Guarda, il biker italiano vuole gare "facili", roba da "take-away" o "fast-food".
Si pedala 2-3 ore, niente passaggi tecnici o a piedi, salite abbordabili di medio sviluppo, a mezzogiorno è finita, si mangia e si torna a casa.
Perchè?
Perchè in Italia ci sono pochissimi organizzatori che riescono a creare un vero evento, capace di coinvolgere biker, amici e famiglie.
Motivo di questa mancanza di "veri" eventi ?
Gli organizzatori non investono, non rischiano, preferiscono accontentarsi, perchè si occupano di mtb solo nei ritagli di tempo. Non sono professionisti, hanno un altro lavoro, cui tengono ovviamente di più.
Vediamo quanti oeganizzatori professionisti ci sono in Italia.
Kurt Ploner (Dolomiti superbike). Ma è una realtà più vicina all'Austria che all'Italia.
Poi ?? Non me ne vengono in mente altri.
C'era Riccardo Taroni con la sua Tierre Promotion, primo esempio di seria organizzazione professionistica. Le sue erano gare perfette in ogni dettaglio, ma cucite su misura per i corridori. Mancava l'evento di contorno, per farle crescere. E infatti il circuito Rampitour perse progressivamente "appeal".
Massimo Panighel è una mosca bianca. E' l'unico non professionista che lavora meglio di un organizzatore professionista.
Non che faccia tutto da solo, ovvio. Ma è riuiscito a coinvolgere un tale numero di persone a supporto (sponsor inclusi), che ormai la macchina organizzativa procede autonomamente.
Ed è una macchina di lusso, super-accessoriata.
Pensa se al posto della collina del Montello ci fossero le Dolomiti di Cortina...