Green Wheels Association

ambro

Biker superioris
24/9/03
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Ci troviamom in una fase della storia della mountain bike torinese molto critica.
Così come sta cambiando l'interazione dei bikers con i sentieri in tutto il mondo è necessario che si definiscano delle linee guida da seguire anche qui da noi.
Torino è una città all'avanguardia per il movimento Italiano.
Oggi è necessario che i bikers prendano coscienza di essere un movimento importante e mettendo da parte le divergenze dovute alle varie specializzazioni si uniscano.
E' per questo che Francesco "Cecco" Revellino, Massimo Roberto ed io abbiamo fondato Green Wheels Association
lo scopo di GWA è quello di continuare il dialogo col Cai, sull'onda dell'esperienza positiva della Chiesetta (parta alta) e di intraprendere nuovi rapporti con gli altri enti coinvolti nella gestione del sistema sentieristico della collina (pronatura, ente parchi, regione comune, assesore all'ambiente e allo sport) .
il fine è quello di farsi dare in gestione altri sentieri e zone della collina, per attrezzarli con interventi di manutezione nel pieno rispetto della natura e in linea col la filosofia di IMBA, per la pratica della mountainbike.
GWA si impegna ad educare i bikers al rispetto della natura e degli altri utenti della collina.
Questo sarà possibile grazie ad una massiccia adesione di bikers che permettereà a GWA di avere potere contrattuale con gli altri enti, nella gestione del sistema sentieristico.
Non si tratta di battersi per avere dei bike park, ma per poter interagire positivamente nella manutezione dei sentieri. Dobbiamo definire una linea di comportamento che ci permetta da un lato di convivere con tutti gli utenti della collina e dall'altro di non rinunciare allo sviluppo del nostro sport preferito
associarsi a GWA non significa esclusivamente armarsi di pala e falcetto per pulire i sentieri che percorriamo, ma studiare una strategia per farlo in accordo con gli altri e in maniera inteligente.
Aderire a GWA significa anche contribuire a definire un comportamento comune per i bikers torinesi.
Questo Topic ha lo scopo di raccogliere suggerimenti inteliggenti per definire un codice etico da seguire.
per cui vi prego di lasciare ironia e polemiche in altri spazi.
a breve verrà aperta una sezione sul sito di diggeritaly dedicata a GWA.
 

Wu Ming

Biker velocissimus
12/10/05
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Acqui Terme
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Pur non essendo torinese mi congratulo per l'iniziativa, i presupposti del dialogo e della necessità di seguire delle linee guida tipo Imba sono un ottimo punto di partenza.
A proposito di Imba, in seguito ad una mia mail di richiesta chiarimenti circa la situazione italiana, ho ricevuto una rapidissima risposta da parte del presidente esecutivo il quale mi assicura che in capo a poche settimane sarà "rivitalizzata" la presenza dell'associazione anche qui da noi, spero vi possa interessare.

ps il logo GWA mi piace proprio!
 

Scafoman

Biker forumensus
2/11/02
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Torino
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Finalmente qualcosa di ufficiale.
Come già ti avevo scritto via Messanger hai il mio pieno appoggio a cui a breve seguirà associazione.

Penso che una tra le prime cose da farsi sia una volta deciso la gerarchia all'interno dell'associazione e relative responsabilità definire molto accuratamente le norme comportamentali e "tecniche" per la costruzione/manutenzione degli eventuali sentieri in concessione definendo eventualmente anche eventuali metodologie per disincentivare comportamenti/azioni al di fuori di dette normative .

Sai che nei limiti del miei casini in questo periodo hai la mia massima disponibilità.

