La discussione sul Lagorai sta facendo
ruggine..., vediamo se inserendo un report "corposo" si riesce a fermarla.
1^ TAPPA: DA RIFUGIO REFAVAIE A MALGA SADOLE
E questi chi sono?
Sono [MENTION=79925]Scrat59[/MENTION], [MENTION=94795]SID65[/MENTION], [MENTION=72512]Manny[/MENTION], [MENTION=95929]VigBuck[/MENTION] ed [MENTION=207065]ossario[/MENTION] che, a pancia piena, si godono il sole nei prati di Malga Valmaggiore, contenti per la discesa dall'omonima forcella appena conclusa e, soprattutto, contenti per la merenda.
In discesa dalla F.lla Valmaggiore?
Non s'è mai visto nessuno scendere in bici da lì ci dice un local, senza sapere che eravamo partiti dal Rif. Refavaie...
Allora torniamo indietro di qualche ora. E' il 9 settembre e siamo alla partenza del giro presso l'accogliente Rif. Refavaie, 6 km oltre Caoria, dove ci gustiamo il caffè di rito ed alle 8,15 puntuali come una bolletta, siamo in sella.
I quattro amici che mi accompagnano sono i soli che, da incoscienti, hanno accettato l'invito a trascorrere due giorni in bici sul Lagorai tra Vanoi e Val di Fiemme, su sentieri anche inediti.
La salita dal Rif. Refavaie è tutta su comoda forestale, sempre pedalabile ed immersa nel bosco ma, appena questo si apre, il paesaggio è tra i più belli che il Lagorai può offrire. Arrivando in prossimità di M.ga Fossernica di Dentro (m 1.770) il panorama è a 360°, nonostante la quota non particolarmente elevata.
Alle spalle dei bikers F.lla Coldosè e Coltorondo, spartiacque fra Vanoi e Val di Fiemme
Di fronte invece Cima d'Asta, la più alta della zona, che domina dall'alto dei suoi 2.847 m
Sullo sfondo il profilo del Frate, del M. Formentone e l'imponente piramide del Cauriol, famoso soprattutto per gli aspri combattimenti della Grande Guerra: i bombardamenti abbassarono la quota della cima di ben 5 metri!
Dopo M.ga Fossernica di Dentro, alpeggio e punto di ristoro, percorriamo la lunga strada forestale che a saliscendi conduce a M.ga Fossernica di Fuori, di poco più alta (m 1.804).
In pochi chilometri il panorama cambia completamente, ci si avvicina alla parte più occidentale del Gruppo e, forse, più incontaminata.
Poco prima dell'alpeggio la strada è dominata dall'inconfondibile Campanile di Cece, guglia rocciosa che non ha eguali in tutto il Gruppo e dall'imponente mole di Cima Cece m 2.754, la più alta del Lagorai
Ogni volta che passo qui mi sembra di tornare indietro nel tempo...
Arrivati alla malga termina il tratto stradale e si comincia a fare sul serio.
Da qui in poi, nei miei explo, di bici non ne ho mai incontrate ma è un tratto che merita di essere provato pur non avendo notizie di passaggi in MTB fino a Valmaggiore.
Davanti a noi ci sono ora 9 chilometri di sentiero, la distanza che separa le due malghe; a piedi percorsa più volte, in bici fatta solo parzialmente.
Imbocchiamo il sentiero 388 che porta a F.lla Paradisi, abbastanza pedalabile nella prima parte se affrontato di petto come questi due bikers
ma che nella seconda, avvicinandosi a F.lla Paradisi, presenta forti pendenze che richiederebbero uno sforzo eccessivo per un giro a tappe, quindi spingiamo volentieri.
Sullo sfondo l'alpeggio di M.ga Fossernica di Fuori
La salita fino a F.lla Paradisi (m 2.047) era già stata provata tempo fa con SID65 e VigBuck, ma in quell'occasione avevamo esplorato verso Est arrivando a M.ga Miesnota.
Stavolta invece puntiamo il manubrio decisamente a Nord ed in pochi minuti entriamo in un'altra dimensione, con Cima Cece sempre più vicina mentre un esile sentierino, nonostante alcune asperità, si lascia pedalare
Alle nostre spalle i colli che oltre F.lla Paradisi salgono fino alla sommità di Cima dei Paradisi a m 2.206
Mentre davanti a noi il solito panorama, che noia...
Oltre a noi non c'è nessuno, qui difficilmente si incontrano camminatori.
