KCNC ennesima rottura

nemox

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aggiungo:
riguardo la panda: non è un mezzo anfibio. la pipa da XC è una pipa da XC e mi deve garantire degli standard minimi di sicurezza nell'ambito XC (ovvio che se faccio DH e mi si rompe cavoli miei); se questi standard minimi sono garantiti solo per un determinato peso del biker, sempre secondo me, sarebbe giusto specificarlo.

Non conosco la normativa specifica ma tutti i componenti delle bici devono essere sottoposti a test specifici che ne assicurino la resistenza a precisi limiti minimi di sforzo. Tutto sta nel capire se i componenti in oggetto siano adeguati alla normativa

Alcuni costruttori (zoom per esempio) scrivono chiaramente in ogni componente che lo stesso non è adatto e certi tipi di utilizzo.
Decathlon specifica lo stesso per le proprie bici di fascia bassa.
 

matteo_84

Biker marathonensis
Non conosco la normativa specifica ma tutti i componenti delle bici devono essere sottoposti a test specifici che ne assicurino la resistenza a precisi limiti minimi di sforzo. Tutto sta nel capire se i componenti in oggetto siano adeguati alla normativa

Alcuni costruttori (zoom per esempio) scrivono chiaramente in ogni componente che lo stesso non è adatto e certi tipi di utilizzo.
Decathlon specifica lo stesso per le proprie bici fascia bassa.

su questo sono convinto e sono d'accordo. e anche altri costruttori specificano, per l'appunto, destinazione d'uso e anche peso del biker, molto spesso.

ora quello che si capiva da questo tread è che: "eh, ma se compri un componente ultralight (per di più a poco) e pesi 130kg è normale che si rompa"....

io sinceramente non sono tanto d'accordo. se compro un componente e non c'è limitazione di peso, non si deve rompere sia se il biker pesa 60kg sia se ne pesa 130kg. se invece è specificato, e la persona da 130kg comunque lo usa quel determinato componente, allora è "normale" che si possa rompere.

una volta non si credeva che le sigarette potessero portare a gravi patologie mortali: oggi come oggi è spiattellato dappertutto. :-)

tutto qua...
 
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flavionus

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Radon & Argon
trovo che sia assolutamente fuorviante generalizzare
ok analizzare il caso in questione
ma parlare genericamente di kcnc o altro senza aver sottomano dei semplici numeri è un grosso errore nonchè un comportamneto scorretto



IO PER ESEMPIO GLO Hò USATI I PRODOTTI KCNC ED ANCORA Lì USO SULLA BDC .....

SULLA MTB AVEVO SIA L'ATTACCO ED IL MANUBRIO ....X 2 ANNI MAI AVUTO PROBLEMI .......


invece la guarnitura di 3 anni fò :arrabbiat: ..... la nuova è cambiata totalmente e nn sò ....:i-want-t:
 

tacito

Biker imperialis
23/9/04
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ho scritto "scendere il marciapiede" perchè lo reputo molto meno stressante che fare una gara di coppa del mondo XC, dove non scendono un "marciapiede" ma interi "muretti" in successione (i gradoni sono notevoli).

quindi cambiamo l'esempio: se un obeso di 130kg fa dell' XC, con una pipa da XC, e si rompe? l'utilizzo sarebbe conforme, ma la pipa no (si è rotta facendo del semplice XC)...

a quel punto?

anche perchè, secondo il tuo ragionamento, non avrebbero senso per es. i bugiardini dei farmici: eppure in quel caso abbondano di effetti collaterali, proprio per pararsi le chiappe...o sbaglio?


aggiungo:
riguardo la panda: non è un mezzo anfibio, non mi meraviglierei di rimanere in mezzo ad un fossato. la pipa da XC è una pipa da XC e mi deve garantire degli standard minimi di sicurezza nell'ambito XC (ovvio che se faccio DH e mi si rompe cavoli miei); se questi standard minimi sono garantiti solo per un determinato peso del biker, sempre secondo me, sarebbe giusto specificarlo.
allora tra scendere un marciapiede e una prova di coppa del mondo ci sono tutta una serie di "gradini".

