Visto che la neve caduta due settimane fa si è ormai sciolta fino in alto, il mio socio robi ed io pensiamo giustamente che ci sia spazio ancora per un bel giro in alta quota (relativamente alla stagione).
Decidiamo di fare allora un "sentierino" che è possibile percorrere solo per un periodo brevissimo dell'anno, perchè fino a inizio novembre è percorso da troppi escursionisti, e da metà novembre solitamente c'è già troppa neve. C'è inoltre un altro piccolo particolare: è il sentiero più esposto e pericoloso dei dintorni di Merano, basta sbagliare un attimo e 500 m. di salto verticale sono garantiti!
Siamo decisi, si parte.
La salita è un classico che conosciamo bene e in un paio d'ore e 1300 m di dislivello arriviamo alla malga dove inizia il sentiero
Il sentiero si divide in due parti, si inizia con quella alta che è esposta ma un pò più larga, ed ecco la città 1400 m più in basso
Purtroppo il cielo è lattiginoso è so già che le foto non verranno tanto bene, ma oggi in effetti la cosa più importante è riportare la pellaccia a casa
Il sentiero è tutto il leggera discesa con qualche tratto tecnico dove ci si può divertire
Arrivati in fondo alla prima parte, una ripida e sinuosa scalinata ci accompagna fino al maso dove parte la seconda parte del sentiero
Eccolo, qui bisogna stare veramente attenti, subito un cartello in lingua tedesca (in questo caso beato chi non lo conosce!) ci avverte: sentiero solo per chi non soffre di vertigini! Bene, tutti e due non le soffriamo, allora possiamo andare
Superato il cancelletto il sentiero si presenta in tutto il suo spettacolo, stretto e strapiombante!
Si procede naturalmente con cautela, per fortuna il fondo è piuttosto liscio e battuto
Ogni tanto sulla roccia si trova qualche metro di filo d'acciaio a mò di corrimano per i più timorosi, ma nel nostro caso è sicuramente meglio tenere tutte e due le mani sul manubrio e non guardare in basso!
In certi punti il manubrio sfiora pericolosamente la roccia, ma alla fine il sentiero si rivela completamente ciclabile, certo che la concentrazione deve essere al massimo e in più direi che un paio di pantegane bisogna averle precedentemente ingoiate, per creare quello strato di pelo sullo stomaco necessario a non smontare mai di sella!
Arriviamo in fondo al sentiero con l'adrenalina a mille, ma anche con il tipico sorriso ebete di chi ha compiuto un impresa da ricordare!
Gli altri mille metri di dislivello già li conosciamo, tecnici e goduriosi come piace a noi, e adesso ci possiamo sfogare aumentando la velocità fino in città. Ci salutiamo col tipico saluto del biker, grazie della compagnia e alla prossima, ma questa volta aggiungo anche: felice di potervi raccontare anche la prossima storia o-o
Decidiamo di fare allora un "sentierino" che è possibile percorrere solo per un periodo brevissimo dell'anno, perchè fino a inizio novembre è percorso da troppi escursionisti, e da metà novembre solitamente c'è già troppa neve. C'è inoltre un altro piccolo particolare: è il sentiero più esposto e pericoloso dei dintorni di Merano, basta sbagliare un attimo e 500 m. di salto verticale sono garantiti!
Siamo decisi, si parte.
La salita è un classico che conosciamo bene e in un paio d'ore e 1300 m di dislivello arriviamo alla malga dove inizia il sentiero
Il sentiero si divide in due parti, si inizia con quella alta che è esposta ma un pò più larga, ed ecco la città 1400 m più in basso
Purtroppo il cielo è lattiginoso è so già che le foto non verranno tanto bene, ma oggi in effetti la cosa più importante è riportare la pellaccia a casa
Il sentiero è tutto il leggera discesa con qualche tratto tecnico dove ci si può divertire
Arrivati in fondo alla prima parte, una ripida e sinuosa scalinata ci accompagna fino al maso dove parte la seconda parte del sentiero
Eccolo, qui bisogna stare veramente attenti, subito un cartello in lingua tedesca (in questo caso beato chi non lo conosce!) ci avverte: sentiero solo per chi non soffre di vertigini! Bene, tutti e due non le soffriamo, allora possiamo andare
Superato il cancelletto il sentiero si presenta in tutto il suo spettacolo, stretto e strapiombante!
Si procede naturalmente con cautela, per fortuna il fondo è piuttosto liscio e battuto
Ogni tanto sulla roccia si trova qualche metro di filo d'acciaio a mò di corrimano per i più timorosi, ma nel nostro caso è sicuramente meglio tenere tutte e due le mani sul manubrio e non guardare in basso!
In certi punti il manubrio sfiora pericolosamente la roccia, ma alla fine il sentiero si rivela completamente ciclabile, certo che la concentrazione deve essere al massimo e in più direi che un paio di pantegane bisogna averle precedentemente ingoiate, per creare quello strato di pelo sullo stomaco necessario a non smontare mai di sella!
Arriviamo in fondo al sentiero con l'adrenalina a mille, ma anche con il tipico sorriso ebete di chi ha compiuto un impresa da ricordare!
Gli altri mille metri di dislivello già li conosciamo, tecnici e goduriosi come piace a noi, e adesso ci possiamo sfogare aumentando la velocità fino in città. Ci salutiamo col tipico saluto del biker, grazie della compagnia e alla prossima, ma questa volta aggiungo anche: felice di potervi raccontare anche la prossima storia o-o