Correva l'anno 2002, la prima mtb "seria" (una Giant xtc), e tanta voglia di evadere.
Complici le splendenti immagini della rivista Orobie recluto un amico e armati di zaini da alpinismo, portapacchi, tenda e vettovaglie partiamo in treno direzione Colico-Novate Mezzola nella speranza di passare un paio di giorni fuori dal mondo.
La, per noi faticosa, salita ci condusse sino ad incrociare il "tracciolino", ma un'indicazione scritta a pittura sulla roccia recitava: "Tracciolino interrotto tra 10 km".
Nonostante un tempo atmosferico inclemente l'entusiasmo era comunque troppo alto e l'ottimismo mi spinse ad esclamare: "Ma è una scritta vecchia! Guarda come è scolorita la pittura: ormai l'avranno sistemato."
Ovviamente, diversi chilometri dopo, fummo smentiti da una galleria franata. Nuvole basse e pioggia scrosciante ci fecero optare per ridiscendere nella valle e risalire sino all'abitato di Codera: tutto questo ovviamente con bici in spalla e zuppi d'acqua.
Passata la notte a Codera decidiamo di ridiscendere percorrendo un sentiero tutto gradoni, foglie e rocce che ci costrinse nuovamente, causa deficit di tecnica, a percorrerlo in gran parte a piedi.
Conclusioni: 2 giorni sotto l'acqua, una bici che più da mezzo di trasporto si è comportata solamente come peso aggiuntivo e un amico che ad ogni nuova proposta di escursione in bici mi guarda con sospetto e fastidio.
da rifare
ps: ho visto che le gallerie sono illuminate; confermate che ora è completamente percorribile?