Io incentrerei la questione su punti come:
- il 90% sono turisti del freeride provenienti dal nord che approfittano del clima favorevole
- i freerider sono ciclisti come tutti gli altri e per l'appunto, non sono da criminalizzare
- stiamo sempre tutti molto attenti a non rovinare i sentieri nè a spaventare la gente
- l'incidenza degli infortuni tra di noi è bassissima, sopratutto in relazione agli incidenti sulle piste da sci (dove si contano anche feriti gravi, lesioni permanenti e addirittura morti
- non esistono sentieri nè bikepark nei dintorni ad eccezione di Canazei, Innsbruck, Leogang, Livigno e pochi altri, cmq non alla portata di pedale
- i sentieri di Colle e Renon non sono poi così tanto frequentati (domenica in 3 discese non abbiamo incrociato nemmeno una persona) visto la difficoltà e la lunghezza degli stessi sentieri
- la regolamentazione sulla ciclabilità dei sentieri è molto vaga e spesso inapplicabile (tra l'altro la forestale, se cè, non fà il suo dovere a quanto pare)
- le velocità in gioco non sono pericolose come in coppa del mondo
- i danni provocati dalle bici sono relativamente bassi (quanti alberi
buttano giu ogni anno per far posto a nuove piste da sci?)
- spesso i freerider aiutano a mantenere puliti i sentieri e non solo a costruire salti o strutture
- la convivenza pedoni - ciclisti è possibile, basta uno sforzo da parte di entrambe le parti
- la diffusione del freeride renderà necessario uno sguardo della politica verso questa nuova disciplina, anche a scopi di lucro (bikepark = turismo e lavoro)
- si potranno sfruttare impianti di risalita già esistenti e con un minimo investimento iniziale si potranno tenere aperti gli impianti tutto l'anno (della serie, basta crederci)
- la maggior parte degli escursionisti si lamenta a priori (ok, troppo personale come come commento)
- Quanti soldi spesi e quanto tempo perso in giunta provinciale per i cartelli monolingui installati con soldi pubblici (e chissà quanti!)
- CAI e Alpenverein ci fanno una pippa