Qua c'è tutto il diario e tutte le foto del viaggio
http://www.bikepacking.it/islanda_mtb.php
Le vacanze sono arrivate ed io ho finalmente il tempo per risistemare gli appunti del viaggio che ho affrontato questa estate. Buona lettura.
Osservare il mondo seduti sopra un sellino, spostarsi usando solo l'energia prodotta dal proprio corpo, osservare, annusare e ascoltare tutto quello che ci sta intorno. Questo vuole dire viaggiare con la bicicletta. I chilometri che si possono fare in una sola giornata sono tantissimi, anche più di cento. Il contatto con la strada è diretto, senza filtri. Non è semplice spiegare tutto questo a chi mi sta intorno, molto spesso pensano che io sia un fanatico, uno fissato per le "cose strane" ma invece non si rendono conto della semplicità con cui si riesce a viaggiare in bicicletta. Il piacere immenso che si prova nel percorrere la strada, nell'affrontare un viaggio. Il viaggio che molto spesso diventa anche un viaggio alla scoperta di noi stessi, anzi, questo "viaggio parallelo" è una costante. Pedalare per molte ore al giorno non comporta l'impiego della testa, il cervello è libero di poter pensare, è un po' come stare seduti su di una poltrona e vedere il mondo che scorre sotto di noi. La testa vaga in ricordi e sensazioni, libera da tutte le congetture che solitamente ci circondano nella vita reale. Siamo liberi. Ad un viaggiatore è data la possibilità di staccarsi da tutti gli schemi della società, tutto, o quasi, è concesso. Forse è proprio questo che spinge una persona ad intraprendere un viaggio.
Pre-partenza
Sono altalenanti le emozioni dentro di me, passo dall'euforia alla paura in men che non si dica. Euforia per un viaggio tanto desiderato e paura di non farcela.
L'idea di intraprendere questo viaggio comincia nel 2008 quando, dopo aver comprato una guida di itinerari cicloturistici, vedo il nome del primo capitolo, ISLANDA. A dire il vero non sapevo nemmeno bene dove fosse l'Islanda e cosa ci fosse da vedere, poi ho iniziato ad informarmi, a leggere ed a vedere foto e finalmente adesso, nel 2012, il sogno sta per realizzarsi. Il programma è chiaro nella mia testa, voglio vedere tutto, Ring Road, West Fiords, pista del Kjolur e la famosa pista Sprengisandur. In totale sono più di 3000 km da fare in meno di un mese. Quasi impossibile ma comunque ci voglio provare.
Da quando ho deciso di partire per questo viaggio, tutti mi fanno la stessa domanda, ma perchè in Islanda? Ma cosa c'è da vedere? Perchè in bici? Difficile rispondere. Difficile soprattutto per chi non è un amante della natura, del vivere a contatto con il mondo esterno senza filtri di nessun genere. Ci sono persone che non sono mai state in montagna, che non si sono mai bagnate sotto un temporale, che non sanno quanto più essere bello sentirsi perduti in mezzo a un bosco. La risposta allora è molto semplicistica, a tutti ho detto che vado in Islanda “per la natura”. A dire il vero però non so bene nemmeno io perchè vado in quel posto invece che in un altro, è come se questa meta mi stesse chiamando. Sarà per la scarsissima presenza dell'uomo, i suoi 320.000 abitanti e 100.000 km2 di superficie la rendono il paese meno popolato d'Europa, oppure perchè avrò la possibilità di affrontare il deserto. Alla fine sento che questo è il posto giusto per me, perchè quest'anno non voglio fare una vacanza, voglio fare un viaggio, un'esperienza da portarmi dentro.
La mia attrezzatura è sparsa ovunque in casa, completi da bicicletta, attrezzi, sacco a pelo, tenda, gavetta, caricatore, cartine e quant'altro. Mentre preparo i bagagli mi accorgo sempre più di quanto la maggior parte degli oggetti di cui ci circondiamo sia superflua, per non dire inutile. Mi sto preparando per stare via un mese in un paese freddo e l'attrezzatura che mi porto dietro potrebbe benissimo essere la stessa che userei per stare via un anno. Tutto quello di cui ho bisogno sta sopra una bicicletta. Sembra impossibile ma non mi manca niente, la mia casa che adesso è fatta di cemento armato si tramuterà in una tenda, il mio letto in un sacco a pelo, la cucina in una gavetta. L'enorme armadio dove tutti noi teniamo quintali di vestiti si tramuterà come per magia in una borsa. Se uno si fermasse un attimo a riflettere su tutto ciò potrebbe chiedersi se in realtà siamo noi a possedere gli oggetti oppure sono gli oggetti che posseggono noi.
Tutto è pronto, bicicletta fatta revisionare, bagagli ultimati, scatolone per imballare la bici sull'aereo trovato, mappa del percorso caricata sul navigatore. Manca solo di arrivare al giorno della partenza ma come per magia più questo momento si avvicina e più il tempo rallenta; questa è la magia dell'attesa per un grande viaggio.
http://www.bikepacking.it/islanda_mtb.php
Le vacanze sono arrivate ed io ho finalmente il tempo per risistemare gli appunti del viaggio che ho affrontato questa estate. Buona lettura.
