Su questo genere di terreno si fa solitamente apprezzare un bel bashring. Viste però le grandi doti di pedalabilità, sulla 301 ha decisamente senso anche una tripla. L'altezza del movimento centrale lievemente sopra la norma è di ulteriore aiuto nel superare indenni i gradoni più alti.
Alla 301 non abbiamo risparmiato nulla. Eccola in compagnia della Bionicon Ironwood (altra bici a breve in test) a 2500 m di quota.
Test Liteville 301 on Vimeo
Conclusioni:
Evidentemente quella di creare biciclette che tendono a sfuggire agli schemi consolidati è una sorta di filosofia esistenziale per i tecnici di Liteville.
Volendo riassumere la 301 in poche parole, diremmo infatti che in Liteville hanno felicemente abbinato l'avantreno di una bici da enduro al peso e retrotreno di una all mountain.
Ovviamente si tratta di un'estrema semplificazione, ma di fatto la 301 sale come una capra e in discesa ha poco da invidiare a molte concorrenti con maggior escursione posteriore. Dove paga qualcosa rispetto a queste ultime è sullo sconnesso veloce, mentre nelle situazioni dove è richiesta agilità e reattività ne metterà dietro più d'una.
Non ci hanno convinto il delicato reggisella in carbonio, l'affidabilità dell'ammortizzatore DT Swiss ed il fatto che pneumatici posteriori di grosse dimensioni possano arrivare a toccare il tubo sella in caso di finercorsa (per quanto la possibilità di un finecorsa completo ci sia parsa remota).
La Liteville 301 in pillole:
La 301 non è venduta come bici completa ed accetta forcelle di escursione compresa fra 100 e 160 mm. Ciò significa che il montaggio della bici in test è solamente uno dei tanti possibili.
_Costo: 1840 Euro telaio completo di ammortizzatore. Qui trovate le interessanti condizioni di garanzia offette da Liteville.
_Taglie disponibili e pesi dichiarati:
_ Geometrie (notare la seconda tabella, con l'indicazione degli offset da inserire in base all'altezza della forcella)
_Peso bici completa (senza pedali): 12.80 kg (taglia L)
_Escursione posteriore dichiarata: 130 mm
_Escursione posteriore rilevata: 130 mm
_Ammortizzatore: DT Swiss SSD212L (in alternativa Fox RP23 "tuned" per Liteville)
_Forcella: Fox, Talas 36 RC2
_Ruote: DT Swiss EX1750
_Pneumatici: Schwalbe, Fat Albert ant e post (NO tubeless)
_Sella:Selle Italia, SLR T1
_Tubo sella: Syntace P6 in carbonio
_Freni: Formula, The One (dischi da 200mm front e 185mm rear)
_Manubrio: Syntace (lunghezza 685 mm)
_Attacco manubrio: Syntace VRO
_Manopole: Syntace Moto
_Serie sterzo: Syntace
_Comandi cambio: XT
_Cambio: Shimano, XT
_Deragliatore: Shimano, XT
_Guarnitura: Shimano, XTR
_Attacco portaborraccia: presente
_Forcellino sostituibile
Problemi riscontrati durante il test:
_Lo snodo della bielletta sul tubo obliquo emette un fastidioso cigolio se non lubrificato con una certa regolarità. Con una spruzzata di spray al Teflon la cosa si risolve.
_L'ammortizzatore ha perso fluidità: nei primi millimetri di corsa oppone scarsa resistenza elastica, dopodichè funziona regolarmente.
_Il reggisella Syntace P6 in carbonio si è inesorabilmente rigato in seguito ai numerosi (ma ne sono bastati pochi) su e giù. Il bordo inferiore si sta inoltre sfogliando, probabilmente a causa della strozzatura sul tubo sella che funge da finecorsa.
_I freni Formula The One hanno perso parte della loro efficacia dopo un po' di tempo. La situazione migliora una volta che vanno in temperatura.
Aggiornamento 23-08-09:
_Dopo circa un mese e mezzo di utilizzo il sistema di riduzione della corsa della forcella Fox 36 Talas ha smesso di funzionare. Alla massima escursione la forcella funziona ancora perfettamente, però non è più possibile abbassarla.
