La collina di torino: quale futuro?

booger

Biker ciceronis
14/10/06
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Tano

Biker tremendus
Signori ecco la risposta su TORINO CRONACA !
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Non ho parole per il contro articolo, anzi solo alcune...
Come prevedevo è stata solo l'occasione per fare della pubblicità diciamo "commerciale" verso la Scuola Superga, verso il progetto di riqualificazione del Campo sportivo Tarcisia e "parrocchia annessa".
Gravi imprecisioni ed errori sono presenti nell'articolo, che pur essendo a firma di Francesca Bacinotti (la giornalista) era stato evidentemente già confezionato, errori che si dovevano accuratamente evitare per meglio far comprendere quale sia l'esatto spirito del downhill/freeride e della mtb nella collina Torinese.
Il più grosso di tutti gli errori, è secondo me, quello di andare a richiedere due o tre percorsi destinati alla mtb. Sarebbe il modo più crudele e sbagliato di relegare lo sport della mtb (che considera la discesa) esclusivamente e solo a pochi percorsi che in qualche modo o sono o diverranno "privati" spot, privandone del'essenziale spirito di libertà proprio della mtb. (vedi come esempio il sentiero dell'Amore alle Cinque Terre in Liguria, sentiero pedonale, divenuto a pagamento, che per via della enorme frequentazione, delle limitazioni, ecc. ha perso ogni attrattiva verso il vero escursionista restando solo un fenomeno di business, ma questo probabilmente era il suo destino e comunque si tratta di un caso isolato).
Che dire, andiamo avanti così, non appena la legge 228 sarà definitiva e approderà in Piemonte riguardando le aree di Parco, ma che più in generale si estende a tutte le aree verdi, sarà sicuramente come in Trentino nelle aree gestite dalla SAT dove praticamente è vietata la percorrenza alle MTB ai sentieri, quelli belli, quelli veri, adatti anche alla discesa.
Ci saranno probabilmente delle deroghe su alcuni percorsi da destinarsi specificatamente alla MTB che considera anche la discesa, ma allora ,ad esempio, iviene meno il motivo per cui ho comprato più di una bike orientata alla discesa e sicuramente cambierò sport...
 

booger

Biker ciceronis
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Non ho parole per il contro articolo, anzi solo alcune...
Come prevedevo è stata solo l'occasione per fare della pubblicità diciamo "commerciale" verso la Scuola Superga, verso il progetto di riqualificazione del Campo sportivo Tarcisia e "parrocchia annessa".
Gravi imprecisioni ed errori sono presenti nell'articolo, che pur essendo a firma di Francesca Bacinotti (la giornalista) era stato evidentemente già confezionato, errori che si dovevano accuratamente evitare per meglio far comprendere quale sia l'esatto spirito del downhill/freeride e della mtb nella collina Torinese.
Il più grosso di tutti gli errori, è secondo me, quello di andare a richiedere due o tre percorsi destinati alla mtb. Sarebbe il modo più crudele e sbagliato di relegare lo sport della mtb (che considera la discesa) esclusivamente e solo a pochi percorsi che in qualche modo o sono o diverranno "privati" spot, privandone del'essenziale spirito di libertà proprio della mtb. (vedi come esempio il sentiero dell'Amore alle Cinque Terre in Liguria, sentiero pedonale, divenuto a pagamento, che per via della enorme frequentazione, delle limitazioni, ecc. ha perso ogni attrattiva verso il vero escursionista restando solo un fenomeno di business, ma questo probabilmente era il suo destino e comunque si tratta di un caso isolato).
Che dire, andiamo avanti così, non appena la legge 228 sarà definitiva e approderà in Piemonte riguardando le aree di Parco, ma che più in generale si estende a tutte le aree verdi, sarà sicuramente come in Trentino nelle aree gestite dalla SAT dove praticamente è vietata la percorrenza alle MTB ai sentieri, quelli belli, quelli veri, adatti anche alla discesa.
Ci saranno probabilmente delle deroghe su alcuni percorsi da destinarsi specificatamente alla MTB che considera anche la discesa, ma allora ,ad esempio, iviene meno il motivo per cui ho comprato più di una bike orientata alla discesa e sicuramente cambierò sport...

La tua "indignazione" è chiara e anche nota a chi frequenta questo 3d.
Ciò che non mi è chiaro è: qual è la tua proposta?
Sia in merito al primo articolo (non quello di Sergio, l'altro) sia in merito al più grande tema delle "proposte concrete per un uso ragionato dei sentieri della Collina da parte dei biker".
 

Danybiker88

Redazione
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e x quale motivo?