Il mio non è un ragionamento...
se vuoi possiamo discutere della responsabilità contrattuale e extracontrattuale, onere della prova, tipologia e modalità del risarcimento ma non penso sia il caso ne il luogo...
con riferimento all'esempio dei farmaci, se avessi letto con attenzione avresti visto che ho detto che le attività pericolose hanno previsioni normative diverse, la produzione di farmaci è considerata tecnicamente una attività pericolosa. E questo per due motivi, uno per la particolare tecnicità della materia ( mentre è notorio nell'uso comune a cosa serve una pipa o un manubrio, cosa ben diversa è l'utilità di un principio attivo usato nei farmaci), due per le conseguenze derivanti dall'uso di un manubrio o di un attacco manubrio e di un farmaco e le conseguenze che ne derivano.

Alcune case in alcuni prodotti specificano l'uso "consigliato" si badi bene consigliato...
poniamo l'esempio della pipa.
Se la usi in una front è sottoposta a determinate sollecitazioni, ad altre se montata in una Full. altre ancora se in una rigida... la casa produttrice dovrebbe indicare il peso previsto del biker a seconda di dove va montata la pipa... è pensabile?
una pipa è consigliata per l'xc, ma quali sono i parametri che servono ad indicare i limiti dell'xc? come può dire una casa costruttrice che la pipa è utilizzabile da un biker del peso fino a 85 kg, su una front e per fare xc?
mentre si può arrivare a 95 kg se la pipa viene montata su una full...
è pensabile?


Francamente non ho capito nulla di questo esempio a partire dal fatto che uno non può salire e scendere dal marciapiede...:nunsacci:
mi sono limitato ad usare l'esempio...

su questo sono convinto e sono d'accordo. e anche altri costruttori specificano, per l'appunto, destinazione d'uso e anche peso del biker, molto spesso.

ora quello che si capiva da questo tread è che: "eh, ma se compri un componente ultralight (per di più a poco) e pesi 130kg è normale che si rompa"....

io sinceramente non sono tanto d'accordo. se compro un componente e non c'è limitazione di peso, non si deve rompere sia se il biker pesa 60kg sia se ne pesa 130kg. se invece è specificato, e la persona da 130kg comunque lo usa quel determinato componente, allora è "normale" che si possa rompere.

una volta non si credeva che le sigarette potessero portare a gravi patologie mortali: oggi come oggi è spiattellato dappertutto. :-)

tutto qua...
può essere considerato opportuno l'utilizzo di un componente quale una pipa extralite da parte di un biker di 130 kg?
se reputi di si allora hai ragione...
francamente non vedo che c'entrano le sigarette...
 

ottomilainsu

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Allora... capisco che generalizzare da un caso è sempre discutibile, ma le foto della pedivella sono fin troppo chiare.
Premessa: io ho studiato agli elementi finiti le pedivelle per la tesi di laurea, ho dimensionato e provato con applicazione di estensimetri vari modelli per validare i calcoli, ho partecipato alle sessioni di misura delle sollecitazioni nell'ambito del gruppo di lavoro sulla normativa ISO presso l'università di Padova.
Sul lavoro (Ofmega di Brescia) ho progettato pedivelle, fatto verifiche FEM e un numero molto alto (centinaia) di prove di fatica e urto secondo le norme UNI, DIN, ISO e JIS (Giapponesi).
Ma ancor prima avevo assorbito il "know-how" aziendale che già sapeva che per determinate zone e determinati materiali era impossibile scendere al di sotto di determinate sezioni.
Con la fatica non c'è "ultralight" che tenga, o si dimensiona correttamente o la rottura interviene con rapidità.
Ci sarebbe anche da considerare il materiale, se è Ergal è sensibilissimo all'intaglio e alla corrosione intergranulare che agisce da acceleratore della rottura.
altre leghe, come il meno resistente 6082, non presentano questi problemi tant'è che sono usate dalla stessa Shimano per le sue pedivelle anche di alta gamma.
E' lavorabile, resistente, anodizzabile, insensibile alla corrosione e poco sensibile all'intaglio.