_A distanza ormai di qualche settimana le condizioni del DT Swiss sono "stazionarie", nel senso che non ha avuto ulteriori problemi e quello riscontrato non è peggiorato di entità.
La cosa ci ha in un certo senso sorpresi positivamente, perchè con altri DT Swiss provati in passato quel tipo di problema era il preludio a guai peggiori.
_I freni Formula confermano una certa delicatezza già riscontrata su altri modelli della stessa casa. L'anteriore necessita sicuramente di uno spurgo, infatti la leva va quasi totalmente a vuoto alla prima pompata salvo ridurre notevolmente la corsa alle pompate successive.
Dalla pratica alla teoria, ovvero la Liteville 301 analizzata da Ser con il software Linkage
Il grafico della forza in funzione dell'affondamento del carro posteriore (assumendo sistema ammortizzante a molla) mostra la sua regressività fino a valori appena sopra al sag. Oltre tal valore la rispota è leggermente progressiva:
come viene anche mostrato dal grafico di compressione:
In azione, su salite tecniche, la 301 si è rivelata molto efficiente e il pedal kickback non è stato avvertito (o almeno in modo fastidioso). I grafici non traducono le sensazioni:
A titolo di paragone, hanno circa valori doppi rispetto a quelli ottenuti sul telaio della Uncle Jimbo (Rose).
La percezione di nessun calcio dal parte dei pedali su ostacoli è dovuto sicuramente al valore di Δs. Esso è per tutta l'escursione minore di zero. Significa che la ruota si sposta all'indietro quando va ad impattare sull'ostacolo. Effetto: spostamento verticale del centro di massa bici+ciclista molto smorzato. Si ha quindi un ondeggiamento contenuto che permette al biker di spingere sui pedali in modo continuativo.
Forze sul carro posteriore, pedal kickback e antisquat sono i parametri da analizzare per far considerazioni sul bobbing (in modo molto semplicistico per mia ignoanza, scusate). I primi due li abbiamo appena visti. L'antisquat, con forcella abbassata (100mm) e in sag, ha valori che vanno da -19% (quindi prosquat a escursione posteriore pari a 0 mm) al 13% (escursione posteriore di 130 mm).
In linea torica, nella progettazioni di motociclette, squat del carro posteriore con valori negativi è il peggior caso in assoluto in termine di trazione e di ondeggiamento indotto dalle accelerazioni.
Questo perchè il prosquat non solo comprime l'ammortizzatore (come antisquat a valori positivi sotto il 100%) ma difficilmente riesce ad essere compensato dal tiro catena. Ho premesso "in progetti con mezzi a due ruote con motore" (non la debole spinta delle gambe) perchè in questi le accelerazioni sono sostanziali e un prosquat è evidentemente un effetto non voluto.
Sembrerebbe che gli ingegnieri Liteville abbiano lasciato l'accovacciamento in mano al trasferimento di carico bici+ciclista (nel senso opposto al senso di marcia; questo perchè lo squat ha valori che si aggirano intorno allo zero) e al pedal kickback (nel senso di marcia; per il tiro catena che apre la sospensione). Sembra proprio che il tutto funzioni e provando il mezzo direi molto bene.
Si ringrazia www.mottolino.com per la collaborazione
Ed eccoci nuovamente in sella ad una Liteville. Mentre in occasione del Bike festival di Riva si era trattato della 901, questa volta l'oggetto del test è la sorellina minore, la 301 da 130mm di escursione posteriore. La bici in test era montata con una forcella Fox 36 Talas da 160mm., il massimo previsto in termini di escursione per questo telaio.
Ricordiamo che Liteville non vende bici complete, ma solamente il kit telaio + ammortizzatore.
La Liteville 301 al termine di una giornata sui fradici sentieri bavaresi.
Anche in questo caso ciò che balza immediatamente all'occhio è l'essenzialità delle linee ed apparente semplicità del progetto. Un esame più approfondito rivela però che in Liteville nulla è lasciato al caso, e che anche il più piccolo dettaglio è ben valutato e frutto di continui affinamenti negli anni come ben spiegato sul loro sito. Vi consigliamo caldamente di farci una visita, perchè le info di natura tecnica sono numerose e ben circostanziate.