Osservare il mondo seduti sopra un sellino, spostarsi usando solo l'energia prodotta dal proprio corpo, osservare, annusare e ascoltare tutto quello che ci sta intorno. Questo vuole dire viaggiare con la bicicletta. I chilometri che si possono fare in una sola giornata sono tantissimi, anche più di cento. Il contatto con la strada è diretto, senza filtri. Non è semplice spiegare tutto questo a chi mi sta intorno, molto spesso pensano che io sia un fanatico, uno fissato per le "cose strane" ma invece non si rendono conto della semplicità con cui si riesce a viaggiare in bicicletta. Il piacere immenso che si prova nel percorrere la strada, nell'affrontare un viaggio. Il viaggio che molto spesso diventa anche un viaggio alla scoperta di noi stessi, anzi, questo "viaggio parallelo" è una costante. Pedalare per molte ore al giorno non comporta l'impiego della testa, il cervello è libero di poter pensare, è un po' come stare seduti su di una poltrona e vedere il mondo che scorre sotto di noi. La testa vaga in ricordi e sensazioni, libera da tutte le congetture che solitamente ci circondano nella vita reale. Siamo liberi. Ad un viaggiatore è data la possibilità di staccarsi da tutti gli schemi della società, tutto, o quasi, è concesso. Forse è proprio questo che spinge una persona ad intraprendere un viaggio.
Pre-partenza
Sono altalenanti le emozioni dentro di me, passo dall'euforia alla paura in men che non si dica. Euforia per un viaggio tanto desiderato e paura di non farcela.
L'idea di intraprendere questo viaggio comincia nel 2008 quando, dopo aver comprato una guida di itinerari cicloturistici, vedo il nome del primo capitolo, ISLANDA. A dire il vero non sapevo nemmeno bene dove fosse l'Islanda e cosa ci fosse da vedere, poi ho iniziato ad informarmi, a leggere ed a vedere foto e finalmente adesso, nel 2012, il sogno sta per realizzarsi. Il programma è chiaro nella mia testa, voglio vedere tutto, Ring Road, West Fiords, pista del Kjolur e la famosa pista Sprengisandur. In totale sono più di 3000 km da fare in meno di un mese. Quasi impossibile ma comunque ci voglio provare.
Da quando ho deciso di partire per questo viaggio, tutti mi fanno la stessa domanda, ma perchè in Islanda? Ma cosa c'è da vedere? Perchè in bici? Difficile rispondere. Difficile soprattutto per chi non è un amante della natura, del vivere a contatto con il mondo esterno senza filtri di nessun genere. Ci sono persone che non sono mai state in montagna, che non si sono mai bagnate sotto un temporale, che non sanno quanto più essere bello sentirsi perduti in mezzo a un bosco. La risposta allora è molto semplicistica, a tutti ho detto che vado in Islanda “per la natura”. A dire il vero però non so bene nemmeno io perchè vado in quel posto invece che in un altro, è come se questa meta mi stesse chiamando. Sarà per la scarsissima presenza dell'uomo, i suoi 320.000 abitanti e 100.000 km2 di superficie la rendono il paese meno popolato d'Europa, oppure perchè avrò la possibilità di affrontare il deserto. Alla fine sento che questo è il posto giusto per me, perchè quest'anno non voglio fare una vacanza, voglio fare un viaggio, un'esperienza da portarmi dentro.
La mia attrezzatura è sparsa ovunque in casa, completi da bicicletta, attrezzi, sacco a pelo, tenda, gavetta, caricatore, cartine e quant'altro. Mentre preparo i bagagli mi accorgo sempre più di quanto la maggior parte degli oggetti di cui ci circondiamo sia superflua, per non dire inutile. Mi sto preparando per stare via un mese in un paese freddo e l'attrezzatura che mi porto dietro potrebbe benissimo essere la stessa che userei per stare via un anno. Tutto quello di cui ho bisogno sta sopra una bicicletta. Sembra impossibile ma non mi manca niente, la mia casa che adesso è fatta di cemento armato si tramuterà in una tenda, il mio letto in un sacco a pelo, la cucina in una gavetta. L'enorme armadio dove tutti noi teniamo quintali di vestiti si tramuterà come per magia in una borsa. Se uno si fermasse un attimo a riflettere su tutto ciò potrebbe chiedersi se in realtà siamo noi a possedere gli oggetti oppure sono gli oggetti che posseggono noi.
Tutto è pronto, bicicletta fatta revisionare, bagagli ultimati, scatolone per imballare la bici sull'aereo trovato, mappa del percorso caricata sul navigatore. Manca solo di arrivare al giorno della partenza ma come per magia più questo momento si avvicina e più il tempo rallenta; questa è la magia dell'attesa per un grande viaggio.