La caduta di Mohoric ci insegna

sembola

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Sembra quasi che affermi che il casco quasi non serva, bah...
Ho scritto una cosa ben diversa da "il casco non serve". Inutile che la riscriva daccapo, prova a rileggerla.

Magari non evita quei 250 morti che dici ma evita 3000 traumi cranici...o peggio di restare come un vegetale...
Il problema è che per sapere se serve davvero tanto da giustificarne l'obbligo servirebbero dei dati e non esperienze aneddotiche. Altrimenti potrebbero valere esempi contrari purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Ancora con sta storia di sicurezza passiva e attiva, puoi essere il miglior biker del mondo con la tecnica migliore ma se un auto ti sfiora in rotonda e cadi male di saper fare il nose press te ne fai niente.
Qui consentimi di dirti che sei completamente fuori strada. La sicurezza deve soprattutto prevenire e non intervenire solamente quando l'incidente è già inevitabile. In un'auto metto la cintura e so che c'è l'airbag, ma prima viene un comportamento corretto, avere l'auto perfettamente funzionante e strade manutenute e segnalate. Applicato al caso che citi, se in rotonda l'auto non ti sfiora perchè hai una corsia separata, se il guidatore viene addestrato a fare attenzione, se nn ci sono buche e c'è buona visibilità è molto meglio che darti un caschetto di plastica e dichiarare la caccia aperta. Che è quello che accadrebbe in Italia con il caschetto obbligatorio, "mettetevelo, non rompete il cazzo e state fuori dalle strade".

Il casco, un buon casco, andrebbe usato sempre. Punto.
Io lo uso sempre. Ho però dei dubbi sull'efficacia complessiva di un obbligo, dubbi che sembrano essere condivisi sia da molti studi scientifici in materia che da moltissimi paesi https://en.wikipedia.org/wiki/Bicycle_helmet_laws_by_country
 

Boro

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Nella nostra regione le strade sono vere proprie trappole e per assurdo lo sono soprattutto le ciclabili, strette, promiscue con continui attraversamenti. E per farle hanno speso un sacco di soldi e stretto le strade.
Così devi scegliere se rischiare la morte in ciclabile o schiacciato sulla strada stretta.
Non parliamo delle rotonde, una vera roulette russa.
Chi le ha fatte sicuramente non va in bici e forse nemmeno in auto. Se ci va peggio ancora, o è un deficiente o è in malafede.
 

Reptilian90

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per fortuna, è riuscito a fare una sorta di capriola e non causarsi lesioni serie, sicuramente avrà subito un colpo di frusta oltre contusioni varie, il problema è che dopo qualche cretino del suo team gli ha messo in mano un'altra bici, non capendo la gravità della situazione, vabbè. brutto spavento. a me cadute simili solo per colpa di cani
 

bughy1978

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Ho scritto una cosa ben diversa da "il casco non serve". Inutile che la riscriva daccapo, prova a rileggerla.


Il problema è che per sapere se serve davvero tanto da giustificarne l'obbligo servirebbero dei dati e non esperienze aneddotiche. Altrimenti potrebbero valere esempi contrari purtroppo sotto gli occhi di tutti.


Qui consentimi di dirti che sei completamente fuori strada. La sicurezza deve soprattutto prevenire e non intervenire solamente quando l'incidente è già inevitabile. In un'auto metto la cintura e so che c'è l'airbag, ma prima viene un comportamento corretto, avere l'auto perfettamente funzionante e strade manutenute e segnalate. Applicato al caso che citi, se in rotonda l'auto non ti sfiora perchè hai una corsia separata, se il guidatore viene addestrato a fare attenzione, se nn ci sono buche e c'è buona visibilità è molto meglio che darti un caschetto di plastica e dichiarare la caccia aperta. Che è quello che accadrebbe in Italia con il caschetto obbligatorio, "mettetevelo, non rompete il cazzo e state fuori dalle strade".


