La discesa, quale tecnica?

ncusatis

Biker superis
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Ah forse una cosa che non è stata detta, che secondo il mio parere è importante. Cerca di non guardare sempre la ruota anteriore, ma sempre un po' piu' avanti. Cosi eviti brutte sorprese o frenate e scegli la traiettoria migliore.

Quoto in pieno, ma la paura di scivolare su qualche pietra non vista mi porta a guardare avanti alla ruota e quindi poi a non essere preparato a prendere la giusta traiettoria difronte ad eventuali ostacoli avanti... spero con più esperienza e meno paura di superare tale limite. Cmq per i prossimi 100 km scelgo percorsi più country, prima di rifare il percorso tecnico.
 

boska78

Biker superioris
29/11/07
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vicenza
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Commencal 5.2 - GT Force
Quoto in pieno, ma la paura di scivolare su qualche pietra non vista mi porta a guardare avanti alla ruota e quindi poi a non essere preparato a prendere la giusta traiettoria difronte ad eventuali ostacoli avanti... spero con più esperienza e meno paura di superare tale limite. Cmq per i prossimi 100 km scelgo percorsi più country, prima di rifare il percorso tecnico.

vai tranquillo...è tutta una questione di esperienza...la paura si supera anche con la consapevolezza che certe cose non sono impossibili da fare. per quel che riguarda il guardare più avanti della ruota, secondo me è una questione come detto di vedere gli ostacoli che sopraggiungono, ma è anche a livello psicologico un aiuto a non dare troppo peso agli ostacoli che stiamo affrontando, avendoli già valutati in anticipo...hai la possibilità di ragionare un pelino di più su quello che devi fare non trovandoti al''ultimo a prendere una decisione...
 

Danybiker88

Redazione
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Torino
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Lo sguardo è fondamentale in discesa. Istintivamente siamo infatti ad andare dove puntiamo lo sguardo.
Come ai piloti la prima cosa che insegnano è "guarda l'uscita della curva", lo stesso vale anche in bici.
Lo sguardo va puntato dove si vuole passare. Prendiamo un esempio: c'è un bel masso sulla DX che occupa mezzo sentiero. Lo sguardo va indirizzato alla SX del masso. In questo modo sarà naturale passare nella zona pulita. Se guardiamo il masso ci andremo invece addosso in modo istintivo.
Puntare lo sguardo poco davanti alla ruota non va bene perchè oltre a non prevedere in anticipo gli ostacoli, è automatico che i tuoi occhi puntano su di essi. Quindi ottieni l'effetto contrario: invece di evitare gli ostacoli li prendi in pieno.
Nel caso della canalina avresti dovuto prevedere la traiettoria da seguire non appena l'hai vista.
Il segreto per superare anche tratti difficoltosi è di studiare un alinea. Studiare una linea vuol dire prevedere in anticipo dove passare, creare con la nostra mente una sorta di "buffer". In pratica studiamo un pezzo di sentiero, capiamo dove passare ma mentre lo si sta affrontando si è già concentrati sul pezzo successivo. Ovviamente per fare questo lo sguardo va puntato alcuni metri più avanti. In questo modo se si devono fare delle correzioni (perchè magari ci scivola una ruota), riusciamo comunque a rimanere in traiettoria e a non schiantarci nel tratto successivo di sentiero.

Un esercizio molto utile per capire quanto influenza lo sguardo nella traiettria è quello di provare a pedalare su un gradino, su un asse di legno o comunque su qualcosa di piuttosto stretto. Se punti lo sguardo alla fine dell'asse vedrai che magicamente riuscirai a rimanerci sopra. Se punti lo sguardo al lato inesorabilmente cadrai da quel lato proprio perchè tu vai dove punti lo sguardo.