La 301 pervenutaci sfoggia un montaggio di alto livello, che sommato alla leggerezza del telaio (2560 g dichiarati per la taglia L completa di ammo) porta ad un peso complessivo rilevato di soli 12.80 Kg
Eccellente risultato, se si considera che i 160mm di travel anteriore mettono la 301 in grado di competere, in quanto a prestazioni discesistiche, quasi ad armi pari con le enduro da 160 mm (o giù di lì) di escursione posteriore.
Fra la componentistica montata spiccano per originalità il lunghissimo reggisella in carbonio (ben 480mm!) ed il sistema attacco/piega della serie VRO, regolabile in lunghezza ed inclinazione con una semplice brugola.
Mentre i vantaggi di un attacco manubrio regolabile sono facilmente intuibili, la necessità di un tubo reggisella tanto lungo nasce in parte dalla scelta di mantenere la posizione dell'obliquo invariata per tutte le taglie. Il perchè di questa scelta è spiegato qui.
Entrambi i componenti sono prodotti da Syntace, marca "satellite" di Liteville.
L'ammortizzatore DT Swiss SSD212L
Passate esperienze con gli ammortizzatori DT Swiss non erano state delle più esaltanti, motivo per cui il 212 montato sulla Liteville 301 è stato da subito un "osservato speciale".
Inizialmente tutto sembrava filare liscio, ma tempo un paio di settimane di uso intenso ed ecco comparire uno dei problemi che ricordavamo: i primi millimetri di escursione oppongono una ridottissima resistenza elastica alla compressione. Il fenomeno è facilmente verificabile a bici ferma, quando caricando la sospensione posteriore si percepisce un netto stacco fra questa prima parte di travel ed il punto in cui l'ammortizzatore comincia ad opporre la giusta resistenza.
Da notare che le pressioni di esercizio sono relativamente basse (con 110 psi per un biker di 73 kg si rientra ampiamente entro il range di sag consigliato), e che quindi l'ammortizzatore non è particolarmente stressato da questo punto di vista.
Ve lo diciamo fuori dai denti: dovessimo acquistare una 301 sceglieremmo il Fox RP23, opzione disponibile in alternativa al DT Swiss (fra l'altro il Pro Pedal su tre posizioni e disinseribile ci pare ben più utile del blocco totale del DT Swiss).
Attenzione con le dimensioni del pneumatico posteriore!
Verificando il travel posteriore, ci siamo accorti che con l'ammortizzatore completamente a pacco il pneumatico arriva a toccare il tubo sella. Perchè ciò non accada è consigliabile non utilizzare pneumatici di altezza superiore ai 53 mm (ricordiamo ad ogni modo che nell'utilizzo pratico non siamo mai riusciti a fare un finecorsa completo).
La resistenza al finecorsa della 301 in prova si è rivelata eccellente, ma ecco cosa succede mandando completamente a pacco l'ammortizzatore. Il Fat Albert da 2.4 è una copertura piuttosto voluminosa (altezza di 60 mm ca. da nuovo, quello in foto è qualcosa meno per via dell'usura dei tasselli), ma il rischio si presenta già con altezze del pneumatico superiori ai 53 mm. Una copertura tipo il Nobby Nic da 2.25 sarebbe comunque ok, tanto per fare un esempio.
La lunghezza della strisciata (foto di destra, zona senza fango sul tubo sella) è di circa 70 mm.
Il perno passante posteriore a vite da 12 mm di diametro e l'originale forcellino. Nonostante la maggior rigidità e quindi precisione di cambiata, la staffa supplementare sporge lateralmente ed eventuali urti sono trasmessi al forcellino. In Liteville garantiscono comunque di non averne mai stortato uno!
L'originale biella di ancoraggio dell'ammortizzatore con l'indicazione del range di sag consigliato. Nonostante la posizione della biella possa far temere il contrario (notare che al comprimersi della sospensione la biella si alza oltre il livello dell'obliquo), non abbiamo mai avuto interferenze con le gambe.
Esteticamente gradevole e di ottima fattura il reggisella in carbonio di Syntace, ma troppo delicato. Nell'all mountain alzare ed abbassare la sella è la norma, e se non perfettamente pulito il P6 si riga molto facilmente.
Il bordo inferiore si stava inoltre "sfogliando", quasi certamente a causa di una strozzatura sul tubo sella che funge da fermo affinchè il tubo reggisella non scenda più del dovuto (sul telaio in taglia L del test la sella si abbassava comunque quasi totalmente).
