eh sì
domenica è stata un'altra bella giornata di vero XC, vera MTB...
il meteo ci concede una tregua e così decidiamo di salire su fino al pasquilio.
Barella si dimostra sempre più stradista inside (il suo nuovo sponsor è ROADIE INSIDE):
piazza un paio di scatti in salita, poi torna indietro percorrendo due volte lo stesso tratto di strada.
Cosa vietata dallo statuto mondiale della MTB SERENA, e quando glielo faccio notare accampa la classica scusa da stradista,
conferma la sua inesorabile metamorfosi: "volevo sentire se faceva rumore"
Per l'occasione io rispolvero la mie CARVER con la quale ho uno strano rapporto amore-odio.
Quel ruotino al posteriore disturba la mia psiche, d'altro canto sentire la bici leggera è un sottile piacere edonistico.
La Carver arrampica proprio bene, è nervosa, scattante ma non secca tanto che il 33X19 è un filo corto.
Con noi nelle prime posizioni c'è un sorprendente Abramo, a dimostrazione che l'alleggerimento del biker vale molto più dell'aggerimento della bicicletta.
Come usanza la strada fino a san carlo è tutto un ruzzare, ma una volta arrivati alal fontanella gli animi si placano e si sale tutti insieme parlottando.
A fare la differenza ci pensa più il ginocchino di cristallo di Ale, che consiglia al suo "proprietario" di non forzare e salire in agilità.
Nei pressi della villa di Orrico incontriamo un gruppetto di ragazzi-non-più-ragazzi ai quali insegnamo il singletrack che in salita porta sotto santa croce,
e mentre noi ci intratteniamo ancora a chiacchiera loro ci salutano e si avviano verso la cima.
Li ritroveremo di nuovo più su prima che le nostre strade si dividano di nuovo.
Gruppetto buffo, con le loro bici senza pretese ma soprattutto con la curiosità "infantile" di scoprire uno sport per loro nuovo:
mi ha fatto tornare indietro di "quasi 19 anni" a quando io ho iniziato ad andare per questi boschi con i miei compagni di classe del liceo.
cambia l'età anagrafica ma eravamo davvero tali e quali a questo gruppetto. Un po' nerd, ma divertiti come pochi!
Pedalare tra questi castagni è per me un continuo deja-vu, si mescolano ricordi di anni fa a sensazioni o episodi decisamente più recenti.
Si continua a salire ed arrivati ai Giochini Cattivik, Sara e Abramo, oberati da impegni familiari (leggi pranzo luculliano dai genitori)
decidono di imboccare la discesa e chiudere un pò prima la giornata ciclistica.
Noi saliamo, e decidiamo di andare a fare il sentiero che dalla chiesina del pasquilio porta a Cerreto di Montignoso, inserendoci una
variante trekking col duplice scopo di dare una parvenza OhYeah! al giro e soprattutto per poter riguadagnare dislivello permettendoci di fare
la parte bassa dei Giochini.
Il sentiero della Chiesina è stato ripulito dall'Organizzazione Ciclistica Massese e dall'Ente Parco, infatti proprio stamani si svolgeva una
manifestazione non competitiva per "inaugurare" un giro MTB comprendente questa discesa.
Il sentiero è piuttosto filante, sassoso ma al punto giusto, e con quella velocità giusta per favorire il gareggio.
Io sono davanti e devo dare fondo a tutta la mia esperienza per tenermi dietro un Barella-Aggressive: faccio traiettorie balorde ma il più
scorrevoli possibile.
Non voglio perdere velocità ma al tempo stesso cerco di chiudere tutti i possibili spazi dove il ragazzo del PEEP potrebbe superarmi.
Dietro di me sento rumori sinistri ma non ho tempo per pensarci, devo tenere la prima posizione!!
Alla fine del sentiero troviamo uno degli organizzatori: parlando del sentiero ci chiede se ci è piaciuto, se è stato pulito bene...facciamo
i nostri complimenti ma poi sbianchiamo quando parlando "del" tratto sassoso il simpatico ometto sputa una frase tipo "pensavamo di metterci del
cemento..."
Non mi trattengo e misto a risata mi scappa un "oh matto!!"
L'omino resta sorpreso e allora con l'aiuto di Barella mitighiamo in nostro disappunto e spieghiamo che la soluzione giusta è quella di segnalare
il tratto pericoloso con un cartello o tutt'al più con dello spray rosso sulle rocce o radici più insidiose.
Dopo questa breve lezione di trail-building l'ometto monta sulla sua Ape e si dirige verso valle, mentre noi scarpiniamo su un sentiero (tra l'altro
molto bello da fare in discesa) prima di raggiungere il singletrack in pari che ci riporterà alla parte bassa dei giochini.
Decidiamo di prendere la variante a sinistra, quella lavorata da NicoJump e co.: il fondo è fangoso, ma tiene abbastanza, la discesa è molto "avvitata"
ed avere un buon passo qua non è semplice.