Attendo nuove.
 

ambro

Biker superioris
24/9/03
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in questi giorni stiamo lavorando ad una specie di codice etico al quale attenerci, è molto difficile mediare tutte le filosofie e cercare di fran fonte comune, non è questione di definire quelle che sono regole di educazione civica, come il rispetto per il pedone, le precedenze a chi sale e l'adeguamento della velocita/stile di guida in base alle proprie capacità e alle condizioni del sentiero/affollamento.
ma un decalogo etico su che tipi di interventi di manodopera vogliamo poter avere il permesso di realizzare.
chiunque avesse voglia di scrivermi in 10 punti circa quello che ritiene importante può mandarmi una mail.
[email protected]
 

Tano

Biker tremendus
Sono piuttosto critico nei confronti di questa iniziativa.
Nome a parte, che evoca una certa vocazione politica del rispetto dell'ambiente piuttosto che, e celando, invece, una precisa tendenza sportiva, questa associazione non rappresenta nulla di diverso rispetto alle altre che già esistono e soprattutto non è nulla di diverso da quello che era prima, cioè l'associazione di Cecco, Ambro, Maximiglio.
Prima con Maximiglio Racing, poi con Slope Dope, adesso con Gwa a mio parere non cambia nulla.
Se prima non hanno fatto nulla non vedo perchè ora possano fare qualcosa.
Come da tempo avevo loro prospettato bisognava pensare ad una grande partecipazione unita del "freeride torinese", partecipazione che poteva essere garantita solo se si prescindeva dai negozi, piuttosto che club, piuttosto che gruppi diciamo settari.
Sulla base del lavoro che lentamente, ma inesorabilmente si stava portando avanti da quella mitica serata alle Cantine Risso, si voleva partire da un punto di coesione dove almeno tutti i freerider locali, coinvolti vari, ed interessati fossero invitati al tavolo.
Così no, ripeto adesso come allora.
E' la solita cosa studiata a tavolino che porterà unicamente e solo ad ulteriori divisioni di un piccolo mondo (in espansione) che invece, soprattutto ora, ha solo bisogno di coesione.
Ci stiamo caricando e preparando la schiuma, siamo sempre più, negozi, organizzazioni, club vari e la birrà è sempre più vicina.
 

Tano

Biker tremendus
Se posso aggiungere una cosa, visto che mi ha preceduto la seguente notizia:
in questi giorni stiamo lavorando ad una specie di codice etico...
A fare un codice etico ci hanno già pensato altri nel 2002:
http://www.peveradasnc.it/mtb/percorsi/news/collinatorino.htm
Ho condiviso allora quanto scritto e riconfermo ora quindi...
I codici, come le le leggi non sono altro che strumenti in mano a chi vuole tenere sotto controllo. Se poi partono dalla base e pertanto venfono seguite possono anche essere utili strumenti che garantiscono miglioramenti e vantaggi per tutti.
Diversamente, molto spesso, sono solo il presupposto per cominciare a trasgredire.

Solo se la smettiamo di guardare al nostro orticello possiamo fare qualcosa di utile per tutti.
 

ambro

Biker superioris
24/9/03
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mi spiace che tu non sia interessato, la mia decisione di "schierarmi" ufficialmente e quindi di sposare questo progetto di gwa è stato molto ponderato.
oltre al fatto che maximiglio racing team, poi diventato slopedope, esiste tutt'ora ma come affiliazione alla FCI, gwa è qualcosa di diverso, ripeto è un'associazione con la quale cerchiamo di dialogare con altre associazioni.
la verità è che cecco e max sono stati gli unici, qualche anno fa, a cercare un'intesa con quelle associazioni, che hanno potere in collina.
il fatto che max abbia un negozio non preclude il fatto che prima di tutto sia un bikers, cecco pur facendo errori di diplomazia, e di inesperienza è uno di quelli che si è sempre sbattuto per la mtb in collina.
è pura utopia fare un collettivo di tutti i bikers
ci metteremo solo un paio di anni a decidere come chiamarci.
per cui ripeto, prima di far associare chiunque, bisogna che si formuli questo "codice etico" sulle opere che intendiamo chiedere il permesso di fare.
infatti la questione non è poter andare in bici in collina, ma poter lavorare sui sentieri.


