[Divieti Parco Sibillini - Aggiornamento 15/7/14]
Riportiamo il resoconto pervenutoci da Alessandro Federici dopo l'incontro con il direttore del Parco Nazionale dei Sibillini.
"Volevo informarti a proposito dellincontro tenutosi l11 luglio nella sede del Parco Nazionale dei Sibillini per poi condividerle in rete.
Come sai il motivo della riunione era quello di chiedere spiegazioni sulla proposta, unilaterale, di vietare la MTB in tutta la zona A del Parco.
A questa riunione eravamo presenti, oltre al dott. Perco, direttore del Parco, io e Sonia Stipa per il Cicloescursionismo, il Presidente del GR Marche, il Vice-Presidente del GR Umbria e Ares Tondi in rappresentanza della scuola di Alpinismo del CMI.
Devo premettere che leggendo la proposta del Parco, ero rimasto sorpreso dal fatto che non era stata trasmessa ufficialmente ai nostri referenti CAI, ma era stata inviata tramite un allegato ad un e-mail, totalmente anonimo, non firmato né scritto su carta intestata del Parco. Un singolare modo di relazionarsi tra un Ente Pubblico (Parco) e un Ente Pubblico non economico (CAI). Nuove regole o divieti dovrebbero essere ufficialmente discusse in incontri e dibattiti pubblici coinvolgendo non solo la popolazione del luogo ma anche tutte le associazioni turistiche, commerciali, sportive, culturali direttamente interessate.
La discussione si è subito accesa sulle forti discriminanti che colpivano la nostra attività, lunica a causare, a detta del direttore, problemi di ambientamento al camoscio appenninico su tutto il territorio del Parco. Quando ho chiesto al direttore su quali motivazioni scientifiche erano basate le sue affermazioni, mi sono sentito rispondere che i biker, o Acrociclisti come da lui coniati, fanno rumore e con la loro velocità spaventano la fauna selvatica danneggiando il ripopolamento. Dati scientifici però non cerano.
Ho capito a questo punto che i preconcetti che gravano sulla MTB sono ben lontani da essere cancellati. Ho provato a illustrare, in parole semplici, cosa è il cicloescursionismo e che:
- il cicloescursionismo è unattività escursionistica dove cambia il mezzo con cui ci approcciamo allambiente;
- non facciamo rumore quando andiamo in discesa perché sappiamo e vogliamo controllare e moderare la velocità;
- non passiamo nei prati ma nelle carrarecce e nei sentieri segnati, costruiti dalluomo nei secoli, e identificati dal CAI;
- non derapiamo in discesa perché controlliamo con la tecnica la conduzione in curva facendo girare sempre le
ruote;
- ci siamo fatti promotori di questi semplici principi formando i nostri accompagnatori e i soci nelle gite sezionali;
- ci siamo dati delle regole precise, severe, rispettose dellambiente e degli altri frequentatori, con il codice di autoregolamentazione del ciclo escursionista;
- nel nuovo Quaderno n.11 del Manuale di Cicloescursionismo, abbiamo ampiamente descritto il codice N.O.R.B.A., il codice I.M.B.A. e le Tavole di Courmayer, alle quali ci atteniamo scrupolosamente;
- non condividiamo il down-hill, i Bike Park e le gare in MTB (nelle aree protette o fuori da percorsi appositi);
- combattiamo quei bikers che ignorano dolosamente qualsiasi principio di sicurezza verso le altre persone e verso lambiente, che andrebbero fermati da appositi organi di Polizia, come ad esempio la Forestale;
- i divieti che ci vogliono imporre, dovuti alla maleducazione di pochi, non possono colpire indiscriminatamente chi la montagna la frequenta in modo consapevole da anni;
- non condividiamo divieti pretestuosi, non basati su supporti scientifici, imposti e non condivisi.
Ti voglio far notare che questa proposta del Parco che vede il Cicloescursionismo fortemente penalizzato, è solo il preludio per futuri vincoli e restrizioni che riguarderanno tutte le attività del CAI quali lescursionismo a piedi, lAlpinismo e lo Scialpinismo. Non è questo il Parco Nazionale dei Sibillini, fortemente voluto dal CAI.
Ho concluso affermando con forza che condividiamo le finalità di divieto temporaneo alla frequentazione di alcune zone, in particolare del Monte Bove, per salvaguardare la diffusione del Camoscio Appenninico, ma che non devono essere fatte differenziazioni tra escursionisti e cicloescursionisti.
Ciao
Alessandro"
Altri passi formali sono stati attivati in merito dai due gruppi regionali Marche e Umbria e appena possibile vi aggiorneremo ulteriormente.
Continuate a diffondere la notizia, scrivete al parco e soprattutto date l'esempio rispettando sempre il codice di autoregolamentazione per non dare appigli a coloro che vogliono screditare la nostra attività solo sulla base di pregiudizi.