no, sono solo proposte per ora.Non hanno addirittura asseverato le norme qualche giorno fa con una minima distanza di 1,5 metri e con multe fino a 680 Euro?
no, sono solo proposte per ora.Non hanno addirittura asseverato le norme qualche giorno fa con una minima distanza di 1,5 metri e con multe fino a 680 Euro?
Un articolo importante. Vorrei dire che l'Italia ultimamente fa le stesse fesserie che in Germania sono già all'ordine del giorno: Piste ciclabili. Che spesso poi finiscono sulla strada e hanno sempre le macchine la precedenza, a parte percorsi assurdi che ti fanno fare 100 curve a sinistra e a destra dove le macchine possono andare dritto.
Perché dico che le piste ciclabili sono fesserie? Molto semplice, creano un'atmosfera dell "uno contro l'altro" invece di obbligare tutti a collaborare.
In fine dei conti i ciclisti vengono cacciati via dalla strada e chi va in auto pretende che non ci siano più bici sulla strada e se ne fida anche.
Bisognerebbe creare "piste per le automobili" che loro siano costretti ad arrangiarsi con pedoni in mezzo e con corsie strette.
Aiuterebbe forse anche a qualcuno ad andare in bici per i due chilometri che fa ogni giorno in auto per andare al lavoro e ridurebbe il traffico.
L'Olanda però vede proprio le bici un mezzo utile di ogni giorno e poi, prova ad andare a velocità eccessiva con la macchina... Secondo me è una domanda di cultura dell'insieme che evita il peggio. In Germania invece, grazie alle piste ciclabili, si è creato un clima di ostilità nel quale ognuno vuole aver ragione (sicuramente siamo anche noi tedeschi un po' fatti così, ma...): Chi va in macchina non accetta che ci siano bici sulla strada e chi va in bici insiste sul suo. Una vera guerra nelle città grandi. Per migliorare il clima ci vuole il diritto ufficiale per le bici di andare sulla strada e ci vogliono controlli. Prova a mettere una pattuglia di Carabinieri sul bordo della strada, anche se non fanno niente, la disciplina di chi guida in macchina aumenta drasticamente.Un articolo importante. Vorrei dire che l'Italia ultimamente fa le stesse fesserie che in Germania sono già all'ordine del giorno: Piste ciclabili. Che spesso poi finiscono sulla strada e hanno sempre le macchine la precedenza, a parte percorsi assurdi che ti fanno fare 100 curve a sinistra e a destra dove le macchine possono andare dritto.
Perché dico che le piste ciclabili sono fesserie? Molto semplice, creano un'atmosfera dell "uno contro l'altro" invece di obbligare tutti a collaborare.
In fine dei conti i ciclisti vengono cacciati via dalla strada e chi va in auto pretende che non ci siano più bici sulla strada e se ne fida anche.
Bisognerebbe creare "piste per le automobili" che loro siano costretti ad arrangiarsi con pedoni in mezzo e con corsie strette.
Aiuterebbe forse anche a qualcuno ad andare in bici per i due chilometri che fa ogni giorno in auto per andare al lavoro e ridurebbe il traffico.
Ti sbagli, te lo dico da "appassionato" e "studioso" di ciclabilità (un po disilluso). Unica soluzione sono i percorsi ciclabili, funziona così in tutto il mondo. Ovviamente devono essere fatte con criterio e con la determinatezza di dare più precedenza possibile alle bici, in questo modo, sopratutto in ambiente urbano, gli effetti sulla riduzione della possibilità di viaggiare con l'auto sono doppi, in quanto oltre a sfavorire l'utilizzo delle quattro ruote, quelle che girano (e ci saranno e devono esserci) avranno anche una velocità molto ridotta. In due parole, moderazione del traffico. L'unica cosa che serve veramente è la volontà politica. Guarda come ha fatto a diventare ciclabile l'Olanda, http://video.repubblica.it/mondo/olanda-cosi-sono-nate-le-ciclabili/89068/87461 .Il problema italiano è che siamo tutti tifosi del proprio gruppo di appartenenza, quindi i ciclisti chiamano gli automobilisti "assassini" (verosimile perché come dice Marco hanno/abbiamo un'arma) gli automobilisti chiamano i ciclisti "str..zi, bast..di, ecc." Nel mezzo ci sono le amministrazioni e la politica che cavalca un po d'onda quando capita ma non prende mai una decisione per non scontentare nessuno (l'arbitro di calcio che da un rigore per uno facendo il doppio errore). In auto ci andiamo tutti, e al telefono, inutile essere ipocriti, più o meno è capitato a tutti. Ma, siccome all'estero sono, ahimè sempre avanti, facessero vedere gli spot televisivi UK sugli incidenti stradali ( uno ad esempioma ce ne sono a iosa), ma con il nostro perbenismo sarebbe "troppo violento"...........