Io non capisco... Penso che Sergio e tutti i ragazzi della Scuola di MTB SUperga siano persone che vedono la MTB a 360°, rispettando tutte le discipline, dall'XC alla DH. Non a caso la scuola di MTB superga promuove corsi per XC, uscite AM e giri FR.
A meno di interessi personali, non vedo cosa ci sia di male se qualcuno propone qualche progetto concreto, invece di discutere sull'aria fritta. Penso che gli obiettivi siano comuni... Non si tratta del solito gruppetto di XC che ce l'hanno a morte con chi pratica una disciplina diversa dalla loro (purtroppo ci sono anche questi...).
 

booger

Biker ciceronis
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Io non capisco... Penso che Sergio e tutti i ragazzi della Scuola di MTB SUperga siano persone che vedono la MTB a 360°, rispettando tutte le discipline, dall'XC alla DH. Non a caso la scuola di MTB superga promuove corsi per XC, uscite AM e giri FR.
A meno di interessi personali, non vedo cosa ci sia di male se qualcuno propone qualche progetto concreto, invece di discutere sull'aria fritta. Penso che gli obiettivi siano comuni... Non si tratta del solito gruppetto di XC che ce l'hanno a morte con chi pratica una disciplina diversa dalla loro (purtroppo ci sono anche questi...).
Infatti è così.
Nessuna rivalità, pieno spirito biker a tutto tondo.
Se sul forum c'è qualcuno che rappresenta la scuola MTB Superga potrà intervenire e spiegare.
Da parte loro sicuramente non c'è alcun interesse a bloccare iniziative, creare fratture nel movimento biker o fomentare sterili polemiche.
Anzi, al contrario!
Come si vede dall'articolo, lo spirito è stato propositivo al 100%, bel lontano da certe forzate intepretazioni.

Domanda: posto che tra i frequentatori della collina ci sia una comunione d'intenti (che non c'è), idee condivise sul come porsi e se ci fosse un rappresentante autorevole che parla a nome di tutti (e non c'è)......come risponde il movimento biker di Torino agli attacchi del primo articolo di Torino Cronaca?
Giusto o sbagliato che sia l'articolo di risposta, almeno uno che si è alzato e ha avuto il coraggio di dire pubblicamente "io non ci sto" c'è stato.
 
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Tano

Biker tremendus
Le cose non stanno così.
Appena dopo che è uscito l'articolo, ad esempio, mi errivato un'invito diretto e personale ad esprimere la mia posizione a riguardo. Ho espresso la mia posizione e soprattutto anche l'intenzione a volerne parlare e discutere assieme.
Se viene esplicitamente richiesto (a me come ad altri) di espimere delle idee e poi il risultato è quello di risolvere con una risposta che non rappresenta gli interessati ma solo una parte, mi pare l'ennesina presa per i fondelli. Insomma, è lo stesso modo di agire di troppe politiche ...
Non si tratta di rivalità e Sergio potrebbe confermare..., si tratta invece di mancanza di un minimo di sensibilità e coordinamento, almeno quando questa sensibilità e coordinamento vengono esplicitamente richieste.
E' la solita storia.
Quello che ripeto è che, come già avevo scritto e riporto era e mi sembra ancora possibile che l'unica risposta seria poteva essere:
Che anche con questo articolo ci sia un danno verso il downhill non c'è dubbio e, come già detto, il fatto è che non abbiamo una rappresentanza di peso che possa controbattere.
Una idea potrebbe essere quella di informare il Sig. Lazzero della Federazione Ciclistica Italiana che dovrebbe occuparsi ufficialmente e "autorevolmente" del downhill in Piemonte. Chi più di loro dovrebbe avere i migliori interessi a non vedere denigrata l'opera di promozione sportiva verso il downhill.
Se poi ognuno vuole avere le proprie ragioni che la faccia pure è un mondo piuttosto libero per idee e ragioni.
Il problema è che quando sarà il momento varra solo la legge del più forte e purtroppo così stiamo sprecando un'ulteriore possibilità di rafforzarci.
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
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Secondo me è un bene che sia uscito un articolo che ha portato la voce (una voce? può darsi...) consentendo di spiegare le ragioni della parte "accusata".
Torino Cronaca è quotidiano molto diffuso. Se le migliaia di torinesi avessero avuto modo di leggere solo le posizioni dell'accusa (il primo articolo) avrebbero avuto una visione parziale e distorta della questione.
I biker ne sarebbero usciti maluccio, gente che deturpa l'ambiente, che non rispetta i pedoni, crea impatto ambientale.
Ora invece, i torinesi che hanno letto il contro-articolo almeno avranno capito che non si tratta di teppisti ma gente che cerca di praticare il proprio sport preferito e chiede uno spazio.

Ben vengano altri contro-articoli, spero vivamente che ti pubblichino anche il tuo.