Sono piuttosto critico nei confronti di questa iniziativa.
Nome e a parte, che evoca una certa vocazione politica del rispetto dell'ambiente piuttosto che, e celando, invece, una precisa tendenza sportiva, questa associazione non rappresenta nulla di diverso rispetto alle altre che già esistono e soprattutto non è nulla di diverso da quello che era prima, cioè l'associazione di Cecco, Ambro, Maximiglio.
Prima con Maximiglio Racing, poi con Slope Dope, adesso con Gwa a mio parere non cambia nulla.
Se prima non hanno fatto nulla non vedo perchè ora possano fare qualcosa.
Come da tempo avevo loro prospettato bisognava pensare ad una grande partecipazione unita del "freeride torinese", partecipazione che poteva essere garantita solo se si prescindeva dai negozi, piuttosto che club, piuttosto che gruppi diciamo settari.
Sulla base del lavoro che lentamente, ma inesorabilmente si stava portando avanti da quella mitica serata alle Cantine Risso, si voleva partire da un punto di coesione dove almeno tutti i freerider locali, coinvolti vari, ed interessati fossero invitati al tavolo.
Così no, ripeto adesso come allora.
E' la solita cosa studiata a tavolino che porterà unicamente e solo ad ulteriori divisioni di un piccolo mondo (in espansione) che invece, soprattutto ora, ha solo bisogno di coesione.
Ci stiamo caricando e preparando la schiuma, siamo sempre più, negozi, organizzazioni, club vari e la birrà è sempre più vicina.
 

ambro

Biker superioris
24/9/03
941
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forse non mi sono spiegato, non credo che serva fondare o iscriversi ad un'associazione per avere del buon senso, moderare la velocità rispettare l'ambiente etc.
serve creare un'associazione per avere il permesso di lavorare sui sentieri come è stato fatto fino ad oggi alla volemoci bene.
l'unico esempio, nel bene o nel male, d' interevento collaborativo è stato la chiesetta alta col cai di moncalieri.
credo questa sia una buona base per partire.

Se posso aggiungere una cosa, visto che mi ha preceduto la seguente notizia:
A fare un codice etico ci hanno già pensato altri nel 2002:
http://www.peveradasnc.it/mtb/percorsi/news/collinatorino.htm
Ho condiviso allora quanto scritto e riconfermo ora quindi...
I codici, come le le leggi non sono altro che strumenti in mano a chi vuole tenere sotto controllo. Se poi partono dalla base e pertanto venfono seguite possono anche essere utili strumenti che garantiscono miglioramenti e vantaggi per tutti.
Diversamente, molto spesso, sono solo il presupposto per cominciare a trasgredire.

Solo se la smettiamo di guardare al nostro orticello possiamo fare qualcosa di utile per tutti.
 

Scafoman

Biker forumensus
2/11/02
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Torino
www.flickr.com
mi spiace che tu non sia interessato, la mia decisione di "schierarmi" ufficialmente e quindi di sposare questo progetto di gwa è stato molto ponderato.
oltre al fatto che maximiglio racing team, poi diventato slopedope, esiste tutt'ora ma come affiliazione alla FCI, gwa è qualcosa di diverso, ripeto è un'associazione con la quale cerchiamo di dialogare con altre associazioni.
la verità è che cecco e max sono stati gli unici, qualche anno fa, a cercare un'intesa con quelle associazioni, che hanno potere in collina.
il fatto che max abbia un negozio non preclude il fatto che prima di tutto sia un bikers, cecco pur facendo errori di diplomazia, e di inesperienza è uno di quelli che si è sempre sbattuto per la mtb in collina.
è pura utopia fare un collettivo di tutti i bikers
ci metteremo solo un paio di anni a decidere come chiamarci.
per cui ripeto, prima di far associare chiunque, bisogna che si formuli questo "codice etico" sulle opere che intendiamo chiedere il permesso di fare.
infatti la questione non è poter andare in bici in collina, ma poter lavorare sui sentieri.

Sono pienamente daccordo, un collettivo senza un aspetto "formale" non serve a nulla ed è ( mio parere personale) solo un bel modo per aggregarsi e discutere ma che non va da nessuna parte, e proprio la famosa cena alle Cantine Risso l'ha dimostrato, inoltre non ha possibilità di dialogo con nessuna delle "Istituzioni" "Associazioni" proprio perchè esiste in maniera virtuale.
 