Io lo uso sempre. Ho però dei dubbi sull'efficacia complessiva di un obbligo, dubbi che sembrano essere condivisi sia da molti studi scientifici in materia che da moltissimi paesi https://en.wikipedia.org/wiki/Bicycle_helmet_laws_by_country
Credo che non servano grandi studi scentifici per capire che una semplice zuccata a terra possa far un "po' male"...
La sicurezza attiva non preserva da errori o orrori umani, una buca ci sarà sempre, un guidatore distratto ci sarà sempre, un guasto ci sarà sempre, un cane che attraversa la strada, certo, prevenire è meglio che curare, non lo metto in dubbio ma mentre l'obbligo di un casco porta a buoni risultati in 4/5? anni quello che richiedi tu decenni...
La pagina che citi mostra solo i paesi che hanno adottato una specifica regolamentazione, non è uno studio scientifico.
E, da RSPP, a volte l'obbligo è la sola via.
 

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per fortuna, è riuscito a fare una sorta di capriola e non causarsi lesioni serie, sicuramente avrà subito un colpo di frusta oltre contusioni varie, il problema è che dopo qualche cretino del suo team gli ha messo in mano un'altra bici, non capendo la gravità della situazione, vabbè. brutto spavento. a me cadute simili solo per colpa di cani
Ciao,
nel filmato si capisce bene che l'auto con la bici di scorta è arrivata dopo;lui stava facendo il suo lavoro, ossia dare all'atleta, in piedi e a piedi, un nuovo mezzo perchè il precedente era spezzato in due.
Purtroppo nessuno ha una TAC in tasca; l'importante è che poi Mohoric e il suo team si siano resi conto che il problema era serio.
 

vitamin

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Io mi stupisco quando vedo bikers con il casco aperto su tracciati tipo Sestri o Finale, io non li affronterei mai senza un casco con mentoniera (che per ben tre volte mi ha salvato la faccia e non in senso figurato...)
 
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Reptilian90

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Ciao,
nel filmato si capisce bene che l'auto con la bici di scorta è arrivata dopo;lui stava facendo il suo lavoro, ossia dare all'atleta, in piedi e a piedi, un nuovo mezzo perchè il precedente era spezzato in due.
Purtroppo nessuno ha una TAC in tasca; l'importante è che poi Mohoric e il suo team si siano resi conto che il problema era serio.
si certo, hai ragione, forse ho interpretato male io,
 

maxfrusciante

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Guardate se oggi c è qualcuno che mette in dubbio l utilità del casco vuol dire che merita di farsi male...un estate a Livigno al mottolino finisco la mia prima nera e dalla felicità mi distraggo nel tratto ondulato che riporta alla cabinovia. Faccio un saltello di 1mt ed atterro con la ruota sulla parte in salita del dosso successivo. Capriola a 360 con casco che si frantuma su una roccia e spalla dx sulla terra piena di massi tondi piccoli di fianco. Avevo un fox rampage...è crepato di 1cm...in un tratto che si potrebbe trovare in qualsiasi sentiero di montagna e mi ha salvato forse la vita. Il body Armour della Dainese mi ha salvato la spalla ma ho avuto dolori per 3 mesi. Ripeto ero appena venuto fuori da una nera e mi trovavo su un sentierino del cavolo. Ci si può ammazzare ovunque.
 

sembola

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Credo che non servano grandi studi scentifici per capire che una semplice zuccata a terra possa far un "po' male"...
Il problema è che le "verità convenzionali" spesso portano a grossi danni. Sembra ovvio, poi nel mondo reale ci si accorge che le cose vanno in un modo differente.
Per esempio, chi garantisce che l'obbligo salvi più vite e/o riduca le conseguenze sulla salute di quante una diminuzione dell' uso della bici ne farebbe perdere nel lungo periodo?