E' evidente che non siamo soddisfatti al 100% e in un nano-secondo decidiamo di risalire...
Confabuliamo su quali sentieri fare, dove passare...alla fine decidiamo di non esagerare e la scelta cade su un giochini integrale ma old version.
Parto davanti, lasciamo la nuova traccia per percorrere la vecchia, ma al termine del lungo curvone verso sinistra un albero ci chiude la strada.
Lo scavalchiamo e stavolta è Barella a partire avanti.
Sbucati nella strada che fa da preludio alla parte bassa scatta il gareggio: le nostre traiettorie si incrociano, cercando di indurre l'altro all'errore
o nel tentativo di trovare un piccolo spazio dove infilarsi.
In batter d'occhio arriviamo alla curva verso sinistra che immette nel singletrack finale: è l'ultima mia opportunità...
barella per un attimo allarga la linea, io cerco di infilarmi all'interno ma sentendomi arrivare, scodando chiude la porta...
è tutto un drifting!
lascio sfilare la bici cercando di andare largo incrociando le linee, mi accorgo di non poter passare..potrei provare la spallata ma Barella molla i
freni proprio in quell'attimo e l'unica cosa che si toccano sono la mia ruota anteriore e la sua posteriore: spero che questo lo induca all'errore
ma nulla...
solo che infoiato nella bagarre barella sbaglia strada.
Errore o ritirata strategica? nessuno potrà mai dirlo tranne lui!
Quello che resta sono 3 secondi di adrenalina pura in vero stilo SBK!
Ci buttiano nel budello, lo percorriamo a tutta, fatichiamo a copiare il ponticello ma ci immettiamo nelle "S" come non facevamo da tempo e le
pennelliamo alla grande: showtime!
Già che ci siamo non ci facciamo mancare nulla e ci regaliamo il milkshake, noto anche come LE VOLTOLINE.
Il sentierino è tutto diverso da come lo scoprii anni e anni fa, ma ha sembre un grande fascino e ha sempre quel perchè che solo i sentieri
difficili hanno.
In pochi secondi concentra un livello di difficoltà non usuale, e anche oggi, nonsotante l'esperienza e l'abilità in più, chiuderlo senza "penalità"
dona grande soddisfazione.
Siamo di nuovo a san carlo...perdiamo del tempo in chiacchiere e così scendiamo agile e leggeri per l'asfalto finchè la mitica Oranges Square
non riappare, rassicurante, davanti ai nostri occhi.
domenica è stata un'altra bella giornata di vero XC, vera MTB...
il meteo ci concede una tregua e così decidiamo di salire su fino al pasquilio.
Barella si dimostra sempre più stradista inside (il suo nuovo sponsor è ROADIE INSIDE):
piazza un paio di scatti in salita, poi torna indietro percorrendo due volte lo stesso tratto di strada.
Cosa vietata dallo statuto mondiale della MTB SERENA, e quando glielo faccio notare accampa la classica scusa da stradista,
conferma la sua inesorabile metamorfosi: "volevo sentire se faceva rumore"
Per l'occasione io rispolvero la mie CARVER con la quale ho uno strano rapporto amore-odio.
Quel ruotino al posteriore disturba la mia psiche, d'altro canto sentire la bici leggera è un sottile piacere edonistico.
La Carver arrampica proprio bene, è nervosa, scattante ma non secca tanto che il 33X19 è un filo corto.
Con noi nelle prime posizioni c'è un sorprendente Abramo, a dimostrazione che l'alleggerimento del biker vale molto più dell'aggerimento della bicicletta.
Come usanza la strada fino a san carlo è tutto un ruzzare, ma una volta arrivati alal fontanella gli animi si placano e si sale tutti insieme parlottando.
A fare la differenza ci pensa più il ginocchino di cristallo di Ale, che consiglia al suo "proprietario" di non forzare e salire in agilità.
Nei pressi della villa di Orrico incontriamo un gruppetto di ragazzi-non-più-ragazzi ai quali insegnamo il singletrack che in salita porta sotto santa croce,
e mentre noi ci intratteniamo ancora a chiacchiera loro ci salutano e si avviano verso la cima.
Li ritroveremo di nuovo più su prima che le nostre strade si dividano di nuovo.
Gruppetto buffo, con le loro bici senza pretese ma soprattutto con la curiosità "infantile" di scoprire uno sport per loro nuovo:
mi ha fatto tornare indietro di "quasi 19 anni" a quando io ho iniziato ad andare per questi boschi con i miei compagni di classe del liceo.
cambia l'età anagrafica ma eravamo davvero tali e quali a questo gruppetto. Un po' nerd, ma divertiti come pochi!
Pedalare tra questi castagni è per me un continuo deja-vu, si mescolano ricordi di anni fa a sensazioni o episodi decisamente più recenti.
