Ora passo al discorso soggettivo.
Discorso soggettivo che però contiene una premessa oggettiva: questo è slopestyle e non freeride. Ed è un'affermazione misurabile.
Dunque, io quando guardo "questa roba qui", penso al wrestling. Cioè ad attori (pagati come tali) che recitano uno spettacolo che si richiama (e si richiama solamente) alle arti marziali. Dove ogni "botta" è già stata decisa a priori e riportata su un copione, così come anche la reazione (che sia una caduta o no) dell'avversario che la riceve.
È stato questo il primo caso in cui si è preso uno sport (le arti marziali) e lo si è trasformato in un format televisivo.
Poi non metto in dubbio che quegli attori siano anche degli atleti professionisti, capaci benissimo di competere realmente su di un ring, e che - anche se in quella occasione stanno solo recitando - nella realtà "me le darebbero" di santa ragione. D'altronde è anche vero che si arriva lì dopo aver fatto una carriera professionistica.
Allo stesso modo, non metto in dubbio che i partecipanti alla rampage (o qualsiasi altra manifestazione simile) siano dei veri freerider, che pure su una Graziella arrugginita a un pippone come me farebbero vedere soltanto la scia mentre mi sorpassano. Ma questo è un altro discorso e non toglie che, ad ogni modo, quello a cui assistiamo è soltanto un format televisivo.
Bello, piacevole, anche interessante sotto determinati aspetti (io lo guarderò comunque, per intenderci), ma pur sempre tale. C'è un'azienda che per pubblicizzare il proprio marchio ha bisogno di creare una competizione che sia quanto più spettacolare possibile e appetibile da un punto di vista televisivo, tenendo conto di quelle che oggi sono le esigenze della televisione (con spettatori sempre più annoiati, che hanno già visto tutto, che non si impressioniano più a nulla). Detto in altri termini, fin fine la rampage è pensata per chi la guarda, non per altri.
Mi rendo conto che il confronto con il wrestling può sembrare esagerato. E forse lo è. Ma, concettualmente parlando, se qui mi si dice che il rider X decide che vorrà fare il trick Y e gli si costruisce tutto un contesto ambientale utile non solo a permettergli di farlo, ma anche di farlo con la massima perfezione... beh, concettualmente mi sembra la stessa cosa.
Ovviamente sono opinioni. E poi, oltre le opinioni, ci sono i gusti. Per cui anche se l'opinione è la stessa, il gusto potrebbe essere diverso.
Come tutti sappiamo, esistono un'infinità di campi di applicazione delle mtb. Per me, a livello di gusti, resterà sempre lo stesso: prendere la propria bici, qualsiasi essa sia, e dirigersi verso la montagna senza una meta precisa, scoprendo di volta in volta questo o quel sentiero: se sarà in salita, salirò; se sarà in discesa, scenderò; se non è pedalabile, pazienza e bici in spalla; e se cado e mi sbuccio un ginocchio, sono comunque contento, perché fa parte del gioco che mi sono scelto.
Ecco, allora, "questa roba qui" per me non ha nulla a che vedere con i miei gusti...