La sicurezza attiva non preserva da errori o orrori umani, una buca ci sarà sempre, un guidatore distratto ci sarà sempre, un guasto ci sarà sempre, un cane che attraversa la strada, certo, prevenire è meglio che curare, non lo metto in dubbio ma mentre l'obbligo di un casco porta a buoni risultati in 4/5? anni quello che richiedi tu decenni...
La prima volta che sali su un aereo al posto della dimostrazione di sicurezza la hostess ti dice "i piloti, i controllori di volo ed i manutentori fanno il cazzo che gli pare, e non parliamo dei costruttori degli aerei. Questo è un paracadute, indossatelo e cazzi vostri".
Immagino che non avresti nulla da ridire.


La pagina che citi mostra solo i paesi che hanno adottato una specifica regolamentazione...
Che sono pochissimi, prevalentemente quelli che mettono le etichette sulle lavatrici di non metterci il gatto.


, non è uno studio scientifico.
E, da RSPP, a volte l'obbligo è la sola via.
Mi consentirai di dissentire.
 

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Il problema è che le "verità convenzionali" spesso portano a grossi danni. Sembra ovvio, poi nel mondo reale ci si accorge che le cose vanno in un modo differente.
Per esempio, chi garantisce che l'obbligo salvi più vite e/o riduca le conseguenze sulla salute di quante una diminuzione dell' uso della bici ne farebbe perdere nel lungo periodo?



La prima volta che sali su un aereo al posto della dimostrazione di sicurezza la hostess ti dice "i piloti, i controllori di volo ed i manutentori fanno il cazzo che gli pare, e non parliamo dei costruttori degli aerei. Questo è un paracadute, indossatelo e cazzi vostri".
Immagino che non avresti nulla da ridire.



Che sono pochissimi, prevalentemente quelli che mettono le etichette sulle lavatrici di non metterci il gatto.



Mi consentirai di dissentire.
Quello che dici è vero se si guarda l'effetto complessivo: molte persone non usano o non userebbero la bici se le forzi/forzassi a utilizzare il casco, perché lo trovano scomodo, e trovano che le faccia sudare di più. Ricordo che ne avevamo già parlato.

D'altro canto è indubbio che il casco aumenta la sicurezza in caso di incidente, e questo è un dato che si trova (lo citai qui).

Considero le due cose come distinte.
Non si è ridotto l'utilizzo dell'automobile rendendo obbligatoria la cintura di sicurezza, che pure in principio era vista come il fumo negli occhi da molti guidatori. Ma visto che l'alternativa era viaggiare con i mezzi pubblici, andare a piedi o in bicicletta o in moto/motorino, alla fine tutti si sono adattati. Vale lo stesso anche per i ciclomotori, che un tempo non richiedevano l'uso del casco.
Il casco in bicicletta è qualcosa di analogo: è un dispositivo di sicurezza, che molti ciclisti vedono come il fumo negli occhi, come sopra. La bicicletta è però un mezzo meno appetibile per diversi motivi (non parlatene ai pigri, e durante i giorni di pioggia...), quindi è chiaro che parte da una posizione svantaggiata rispetto all'automobile. "Colpire" l'utilizzo di quest'ultima rimane l'unico modo, a mio avviso, per incentivare l'uso di mezzi ad essa alternativi. Costo del carburante? Costo del mezzo? Tasse in funzione della percorrenza? Detassazione in funzione della percorrenza in bici? Tutti strumenti che senza dubbio non hanno a che vedere col casco in sé e per sé, che a mio avviso è sbagliato vedere come un ostacolo alla diffusione della bicicletta.

Personalmente lo renderei obbligatorio, e prenderei dalle statistiche il dato saliente: bisogna farlo non come misura a sé, ma in un quadro generale che spinga all'utilizzo della bici disincentivando i mezzi dai quali si vuole avvenga la transizione.
 

sembola

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Quello che dici è vero se si guarda l'effetto complessivo: molte persone non usano o non userebbero la bici se le forzi/forzassi a utilizzare il casco, perché lo trovano scomodo, e trovano che le faccia sudare di più. Ricordo che ne avevamo già parlato.

D'altro canto è indubbio che il casco aumenta la sicurezza in caso di incidente, e questo è un dato che si trova (lo citai qui).