Veniamo al "morto": la rottura è evidentissima per fatica innescatasi dove poggia il perno del pedale.
Se osservate la sezione, lì di "ciccia" ce n'è ben poca, in più con quei fori è una sorta di sezione aperta, quindi debolissima torsionalmente e flessionalmente.
Basta poco per metterla in crisi.
La rottura è localizzata su un piano a 45° rispetto all'asse della pedivella, corrisponde alla posizione (45° verso il basso) in cui si ha la massima forza della pedalata.
Il sottoscritto, in condizioni di mediocre allenamento, in quella posizione applicava una forza di oltre 1500 N (150 kgf circa) e all'epoca il mio peso forma era di 75 kg circa.
Tale posizione corrisponde alle prescrizioni di prova ISO, pedivella a 45° e carico pulsante di 1500 N, non vi deve essere rottura dopo 100000 (centomila) cicli.
Se volete fare un po' di conti e capire a quanti km corrispondono 100000 giri di pedale, bisogna fare qualche semplice operazione, ma occorre almeno conoscere velocità media e rapporto di trasmissione medio utilizzato.
Non sono poi così tanti 100000 cicli...

E allora?
Ingegneristicamente quella pedivella è una sconcezza, quella roba o la si tiene d'occhio regolarmente con metodi non distruttivi (liquidi penetranti) o si fa a meno di usarla.
Ci sono parti della bici che, ultralight o ultraweight che siano, se si rompono mettono a rischio la vita.
Ne vale la pena?
Diffidate dalle pedivelle troppo "magre" nella zona di attacco del pedale, sono a rischio.
 
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ottomilainsu

Biker assatanatus
15/12/09
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Ribadisco, per quel che mi riguarda i componenti e le biciclette dovrebbero sottostare ad un normativa univoca, con precise limitazioni d'uso in funzione della tipologia.
E specialmente per i componenti, ponendo delle rigorose condizioni di omologazione, è chiaro che si fa morire l'ultralight.
Ma se chi li compra non è consapevole dei loro limiti, è meglio bandirli con normative rigorose.
Se poi uno monta qualche accrocchio e si fa male? Beh, c.... suoi e di chi lo ha fabbricato.
 

Neon049

Biker superis
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ottomilainsù;5953397 ha scritto:
Allora... capisco che generalizzare da un caso è sempre discutibile, ma le foto della pedivella sono fin troppo chiare.
Premessa: io ho studiato agli elementi finiti le pedivelle per la tesi di laurea, ho dimensionato e provato con applicazione di estensimetri vari modelli per validare i calcoli, ho partecipato alle sessioni di misura delle sollecitazioni nell'ambito del gruppo di lavoro sulla normativa ISO presso l'università di Padova.
Sul lavoro (Ofmega di Brescia) ho progettato pedivelle, fatto verifiche FEM e un numero molto alto (centinaia) di prove di fatica e urto secondo le norme UNI, DIN, ISO e JIS (Giapponesi).
Ma ancor prima avevo assorbito il "know-how" aziendale che già sapeva che per determinate zone e determinati materiali era impossibile scendere al di sotto di determinate sezioni.
Con la fatica non c'è "ultralight" che tenga, o si dimensiona correttamente o la rottura interviene con rapidità.
Ci sarebbe anche da considerare il materiale, se è Ergal è sensibilissimo all'intaglio e alla corrosione intergranulare che agisce da acceleratore della rottura.
altre leghe, come il meno resistente 6082, non presentano questi problemi tant'è che sono usate dalla stessa Shimano per le sue pedivelle anche di alta gamma.
E' lavorabile, resistente, anodizzabile, insensibile alla corrosione e poco sensibile all'intaglio.