L'Olanda però vede proprio le bici un mezzo utile di ogni giorno e poi, prova ad andare a velocità eccessiva con la macchina... Secondo me è una domanda di cultura dell'insieme che evita il peggio. In Germania invece, grazie alle piste ciclabili, si è creato un clima di ostilità nel quale ognuno vuole aver ragione (sicuramente siamo anche noi tedeschi un po' fatti così, ma...): Chi va in macchina non accetta che ci siano bici sulla strada e chi va in bici insiste sul suo. Una vera guerra nelle città grandi. Per migliorare il clima ci vuole il diritto ufficiale per le bici di andare sulla strada e ci vogliono controlli. Prova a mettere una pattuglia di Carabinieri sul bordo della strada, anche se non fanno niente, la disciplina di chi guida in macchina aumenta drasticamente.
Se poi, ovviamente, si vedono i vigili urbani in Centro a Trento con il telefonino sull'orecchio mentre guidano, non è che facciano buon esempio.
Mi scuso per il parziale OT, ma un auto con ABS non lascia segni (evidenti e continui) della frenata sulla strada e quella che chiami incredibile strisciata nera è solo l'ombra dei cavi dell'alta tensione...Ciao, guardando bene la foto, non può sfuggire l'incredibile strisciata nera lasciata sulla strada presumibilmente dall'auto in frenata: è chiaro che una concausa sia di certo la VELOCITA'.
qui alcune foto, comunque non sufficienti a chiarire la dinamica.Mi scuso per il parziale OT, ma un auto con ABS non lascia segni (evidenti e continui) della frenata sulla strada e quella che chiami incredibile strisciata nera è solo l'ombra dei cavi dell'alta tensione...
Piuttosto deve preoccuparsi il tipo, se non ha scelto massimali alti ma il minimo di legge rischia grosso...mi sa che quelli della compagnia assicurativa del tipo che ha messo sotto hayden sono un filino preoccupati.....
A Berlino ogni giorno si muove in bici più di mezzo milione di abitanti. MEZZO MILIONE. Per quanto i 17 morti registrati nel corso del 2016 siano molti di più rispetto all'anno precedente, si tratta comunque di un numero basso (non me ne vogliano, sui morti non si dovrebbe fare aritmetica, ma la statistica è necessaria a capire l'entità). Senza dubbio è un numero su cui lavorare, e i tedeschi - proprio in virtù della loro "troppa" organizzazione - ci lavoreranno.Vai tranquillo... In Germania è peggio, a Berlino si amazzano in media 20 ciclisti all'anno e poi se leggi certi commenti sotto gli articoli che raccontano le vicende. Secondo me colpa della troppa organizzazione che mira a tirar via le bici dalle strade dove viaggiano le macchine e provoca che chi va in auto pretende che le bici stiano lontane dalla "sua" strada. Piste ciclabili sono velenosi. Ci vuole un insieme, non un "tutti contro tutti".Basta leggere i commenti sui social per capire che non c'è speranza. Il livello di ignoranza italiano (all'estero non lo so) è abissale. C'È gente che invocano a investire i ciclisti per educarli.