Considero le due cose come distinte.
Non si è ridotto l'utilizzo dell'automobile rendendo obbligatoria la cintura di sicurezza, che pure in principio era vista come il fumo negli occhi da molti guidatori. Ma visto che l'alternativa era viaggiare con i mezzi pubblici, andare a piedi o in bicicletta o in moto/motorino, alla fine tutti si sono adattati. Vale lo stesso anche per i ciclomotori, che un tempo non richiedevano l'uso del casco.
La cosa è però molto diversa. Chiunque viva in una media o grande città italiana è costretto all' uso del mezzo a motore privato, per assenza di un trasporto pubblico efficiente. Per cui l'obbligo del casco sulle due ruote non ha comportato conseguenze perchè non c'era alcuna alternativa. E' tutto da vedere che per analogia si possa prevedere che l'uso urbano della bici non risentirebbe dell'obbligo del casco. Può darsi di no ma può darsi anche di sì.

Il casco in bicicletta è qualcosa di analogo: è un dispositivo di sicurezza, che molti ciclisti vedono come il fumo negli occhi, come sopra. La bicicletta è però un mezzo meno appetibile per diversi motivi (non parlatene ai pigri, e durante i giorni di pioggia...), quindi è chiaro che parte da una posizione svantaggiata rispetto all'automobile. "Colpire" l'utilizzo di quest'ultima rimane l'unico modo, a mio avviso, per incentivare l'uso di mezzi ad essa alternativi. Costo del carburante? Costo del mezzo? Tasse in funzione della percorrenza? Detassazione in funzione della percorrenza in bici? Tutti strumenti che senza dubbio non hanno a che vedere col casco in sé e per sé, che a mio avviso è sbagliato vedere come un ostacolo alla diffusione della bicicletta.

Personalmente lo renderei obbligatorio, e prenderei dalle statistiche il dato saliente: bisogna farlo non come misura a sé, ma in un quadro generale che spinga all'utilizzo della bici disincentivando i mezzi dai quali si vuole avvenga la transizione.
Su questo concordo, dev'essere un quadro generale e non una misura moralistico-punitiva, così come viene invocata dagli ambienti dei petrolhead (che se fosse per loro risolverebbero il problema in modo ancora più sicuro: le bici via dalla strada).
 

Maiella

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Per capire bene come le cose possano cambiare, ovviamente in meglio, basta osservare la storia. Sul casco, ricorderete tutti, che tra i professionisti non era obbligatorio. Quando divenne obbligatorio con la facoltà di poterlo togliere in salita ci furono tante lamentele dei prof., che si inasprirono quando l'obbligo venne esteso in tutte le condizioni del tracciato, salita compresa. A distanza di tanti anni, i prof. sono i primi a sostenere l'obbligo del casco in gara. Anzi lo indosserebbero anche se la prescrizione venisse tolta.
 

