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Ma a tenere troppo i freni, non si surriscaldano?
meglio frenate brevi e decise che tenere i freni poco tirati per lungo tempo...
il peso dietro la sella si, ma solo quando e quanto occorre, valuta la situazione momento per momento
o-o
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Ma a tenere troppo i freni, non si surriscaldano?
Ah forse una cosa che non è stata detta, che secondo il mio parere è importante. Cerca di non guardare sempre la ruota anteriore, ma sempre un po' piu' avanti. Cosi eviti brutte sorprese o frenate e scegli la traiettoria migliore.
Quoto in pieno, ma la paura di scivolare su qualche pietra non vista mi porta a guardare avanti alla ruota e quindi poi a non essere preparato a prendere la giusta traiettoria difronte ad eventuali ostacoli avanti... spero con più esperienza e meno paura di superare tale limite. Cmq per i prossimi 100 km scelgo percorsi più country, prima di rifare il percorso tecnico.
Lo sguardo è fondamentale in discesa. Istintivamente siamo infatti ad andare dove puntiamo lo sguardo.
Come ai piloti la prima cosa che insegnano è "guarda l'uscita della curva", lo stesso vale anche in bici.
Lo sguardo va puntato dove si vuole passare. Prendiamo un esempio: c'è un bel masso sulla DX che occupa mezzo sentiero. Lo sguardo va indirizzato alla SX del masso. In questo modo sarà naturale passare nella zona pulita. Se guardiamo il masso ci andremo invece addosso in modo istintivo.
Puntare lo sguardo poco davanti alla ruota non va bene perchè oltre a non prevedere in anticipo gli ostacoli, è automatico che i tuoi occhi puntano su di essi. Quindi ottieni l'effetto contrario: invece di evitare gli ostacoli li prendi in pieno.
Nel caso della canalina avresti dovuto prevedere la traiettoria da seguire non appena l'hai vista.
Il segreto per superare anche tratti difficoltosi è di studiare un alinea. Studiare una linea vuol dire prevedere in anticipo dove passare, creare con la nostra mente una sorta di "buffer". In pratica studiamo un pezzo di sentiero, capiamo dove passare ma mentre lo si sta affrontando si è già concentrati sul pezzo successivo. Ovviamente per fare questo lo sguardo va puntato alcuni metri più avanti. In questo modo se si devono fare delle correzioni (perchè magari ci scivola una ruota), riusciamo comunque a rimanere in traiettoria e a non schiantarci nel tratto successivo di sentiero.
Un esercizio molto utile per capire quanto influenza lo sguardo nella traiettria è quello di provare a pedalare su un gradino, su un asse di legno o comunque su qualcosa di piuttosto stretto. Se punti lo sguardo alla fine dell'asse vedrai che magicamente riuscirai a rimanerci sopra. Se punti lo sguardo al lato inesorabilmente cadrai da quel lato proprio perchè tu vai dove punti lo sguardo.
Riguardo al resto, settaggio forcella, pressione gomme, ecc sono tutte cose che possono aiutare o meno ma quando sei all'inizio sono l'ultima cosa di cui ti devi preoccupare. A meno di non essere già ad un buon livello non è che cambi molto avere la forcella un po più gonfia o il ritorno un po più chiuso. Il problema è nel 90% dei casi del pilota e non del mezzo (poi se uno tiene la forcella a 200psi magari può essere impacciato ad affrontare una pietraia, ma se i setup sono fatti con un minimo di criterio non è quello il problema).
Riguardo agli SPD vanno attaccati sempre. All'inizio fa un po paura, poi passa. Piuttosto tienili morbidi in modo che si sgancino facilmente.
Il casco va tenuto sempre (al massimo lo puoi togliere se sei sotto il sole su una salita compatta).
La sella, se non fai gare va sempre abbassata in discesa. E' solo un pericolo in più. Ho visto diversa gente farsi male perchè si ostinava a non voler abbassare la sella.
bikocò;1946923 ha scritto:secondo me la taratura del ritorno va fatta più che altro in relazione al proprio stile di guida;in teoria va fatta anche in base al terreno,ma in pratica è impossibile,dato che in buona parte delle discese,si alternano tratti veloci a tratti lenti e tecnici.fermarsi più volte in una singola discesa per tarare la forcella,mi pare poco realistico e alla fine anche poco vantaggioso,dato che ogni cambiamento di taratura richiede,nei comuni mortali,anche un po' di adattamento
E' il solito ragionamento: se mi dici che preferisci trovare una soluzione che ti soddisfa nel 90% delle situazioni piuttosto che smanettare ogni volta ti posso anche capire, ma rimango dell'idea che affermare che il rebound non vada regolato in base al tipo di terreno non è vero ( la discussione è partita da questa affermazione ). Variare il rebound di una forcella come la mia ( Lyrik ) richiede non più di 5sec., visto che si tratta semplicemente di girare il registro di quei due o tre click per passare da un rebound piuttosto veloce ad uno parecchio controllato.
In pratica regolando il rebound tra + e - cosa si ottiene?
In pratica regolando il rebound tra + e - cosa si ottiene?
Ma questo benedetto casco lo hai comprato o no?
Sennò, almeno io, non ti do più consigli è!!!!!!
Ma questo benedetto casco lo hai comprato o no?
Sennò, almeno io, non ti do più consigli è!!!!!!
Io con la forca nuova (Lyrik) mi sono messo a fare le prove su una scalinata. Impostavo il ritorno scendevo, non mi piaceva, cambiavo impostazione scendevo fino a che non ho trovato il set up giusto. La scalinata simula abbastanza correttamente un percorso di montagna. Poi una volta trovato un set up che sembra andare bene lo provi sul campo e vedi come ti trovi.Che devo fare per provare la velocità di ritorno della forca?
In realtà è stato un'attimo, stavo scendendo tenendo i freni tirati per non far prendere troppa velocità alla bici e ad un certo punto ho incontrato un sorco ............ ..................non ho potuto anticipare la preparazione all'attraversamento.
mettite er casco, che se sei solito andà giù come una pera....
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