Riguardo al resto, settaggio forcella, pressione gomme, ecc sono tutte cose che possono aiutare o meno ma quando sei all'inizio sono l'ultima cosa di cui ti devi preoccupare. A meno di non essere già ad un buon livello non è che cambi molto avere la forcella un po più gonfia o il ritorno un po più chiuso. Il problema è nel 90% dei casi del pilota e non del mezzo (poi se uno tiene la forcella a 200psi magari può essere impacciato ad affrontare una pietraia :mrgreen:, ma se i setup sono fatti con un minimo di criterio non è quello il problema).
Riguardo agli SPD vanno attaccati sempre. All'inizio fa un po paura, poi passa. Piuttosto tienili morbidi in modo che si sgancino facilmente.
Il casco va tenuto sempre (al massimo lo puoi togliere se sei sotto il sole su una salita compatta).
La sella, se non fai gare va sempre abbassata in discesa. E' solo un pericolo in più. Ho visto diversa gente farsi male perchè si ostinava a non voler abbassare la sella.
 
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ncusatis

Biker superis
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Lo sguardo è fondamentale in discesa. Istintivamente siamo infatti ad andare dove puntiamo lo sguardo.
Come ai piloti la prima cosa che insegnano è "guarda l'uscita della curva", lo stesso vale anche in bici.
Lo sguardo va puntato dove si vuole passare. Prendiamo un esempio: c'è un bel masso sulla DX che occupa mezzo sentiero. Lo sguardo va indirizzato alla SX del masso. In questo modo sarà naturale passare nella zona pulita. Se guardiamo il masso ci andremo invece addosso in modo istintivo.
Puntare lo sguardo poco davanti alla ruota non va bene perchè oltre a non prevedere in anticipo gli ostacoli, è automatico che i tuoi occhi puntano su di essi. Quindi ottieni l'effetto contrario: invece di evitare gli ostacoli li prendi in pieno.
Nel caso della canalina avresti dovuto prevedere la traiettoria da seguire non appena l'hai vista.
Il segreto per superare anche tratti difficoltosi è di studiare un alinea. Studiare una linea vuol dire prevedere in anticipo dove passare, creare con la nostra mente una sorta di "buffer". In pratica studiamo un pezzo di sentiero, capiamo dove passare ma mentre lo si sta affrontando si è già concentrati sul pezzo successivo. Ovviamente per fare questo lo sguardo va puntato alcuni metri più avanti. In questo modo se si devono fare delle correzioni (perchè magari ci scivola una ruota), riusciamo comunque a rimanere in traiettoria e a non schiantarci nel tratto successivo di sentiero.

Un esercizio molto utile per capire quanto influenza lo sguardo nella traiettria è quello di provare a pedalare su un gradino, su un asse di legno o comunque su qualcosa di piuttosto stretto. Se punti lo sguardo alla fine dell'asse vedrai che magicamente riuscirai a rimanerci sopra. Se punti lo sguardo al lato inesorabilmente cadrai da quel lato proprio perchè tu vai dove punti lo sguardo.

Riguardo al resto, settaggio forcella, pressione gomme, ecc sono tutte cose che possono aiutare o meno ma quando sei all'inizio sono l'ultima cosa di cui ti devi preoccupare. A meno di non essere già ad un buon livello non è che cambi molto avere la forcella un po più gonfia o il ritorno un po più chiuso. Il problema è nel 90% dei casi del pilota e non del mezzo (poi se uno tiene la forcella a 200psi magari può essere impacciato ad affrontare una pietraia :mrgreen:, ma se i setup sono fatti con un minimo di criterio non è quello il problema).
Riguardo agli SPD vanno attaccati sempre. All'inizio fa un po paura, poi passa. Piuttosto tienili morbidi in modo che si sgancino facilmente.
Il casco va tenuto sempre (al massimo lo puoi togliere se sei sotto il sole su una salita compatta).
La sella, se non fai gare va sempre abbassata in discesa. E' solo un pericolo in più. Ho visto diversa gente farsi male perchè si ostinava a non voler abbassare la sella.

Wau, complimenti!
Immagino quanti anni di esperienza e di km percorsi in mtb per tanta sapienza:il-saggi:, ho letto con attenzione e piacere e condivido in pieno tutto quanto, mi hai fatto venire voglia di provare ad attraversare su un tratto stretto per provare quanto detto. Speriamo bene :i-want-t:.