Si continua a salire ed arrivati ai Giochini Cattivik, Sara e Abramo, oberati da impegni familiari (leggi pranzo luculliano dai genitori)
decidono di imboccare la discesa e chiudere un pò prima la giornata ciclistica.
Noi saliamo, e decidiamo di andare a fare il sentiero che dalla chiesina del pasquilio porta a Cerreto di Montignoso, inserendoci una
variante trekking col duplice scopo di dare una parvenza OhYeah! al giro e soprattutto per poter riguadagnare dislivello permettendoci di fare
la parte bassa dei Giochini.
Il sentiero della Chiesina è stato ripulito dall'Organizzazione Ciclistica Massese e dall'Ente Parco, infatti proprio stamani si svolgeva una
manifestazione non competitiva per "inaugurare" un giro MTB comprendente questa discesa.
Il sentiero è piuttosto filante, sassoso ma al punto giusto, e con quella velocità giusta per favorire il gareggio.
Io sono davanti e devo dare fondo a tutta la mia esperienza per tenermi dietro un Barella-Aggressive: faccio traiettorie balorde ma il più
scorrevoli possibile.
Non voglio perdere velocità ma al tempo stesso cerco di chiudere tutti i possibili spazi dove il ragazzo del PEEP potrebbe superarmi.
Dietro di me sento rumori sinistri ma non ho tempo per pensarci, devo tenere la prima posizione!!
Alla fine del sentiero troviamo uno degli organizzatori: parlando del sentiero ci chiede se ci è piaciuto, se è stato pulito bene...facciamo
i nostri complimenti ma poi sbianchiamo quando parlando "del" tratto sassoso il simpatico ometto sputa una frase tipo "pensavamo di metterci del
cemento..."
Non mi trattengo e misto a risata mi scappa un "oh matto!!"
L'omino resta sorpreso e allora con l'aiuto di Barella mitighiamo in nostro disappunto e spieghiamo che la soluzione giusta è quella di segnalare
il tratto pericoloso con un cartello o tutt'al più con dello spray rosso sulle rocce o radici più insidiose.
Dopo questa breve lezione di trail-building l'ometto monta sulla sua Ape e si dirige verso valle, mentre noi scarpiniamo su un sentiero (tra l'altro
molto bello da fare in discesa) prima di raggiungere il singletrack in pari che ci riporterà alla parte bassa dei giochini.
Decidiamo di prendere la variante a sinistra, quella lavorata da NicoJump e co.: il fondo è fangoso, ma tiene abbastanza, la discesa è molto "avvitata"
ed avere un buon passo qua non è semplice.
E' evidente che non siamo soddisfatti al 100% e in un nano-secondo decidiamo di risalire...
Confabuliamo su quali sentieri fare, dove passare...alla fine decidiamo di non esagerare e la scelta cade su un giochini integrale ma old version.
Parto davanti, lasciamo la nuova traccia per percorrere la vecchia, ma al termine del lungo curvone verso sinistra un albero ci chiude la strada.
Lo scavalchiamo e stavolta è Barella a partire avanti.
Sbucati nella strada che fa da preludio alla parte bassa scatta il gareggio: le nostre traiettorie si incrociano, cercando di indurre l'altro all'errore
o nel tentativo di trovare un piccolo spazio dove infilarsi.
In batter d'occhio arriviamo alla curva verso sinistra che immette nel singletrack finale: è l'ultima mia opportunità...
barella per un attimo allarga la linea, io cerco di infilarmi all'interno ma sentendomi arrivare, scodando chiude la porta...
è tutto un drifting!
lascio sfilare la bici cercando di andare largo incrociando le linee, mi accorgo di non poter passare..potrei provare la spallata ma Barella molla i
freni proprio in quell'attimo e l'unica cosa che si toccano sono la mia ruota anteriore e la sua posteriore: spero che questo lo induca all'errore
ma nulla...
solo che infoiato nella bagarre barella sbaglia strada.
Errore o ritirata strategica? nessuno potrà mai dirlo tranne lui!
Quello che resta sono 3 secondi di adrenalina pura in vero stilo SBK!
Ci buttiano nel budello, lo percorriamo a tutta, fatichiamo a copiare il ponticello ma ci immettiamo nelle "S" come non facevamo da tempo e le
pennelliamo alla grande: showtime!
Già che ci siamo non ci facciamo mancare nulla e ci regaliamo il milkshake, noto anche come LE VOLTOLINE.
Il sentierino è tutto diverso da come lo scoprii anni e anni fa, ma ha sembre un grande fascino e ha sempre quel perchè che solo i sentieri
difficili hanno.
In pochi secondi concentra un livello di difficoltà non usuale, e anche oggi, nonsotante l'esperienza e l'abilità in più, chiuderlo senza "penalità"
dona grande soddisfazione.
Siamo di nuovo a san carlo...perdiamo del tempo in chiacchiere e così scendiamo agile e leggeri per l'asfalto finchè la mitica Oranges Square
non riappare, rassicurante, davanti ai nostri occhi.