Io non ho capito se questo "interesse" della stampa, e poi i divieti comparsi sul sentiero 10, sono i primi segnali di un imminente giro di vite...spero di no....però, se come dici tu, è in arrivo una legge regionale che regolamenterà l'uso dei parchi in modo molto più restrittivo, occorre evitare di "subire" silenziosamente l'avanzare degli odiosi divieti.
Non so quanto la FCI sia interessata a difendere un caso in fondo locale com'è la Collina di Superga. Però si può provare.

Concordo con te sul rafforzarci ma servono azioni concrete.
Occorre organizzarsi, potrebbe venire un tempo in cui qualcuno siederà al tavolo delle autorità per rivendicare le nostre richieste.
Va superato quello che a mio parere il più grande limite del popolo biker della collina: la disgregazione.
 

lalosna

Biker serius
Se posso dire la mia, ed evitando ogni commento sul "giornale" in questione, è comunque meglio non liquidare la questione con un'alzata di spalle.
Negli USA, per esempio, c'è un fortissimo movimento contrario all'utilizzo delle mtb( tutte) sui sentieri, appoggiato sia da persone "spaventate" sia da associazioni naturalistiche.
Ora, data la condizione ambientale della collina che chiunque di noi conosce perfettamente, non credo che i naturalisti possano lamentarsi.
Anzi dovrebbero ringraziare per un'attività che di per sè genera manutenzione.
Invece credo possa poi diventare rognosa "l'opinione comune" perchè superato un certo limite di "indignazione", Civich, Forestali, Rangers Smith del caso devono poi intervenire, ed è molto più comodo "disciplinare" 500 ciclisti che altre categorie più rappresentate.
Se avete letto negli anni l'edizione americana di MBA, Cunnigham ha fatto sovente editoriali che parlavano dell'argomento, e nonostante rappresenti un movimento con milioni di appassionati ed aziende con fatturati enormi, è sempre stato molto tranquillo ed aperto alle opinioni contrarie.
Alla fine tutti sappiamo che è molto più facile mettere un bel divieto che risolvere in modo fattivo eventuali problemi.
Per quel che posso saperne credo che la soluzione migliore sia dimostrarsi collaborativi, ma soprattutto essere uniti per trovare una soluzione, invece che dividersi.
Peraltro la Collina è enorme, e, aldifuori dei bikers, utilizzata in modo molto marginale da utenti sporadici.
E' vero che sovente si vedono passeggiatori/escursionisti nel parco della Maddalena , ma passando sul 29 o il 66 o il calcetano di gente se ne incontra raramente.
E poi con tutto lo spazio da Rivodora a Testona sai che bike park salterebbe fuori, frequentabile almeno 8 mesi all'anno, organizzato in modo professionale,magari da gente che già si occupa di attività ricreative, e che permetterebbe un'attività piacevole e che attira pubblico permettendo una manutenzione continua e una rivalutazione delle zone comuni...
A quel punto anche i " giornalisti" non potrebbero che applaudire, i politici dimostrare come sono moderni e disponibili ad attività ecologiche e noi... raidare senza rompitori di zebei... :il-saggi:
 

Tano

Biker tremendus
Hai perfettamente ragione lalosna, il fatto è che da noi, specie in Piemonte, è che un Cunnigham non esiste. Di certo non posso e non voglio esserlo io, ma la mia speranza è almeno quella di poter verificare un minimo di sensibilità ed intelligenza verso questa questione .
La questione è seria.
Non si tratta come dice Booger di limitazioni che interessano e che interesseranno la Collina di Torino, ma di limitazioni che in qualche modo sono già operanti in diverse regioni o località e già anche in Piemonte, di una legge regionale che interesserà tutta la nostra regione e che sarà da esempio per tutte le altre regioni. La legge non interesserà solo i parchi, ma anche tutte le aree naturalistiche di competenza dei comuni e vari enti. In pratica il terreno su cui poggiano tutte le nostre amate MTB (cross country, freeride/downhill) o quello su cui perlomeno vorrei che poggiassero.
Sì, perchè se sarò costretto ad andare in MTB su strade bianche, tratturi, bike park, o pochi percorsi limitati e definiti vedo certamente intaccata la mia personale esigenza di praticare questo sport in aree diciamo naturalistiche così come vorrebbe lo spirito intrinseco della MTB.
Sono quindi preuccupato e reagisco se leggo con quanto pressapochismo si vintende rispondere ufficialmente ad un attacco così preciso al nostro sport.
Ma avete letto bene l'articolo di risposta?
Trovo paradossale che si voglia
rispondere all'accusa verso la mtb di essere (come da articolo): "sport estremi, discesa libera, ciclisti costretti ad utilizzare percorsi destinati a tutti, provocando le ire dei residenti e dei pedoni che si spaventano sentendo il rumore delle biciclette che scendono a tutta";
andando poi a proporre di voler essere confinati in aree protette, come animali in via di estinzione o pericolosi.
Mi sono scocciato di essere considerato raro e pericoloso, e non voglio finire in una gabbia e nenche di fare MTB in luoghi non di interesse naturalistico.
Che poi il Downhill, quello vero, debba essere regolamentato non ci sono dubbi, ma questa è un'altra storia come un'altra storia ha il Freeride e il Cross Country.

