Il bannaggio più grande del mondo

marco

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Quante volte abbiamo avuto a che fare qui nel forum con qualche personaggio che non rispettava le regole? E se lo banni, ecco che prova a reiscriversi per dire che questa è censura, fascismo, ecc ecc.
Spesso e volentieri va poi a lamentarsi sui social, ma lì non può destabilizzare il forum, quindi amen.

Stanotte però il tutto è accaduto in dimensione planetaria, con il ban di trump da twitter, e l'arancione che ha attaccato twitter attraverso un altro account (@potus), per poi vedersi il messaggio cancellato anche lì. Vediamo se usa anche quello del figlio...

Scherzi a parte, prevedo una tempesta di cacca enorme, perché ormai era troppo tardi per bannarlo e si avranno tantissimi attacchi a twitter perché la gente pensa sia censura.

Il problema è che i social sono in pratica un monopolio, e hanno guadagnato soldoni con il megatroll trump, muovendosi opportunisticamente solo 10 giorni prima della fine della presidenza. Inoltre è un precedente pericoloso, perché allora non bannare altri personaggi politici pericolosi (Bolsonaro? Il primo che mi viene in mente...)? Chi decide quale politico è da bannare e quale no?

La conclusione è che si è arrivati a tanto perché si è lasciata carta bianca ai social. Ora sembra che il vero potere ce l'abbiano loro. Buona fortuna.
 

GeoLor

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Quante volte abbiamo avuto a che fare qui nel forum con qualche personaggio che non rispettava le regole? E se lo banni, ecco che prova a reiscriversi per dire che questa è censura, fascismo, ecc ecc.
Spesso e volentieri va poi a lamentarsi sui social, ma lì non può destabilizzare il forum, quindi amen.

Stanotte però il tutto è accaduto in dimensione planetaria, con il ban di trump da twitter, e l'arancione che ha attaccato twitter attraverso un altro account (@potus), per poi vedersi il messaggio cancellato anche lì. Vediamo se usa anche quello del figlio...

Scherzi a parte, prevedo una tempesta di cacca enorme, perché ormai era troppo tardi per bannarlo e si avranno tantissimi attacchi a twitter perché la gente pensa sia censura.

Il problema è che i social sono in pratica un monopolio, e hanno guadagnato soldoni con il megatroll trump, muovendosi opportunisticamente solo 10 giorni prima della fine della presidenza. Inoltre è un precedente pericoloso, perché allora non bannare altri personaggi politici pericolosi (Bolsonaro? Il primo che mi viene in mente...)? Chi decide quale politico è da bannare e quale no?

La conclusione è che si è arrivati a tanto perché si è lasciata carta bianca ai social. Ora sembra che il vero potere ce l'abbiano loro. Buona fortuna.
Secondo me, alla base di tutto c'è il fatto che "il social", quale che sia, è di proprietà privata: non parliamo di un sito di pubblica amministrazione, per cui se voglio cancellare un utente, lo posso fare. Questo, almeno, a buon senso, pur non conoscendo le leggi.
Che poi, se guardiamo bene, quando ti fai un account, c'è la solita sfilata di norme che devi accettare, e che nessuno legge, e che, tra l'altro, dice che la società XX può cacciarti senza troppe cerimonie, giusto? Nessun vulnus alla democrazia, la democrazia non ha nulla a che vedere con un'impresa commerciale che offre dei servizi di cui NESSUNO è tenuto a servirsi.
L'unica critica che farei a Twitter è che ci ha messo troppo tempo a bandire Trump, era chiaro da molto tempo che tipo di individuo fosse, ma finchè i guadagni superavano i problemi connessi al permettergli di usare l'account, gli andava bene così.
 

oTToo

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Chi decide quale politico è da bannare e quale no?

La conclusione è che si è arrivati a tanto perché si è lasciata carta bianca ai social. Ora sembra che il vero potere ce l'abbiano loro. Buona fortuna.
Il punto è proprio questo.
Io non ho mai creduto ad un Trump (ma anche ad Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte e chi più ne metta) come pericolo per la democrazia, proprio perché ricoprente pro-tempore un ruolo istituzionale e come tale inserito e controllato da un ordinamento.
Anche i media sono vincolati da una maglia deontologica e giurisprudenziale (è lo stato di diritto) ma questa vale e si applica anche per i social?
Qui un po’ di pericolo lo vedo davvero.
 

capocchione

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Lo avrebbero dovuto fare prima, non lo hanno fatto perché il personaggio in questione, avendo pieni poteri nello stato in cui risiedono le aziende in questione, avrebbe potuto attuare ripercussioni tipo castrare le piattaforme negli Usa, con conseguente perdita enorme di denaro. Lo hanno fatto ora perché sono sicuri che non può vendicarsi in quanto ha perso il potere
 