Tano

Biker tremendus
Ambro, mi rivolgo direttamente a te perchè sei l'unico, e te ne do onore, che ha avuto fin'ora il coraggio di esporsi.
La vedo piuttosto dura!
Per provare a spiegare a tutti riporto quanto dici:
per cui ripeto, prima di far associare chiunque, bisogna che si formuli questo "codice etico" sulle opere che intendiamo chiedere il permesso di fare.
infatti la questione non è poter andare in bici in collina, ma poter lavorare sui sentieri.
La neonata associazione, come d'altronde qualsiasi altra del genere, non potrà mai fare ufficialmente dei lavori sui sentieri, ne e soprattutto poterne aprire di nuovi e tantomeno poterli gestire.
Sono già storiche le associazioni che si possono eventualmente avvalere di questo diritto.
Diversamente, invece, e qui vengono fuori le mie allusioni... su chi vuole e sogna i bike park, sarà possibile gestire qualcosa "di proprietà" o "concesso in uso" ma la vedo dura, molto dura perchè si tratta di investimenti non da poco, che una semplice associazione non ha possibilità di fare.
La questione invece è proprio il contrario di quello che tu dici e che riporto:
infatti la questione non è poter andare in bici in collina, ma poter lavorare sui sentieri.
Cioè, la questione non sarà credo mai quella di come poter lavorare, perchè di lavorare certo non si può, ma ivece proprio quella di "poter andare in bici in collina", come già da tempo in molti sosteniamo, vedasi:
http://www.bike-board.net/community/forum/showthread.php?t=40560
e poi ancora:
http://www.bike-board.net/community/forum/showthread.php?t=38816
 

ambro

Biker superioris
24/9/03
941
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io invece credo che si possa intervenire sulla manutenzione dei sentieri
ci sono associazioni che addirittura vengono pagate per farlo, se noi lo facciamo gratis per loro il gioco è fatto
ma ci si deve presentare con dei progetti che loro possono accettare come fece a suo tempo cecco.
i bike park pubblici possono esistere solo su aree sportive e sono vincolate a una particolare legislazione.
se no ci si mette d'accordo col padrone del bosco e fuori dal sentiero si costruisce, con tutti i problemi di responsabilità connessi.
io mi rifaccio più all'esempio di finale dove alcuni bikers hanno collaborato alla rimappatura dei sentieri e alla loro lavorazione per renderli più "ciclabili".
insomma in spirito IMBA
 

Domingosh

Biker meravigliosus
9/6/03
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Torino
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io invece credo che si possa intervenire sulla manutenzione dei sentieri
ci sono associazioni che addirittura vengono pagate per farlo, se noi lo facciamo gratis per loro il gioco è fatto
ma ci si deve presentare con dei progetti che loro possono accettare come fece a suo tempo cecco.
i bike park pubblici possono esistere solo su aree sportive e sono vincolate a una particolare legislazione.
se no ci si mette d'accordo col padrone del bosco e fuori dal sentiero si costruisce, con tutti i problemi di responsabilità connessi.
io mi rifaccio più all'esempio di finale dove alcuni bikers hanno collaborato alla rimappatura dei sentieri e alla loro lavorazione per renderli più "ciclabili".
insomma in spirito IMBA
parole sante
 

picchio padre

Biker serius
14/10/05
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torino
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Sono Con Voi , Aspetto Solo Di Potermi Associare. Spero Che Tutti Quelli Che Girano Alla Chiesetta Mettano Da Parte Beghe , Rancori, Invidie,ecc Ecc E Si Trovi Un Intesa Comune Nell'interesse Di Tutti.
 

DANX

Biker paradisiacus
4/5/04
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MiraFiat
danxfotoblog.blogspot.com
In Val Sangone, Silviu e i ragazzi della sua associazione sportiva di MTB (www.valsangonemtb.it) tracciano col gps e attraverso paline, per conto del comune di Giaveno, i sentieri percorribili a piedi ed in mtb (Silviu correggimi se sbaglio). Non solo per svago puro e semplice ma perchè sono sentieri storici.

Cosi come lo sono anche quelli della nostra collina. La collina ci può insegnare quanto era dura la vita prima dei trasporti su asfalto, quindi, come segno di ringraziamento dei nostri avi, credo proprio che sia giusto darsi da fare per ripulirli e donargli vita nuova.

Se grazie alla GWA si potranno avere sentieri puliti e segnalati, in cambio, del permesso, da parte dei vari Comuni, a percorrere parte di essi in MTB, ben venga questa neonata associazione!!!