E' lo stesso che avviene, che si vuole che avvenga o che si voleva che avvenisse con lo skateboard, con lo snowboad, con i centri sociali, con i graffiti sui muri, ecc.
La realtà è che la mtb è profondamente diversa da uno skateboard e da tuto il resto e che se i sentieri della collina di Torino esistono e sono agibili è perchè ci si va in MTB. Dovrebbero avere poco da pretendere queste cosddette associazioni di "camminatori" e cittadini/residenti indignati...

Ecco perchè desidero qualcosa di più da quanti fanno parte attiva del mondo della MTB e non solo trovare occasioni per spot pubblicitari che anche l'ultimo dei babbi dovrebbe saper riconoscere al volo...
 

booger

Biker ciceronis
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Se posso dire la mia, ed evitando ogni commento sul "giornale" in questione, è comunque meglio non liquidare la questione con un'alzata di spalle.
Negli USA, per esempio, c'è un fortissimo movimento contrario all'utilizzo delle mtb( tutte) sui sentieri, appoggiato sia da persone "spaventate" sia da associazioni naturalistiche.
Ora, data la condizione ambientale della collina che chiunque di noi conosce perfettamente, non credo che i naturalisti possano lamentarsi.
Anzi dovrebbero ringraziare per un'attività che di per sè genera manutenzione.
Invece credo possa poi diventare rognosa "l'opinione comune" perchè superato un certo limite di "indignazione", Civich, Forestali, Rangers Smith del caso devono poi intervenire, ed è molto più comodo "disciplinare" 500 ciclisti che altre categorie più rappresentate.
Se avete letto negli anni l'edizione americana di MBA, Cunnigham ha fatto sovente editoriali che parlavano dell'argomento, e nonostante rappresenti un movimento con milioni di appassionati ed aziende con fatturati enormi, è sempre stato molto tranquillo ed aperto alle opinioni contrarie.
Alla fine tutti sappiamo che è molto più facile mettere un bel divieto che risolvere in modo fattivo eventuali problemi.
Per quel che posso saperne credo che la soluzione migliore sia dimostrarsi collaborativi, ma soprattutto essere uniti per trovare una soluzione, invece che dividersi.
Sono perfettamente d'accordo con te sul punto. Unione prima di tutto. Sono diversi i bikers di questo 3d che la vedono così.
Poi serve una associazione (non saprei come altro chiamarla) che raduni tutte le anime dei bikers, comprese scuole, associazioni e operatori professionali e sappia portare le istanze di ognuno, marginalizzando i fenomeni del randagismo.
Su questo 3d ho trovato diversi bikers disponibili a fare qualcosa purchè si intravveda un progetto e ci sia unità d'intenti.
Peraltro la Collina è enorme, e, al difuori dei bikers, utilizzata in modo molto marginale da utenti sporadici.
E' vero che sovente si vedono passeggiatori/escursionisti nel parco della Maddalena , ma passando sul 29 o il 66 o il calcetano di gente se ne incontra raramente.
E poi con tutto lo spazio da Rivodora a Testona sai che bike park salterebbe fuori, frequentabile almeno 8 mesi all'anno, organizzato in modo professionale,magari da gente che già si occupa di attività ricreative, e che permetterebbe un'attività piacevole e che attira pubblico permettendo una manutenzione continua e una rivalutazione delle zone comuni...
Mi vedi ok al 100% anche su questo punto.
Personalmente poter disporre una decina di percorsi dedicati al dh/fr in zona Maddalena, Rivodora e Superga sarebbe un successo.
Non credo ci siano molti centri urbani che hanno colline di boschi incontaminati a 10min dal centro e magari in futuro un bike park cittadino.
L'unico rischio che vedo è che se si comincia a far diventare il park un business con risalite, organizzazione, furgoni, ecc. arrivano torme di bikers testosteronici a caccia di adrenalina facile, un fenomeno che in parte sta interessando i park più gettonati d'estate.
 

Danybiker88

Redazione
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Mi sono scocciato di essere considerato raro e pericoloso, e non voglio finire in una gabbia e nenche di fare MTB in luoghi non di interesse naturalistico.
Che poi il Downhill, quello vero, debba essere regolamentato non ci sono dubbi, ma questa è un'altra storia come un'altra storia ha il Freeride e il Cross Country.

E' lo stesso che avviene, che si vuole che avvenga o che si voleva che avvenisse con lo skateboard, con lo snowboad, con i centri sociali, con i graffiti sui muri, ecc.
La realtà è che la mtb è profondamente diversa da uno skateboard e da tuto il resto e che se i sentieri della collina di Torino esistono e sono agibili è perchè ci si va in MTB. Dovrebbero avere poco da pretendere queste cosddette associazioni di "camminatori" e cittadini/residenti indignati...