Tc70

Entomobiker
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Picola ma carattarastica...
Ecco appunto...Bolsonaro, (che tra l'altro appoggia Trump e pensa come lui riguardo le imminenti elezioni brasiliane che ha giá timore di perder il posto)...come mai gli ammericani che esportan la pace nel mondo in medioriente, non si stanno accorgendo di uno che sta letteralmente cancellando l 'unico polmone restato del pianeta? L'aria non la respirano gli ammericani?
Più che eliminar account,sarebbe da eliminare lui e la sua ghenga...all"arancione fregava nulla dell'ambiente, vedremo sto filocattolico perbenista...
Ci stanno 'bannando' il mondo da sotto il naso e il mondo intero non fa praticamente nulla, ma veramente??!!
 
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fiore

pota-moderatur
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Il punto è proprio questo.
Io non ho mai creduto ad un Trump (ma anche ad Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte e chi più ne metta) come pericolo per la democrazia, proprio perché ricoprente pro-tempore un ruolo istituzionale e come tale inserito e controllato da un ordinamento.
Anche i media sono vincolati da una maglia deontologica e giurisprudenziale (è lo stato di diritto) ma questa vale e si applica anche per i social?
Qui un po’ di pericolo lo vedo davvero.

Il punto è proprio questo.
Io non ho mai creduto ad un Trump (ma anche ad Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte e chi più ne metta) come pericolo per la democrazia, proprio perché ricoprente pro-tempore un ruolo istituzionale e come tale inserito e controllato da un ordinamento.
Anche i media sono vincolati da una maglia deontologica e giurisprudenziale (è lo stato di diritto) ma questa vale e si applica anche per i social?
Qui un po’ di pericolo lo vedo davvero.
Io non ne sarei proprio sicuro che certi personaggi non siano un pericolo per la Democrazia, proprio ieri la Corte d'Assise di BO ha detto che la strage del 2 Agosto del 80 fu una strage di Stato maturata in certi "ambienti" politici con la connivenza dei servi segreti, di apparati deviati dello Stato ed orchestrata dalla P2 di cui sappiamo bene tutti chi vi ha fatto parte. :roll: Non voglio però andare off topic, pienamente d'accordo con il post madre della discussione, Zurbriggen e compagnia hanno e fanno soldi con i personaggi come Trump e la loro censura nonché fuori tempo massimo è vergognosamente tardiva. :razz:
 
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superskinny

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Io non ne sarei proprio sicuro che certi personaggi non siano un pericolo per la Democrazia, proprio ieri la Corte d'Assise di BO ha detto che la strage del 2 Agosto del 80 fu una strage di Stato maturata in certi "ambienti" politici con la connivenza dei servi segreti, di apparati deviati dello Stato ed orchestrata dalla P2 di cui sappiamo bene tutti chi vi ha fatto parte.
Wow il bue che dà del cornuto all’asino!
ci son due coccodrilli...
 
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Reactions: Pietro.68

GeoLor

Biker geologicus
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Io non ne sarei proprio sicuro che certi personaggi non siano un pericolo per la Democrazia, proprio ieri la Corte d'Assise di BO ha detto che la strage del 2 Agosto del 80 fu una strage di Stato maturata in certi "ambienti" politici con la connivenza dei servi segreti, di apparati deviati dello Stato ed orchestrata dalla P2 di cui sappiamo bene tutti chi vi ha fatto parte. Non voglio però andare off topic, pienamente d'accordo con il post madre della discussione, Zurbriggen e compagnia hanno e fanno soldi con i personaggi come Trump e la loro censura nonché fuori tempo massimo è vergognosamente tardiva
Zurbriggen? ma quello sciava!:mrgreen:
A parte questo, sono d'accordo: il fatto che uno sia eletto con regole democratiche non è una garanzia che poi continuerà a seguire tali regole, vedi Trump, Orban, Bolsonaro, Erdogan..
 

MauroPS

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Vi riporto un post di Fabio Chiusi, che studia queste problematiche da anni.


Sei cose a partire dal ban di Trump, su libertà di espressione e violenza, sui social e non solo.