Approfitto per ringraziare chi ha pensato a realizzare il forum, davvero completo e ben fatto, mi sta insegnando tanto, quanto ad andare in bici nel modo corretto e sicuro per affrontare percorsi difficili, quanto in suggerimenti e video mostranti il corretto modo di fare manutenzione alla bike.
Grazie!!!
 

muldox

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30/10/02
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bikocò;1946923 ha scritto:
secondo me la taratura del ritorno va fatta più che altro in relazione al proprio stile di guida;in teoria va fatta anche in base al terreno,ma in pratica è impossibile,dato che in buona parte delle discese,si alternano tratti veloci a tratti lenti e tecnici.fermarsi più volte in una singola discesa per tarare la forcella,mi pare poco realistico e alla fine anche poco vantaggioso,dato che ogni cambiamento di taratura richiede,nei comuni mortali,anche un po' di adattamento

E' il solito ragionamento: se mi dici che preferisci trovare una soluzione che ti soddisfa nel 90% delle situazioni piuttosto che smanettare ogni volta ti posso anche capire, ma rimango dell'idea che affermare che il rebound non vada regolato in base al tipo di terreno non è vero ( la discussione è partita da questa affermazione ). Variare il rebound di una forcella come la mia ( Lyrik ) richiede non più di 5sec., visto che si tratta semplicemente di girare il registro di quei due o tre click per passare da un rebound piuttosto veloce ad uno parecchio controllato.
 

ncusatis

Biker superis
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Battipaglia SA
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E' il solito ragionamento: se mi dici che preferisci trovare una soluzione che ti soddisfa nel 90% delle situazioni piuttosto che smanettare ogni volta ti posso anche capire, ma rimango dell'idea che affermare che il rebound non vada regolato in base al tipo di terreno non è vero ( la discussione è partita da questa affermazione ). Variare il rebound di una forcella come la mia ( Lyrik ) richiede non più di 5sec., visto che si tratta semplicemente di girare il registro di quei due o tre click per passare da un rebound piuttosto veloce ad uno parecchio controllato.

In pratica regolando il rebound tra + e - cosa si ottiene?
 

tostarello

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In pratica regolando il rebound tra + e - cosa si ottiene?

in parole povere cambia la velocità con cui la sospensione si riestende dopo essersi compressa; per esempio scendendo una scala è bene che il ritorno sia veloce altrimenti le compressioni successive trovano la sospensione ancora compressa e vengono mal assorbite; viceversa su un discesone veloce con dossi tra loro distanti un ritorno veloce dell'ammortizzatore tende a farti rimbalzare in alto il retrotreno.
sapendo di dover affrontare tratti con caratteristiche diverse (od anche accorgendosi durante la guida di reazioni strane) conviene fermarsi un attimo e regolare il rebound
 

ncusatis

Biker superis
7/3/08
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Battipaglia SA
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Ho capito, ora è molto più chiaro, ma come faccio a regolarlo? Oh meglio come faccio a capire se è regolato nella giusta posizione?
Io ho una Marzocchi MX Pro lo, il rebound è sotto allo stelo dx.
Che devo fare per provare la velocità di ritorno della forca?
 

Danybiker88

Redazione
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Che devo fare per provare la velocità di ritorno della forca?
Io con la forca nuova (Lyrik) mi sono messo a fare le prove su una scalinata. Impostavo il ritorno scendevo, non mi piaceva, cambiavo impostazione scendevo fino a che non ho trovato il set up giusto. La scalinata simula abbastanza correttamente un percorso di montagna. Poi una volta trovato un set up che sembra andare bene lo provi sul campo e vedi come ti trovi.
 

alebuk

Biker velocissimus
23/4/07
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In realtà è stato un'attimo, stavo scendendo tenendo i freni tirati per non far prendere troppa velocità alla bici e ad un certo punto ho incontrato un sorco ............ ..................non ho potuto anticipare la preparazione all'attraversamento :pirletto:.


è tutto un problema di confidenza con il mezzo e conoscenza delle sue reazioni in relazione al terreno....

se non fai gare abbassa senza timore la sella in discesa, che male c'è?

ti aiuta a poter gestire/spostare il peso del corpo in avanti o indietro con più facilità....
la bici deve essere un divertimento non un nemico da sconfiggere...

mettite er casco, che se sei solito andà giù come una pera....:celopiùg:
 

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