Ecco perchè desidero qualcosa di più da quanti fanno parte attiva del mondo della MTB e non solo trovare occasioni per spot pubblicitari che anche l'ultimo dei babbi dovrebbe saper riconoscere al volo...

Su questo sono d'accordo. Purtroppo è opinone comune associare la FR DH ai motociclisti. Qualunque persona inesperta, la prima cosa che dice quando vede un bicione è "ma è una moto senza motore". Purtroppo queste analogie non aiutano, perchè la MTB è tutto un altro sport rispetto al motoclismo offroad.
Anche i rischi per gli altri utenti son ben diversi. La velocità con cui va una bici è ben diversa rispetto ad una moto: 30-40km/h al massimo.
Per questo andrebbe fatta una vampagna di informazione, cercando di presentare la MTB come uno sport ben diverso dal motocross.

Però, seppur il richio sia minore, il pericolo di incidenti c'è ed è innegabile. Per praticare sport come la DH, dove bisogna necessariamente andare forte, servono percorsi sicuri, dove non si rischi di trovare un pedone dietro la curva. Per cui le alternative sono: o si creano dei percorsi dove poter andare giù a manetta, oppure si deve andare piano.
Certo è improbabile che un pedone si avventuri sul Calcetano o alla Chiesetta (seppur un paio di volte mi sia capitato di incontrarne), però se dietro un salto si trovasse un pedone? Secondo me succederebbe un pandemonio e non vorrei trovarmi nei panni del povero biker. Per come la vedo io una regolamentazione su alcuni percorsi è secondo me d'obbligo.

Percorsi riservati solo alle bici necesssitano di percorsi riservati solo ai pedoni per una questione di equità (seppur il numero dei camminatori in collina sia estremamente basso). Ovviamente non parlo di dividere tutti i sentieri in ciclistici e pedonali, la mia idea è di creare (magari adattando i preesistenti) alcuni percorsi doppi: da una parte ad uso esclusivamente pedonale, dall'altra ad uso esclusivamente ciclistico ovviamente attrezzati. In questo modo non si sotraggono sentieri ne ai pedoni, ne ad i bikers. Se vuoi scendere a cannone lo puoi fare in piena sicurezza, se vuoi esplorare nuovi sentieri lo puoi fare, ovviamente moderando la velocità in discesa. Se il pedone vuole fare una passeggiata su un sentiero senza incontrare ciclisti (perchè magari gli stanno antipatici :mrgreen:) lo può fare.
Per come la vedo è l'unica soluzione per accontentare tutti.

PS: quoto sul fatto che sarebbe il caso di aprire un nuovo topic. Seppur si parli sempre di collina, un topic a parte è meno dispersivo. Cerchiamo solo di non farlo degenerare come è successo in passato :loll:
Qualche moderatore ha voglia di spostare i messaggi?
 

booger

Biker ciceronis
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Percorsi riservati solo alle bici necesssitano di percorsi riservati solo ai pedoni per una questione di equità (seppur il numero dei camminatori in collina sia estremamente basso). Ovviamente non parlo di dividere tutti i sentieri in ciclistici e pedonali, la mia idea è di creare (magari adattando i preesistenti) alcuni percorsi doppi: da una parte ad uso esclusivamente pedonale, dall'altra ad uso esclusivamente ciclistico ovviamente attrezzati. In questo modo non si sotraggono sentieri ne ai pedoni, ne ad i bikers. Se vuoi scendere a cannone lo puoi fare in piena sicurezza, se vuoi esplorare nuovi sentieri lo puoi fare, ovviamente moderando la velocità in discesa. Se il pedone vuole fare una passeggiata su un sentiero senza incontrare ciclisti (perchè magari gli stanno antipatici :mrgreen:) lo può fare.
Per come la vedo è l'unica soluzione per accontentare tutti.
Quella dei doppi percorsi mi pare un'idea di buon senso su cui lavorare.
Ma a questo punto, se il senso è quello di aprire nuovi percorsi solo per bici (salvaguardando in toto gli altri che resterebbero ad uso promiscuo di bikers tranquilli e trekkers, può essere anche meglio chiedere alle autorità la concessione ad aprirli del tutto al di fuori sentieri ufficiali, su nuove tracce.
Così il rischio di incrocio bikers/pedoni è del tutto evitato, anche solo la vicinanza non c'è.
Un'ultima considerazione che loozer già fece presente nel 3d SITUA.
Quelli che dici tu Danibiker sarebbero trail da dh/fr immagino...non possiamo dimenticare chi ama pedalare e salire.
Percorsi riservati ed esterni ai sentieri per l'XC-allmountain? Occorre stabilire dei sensi di marcia?
Oppure si potrebbe assumere che chi pratica xc-allmountain ha comunque accesso ai sentieri ufficiali senza limitazioni.
 

