Più che viste, posso dire "io c'ero... quasi". :-P
In realtà ne ho vista una con una notturna luminosità quasi diurna, ma con le stelle fisse. Quindi con tempi lunghi, ma non troppo, sennò le stelle avrebbero fatto una scia. Questo mi ha fatto pensare che gli iso fossero alti, da qui la riflessione sul sensore "niente compressione, niente rumore".
Tornando alle due foto di Yura, devo dire che le orme della lepre mi piacciono, soprattutto per lo scintillio e la fuga prospettica accentuata dalla sfocatura.
La seconda coi larici invece, se possibile, avrei fatto risaltare di più il larice a fuoco, rispetto agli altri, in quanto la sfocatura è bassa e col primo colpo d'occhio sembrano tutti sfuocati. L'occhio non è in attratto dal "prescelto" tra pari. Mancando un una rilevanza cromatica, dal mio punto di vista serve una caratterizzazione più marcata del soggetto, perché così non è né carne né pesce, cioè non è un ritaglio di una texture a fuoco, né un ritratto deciso di un albero.
Fosse stata una mia foto, l'avrei fatta in bianco e nero, esaltando i contrasti.
(Molte delle mie foto in bianco e nero sono per salvare degli scatti scialbi, ihih, "le foto irrecuperabili" a colori [jpg]).
Se vogliamo dire due parole inutili sulle filosofie di fotografia, a quelli che non vogliono toccare i colori e contrasti delle foto (se non tagliare le estremità vuote degli istogrammi), ma ritagliano a posteriori le inquadrature, guardando con orrore a chi ritocca, io rispondo con una semplice constatazione: già solo con la scelta delle impostazioni della macchina fotografica, alteri la percezione della realtà, la personalizzi e non vedo nulla di male in questo, anzi.
Piuttosto io non amo ritagliare a posteriori le fotografie. Ci faccio di tutto, ma non le ritaglio quasi mai. Forse perché con la mia macchinetta automatica la scelta dell'inquadratura è una delle poche cose che riescono a caratterizzare la mia mano. Ma più probabilmente perché secondo me la scelta dell'inquadratura è la cosa più importante in assoluto, che non è "professionale" sceglierla a posteriori.
(Ho detto "professionale", ma credo di aver dovuto usare un altro termine, che ora non so definire).
Foto notturne verticali col cavalletto che non permette di agganciare la macchina in verticale: si sceglie un'inquadratura con la macchina orizzontale, immaginando di cropparla in post... ehm.. io no. Appoggio la macchina in verticale o con o senza cavalletto a qualcosa, ritardatore 2 secondi e tengo il fiato. Solitamente devo rifarla più volte, perché viene mossa... eheh. Però è la mia fissazione :-P l'occhio sceglie e subito la foto così dev'essere.
Anche le altre impostazioni preferirei che fossero "definitive" da subito, ma per forza di cose (inesperienza mia e limitazioni oggettive) mi trovo sempre a pataccare l'istogramma per recuperare gli scatti sbiaditi, mezzi bui e mezzi bruciati...
Cioé mi piacerebbe riuscire a catturare quello che vedo esattamente come lo vedo e scegliere dopo se toccare o meno la foto, senza esserne costretto per un disperato tentativo di salvare uno scatto smunto.
Ad esempio... qualcuno riesce a rendere decente questo autoscatto?
Già è stato difficile fare una foto in verticale senza cavalletto, tra i cactus sull'orlo del precipizio, con solo 10 secondi di timer, ma poi questa e le altre foto con una parte molto in ombra e lo sfondo abbagliato dal sole, si è mangiato il rosso delle rocce, il blu dell'oceano, l'azzurro del cielo e il verde quasi fosforescente dell'erbetta. Insomma, posto fighissimo, corsa matta, foto orrenda.
L'ho rifatta tre volte. In questa ho ancora giù il piede, ma... ho ritenuto di aver rischiato a sufficienza la pelle per vanità e questo era ciò di cui mi dovevo accontentare.