Meno soldi, ma non sono solo i "meno soldi" che hanno reso il mercato italiano impermeabile ai messaggi dei brand innovativi. È che siamo proprio vecchi dentro, come popolo. Inelastici alle leve di marketing che in altri paesi spopolano. Poco digitali. Ultratradizionalisti. Quando noi andavamo ancora in giro con le maglie con i loghi dei cementifici e con gli scorpioni rossi fatti in clipart, Rapha pushava le maglie tecniche in merino che 15 anni fa erano fantascienza.
Ovviamente fuori dall'Italia, dove si fanno i numeri, Rapha ha davvero rivoluzionato il modo di intendere l'abbigliamento tecnico per pedalare. L'articolo è spot on (un po' ripreso dai post di alcuni opinion leader esteri, ma ci sta, compito dei 2 MAG è anche quello di tradurre e rendere masticabile quello che succede "là fuori" per il pubblico locale). A me fa solo ridere che la gente faccia finta di non conoscere Rapha, che è old news da almeno 5 anni, mentre persino i marchi che l'hanno sostituita (MAAP e PNS in primis) hanno avuto un intero iter di nascita, crescita e maturità senza che nessuno in Italia se ne accorgesse nemmeno.
forse è così perchè tanti in bici si concentrano su luoghi da visitare, trail da fare, passaggi ostici da superare, allenamento, trasferte, escursioni di più giorni, gare, eventi ecc... ecc...
io parlo per me ma forse parlo a nome di tanti altri "MACHICAVOLOSENEFREGA di come ci si veste in bici!!!"
voi veramente state a guardare quello che vi mettete indosso e quello che mettono gli altri?!?! andate in bici o a una sfilata di moda?!?!
anzi io vi dirò di più, se mi passa uno con tuta anni 90, bici vecchia e sporca, e va forte (in salita o in discesa, e mi è capitato) io lo ammiro ancora di più, alla faccia di Rapha, castelli,
assos, kashima, e gomme radiali