Credo dipenda dall'amministrazione regionale. Come detto non so di preciso come funziona. Ma sentivo da tempo di questa cosa, anche prima dei due alluvioni. Credo sia per la salvaguardia della biodiversità ed erroneamente per mantenere gli argini (le radici trattengono la terra, ma va fatta comunque manutenzione per non far proliferare la vegetazione in modo incontrollato, andando ad invadere il letto del fiume). Poi di sicuro c'entra anche il fatto che la gente si è allontanata dal vivere consapevolmente in simbiosi col fiume. Una volta gli appezzamenti di terreni avevano singoli proprietari, ed ognuno avevano interesse nel gestire fiumi e fossi confinanti, proprio per evitare disastri sui propri terreni. Adesso gran parte dei terreni appartengono a grandi proprietari terrieri che mirano semplicemente ad ottimizzare la produzione, col risultato che fossi e fiumi vengono lasciati a se stessi, non vengono fatti correttamente i canali di scolo delle acque, e non lasciando il giusto spazio da strade e fossi, che praticamente costeggiano le varie colture. Non esiste più una vera "società" agricola.
Questo per dire che il più delle volte non c'è bisogno di tirare dentro le questioni climatiche, ma più che altro di gestione del territorio.