Veniamo al "morto": la rottura è evidentissima per fatica innescatasi dove poggia il perno del pedale.
Se osservate la sezione, lì di "ciccia" ce n'è ben poca, in più con quei fori è una sorta di sezione aperta, quindi debolissima torsionalmente e flessionalmente.
Basta poco per metterla in crisi.
La rottura è localizzata su un piano a 45° rispetto all'asse della pedivella, corrisponde alla posizione (45° verso il basso) in cui si ha la massima forza della pedalata.
Il sottoscritto, in condizioni di mediocre allenamento, in quella posizione applicava una forza di oltre 1500 N (150 kgf circa) e all'epoca il mio peso forma era di 75 kg circa.
Tale posizione corrisponde alle prescrizioni di prova ISO, pedivella a 45° e carico pulsante di 1500 N, non vi deve essere rottura dopo 100000 (centomila) cicli.
Se volete fare un po' di conti e capire a quanti km corrispondono 100000 giri di pedale, bisogna fare qualche semplice operazione, ma occorre almeno conoscere velocità media e rapporto di trasmissione medio utilizzato.
Non sono poi così tanti 100000 cicli...

E allora?
Ingegneristicamente quella pedivella è una sconcezza, quella roba o la si tiene d'occhio regolarmente con metodi non distruttivi (liquidi penetranti) o si fa a meno di usarla.
Ci sono parti della bici che, ultralight o ultraweight che siano, se si rompono mettono a rischio la vita.
Ne vale la pena?
Diffidate dalle pedivelle troppo "magre" nella zona di attacco del pedale, sono a rischio.

senza tener conto di quanti cicli ti mangi se percorri una discesa sterrata, pur avendo un biker di 70kg ne imprimi di sollecitazioni sulla pedivella anche se non pedali..

cmq non sono d'accordo con te sul fatto di diffidare dei pezzi ultralight, di fatto non è il materiale che non va bene se ha retto fino ad un tot (2 anni mica son pochi se un pezzo è usato intensamente) vuol dire che è stato progettato male .. li è il pezzo che è fatto da animali.. hai un materiale sensibile all'intaglio, variazioni di sezioni a valanghe, un perno filettato (quindi gia milioni di possibili punti di innesco cricca prematura) usato come rinforzo o come scheletro della pedivella.. non so come si facciano le altre pedivelle ma sinceramente io darei dell'animale a quello che pensa minimamente di mettere in commercio una roba del genere e spero che siano gli unici a progettare pedivelle del genere altrimenti è da cagarsi addosso salir su qualsiasi mtb
 

yayayaya

Biker imperialis
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Cube Stereo 150, Specialized Stumjumper, Btwin 940
ottomilainsù;5951474 ha scritto:
Grazie nemox per la segnalazione.
Vado un po' di fretta, il letto reclama il mio sonno, ma almeno due cose le dico.

Manubrio: parrebbe esser stato serrato eccessivamente, il collare ha schiacciato il tubo. Che questo sia troppo sottile può aver accentuato il guaio.
Che abbiano detto che lo scandium (la lega di alluminio con... etc etc) teme l'umidità... mi sa di panzana colossale.
Se teme l'umidità non va usato per le bici, che notoriamente non si tengono solo per esporle in salotto

Pedivella: ARGH! Ma in giro c'è ancora gente che fa e vende queste cazzate? Scusate il francesismo.
Per togliere qualche grammo hanno indebolito proprio la zona più critica, quella è roba che provoca rottura per fatica (si vede, le foto sono ragionevolmente chiare) partita perché semplicemente la sezione è troppo debole e ancor più indebolita dalla filettatura dei tappi prigionieri che è un vero e proprio invito alla rottura, tanto più che è orientata proprio perpendicolamente alla direzione di massima sollecitazione!