A Roma quanti ne muoino?A Berlino ogni giorno si muove in bici più di mezzo milione di abitanti. MEZZO MILIONE. Per quanto i 17 morti registrati nel corso del 2016 siano molti di più rispetto all'anno precedente, si tratta comunque di un numero basso (non me ne vogliano, sui morti non si dovrebbe fare aritmetica, ma la statistica è necessaria a capire l'entità). Senza dubbio è un numero su cui lavorare, e i tedeschi - proprio in virtù della loro "troppa" organizzazione - ci lavoreranno.Vai tranquillo... In Germania è peggio, a Berlino si amazzano in media 20 ciclisti all'anno e poi se leggi certi commenti sotto gli articoli che raccontano le vicende. Secondo me colpa della troppa organizzazione che mira a tirar via le bici dalle strade dove viaggiano le macchine e provoca che chi va in auto pretende che le bici stiano lontane dalla "sua" strada. Piste ciclabili sono velenosi. Ci vuole un insieme, non un "tutti contro tutti".Basta leggere i commenti sui social per capire che non c'è speranza. Il livello di ignoranza italiano (all'estero non lo so) è abissale. C'È gente che invocano a investire i ciclisti per educarli.
In Italia il numero di persone che usa la bici quotidianamente non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che si registra in Germania e altri paesi del Nord Europa. Il numero di decessi è alto in rapporto, e per la maggior parte coinvolge persone anziane (over 65). È in aumento costante negli ultimi anni. In queste cose tutto fa brodo: distrazione al volante, distrazione al manubrio, guidatori non idonei alla guida sia dell'auto che della bici (anziani, con scarsi riflessi, o persone alticce, o stanche, quale che sia la loro età), e dolo - come si vede in quel video inglese che fa rabbrividire.
Trovo assurdo affermare che se c'è molta infrastruttura sia peggio che non averla (in Italia l'infrastruttura è fortemente carente, e quando c'è spesso induce all'errore il ciclista o l'automobilista - detto da uno che è stato investito su una ciclabile secondo me mal fatta -). È come dire che era meglio educare chi popolava il Far West piuttosto che sviluppare un apparato di legge e diritto per la tutela del singolo. Il mondo del "siamo tutti uguali e viviamo d'amore e d'accordo" è utopia.
Senza dubbio i fattori in gioco sono molti e il problema non è facile da esaminare sotto tutti i suoi aspetti. L'anarchia, tuttavia, non è certo la soluzione. Tanto meno la sola educazione, per quanto essa sia fondamentale.
Per quanto riguarda l'infrastruttura, teoricamente può migliorare. Se, però, manca la cultura dell'insieme non aiuta per niente.A Berlino ogni giorno si muove in bici più di mezzo milione di abitanti. MEZZO MILIONE. Per quanto i 17 morti registrati nel corso del 2016 siano molti di più rispetto all'anno precedente, si tratta comunque di un numero basso (non me ne vogliano, sui morti non si dovrebbe fare aritmetica, ma la statistica è necessaria a capire l'entità). Senza dubbio è un numero su cui lavorare, e i tedeschi - proprio in virtù della loro "troppa" organizzazione - ci lavoreranno.Vai tranquillo... In Germania è peggio, a Berlino si amazzano in media 20 ciclisti all'anno e poi se leggi certi commenti sotto gli articoli che raccontano le vicende. Secondo me colpa della troppa organizzazione che mira a tirar via le bici dalle strade dove viaggiano le macchine e provoca che chi va in auto pretende che le bici stiano lontane dalla "sua" strada. Piste ciclabili sono velenosi. Ci vuole un insieme, non un "tutti contro tutti".Basta leggere i commenti sui social per capire che non c'è speranza. Il livello di ignoranza italiano (all'estero non lo so) è abissale. C'È gente che invocano a investire i ciclisti per educarli.