Tano

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Ma io mi chiedo se non volete capire o fate finta.
La collina di Torino è una maglia intricata di sentieri, i sentieri seguono per ovvia logica di risparmo energetico di chi l'ha reso con il continuo passaggio percorribile animale, cacciatore, escursionista, biker che sia.
Inoltre deve essere considerato il fatto che ci deve anche essere la "fattibilità" di realizzare il tracciato che in genere segue la via più semplice dal punto di vista della realizzazione pratica.

Lo volete capire che nella Collina di Torino non ci sono altri percorsi realizzabili, se non quelli già esistenti ed utilizzati, e che abbiano caratteristiche "interessanti" alla pratica della mtb, specie se privilegia la discesa.
Ho percorso ogni metro quadro di terreno da Casalborgone alla Maddalena non ci sono percorsi che per caratteristiche di lunghezza, morfologia, impedimenti di recinzioni, strade private, proprietà private, parchi e quant'altro che si possono adattare o meglio sono interessanti per la mtb.
La questione quindi è che:
- è impossibile creare tracciati paralleli a quelli già esistenti che soddisfano le esigenze della MTB;
- è impossibile trovare nuove tracce interessanti.
Quindi le eventuali soluzioni sarebbero solo dei "ripieghi" che a breve resterebbero inutilizzati.
Sapete, vero, come è andata a finire la storia di Chianocco...
In pratica il percorso "interessante" è stato chiuso alle bici da downhill con delibera comunale (di cui ho copia e su cui tra l'altro ci sarebbero puntualizzazioni da fare e fraintendimenti da sfruttare...) tuttavia e ovviamente (è comune abitudine degli amministratori) il Comune si è reso disponibile a trovare una soluzione offrendo un percorso alternativo. Peccato che il percorso alternativo che ci ha offerto, di ripiego, non ha alcun "interesse" dal punto di vista della mtb orientata prevalentemente alla discesa, come neppure alla salita e come neppure alla passeggiata a piedi:CVD (come volevasi dimostrare).

La soluzione dovrebbe essere di individuare percorsi pedonali "diversi" da quelli attuali, ma solo laddove ci sono reali situazioni di possibili interferenze tra biker ed escursionisti.

Non dobbiamo mollare e scendere a compromessi, ho parlato diverse volte con chi di dovere, guardate che, bene che ci vada, se insistiamo con la differenziazione dei percorsi, ci rifileranno bene o male uno o due percorsi e poi tuta una serie di stradine... Un paio di percorsi con mille limitazioni, incroci e regole da rispettare e se non verranno rispettate o si oltrepassa il limite allora sì, saranno problemi.

Lasciamo perdere il downhill, il discorso è lungo...
Il downhill è o dovrebbe essere agonismo o comunque ci si dovrebbe mettere d'accodo sui termini all mountain/freeride/downhill/gravity,...

A me e credo a molti, non interessa fare gare, test, andare a tutta, ecc.
A me interessa, come credo alla maggior parte di voi, andare in mtb condividendo con altri emozioni, ambiente, natura, ecc. fare sano sport insomma.
Chi vuole fare gare, percosi cronometrati, test dovrebbe farlo in percorsi chiusi/segnalati e dedicati se non vuole incorrere, se accade qualcosa, in problemi anche di tipo legale...

Diversamente non dobbiamo assolutamente fare l'errore, come ho già detto, di fare passare il messaggio che in MTB, privilegiare la discesa o comunque averla come obiettivo dopo essere arrivati in cima, significa scendere a rotta di collo, con bici rumorose ed incuranti di noi stessi, di pedoni, animali e cose che possiamo incontrare nel nostro cammino e che spesso incontriamo.
Diversamente non dobbiamo fare l'errore di di essere confusi con dei delinquenti solo perchè amiamo e abbiamo cura del nostro corpo quando ci proteggiamo con caschi integrali, e quant'altro.
Diversamente non dobbiamo fare l'errore di esser considerati incompetenti, pochi, disuniti e non rappresentati.
 

booger

Biker ciceronis
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Originariamente inviata da Tano
La soluzione dovrebbe essere di individuare percorsi pedonali "diversi" da quelli attuali, ma solo laddove ci sono reali situazioni di possibili interferenze tra biker ed escursionisti.

Intendi creare alternative ai pedoni?
Può starci.
Ma se al biker interessa TUTTO (sottolineo TUTTO) un sentiero - diciamo il 26 o il 29 tanto per fare un esempio che calza.... che facciamo, spostiamo i pedoni su un altro sentiero? Lì non si tratta di creare alternative a "incroci pericolosi"...questi incroci o meglio "incontri" avvengono lungo tutto il percorso.