Il VRO System in taglia M è aggiustabile in un range che va da 85 a 135 mm. Vista la tipologia di bici avremmo trovato più sensato montare la taglia S, con un range da 55 a 105 mm.
Salita scorrevole/asfalto:
Leggerezza e blocco totale dell'ammortizzatore rendono la 301 particolarmente efficace quando sotto le ruote scorre l'odiato catrame. Sullo sterrato, per quanto liscio possa essere, il blocco totale del DT Swiss (unica opzione oltre al "completamente aperto") è fastidioso.
Fortunatamente, a meno di non alzarsi sui pedali pestando come forsennati, il carro della 301 è incredibilmente stabile. Queste le testuali parole di Ser al termine del primo assaggio della 301: "...sembra che questo mezzo non conosca il bobbing....la migliore da me provata come no-bob...".
Vi sembra esagerata come affermazione? Guardate la prima parte del video, quando sblocchiamo l'ammortizzatore (leva verso destra) mentre saliamo su fondo asfaltato.
Salita tecnica:
Volendo considerare la 301 alla stregua di una enduro (angoli ed escursione anteriore lo suggerirebbero), la nostra Liteville sarebbe certamente a livelli di eccellenza assoluta, avendo un comportamento paragonabile a quello di una leggera all mountain.
Il perchè è in parte intuibile già sulla carta: peso generale e del set ruote molto contenuti, forcella abbassabile, travel posteriore contenuto ma più che sufficiente ad assorbire qualsiasi ostacolo si possa presentare in fase di salita, attacco manubrio allungabile, coperture dal buon grip e sezione generosa.
Sul campo emerge poi l'ottimo comportamento del carro, il quale assorbe a dovere senza però "incassarsi" fastidiosamente (da questo punto di vista l'escursione posteriore contenuta è d'aiuto). Il movimento centrale relativamente alto (356 mm) e l'assenza di fastidiosi fenomeni di pedal kickback completano il quadro.
Una nota finale per gli amanti dell'all mountain "epico", dato che le caratteristiche di questa 301 la rendono particolarmente appetibile per quel genere di attività: la 301 si porta bene sulle spalle, sia perchè leggera che grazie alla forma del telaio (tolto l'ammo è praticamente una front). Potrà sembrare una cosa da poco conto, ma dopo un paio d'ore di bici a spinta o sul groppone la differenza si sente.
Talvolta una caduta in salita può ferire ben più dell'orgoglio, specie se il lato è quello "sbagliato".
Da questo punto di vista il comportamento della 301 sul tecnico è stato di grande aiuto.
Discesa veloce:
Apriamo il capitolo discesa dicendo che il lavoro delle due sospensioni è ben equilibrato. Il comportamento della 36 Talas è ormai noto, piuttosto lineare su gran parte del travel con un'ottima resistenza finale a fondocorsa. Combinando opportunamente la risposta del carro (vedere i grafici Linkage) alla progressività dell'ammortizzatore ad aria, in Liteville sono riusciti ad ottenere una risposta simile anche dalla sospensione posteriore, la quale offre un'elevata resistenza al bottom-out.
Passando al discorso "discesa veloce" in senso più stretto, finchè il fondo non è particolarmente sconnesso la 301 è ben stabile. Evidentemente l'angolo sterzo relativamente disteso e la buona sensibilità della sospensione posteriore compensano l'interasse contenuto, mentre i "soli" 130 mm di escursione posteriore non costituiscono un limite.
La 301 è molto agile e divertente anche nei singletrack guidati, meglio ancora se c'è la possibilità di rilanciare sfruttando l'ottima reattività e leggerezza.
Ricordando che la stiamo valutando come bici di categoria "enduro", all'aumentare delle dimensioni delle asperità la 301 diventa invece più nervosa di molte sue concorrenti con maggior travel ed interasse più lungo, rispetto alle quali richiede una guida più attiva e permette velocità inferiori.
Agile e reattiva, la 301 è un autentico spasso sui singletrack "guidati" e nei rilanci.
A patto che il fondo non sia particolarmente sconnesso, però, dove altrimenti risulta più nervosa delle concorrenti con pari travel anteriore ma più millimetri alla ruota posteriore.