1. Libertà di espressione e chiamata alla violenza non c’entrano nulla. Se Facebook rimuove un mio post in cui chiedo, anche velatamente, ai miei amici o follower di picchiare x, non sono stato “censurato da un monopolista privato”: mi è stato giustamente impedito di arrecare danno alla salute di x. Se io comunque imperterrito continuo per mesi ad attentare alla vita di x, y, z o della collettività democratica tutta, e Facebook (o Twitter, o Twitch, o Instagram, o che piattaforma volete) mi sospende il profilo a tempo indeterminato, di nuovo non sono stato “censurato da un monopolista privato”: sono stato accompagnato alla porta dal padrone di casa, prima di poter sparare (o far sparare) ai commensali. Il mio diritto di dire finisce quando, dicendo, metto a repentaglio il diritto degli altri di esistere a prescindere da cosa io pensi di loro. E sapete perché Twitter ha bannato Trump? Tra gli altri motivi, perché ha trovato piani per ulteriori violenze, direttamente collegati alle parole di Trump. Meglio contare altri morti il 17 gennaio o un profilo Twitter in meno?

2. Se queste elementari regole di civiltà valgono per me, che sono un cittadino qualunque, debbono valere a maggior ragione — e molto di più — per un leader politico con milioni di seguaci. Lo scrivo da tempo immemore, nel disinteresse generale (perché della libertà di espressione dei comuni mortali non interessa mai a nessuno: interessa molto, invece, per qualche ragione, quella dei potenti, meglio se estremisti): maggiori le responsabilità pubbliche e il seguito, maggiori devono essere le restrizioni e i controlli. In un mondo civile questo sarebbe conseguenza logica del fatto che chi rappresenta le istituzioni dovrebbe farlo con “disciplina ed onore” (art. 54 Cost., per es.), cioè fungere da modello di civiltà e non di barbarie; ma siccome non siamo in un mondo civile, meglio un tweet rimosso in più che qualche morto a terra in più, come detto, come conseguenza di parole “libere” ma violente. Davvero rimpiangiamo uno status quo in cui per un comune cittadino è l’arbitrio totale, in assenza di qualunque trasparenza o reale meccanismo di appello, mentre per i leader politici, gli influencer e chiunque porti grossi volumi di traffico alle piattaforme è la licenza assoluta o quasi di dire e fare la qualunque? Oggi che si inverte finalmente la tendenza, ci si lamenta — mentre fino a ieri, che la tendenza era inaccettabile, andava bene così? Complimenti ai “cani da guardia” dei cittadini, invece che dei potenti.

3. Fino a ieri si diceva: “I social media, non eliminando odio, violenza e fake news, distruggono la democrazia”. Quante volte lo abbiamo letto? Ne hanno fatto bestseller, TED talk virali, infiniti editoriali indignati — e, in alcuni casi, anche vere e proprie norme, per costringere a rimozioni rapide, idealmente istantanee (tramite filtri stupidi, ma automatici — quindi accettabili per chi ancora caschi nel mito della neutralità e oggettività degli algoritmi). Ora che le piattaforme hanno finalmente agito, mettendo al bando quello che molto probabilmente è il più grande odiatore bugiardo e istigatore di violenze della storia contemporanea in contesti democratici, dovremmo dunque assistere a un tripudio, un coro di celebrazioni. Non si chiedeva facessero proprio quello? E invece no. Ora il coro dei critici dice che i social media restano comunque una minaccia per la democrazia perché avrebbero violato la libertà di espressione (no, vedasi punto 1) del suddetto odiatore bugiardo e istigatore di violenze. Come? Impedendogli di fare l’odiatore bugiardo e istigatore di violenze. Non ci capite più niente? Esatto, nemmeno io.

4. “Ma così si crea un precedente!” Sì, e finalmente. A parte che i precedenti non sono granito, non sono immodificabili, non ci costringono a diventare algoritmi che ubbidiscono al precedente, sempre e in ogni circostanza. Il punto è che era ora di dire basta. Anzi, il vero problema è che le piattaforme abbiano agito solo ora che c’è stata una tentata insurrezione in Campidoglio, e che ci sono morti a terra (ovviamente quando le insurrezioni e i morti sono altrove tutto ciò non accade: gli USA sono ancora il centro del mondo, quando si parla di politiche tecnologiche, visto che le aziende che regolano il nostro dire sono — ancora e in massima parte — statunitensi). Dovevano farlo molto prima, soprattutto visto che le parole del suddetto odiatore e istigatore di violenza (Donald Trump) sono le stesse da mesi, e le conseguenze logiche si potevano e dovevano tirare molto prima che una banda di terroristi estremisti assaltasse le stanze che rappresentano — nel bene e nel male — la democrazia occidentale, distruggesse postazioni e aggredisse giornalisti, scrivendo sulla porta d’ingresso (ma è la loro libertà di espressione, giusto?) “murder the media”. Andavano fermati molto prima, e questa è una enorme responsabilità storica delle piattaforme, che non si può tacere.

