L'ultima volta che ho sentito suicciare ho fatto ripetere la parola al dirigente e gli ho riso in faccia...credetemi...non sarò mai capoarea...ma ne sarà valsa la pena...
mitico!!!o-o
Io tempo fa cercavo di fare ordine nell'uso di k, ch e q.
Penso che il CH si legge con la C dura solo in italia e in pochi altri luoghi a me sconosciuti... in generale il CH è un suono dolce... cinese, francese, inglese, spagnolo.... insomma qualche miliardo di persone legge il CHI come CI... ma noi, sboroni, leggiamo in modo diverso. Per questo "giustifico" l'uso del K al posto del CH, ma non quando non servirebbe l'H... cioé: kiavica, kiedere, accusa, kicco... non kiavika, akkusa, kikko...
mentre CIAO, andrebbe scritto
chao, come choccolato, cacho, cioé come Sancho, Che Guevara, Ho Chi Min, Churchill, Charles, ecc..
Poi... la Q... ma chi l'ha inventata?! non è semplicemente una complicazione linguistica? chi ha pensato di scrivere soqquadro con due Q? acqua col CQ? Cuocere con la C?
Io non sono contrario ad una semplificazione linguistica. L'italiano è una delle lingue più complesse, per la miriade di regole ed eccezioni che ci sono. L'inglese è troppo semplice, quasi stupido, pur con le sue complicazioni inutili, quanto in italiano... se provia tradurrre una poesia italiana in inglese ti rendi conto di quante parole mancano e della musicalità che viene meno... a meno di ricorrere ad arcaismi shakespeariani o precedenti.
Anche in italiano c'è gente che per farsi figo (apparendo un pistola) spara parole inutili o inventate a raffica... soprattutto ho avuto a che fare con architetti che non si limitano ad usare il gergo tecnico (che fortunatamente ha un ampio vocabolario italiano), ma costruiscono parole inesistenti dell'architettese (già più volte condannato anche dagli addetti ai lavori), che tende a complicare un concetto semplice e forse stupido pur di farlo sembrare la trovata del secolo.
In quanto a mischiare le lingue, soprattutto l'inglese, è dovuto al fatto che leggendo spesso in inglese si comincia a pensare in inglese e questo porta una certa difficoltà magari a trovare il termine in italiano corrispondente, perché magari si esprime con una perifrasi meno immediata.
l'importante è essere comprensibili e rispettare le regole. Piuttosto che dire
"il target del service consiste in un roundup del settore affluent con buoni spread di oversharing..."
dillo in inglese... o spremiti per dirlo tutto in italiano... magari usando pure "target", che è ormai assimilato alla lingua italica...