In questo caso, a maggior ragione se ci sono lesioni permanenti, ci starebbe tutta una citazione del produttore per danni.
Serve una perizia documentata e serve l'avvocato... questo è semmai il problema.

Per ora ho messo le mie impressioni, poi con calma farò ancora qualche annotazione.

il manubrio garantisco che non è stato stretto troppo e non penso si sia deformato stringendo, ma credo nell'uso tirando sui pedali.
il manubrio della bdc della stessa marca mostra segni un pò oltre la semplice rigatura della vernice , cosa che non ho su nessun manubrio oltre a questi.

per la guarnitura mi trovi d'accordo, poi faccio notare che un pedale comunissimo come il CB sl si avvita per poco più della metà di tutta la filettatura della pedivella, così mi viene da pensare che si tiene perla maggior parte sulla filettatura del grano!!!!
 

yayayaya

Biker imperialis
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è la prima cosa che ho notato! :il-saggi:

201209142159021.jpg


201209142159231.jpg


ovviamente non è una giustificazione a KCNC, però sembrerebbe che la pipa sia stata stretta a morte e/o comq che non sia stata usata la dinamometrica.

KCNC fa componenti davvero light e a prezzi davvero economici. come le pipe. quando avevo il frontino da XC ero stato tentato all'acquisto dei suoi componenti...

2 parole sullo scandium: ci sono telai fatti con questa lega e la kona li garantisce a vita, che cavolata è quella che dopo 1 anno è da buttare?! :omertà:
senza considerare poi, che per legge, un oggetto deve essere garantito per 2 anni, minimo...

ribadisco stretto con la dinamometrica e comunque non passo le ore in garage a sistemare di tutto, non sono uno sprovveduto.
il fatto di avergli messo una squadra dietro nella foto dovrebbe farvi capire la mia incredulità nel vedere un manubrio ridotto così.
da rotto una amico, quindi con un moncone di soli 30cm, un mio amico vedendo lo spessore finissimo voleva piegarmelo a metà, poi per fretta e per evitare di tagliarsi ha lasciato perdere.
secondo l'axevo lo scndium teme l'umidità e pure il sudore acido, parlandomi di un manubrio rotto che presentava dei fori dovuti proprio all'ossidazione
 

yayayaya

Biker imperialis
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IO PER ESEMPIO GLO Hò USATI I PRODOTTI KCNC ED ANCORA Lì USO SULLA BDC .....

SULLA MTB AVEVO SIA L'ATTACCO ED IL MANUBRIO ....X 2 ANNI MAI AVUTO PROBLEMI .......


invece la guarnitura di 3 anni fò :arrabbiat: ..... la nuova è cambiata totalmente e nn sò ....:i-want-t:

controlla i manubri e vedi se ci sono segni di schiacciamento
 

yayayaya

Biker imperialis
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Cube Stereo 150, Specialized Stumjumper, Btwin 940
oggi , calibro alla mano ho misurato gli spessori del manubrio, 1mm nel punto centrale dove viene serrato nell'attacco 0,5mm sul bordo!!!
rimango senza parole.
per curiosità ho misurato un manubrio low riser da 64 quindi più largo e curvato, quindi già per questo più pesante (250g)e ai bordi e oltre 1mm, cioè nella parte meno stressata è più spesso del kcnc scandium.

per la pedivella , i grani sono tra l'altro forati e la nel punto centrale dove si avvita il pedale lo spessore dei grani diventa meno di un mm.

prossimamente carico altre foto degli spessori e dei grani


manubrio 250g altra marca 64cm low riser misura all'estremità

20121026103154.jpg




kcnc all'estremità
20121026103109.jpg


kcnc al centro
20121026103052.jpg




pedivella, particolare grani
20121026102926.jpg


pedivella kcnc, particolare grani forati

20121026102505.jpg
 

RS

Biker celestialis
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A prescindere che tutto si rompe ed è inutile demonizzare un marchio piuttosto che un altro, però le pedivelle, a livello progettuale, mi sembrano proprio fatte male: i prigionieri non sono altro che dei tappi per chiudere la lavorazione di alleggerimento longitudinale, ma un pedale avvitato in quel modo mi sembra proprio nato male come idea.
 

nemox

Biker velocissimus
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A prescindere che tutto si rompe ed è inutile demonizzare un marchio piuttosto che un altro, però le pedivelle, a livello progettuale, mi sembrano proprio fatte male: i prigionieri non sono altro che dei tappi per chiudere la lavorazione di alleggerimento longitudinale, ma un pedale avvitato in quel modo mi sembra proprio nato male come idea.