In Italia il numero di persone che usa la bici quotidianamente non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che si registra in Germania e altri paesi del Nord Europa. Il numero di decessi è alto in rapporto, e per la maggior parte coinvolge persone anziane (over 65). È in aumento costante negli ultimi anni. In queste cose tutto fa brodo: distrazione al volante, distrazione al manubrio, guidatori non idonei alla guida sia dell'auto che della bici (anziani, con scarsi riflessi, o persone alticce, o stanche, quale che sia la loro età), e dolo - come si vede in quel video inglese che fa rabbrividire.
Trovo assurdo affermare che se c'è molta infrastruttura sia peggio che non averla (in Italia l'infrastruttura è fortemente carente, e quando c'è spesso induce all'errore il ciclista o l'automobilista - detto da uno che è stato investito su una ciclabile secondo me mal fatta -). È come dire che era meglio educare chi popolava il Far West piuttosto che sviluppare un apparato di legge e diritto per la tutela del singolo. Il mondo del "siamo tutti uguali e viviamo d'amore e d'accordo" è utopia.
Senza dubbio i fattori in gioco sono molti e il problema non è facile da esaminare sotto tutti i suoi aspetti. L'anarchia, tuttavia, non è certo la soluzione. Tanto meno la sola educazione, per quanto essa sia fondamentale.
@ZucchiA Roma quanti ne muoino?A Berlino ogni giorno si muove in bici più di mezzo milione di abitanti. MEZZO MILIONE. Per quanto i 17 morti registrati nel corso del 2016 siano molti di più rispetto all'anno precedente, si tratta comunque di un numero basso (non me ne vogliano, sui morti non si dovrebbe fare aritmetica, ma la statistica è necessaria a capire l'entità). Senza dubbio è un numero su cui lavorare, e i tedeschi - proprio in virtù della loro "troppa" organizzazione - ci lavoreranno.Vai tranquillo... In Germania è peggio, a Berlino si amazzano in media 20 ciclisti all'anno e poi se leggi certi commenti sotto gli articoli che raccontano le vicende. Secondo me colpa della troppa organizzazione che mira a tirar via le bici dalle strade dove viaggiano le macchine e provoca che chi va in auto pretende che le bici stiano lontane dalla "sua" strada. Piste ciclabili sono velenosi. Ci vuole un insieme, non un "tutti contro tutti".Basta leggere i commenti sui social per capire che non c'è speranza. Il livello di ignoranza italiano (all'estero non lo so) è abissale. C'È gente che invocano a investire i ciclisti per educarli.
In Italia il numero di persone che usa la bici quotidianamente non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello che si registra in Germania e altri paesi del Nord Europa. Il numero di decessi è alto in rapporto, e per la maggior parte coinvolge persone anziane (over 65). È in aumento costante negli ultimi anni. In queste cose tutto fa brodo: distrazione al volante, distrazione al manubrio, guidatori non idonei alla guida sia dell'auto che della bici (anziani, con scarsi riflessi, o persone alticce, o stanche, quale che sia la loro età), e dolo - come si vede in quel video inglese che fa rabbrividire.
Trovo assurdo affermare che se c'è molta infrastruttura sia peggio che non averla (in Italia l'infrastruttura è fortemente carente, e quando c'è spesso induce all'errore il ciclista o l'automobilista - detto da uno che è stato investito su una ciclabile secondo me mal fatta -). È come dire che era meglio educare chi popolava il Far West piuttosto che sviluppare un apparato di legge e diritto per la tutela del singolo. Il mondo del "siamo tutti uguali e viviamo d'amore e d'accordo" è utopia.
Senza dubbio i fattori in gioco sono molti e il problema non è facile da esaminare sotto tutti i suoi aspetti. L'anarchia, tuttavia, non è certo la soluzione. Tanto meno la sola educazione, per quanto essa sia fondamentale.
Prova a leggere un po' cosa succede a Berlino: Scuole dove le macchine passano come i pazzi e insultano gli ausiliari del traffico. Polizia assente perché "costa troppo" ed è stata ridotta al minimo.
Mi sa che hai troppa fiducia in noi tedschi... Facevo spesso giri a Roma in MTB dato che è un modo bellissimo per guardare le attrazioni turistiche. Mai trovato uno che rompeva con la macchina, anzi...
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