Discesa tecnica:
Se sul veloce fortemente sconnesso i limiti sono quelli menzionati, più ci si avvicina al lento/trialistico e più la 301 è a suo agio.
In questi frangenti infatti i millimetri di escursione posteriore contano sino ad un certo punto, e la 301 torna a far valere le sue doti di leggerezza e reattività.
Attenzione al settaggio della Talas sul ripido e gradonato se opterete per questa forcella, perchè la risposta lineare abbinata all'attacco manubrio non accorciabile oltre gli 85mm (chi ama questo genere di discese potrebbe desiderare anche uno o due centimetri in meno) possono portare a qualche impuntamento di troppo.
L'idraulica della 36 Talas è comunque molto efficace, per cui basterà agire debitamente sui registri di compressione per ovviare all'inconveniente.
Per quanto concerne l'attacco manubrio, chi non volesse rionunciare alle regolazioni del VRO System potrà optare per lo stesso attacco ma in taglia S, regolabile in un range compreso fra 55 e 105 mm. (misure secondo noi più consone al tipo di bici).
Su questo genere di terreno si fa solitamente apprezzare un bel bashring. Viste però le grandi doti di pedalabilità, sulla 301 ha decisamente senso anche una tripla. L'altezza del movimento centrale lievemente sopra la norma è di ulteriore aiuto nel superare indenni i gradoni più alti.
Alla 301 non abbiamo risparmiato nulla. Eccola in compagnia della Bionicon Ironwood (altra bici a breve in test) a 2500 m di quota.
Test Liteville 301 on Vimeo
Conclusioni:
Evidentemente quella di creare biciclette che tendono a sfuggire agli schemi consolidati è una sorta di filosofia esistenziale per i tecnici di Liteville.
Volendo riassumere la 301 in poche parole, diremmo infatti che in Liteville hanno felicemente abbinato l'avantreno di una bici da enduro al peso e retrotreno di una all mountain.
Ovviamente si tratta di un'estrema semplificazione, ma di fatto la 301 sale come una capra e in discesa ha poco da invidiare a molte concorrenti con maggior escursione posteriore. Dove paga qualcosa rispetto a queste ultime è sullo sconnesso veloce, mentre nelle situazioni dove è richiesta agilità e reattività ne metterà dietro più d'una.
Non ci hanno convinto il delicato reggisella in carbonio, l'affidabilità dell'ammortizzatore DT Swiss ed il fatto che pneumatici posteriori di grosse dimensioni possano arrivare a toccare il tubo sella in caso di finercorsa (per quanto la possibilità di un finecorsa completo ci sia parsa remota).
La Liteville 301 in pillole:
La 301 non è venduta come bici completa ed accetta forcelle di escursione compresa fra 100 e 160 mm. Ciò significa che il montaggio della bici in test è solamente uno dei tanti possibili.
_Costo: 1840 Euro telaio completo di ammortizzatore. Qui trovate le interessanti condizioni di garanzia offette da Liteville.
_Taglie disponibili e pesi dichiarati:
_ Geometrie (notare la seconda tabella, con l'indicazione degli offset da inserire in base all'altezza della forcella)
_Peso bici completa (senza pedali): 12.80 kg (taglia L)
_Escursione posteriore dichiarata: 130 mm
_Escursione posteriore rilevata: 130 mm
_Ammortizzatore: DT Swiss SSD212L (in alternativa Fox RP23 "tuned" per Liteville)
_Forcella: Fox, Talas 36 RC2
_Ruote: DT Swiss EX1750
_Pneumatici: Schwalbe, Fat Albert ant e post (NO tubeless)
_Sella:Selle Italia, SLR T1
_Tubo sella: Syntace P6 in carbonio
_Freni: Formula, The One (dischi da 200mm front e 185mm rear)
_Manubrio: Syntace (lunghezza 685 mm)
_Attacco manubrio: Syntace VRO
_Manopole: Syntace Moto
_Serie sterzo: Syntace
_Comandi cambio: XT
_Cambio: Shimano, XT
_Deragliatore: Shimano, XT
_Guarnitura: Shimano, XTR
_Attacco portaborraccia: presente
_Forcellino sostituibile
Problemi riscontrati durante il test:
_Lo snodo della bielletta sul tubo obliquo emette un fastidioso cigolio se non lubrificato con una certa regolarità. Con una spruzzata di spray al Teflon la cosa si risolve.