Già, in effetti bastava che fermassero la lavorazione prima invece di riempire con un materiale più pesante di quello tolto. Ma l'errore è talmente palese che mi viene il dubbio che ci stia sfuggendo qualcosa. Cosa però non lo so.:nunsacci:
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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In quella pedivella (in generale in tutte) il foro di alleggerimento non può essere fatto partendo dall'innesto per il movimento centrale, quindi lo hanno fatto partendo dal pedale.
In un modo o nell'altro hanno commesso un errore madornale, visto l'indebolimento provocato.
Quelle Shimano, cave, sono forgiate tubolari e poi chiuse schiacciandole dalla parte del pedale, quindi non vi sono zone critiche indebolite da fori.
E' chiaro che a lavorar così si rischia, tanto più se preliminarmente non si conducono test di fatica per la verifica.
Costano, ma almeno mandi fuori dei prodotti che soddisfano alle prescrizioni di normativa.
 

giorgibe

Biker infernalis
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ottomilainsù;5957963 ha scritto:
Quelle Shimano, cave, sono forgiate tubolari e poi chiuse schiacciandole dalla parte del pedale, quindi non vi sono zone critiche indebolite da fori.
E' chiaro che a lavorar così si rischia, tanto più se preliminarmente non si conducono test di fatica per la verifica.
Costano, ma almeno mandi fuori dei prodotti che soddisfano alle prescrizioni di normativa.

esatto, motivo per cui praticamente da sempre ( avendo lavorato con officine meccaniche e poi in garanzie sempre meccaniche ) compro tali tipologie di prodotti solo da grandi produttori, non discuto che ce ne saranno di buoni anche di piccoli, sempre però a trovarli ed anche lasciando stare il prezzo, ma gli studi e le verifiche tecniche di una shimano o simili te le scordi dal piccolino. ( per intendere piccolino a me è capitato di vedere obbrobri veri e propri anche dalla ktm moto del tempo che fu, solo per fare un esempio).
 

giorgibe

Biker infernalis
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Alcune case in alcuni prodotti specificano l'uso "consigliato" si badi bene consigliato...
poniamo l'esempio della pipa.
Se la usi in una front è sottoposta a determinate sollecitazioni, ad altre se montata in una Full. altre ancora se in una rigida... la casa produttrice dovrebbe indicare il peso previsto del biker a seconda di dove va montata la pipa... è pensabile?
una pipa è consigliata per l'xc, ma quali sono i parametri che servono ad indicare i limiti dell'xc? come può dire una casa costruttrice che la pipa è utilizzabile da un biker del peso fino a 85 kg, su una front e per fare xc?
mentre si può arrivare a 95 kg se la pipa viene montata su una full...
è pensabile?
.


secondo me, non solo è pensabile, ma se l' articolo è anche solo in parte a rischio, doveroso, altrimenti son cavoli di chi produce e poi vende ( a catena inversa), non dell' utente che non è tenuto ad avere alte competenze in ingegneria strutturale e/o dei materiali ( come per es. alcuni utenti del forum hanno ), ma quando acquista ed ha pagato con soldi veri, ha diritto ad avere un bene conforme ed in ogni caso con 2 ( due ) anni di garanzia, cicli o non cicli ( di lavoro, non biciclette........).
certo comunque che, anche da profano, a vedere come è stata fatta quella pedivella ti si torce l' intestino dal male.
 
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