Originariamente inviata da Tano
Non dobbiamo mollare e scendere a compromessi, ho parlato diverse volte con chi di dovere, guardate che, bene che ci vada, se insistiamo con la differenziazione dei percorsi, ci rifileranno bene o male uno o due percorsi e poi tuta una serie di stradine... Un paio di percorsi con mille limitazioni, incroci e regole da rispettare e se non verranno rispettate o si oltrepassa il limite allora sì, saranno problemi.
E' uno scenario possibile e NON aupicabile (opinione personale).
La nostra posizione dev'essere forte ma credibile. Ecco perchè serrve essere organizzati e ben rappresentati.
E non dobbiamo passare per i "cattivi" utilizzatori che si siedono al tavolo del "padrone magnanimo" che darà un contentino a questi figlioli riottosi ma li terrà molto d'occhio.
Concordo anche sul fare presente quanto molto do voi si spendono in manutenzione costante e senza ricevere il becco di un quattrino in cambio, nemmeno un rimborso benza per il decespugliatore.

Originariamente inviata da Tano
Lasciamo perdere il downhill, il discorso è lungo...
....
Chi vuole fare gare, percosi cronometrati, test dovrebbe farlo in percorsi chiusi/segnalati e dedicati se non vuole incorrere, se accade qualcosa, in problemi anche di tipo legale...
Concordo.
Quando si dice "downhill" negli articoli di stampa (ma nel tranello ci caschiamo un pò tutti) si indica una ben precisa disciplina agonistica che prevede prestazioni, cronometri, ben altri tipi di piste; in realtà imho s'intende bikers, al limite freeriders, che fanno quel che fanno per puro spirito fun, divertimento e sport fini a se stessi.
Nessuno qui penso si sia messo in testa di creare una pista da dh mondiale tipo quella di Pila in Collina....

Sul resto del tuo post concordo anche sui "Diversamente".
Ben venga il confronto, la discussione, la dialettica ma occorrerà prima o poi pensare a come muoverci concretamente
 

Danybiker88

Redazione
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Un'ultima considerazione che loozer già fece presente nel 3d SITUA.
Quelli che dici tu Danibiker sarebbero trail da dh/fr immagino...non possiamo dimenticare chi ama pedalare e salire.
Percorsi riservati ed esterni ai sentieri per l'XC-allmountain? Occorre stabilire dei sensi di marcia?
Oppure si potrebbe assumere che chi pratica xc-allmountain ha comunque accesso ai sentieri ufficiali senza limitazioni.

L'idea sarebbe:
- legalizzare i 3-4 trail attrezzati esistenti, che forse sono le tracce più idonee, riservandoli ad uso ciclistico e in sola discesa. Ovviamente andrebbero riviste le strutture e costruite a regola d'arte in modo da garantire la sicurezza. Ovviamente ogni ostacolo dovrebbe essere evitabile e dovrebbero essercene di varia difficoltà, in modo da permettere anche ai principianti di potersi avvicinare graduealmente al FR.
- affiancare a questi percorsi delle varianti esclusivamente pedonali, che possibilmente non incrocino la traccia FR o se la incrociano lo facciano in punti con una buona visibilità. Si questi percorsi divieto assoluto di transito alle bici, sia in salita che in discesa (per una qustione di equità: se i pedoni non possono andare sui percorsi FR, i ciclisti non possona andare sulla traccia pedonale).
- gli altri percorsi dovrebbero rimanere così come sono, ad uso promiscuo, sia pedonale che ciclistico sia in salita che in discesa.

Non mi sembra una cosa chissà quanto utopistica.

Il ragionamento di Tano è corretto, effettivamente la collina è troppo antropizzata per aprire nuove tracce senza finire in casa di qualcuno. Però, da quello che mi è sembrato, creare tracce alternative ai percorsi FR preesistenti non mi pare impossibile. Si tratterebbe di tracce parallele, o di sfruttare sentieri preesistenti. Alcuni esempi:
- la chiesetta è già a posto. Per le parti inferiori si potrebbero utilizzare il sentiero 1A e il 2 come sentiero esclusivamente pedonale.
- il thermos: si potrebbe adibire a percorso esclusivamente pedonale uno dei due rosmarini, lasciandone uno ad uso misto (MTB salita e discesa e pedonale) e uno riservato ai pedoni. Altrimenti aprire una nuova traccia parallela a quella preesistente.
- il tanohill non lo ocnsoco molto, non so quindi se ci sia la possibilità di utilizzare tracce preesistenti da attrezzare per le MTB o da riservare ai pedoni.

Ovviamente si tratta di una linea guida da seguire. Non si può pretendere di cambiare le cose da un giorno all'altro, però bisognerebbe orientare le amministrazioni verso una soluzione di questo tipo.