albatros_la

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La cosa è però molto diversa. Chiunque viva in una media o grande città italiana è costretto all' uso del mezzo a motore privato, per assenza di un trasporto pubblico efficiente. Per cui l'obbligo del casco sulle due ruote non ha comportato conseguenze perchè non c'era alcuna alternativa. E' tutto da vedere che per analogia si possa prevedere che l'uso urbano della bici non risentirebbe dell'obbligo del casco. Può darsi di no ma può darsi anche di sì.
Vivo in una grande città (Torino) da 20 anni e sono convinto del contrario. Mi sono spostato per molti anni con i mezzi pubblici (autobus, tram, metro). Funzionano, meglio che a Roma di certo (per dire, ed è facile...), un po' meno bene che a Milano (che pure è più grande). Poi ho cominciato a spostarmi in bici (in vero quando ho potuto custodirla in posto sicuro una volta a destinazione, cioè a lavoro) nei giorni non piovosi, ma comunque tutto l'anno. Ebbene, almeno nel mio caso - che penso si possa estendere a buona parte dei lavoratori e studenti della città - ci ho guadagnato in tempo e costi. Ora ci sono altre alternative al mezzo personale (a motore e non): bike sharing e monopattini elettrici. Le nuove generazioni ne fanno largo uso, e l'auto non la vedono spesso nemmeno come qualcosa di appetibile. Per contro tendono a non portare il casco (anche in monopattino) per fattori più culturali che di praticità: ignoranza e/o senso di ribellione e non tanto di scomodità. D'altro canto parliamo di gente che si fa le caviglie viola dal freddo perché va di moda girare senza calzini tutto l'anno... Se andasse di moda il casco se lo porterebbero pure a letto.
Il resto delle persone non usa bici e mezzi pubblici per pigrizia nel primo caso, e per mancanza apparente di flessibilità nel secondo dei casi (si tende a pensare che si sia vincolati agli orari di passaggio dei mezzi, ma non si calcolano i tempi per trovare un parcheggio in auto...). Senza contare altri fattori tipo il valore di status symbol dell'auto, l'abitudine, e l'incapacità di molti di mettere in discussione le proprie convinzioni e routine (non molto diverso, sotto questo aspetto, dalle nuove generazioni di cui sopra).
 
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Vivo in una grande città (Torino) da 20 anni e sono convinto del contrario. Mi sono spostato per molti anni con i mezzi pubblici (autobus, tram, metro). Funzionano, meglio che a Roma di certo (per dire, ed è facile...), un po' meno bene che a Milano (che pure è più grande). Poi ho cominciato a spostarmi in bici (in vero quando ho potuto custodirla in posto sicuro una volta a destinazione, cioè a lavoro) nei giorni non piovosi, ma comunque tutto l'anno. Ebbene, almeno nel mio caso - che penso si possa estendere a buona parte dei lavoratori e studenti della città - ci ho guadagnato in tempo e costi. Ora ci sono altre alternative al mezzo personale (a motore e non): bike sharing e monopattini elettrici. Le nuove generazioni ne fanno largo uso, e l'auto non la vedono spesso nemmeno come qualcosa di appetibile. Per contro tendono a non portare il casco (anche in monopattino) per fattori più culturali che di praticità: ignoranza e/o senso di ribellione e non tanto di scomodità. D'altro canto parliamo di gente che si fa le caviglie viola dal freddo perché va di moda girare senza calzini tutto l'anno... Se andasse di moda il casco se lo porterebbero pure a letto.
Il resto delle persone non usa bici e mezzi pubblici per pigrizia nel primo caso, e per mancanza apparente di flessibilità nel secondo dei casi (si tende a pensare che si sia vincolati agli orari di passaggio dei mezzi, ma non si calcolano i tempi per trovare un parcheggio in auto...). Senza contare altri fattori tipo il valore di status symbol dell'auto, l'abitudine, e l'incapacità di molti di mettere in discussione le proprie convinzioni e routine (non molto diverso, sotto questo aspetto, dalle nuove generazioni di cui sopra).
Non sono d'accordo.
I mezzi pubblici a Roma sono per i "poveracci"...senza offesa per nessuno.
Poveracci perché hanno n° problemi ogni volta...corse saltate, affollamento, rotture improvvise, claustrofobici le metro, lenti e succubi del traffico e del parcheggio assassino, quelli di superficie.
Spendi poco...1,5euro a biglietto...e hai poco.
Non ci sono santi.
Roma ha una circonferenza interna di 68km...per non parlare dei quartieri limitrofi...il mezzo a motore è ancora la prima soluzione.
Per brevi spostamenti puoi pensare a bici o monopattino...con tutte le problematiche del caso.
Vai a vedere quanti incidenti e morti ci sono in 1 anno.
Le strade sono pericolose...non ci sono caxxi...e nonostante questo c'è gente che si ostina a non mettere il casco...tanto...che vuoi che succeda... :roll:
 