5. No, non abbiamo comunque trovato una panacea a ogni male. Le piattaforme sono incoerenti e ipocrite, seguono l’opinione pubblica e i loro interessi quanto tutti i soggetti con interessi come i loro. Molti altri violenti saranno ospitati su piattaforme: la violenza è parte ineliminabile dell’umano, e quando ci sono milioni di contenuti al minuto come si fa controllo editoriale su ciascuno di essi prima che diventi pericoloso? (Per questo chi dice che i social media sono editori sbaglia completamente: un editore può controllare facilmente ogni contenuto da lui prodotto — anche se, come ben sappiamo, molto spesso non lo fa, producendo il giornalismo penoso che finisce poi per ingrossare le fila di violenti e complottisti; ma di questo non ci piace parlare, ci piace parlare dei social media cattivi in isolamento dal resto del contesto mediatico, che fa più contemporaneo) E no, non esiste un sistema di credenze perfettamente coerente che consenta di gestire in modo infallibile ogni questione di moderazione dei contenuti in un’era come la nostra. Semplicemente, dobbiamo ragionare caso per caso, e non possiamo né dobbiamo impedire ai futuri casi ipotetici di agire su un reale caso attuale. La violenza è qui e ora, non è un’ipotesi astratta.

6. Siamo davvero ossessionati dai social media. C’è stato un tentato colpo di Stato nella democrazia più rappresentativa dell’idea di democrazia (di nuovo, non concordo con l’idea ma questo è il messaggio che passa da decenni) del mondo, ci sono morti, ci sono minacce concrete di altra violenza, ci sono testate e network tv che continuano a screditare le istituzioni democratiche e il risultato delle elezioni senza alcuna prova, estremisti intervistati come intellettuali — ma il problema sono Facebook e Twitter. Viviamo tutti dentro a un enorme incubo di determinismo tecnologico, dove la politica, la storia, la società, l’individuo nella sua interezza ormai contano solo in quanto profili, pagine, account, bot o simili. Dobbiamo uscire da questo incantesimo maledetto, o usciremo dalla civiltà in quanto tale: non si può scambiare l’esistenza con la comunicazione.
Postilla: sì, questo è uno spazio di discussione *privato*, non un servizio pubblico. Lo accettiamo ogni volta che lo usiamo. Volete un social network di Stato? Bene, se pensate sia una buona idea, chiedete venga realizzato. Ma lamentarvi che il privato che vi apre la porta di casa faccia le regole di ospitalità in casa sua è, francamente, ridicolo.

 

Ivo

Biker paradisiacus
21/2/04
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Visto il potere e gli effetti che i social hanno ormai sul mondo intero è necessario e non più rimandabile che siano regolati. E' assurdo che però sia il proprietario a farlo a sua discrezione come successo in questi giorni (anche se andava fatto prima). La materia è molto delicata e i rischi ci sono. Credo si debba costituire una autorità nominata dai parlamenti ma non controllata dai governi.
 
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oTToo

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Io non ne sarei proprio sicuro che certi personaggi non siano un pericolo per la Democrazia, proprio ieri la Corte d'Assise di BO ha detto che la strage del 2 Agosto del 80 fu una strage di Stato maturata in certi "ambienti" politici con la connivenza dei servi segreti, di apparati deviati dello Stato ed orchestrata dalla P2 di cui sappiamo bene tutti chi vi ha fatto parte. :roll:
Porta pazienza ma cosa c'entrano con la strage di Bologna i vari Trump, che all'epoca stava ancora a fare il dandy (neanche tanto raffinato) di città, Berlusconi, che all'epoca aveva appena cominciato con le televisioni, Prodi, che all'epoca non era ancora presidente dell'IRI, Conte, che all'epoca stava ancora al liceo e con Renzi manco alle elementari?
Non voglio però andare off topic, pienamente d'accordo con il post madre della discussione, Zurbriggen e compagnia hanno e fanno soldi con i personaggi come Trump e la loro censura nonché fuori tempo massimo è vergognosamente tardiva. :razz:
Come ho scritto nel thread ora chiuso, trovo la censura sempre sbagliata.
 

superskinny

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Porta pazienza ma cosa c'entrano con la strage di Bologna i vari Trump, che all'epoca stava ancora a fare il dandy (neanche tanto raffinato) di città, Berlusconi, che all'epoca aveva appena cominciato con le televisioni, Prodi, che all'epoca non era ancora presidente dell'IRI, Conte, che all'epoca stava ancora al liceo e con Renzi manco alle elementari?
I collegamenti te li fanno vedere bene a Report di lunedì scorso.
 
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