La distanza da strade aperte al traffico inizia a diventare importante ed allora la MTB può fare la differenza
In vista di F.lla Valmaggiore, punto obbligato per scendere in Val di Fiemme, il terreno di gioco pur restando ciclabile s'inasprisce
Fino a quando però, oltre i Laghetti di Coltorondo, il portage diventa
finalmente obbligatorio.
Gli amici cominciavano a chiedersi quando sarebbe arrivato questo momento, che fa sempre parte del gioco...
Dopo il tratto a spinta arriviamo, pedalando, a F.lla Valmaggiore con l'ottimo bivacco "Paolo e Nicola" (m 2.180), comodissimo per la pausa-pranzo
L'autoscatto qui è d'obbligo, ci passo da una vita ma è la prima volta in bici e questo vale anche per i compagni d'avventura, i quali sorridono sperando che la discesa davanti a noi sia all'altezza delle aspettative e, soprattutto, delle promesse
infatti i quasi 600 m di dislivello tra noi e M.ga Valmaggiore sono inediti ma, negli ultimi giri a piedi, sempre più vedevo la possibilità di scendere in bici e lasciare l'impronta delle
ruote grasse invece dei soliti Vibram.
Ed allora col motto
Niente rischio niente gloria! citando un famoso libro, partiamo incuranti degli sguardi perplessi delle mucche ed affrontiamo la prima parte, rocciosa ma divertente
Sentiero chiuso per smottamento?
No seguitemi, c'è il tornante!
Lo
pseudo gruppo procede compatto in posa da "foto del giorno" mentre in lontananza, oltre il laghetto, intravede i prati della malga
Si continua a scendere con una serie di tornanti che richiedono una certa tecnica.
SID65 non si tira di certo indietro, casomai... di lato!
L'ambiente di questa valle è spettacolare, dietro ai bikers i contrafforti del Campanile di Cece, adesso dal versante opposto rispetto alla mattina
Qui si vede la prima parte della discesa dove passa il sent. 335, tecnico ma anche divertente, che permette di stare quasi sempre in sella.
I bikers sembrano immersi in un mare di pietre, dietro a loro in alto a sinistra, la forcella con il bivacco
Qui la lotta si fa dura ma SID65, pur arrivando con la giusta grinta, si deve arrendere:
...probabilmente con le 650b o una geometria più moderna si poteva fare!
Il passaggio sul ponte levatoio in fondo alla valle decreta la
fine delle ostilità.
Inizia ora l'
intervallo di cui alla primissima foto del report
L'ottimo ristoro di M.ga Valmaggiore (e le sue torte) sono tappa obbligata
ma lo è anche l'ex Cimitero di Guerra, un chilometro più a valle, a pochi metri dalla strada.
Dalla F.lla Valmaggiore siamo scesi divertendoci per 4 km, ma qui ci fermiamo per ricordare che lassù è stato anche fronte di guerra durante il primo conflitto mondiale
poi con una serie di strade ed incroci ci portiamo verso la Val di Sadole stando sempre alti sopra Predazzo, salendo infine ai 1.733 m di M.ga Canzenagol, ameno angolo appartato di Lagorai dove si trova acqua e, volendo, un locale sempre aperto
Non era indispensabile salire fin qui ma ci saremmo persi la discesa per un sentierino a molti sconosciuto, stretto e ripido come piace a noi, che parte poco prima di M.ga Canzenagol ed arriva sulla sottostante strada in Val di Sadole, un chilometro a valle della malga.
In partenza si spinge per un breve tratto in salita ma poi, sempre in sella, si scende di 250 m di dislivello sul ripido versante destro della valle, in vista di M.ga Sadole, meta finale della lunga giornata
e questa è la degna conclusione della serata
Ringraziamo Fabio il gestore di M.ga Sadole per l'ospitalità, gentilissimo a sistemarci e rifocillarci come si deve dopo tanta fatica. Cucina ottima e tanta cortesia, posto consigliato!
Qui termina la prima tappa del giro, con soddisfazioni che sono andate ben oltre le aspettative. Anche l'acquazzone pomeridiano ci ha graziato, per pochissimi minuti, nella discesa da M.ga Canzenagol. Cosa volere di più?
Qualche dato per gli amanti della statistica.
Abbiamo sudato per 35 km e 1850 m di dislivello, sempre su fondo sterrato tranne che per un tratto asfaltato in Valmaggiore, con portage nelle salite alle forcelle Paradisi, Valmaggiore ed un breve tratto dopo M.ga Canzenagol.
Il percorso visto in prospettiva da Ovest verso Est
ed in mappa
Prima tappa archiviata ma per la seconda ci sono grosse incognite...