albatros_la

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Non sono d'accordo.
I mezzi pubblici a Roma sono per i "poveracci"...senza offesa per nessuno.
Poveracci perché hanno n° problemi ogni volta...corse saltate, affollamento, rotture improvvise, claustrofobici le metro, lenti e succubi del traffico e del parcheggio assassino, quelli di superficie.
Spendi poco...1,5euro a biglietto...e hai poco.
Non ci sono santi.
Roma ha una circonferenza interna di 68km...per non parlare dei quartieri limitrofi...il mezzo a motore è ancora la prima soluzione.
Per brevi spostamenti puoi pensare a bici o monopattino...con tutte le problematiche del caso.
Vai a vedere quanti incidenti e morti ci sono in 1 anno.
Le strade sono pericolose...non ci sono caxxi...e nonostante questo c'è gente che si ostina a non mettere il casco...tanto...che vuoi che succeda... :roll:
Mi sa invece che siamo in parte d'accordo. Non a caso ho fatto il raffronto con Roma dicendo che a Torino sono sicuramente migliori e che ci vuole poco. Ho vissuto per lavoro a Roma in zone periferiche e so di cosa parli. Roma è un girone infernale dal punto di vista del traffico e della sicurezza di chi va su due ruote, di qualsiasi genere. Un'idea me la sono fatta: molte città invase dal traffico sono vittime di se stesse, piene di auto con una sola persona a bordo, che si lamenta e sbraita perché ci sono troppe altre auto in giro. È palese che se usassero i mezzi pubblici nello spazio di 4 auto avrebbero 50 persone e il traffico sarebbe ridicolamente più basso. Ma non li usano, perché non funzionano, e non funzionano perché i "poracci" non pagano sempre il biglietto e chi va in auto li imbottiglia in coda (cosa che tra l'altro ne giustificherebbe l'utilizzo, visto che in auto sei fermo nella stessa coda e dunque il vantaggio tempistico è solo un miraggio). Un cane che si mangia la coda. In tutto questo, ho conosciuto gente che prende l'auto per fare 1 km e mezzo di coda la mattina e la sera, perdendo così più di un'ora di vita al giorno e contribuendo al caos. Ma in quella scatola a quattro ruote si sta comodi, è come la sigaretta dopo il caffé: se non te la fai la vita non ha lo stesso sapore, dice chi se la fuma. Chi è causa del suo male, pianga se stesso.

Detto ciò su Roma, in Italia un abitante su tre vive nelle grosse città (fonte Eurostat), e non tutte sono messe così male dal punto di vista ciclabile (sia effettivo che potenziale, parlo di vivibilità più che di estensione ciclabile in senso stretto). Un altro 40 % circa degli abitanti vive in zone cittadine. Queste due fette di popolazione potrebbero fare molto di più sul piano dell'utilizzo della bici al posto dell'auto. E siamo onesti: manca loro la cultura e dunque la volontà prima ancora dei servizi e degli incentivi. Prova ne è il fatto che anche la regione con maggiore estensione ciclabile pro-capite, il Friuli - Venezia Giulia, ne ha solo poco più di 2 m per abitante (fonte), un'inezia, eppure la bici lì si usa più che in altre regioni d'Italia, anche se i numeri sono relativamente bassi. In Trentino - Alto Adige ci sono meno ciclabili pro-capite (ma tanto è una guerra tra poveri, è poco determinante), e la bici si usa ancor di più (uno su dieci la usa per spostarsi quotidianamente), nonostante sia una regione non proprio pianeggiante...

Se invece di insegnare alle persone ad andare in bicicletta insegni loro la cultura dello spostarsi in bicicletta, ci andranno a prescindere dall'obbligo di portare il casco. In Italia ci si ferma, quando ci si arriva, al primo insegnamento.
 

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Il problema non è insegnare a qualche centinaio di migliaia di persone ad usare la bici. Il problema è insegnare a MILIONI di persone a rispettare gli altri, a dare le precedenze, a non chattare alla guida, a non farsi quando si guida.

Senza questo il casco obbligatorio è come mettere un cerotto su una ferita aperta.
 

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