Va bene, in effetti ora ho capito meglio, non ti eri spiegato male, ho letto con più attenzione.Non ci conosciamo di persona, ma da qualche tuo post che ho letto con interesse ti reputo una persona molto intelligente ed interessante. Per questo posso dire che se la mia riflessione non ti è sufficientemente chiara, è solo colpa mia.
La metto così.
Se compro una Fender Stratocaster e la metto in esposizione in salotto perché non so suonarla, è passione per l'oggetto e per la musica.
E lo capisco.
Se compro una bici e la infarcisco di tecnologia mentendo a me stesso che quelle modifiche mi sono necessarie - oppure se compro una bici in carbonio da 4000€ per uscire una volta a settimana e fare 40 km, lo capisco meno.
Tutto qui.
Non sono assolutismi, non c'è niente se non la riflessione che magari - e dico magari - si spendono soldi per il mero gusto di spenderli ed avere oggetti che per lo più soddisfano l'ego, se paragonati all'uso che se ne fa.
Ognuno è libero di pensarla come vuole, io per primo sono libero di avere una bici tecnologicamente avanzate, libero di spenderci sopra un sacco di soldi e libero di essere il peggiore nelle uscite o quello sempre senza fiato.
Libero di ingozzarmi tutte le sere e libero di non seguire una dieta sana. Però ho la forcella in carbonio.
Quando parlo di assolutismi pericolosi, lo faccio perché penso che le cose si raggiungono con una comprensione costruttiva.
Se uno è il peggiore nelle uscite, certo che potrebbe allenarsi di più e mangiare meglio, e magari ha una bici che soddisfa il suo ego, ma io lo preferisco sempre a quello che appende la Stratocaster in salotto, perché almeno l'uscita l'ha fatta.
Forse ci adagiamo sull'estetica o sui prodotti costosi perché fatichiamo ad essere di sostanza, ma è già imporante l'anelito alla sostanza, mi ripeto, non faccio la mia gara sui fenomeni, ma su me stesso e arrivo dove posso.
Magari inizialmente una bici in carbonio da 4.000 euro è sovradimensionata, magari lo sarà sempre, magari tanta gente la compra solo per sfoggiarla, e per compensare le sue carenze.
Il mondo è bello perché è vario, però secondo me dentro ognuno di noi ci sono tante componenti dosate diversamente, e non esiste un modello di riferimento.
Altrimenti io sarei un modello di riferimento per uno sfigato, e sarei uno sfigato per un modello di riferimento, e io non sono né l'uno né l'altro.
Non so se sono riuscito a spiegarmi, forse no.
Claudio