La società e i media di certo non invogliano i giovani a "faticare". Piuttosto tutto e subito senza difficoltà alcuna, massimo risultato col minimo sforzo.
Poi, nel caso specifico, secondo me i giovani non sono per nulla attratti da un mondo troppo esasperato, a tutti i livelli, che si prende troppo sul serio e che non sa offrire null'altro che agonismo e competizione ogni domenica.
E quei pochi giovani che ci sono "copiano" per spirito di emulazione gli errori e i vizi dei grandi andando a parare sulla stessa strada ossessiva-compulsiva.
Iniziassimo a prendere le granfondo con meno foga, con più spirito di divertimento, prendendo quello che viene senza incazzarsi sempre per la solite cose, con più sportività e rispetto per gli altri.... forse le cose potrebbero cambiare.
E' inutile allevare i giovani fin da bambini inculcandogli la PREPARAZIONE, l'ALLENAMENTO, il METODO, i KM e i DISLIVELLI, i TEMPI e i RITMI. Dategli una bici e che pedalino finchè son stanchi!!!
In Francia Thomas Dietsch - con tanto di maglia di campione francese - va a fare scuola (teoria e pratica) di MTB nella scuole medie e superiori... probabilmente l'età più difficile ma anche più interessata all'avventura. Da quello che ho capito è un "vendere" la mtb come un passatempo, un modo di aggregazione, un divertimento, ma non certo competizione.
Da noi la FCI che fa?
Forse la gravitiy potrebbe essere il giusto "amo" per far abboccare i giovani, ma va da sè che è comunque una disciplina costosa e pericolosa.
E allora puntare su una via di mezzo, diciamo "freeride" ma inteso come "pedalare" come dove e quando si vuole. Il problema è che l'offerta di percorsi e strutture su gran parte del territorio è pressochè inesistente...