E' chiaro che una soluzione di questo tipo comporta dei problemi da superare:
- ottenere i permessi per costruire sui sentieri
- trovare fondi per realizzare i lavori
- creare strutture a regola d'arte e mantenerle (altri soldi necessari)
- il problema delle responsabilità se qualcuno si fa male (con conseguenti casini legali e risarcimenti).
- riuscire a convincere chi di competenza.

Ammetto che mantenere lo status quo forse sembra la soluzione più semplice. Però ho paura che la situazione così com'è non potrà durare all'infinito. Non vorrei che un giorno percorsi come la chiesetta, il thermos o il tanohill facessero la fine del jurassico...
 

Tano

Biker tremendus
...

Ammetto che mantenere lo status quo forse sembra la soluzione più semplice. Però ho paura che la situazione così com'è non potrà durare all'infinito. Non vorrei che un giorno percorsi come la chiesetta, il thermos o il tanohill facessero la fine del jurassico...
E' proprio questo il rischio che si corre... ma non solo come ho detto che riguardano anche tutti gli altri percorsi almeno che non ci siano delle deroghe.
Inoltre inutile illudersi poi di fare strutture, costruire, anche solo modificare più di tanto su terreni che sono praticamente tutti su proprietà privata.

Secondo me la situazione così come è puo durare solo facendo valere le vere ragioni della MTB e la nostra forza sia numerica che di volontà che purtroppo è celata.
 

booger

Biker ciceronis
14/10/06
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Caro Danibiker
anche a me sembra una proposta assolutamente non stralunata.
Ha un suo senso.

Va però in primis abbozzata nelle sue linee principali per capire se dal lato istituzione c'è volontà di parlare di questo tema o se non ci siano chiusure pregiudiziali.
Va capito se siamo sullo stesso registro di comunicazione....non dimentichiamo che il punto più "ostico" se vuoi, è l'apertura di nuove tracce, seppur poche e seppur con l'intento di mettere in sicurezza tutti. E' il punto + difficile da far passare. Così come va ristabilita una verità sull'impatto che la mtb crea REALMENTE sull'ambiente, perchè da certi luoghi comuni discendono poi i pregiudizi e le crociate. Dopo quell'articolo malefico va ristabilita una verità e riabilitata l'immagine del biker freeerider (non parliamo + di dh, per carità!).
Comunque alzando questo warning non voglio dire che non dobbiamo nemmeno tentare, anzi al contrario.
Voglio solo dire che la proposta va fatta facendo capire che la filosofia è "rispetto della natura e del minimo impatto possibile".

Sui terreni privati: lì il discorso si fa duro. A mio parere vanno assolutamente evitati per non incappare in contenziosi legali dal sicuro esito (negativo per l'invasore, ovvero i bikers). Se possibile si aggirano su demaniali sennò meglio lasciar perdere quella zona.
Questi dettagli però non si possono affrontare se non con mappe catastali alla mano e comunque io li rimanderei ad una fase intermedia di approfondimento, quando siamo certi che almeno la fase 1 è passata (ovvero disponibilità da parte dell'istituzione a prendere in esame il progetto).

Tutti gli altri punti che citi

- ottenere i permessi per costruire sui sentieri
- trovare fondi per realizzare i lavori
- creare strutture a regola d'arte e mantenerle (altri soldi necessari)
- il problema delle responsabilità se qualcuno si fa male (con conseguenti casini legali e risarcimenti).
- riuscire a convincere chi di competenza.

sono di certo da tenere ben presenti, affrontare e risolvere. Fanno parte del "pacchetto proposta".
Personalmente non vedo nulla di insormontabile.
Una possibilità è creare una associazione no profit tipo una scuola mtb o simile, con dentro le rappresentanze di tutte le anime della Collina, dalle scuole agli operatori professionali, che si prenda in carico la gestione dei sentieri concessi ad uso esclusivo.
Inoltre questa associazione sarebbe l'interlocutore istituzionale verso gli enti.

Sulle responsabilità andrei cauto: se questa ipotetica associazione che gestisce si prende la responsabilità sugli infortuni... ovviamente si tutela con una assicurazione che costicchia non poco....ecco che scatta l'obbligo di rientrare del costo e quindi? Bglietto d'ingresso? No...please....Chi entra nei sentieri lo fa a suo rischio e pericolo. Su questo punto però occorre un parere di un legale.

Sul discorso soldi si vedrà se può accedere a finanziamenti.... altrimenti, come è sempre stato, ci sarà molto volontariato, lo stesso che ha permesso la nascita e la manutenzione in vita di Sbudrio, Tanohill, Thermos e Chiesetta.

Sarebbe interessante a questo punto sondare chi è d'accordo a seguire la linea dell'associazione con lo scopo primo di mettere a punto un progetto in modo collegiale
e presentarlo alle autorità competenti.
 

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