_L'ammortizzatore ha perso fluidità: nei primi millimetri di corsa oppone scarsa resistenza elastica, dopodichè funziona regolarmente.
_Il reggisella Syntace P6 in carbonio si è inesorabilmente rigato in seguito ai numerosi (ma ne sono bastati pochi) su e giù. Il bordo inferiore si sta inoltre sfogliando, probabilmente a causa della strozzatura sul tubo sella che funge da finecorsa.
_I freni Formula The One hanno perso parte della loro efficacia dopo un po' di tempo. La situazione migliora una volta che vanno in temperatura.
Aggiornamento 23-08-09:
_Dopo circa un mese e mezzo di utilizzo il sistema di riduzione della corsa della forcella Fox 36 Talas ha smesso di funzionare. Alla massima escursione la forcella funziona ancora perfettamente, però non è più possibile abbassarla.
_A distanza ormai di qualche settimana le condizioni del DT Swiss sono "stazionarie", nel senso che non ha avuto ulteriori problemi e quello riscontrato non è peggiorato di entità.
La cosa ci ha in un certo senso sorpresi positivamente, perchè con altri DT Swiss provati in passato quel tipo di problema era il preludio a guai peggiori.
_I freni Formula confermano una certa delicatezza già riscontrata su altri modelli della stessa casa. L'anteriore necessita sicuramente di uno spurgo, infatti la leva va quasi totalmente a vuoto alla prima pompata salvo ridurre notevolmente la corsa alle pompate successive.
Dalla pratica alla teoria, ovvero la Liteville 301 analizzata da Ser con il software Linkage
Il grafico della forza in funzione dell'affondamento del carro posteriore (assumendo sistema ammortizzante a molla) mostra la sua regressività fino a valori appena sopra al sag. Oltre tal valore la rispota è leggermente progressiva:
come viene anche mostrato dal grafico di compressione:
In azione, su salite tecniche, la 301 si è rivelata molto efficiente e il pedal kickback non è stato avvertito (o almeno in modo fastidioso). I grafici non traducono le sensazioni:
A titolo di paragone, hanno circa valori doppi rispetto a quelli ottenuti sul telaio della Uncle Jimbo (Rose).
La percezione di nessun calcio dal parte dei pedali su ostacoli è dovuto sicuramente al valore di Δs. Esso è per tutta l'escursione minore di zero. Significa che la ruota si sposta all'indietro quando va ad impattare sull'ostacolo. Effetto: spostamento verticale del centro di massa bici+ciclista molto smorzato. Si ha quindi un ondeggiamento contenuto che permette al biker di spingere sui pedali in modo continuativo.
Forze sul carro posteriore, pedal kickback e antisquat sono i parametri da analizzare per far considerazioni sul bobbing (in modo molto semplicistico per mia ignoanza, scusate). I primi due li abbiamo appena visti. L'antisquat, con forcella abbassata (100mm) e in sag, ha valori che vanno da -19% (quindi prosquat a escursione posteriore pari a 0 mm) al 13% (escursione posteriore di 130 mm).
In linea torica, nella progettazioni di motociclette, squat del carro posteriore con valori negativi è il peggior caso in assoluto in termine di trazione e di ondeggiamento indotto dalle accelerazioni.
Questo perchè il prosquat non solo comprime l'ammortizzatore (come antisquat a valori positivi sotto il 100%) ma difficilmente riesce ad essere compensato dal tiro catena. Ho premesso "in progetti con mezzi a due ruote con motore" (non la debole spinta delle gambe) perchè in questi le accelerazioni sono sostanziali e un prosquat è evidentemente un effetto non voluto.
Sembrerebbe che gli ingegnieri Liteville abbiano lasciato l'accovacciamento in mano al trasferimento di carico bici+ciclista (nel senso opposto al senso di marcia; questo perchè lo squat ha valori che si aggirano intorno allo zero) e al pedal kickback (nel senso di marcia; per il tiro catena che apre la sospensione). Sembra proprio che il tutto funzioni e provando il mezzo direi molto bene.
Si ringrazia www.mottolino.com per la collaborazione