Associazione che, penso, monitorerà sui bikers non associati e sulle loro costruzioni nei sentieri verso i quali la GWA è responsabile!

GRANDE AMBRO!
 
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crlett

Biker serius
14/2/06
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paese dei balocchi
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sia una volta deciso la gerarchia all'interno dell'associazione e relative responsabilità definire molto accuratamente le norme comportamentali e "tecniche" per la costruzione/manutenzione degli eventuali sentieri in concessione definendo eventualmente anche eventuali metodologie per disincentivare comportamenti/azioni al di fuori di dette normative

a parte le gerarchie per cui, spero, ma la vedo dura, che chi di diplomazia e capacità di gestione mancava, ora ne acquisti, spero non servano ad ufficializzare spartizione di orticelli (jurassico, chiesetta,superga...)in cui qualcuno, come sempre decida per tutti.
sono scetticissimo sulle metodologie di dissuasione che altro non farebbero visto che non tutti sono favorevoli a quest'associazione che agitare le già agitate acque...parlo a livello di tribù della collina.
se si vuole fare da collante per un'associazione che riunisca frange disparate del freeride e xc serve molta diplomazia e se non si riesce a coinvolgere proprio le persone che si sbattono, e sostanzialmente spalano e già di per sè manutengono sentieri al di là del metterci o meno strutture, allora che la si fa a fare?non si può poi sparare se chi spala non ha la tessera GWA.
e sinceramente un'associazione partorita da chi fino ad ora di trasparenza ne ha avuta ben poca solleva tanti dubbi...e non solo a me.
ah se non si capisse parlavo di cecco...e mi spiace che non scriva qui.
per il resto spero sia un'associazione democratica in cui la gerarchia sia fatta dalla base e non da chi deposita lo statuto...
cmq in boccalupo
 

Tano

Biker tremendus
Guardate, purtroppo già si parla di scissione:
Orginalmente inviato da Jedi
-la scissione dei praticanti della collina in due sottogruppi, tipo la separazione anni addietro della Indy Racing League dalla Formula CART...alla fine vanno dal cu**lo entrambe le categorie! (e si riuniranno)
E' piuttosto vero o meglio probabile che si tratti piuttosto di una chiara presa di distanza da GWA e non una ulteriore divisione tra i praticanti della collina di torino.
Riteniamo, e lo abbiamo detto e ripetuto in diverse occasioni che siano proprio "queste" le iniziative pericolose che servono poi solo a produrre ulteriori divisioni.
Continuiamo tutti a dire che siamo d'accordo sulle cosiddette linee di principio/codici/autoregolamentazioni, che tra l'altro esistono già da anni e poi...
Siamo tutti concordi del rispetto dello spirito IMBA, con ciò non intendiamo però solo riempirci la bocca.

Se grazie alla GWA si potranno avere sentieri puliti e segnalati, in cambio, del permesso, da parte dei vari Comuni, a percorrere parte di essi in MTB, ben venga questa neonata associazione!!!
Riguardo alla manutenzione dei sentieri devo replicare che esistono già diciamo le storiche organizzazioni preposte a farlo che già, sulla Collina di Torino lo fanno piuttosto bene e pertanto non ci si può e non ci si dovrebbe sostituire, ma eventualmente e giustamente solo aggegare o cercare il loro appoggio.
E poi ancora, la mappatura dei sentieri era già stata anni fa dal Coordinamento sentieri della Collina di Torino e da cui sono state prodotte le cartine ora in circolazione, recentemente una nuova mappatura con GPS, ecc. è già in corso e dove il gruppo Risico è avanti mille anni luce. Gruppo con il quale la tribù ha normali e corretti contatti e con cui, se possibile, intende collaborare.

Associazione che, penso, monitorerà sui bikers non associati e sulle loro costruzioni nei sentieri verso i quali la GWA è responsabile!
Sì, perfetto... così si vuole mettere su un sistema di polizia in MTB, per controllare un qualcosa di cui nessuno vorrà prendersi una chiara e certa responsabilità. Ma chi potrà mai prenderesi tale responsabilità, se non qualcuno che ha chiari e palesi interessi economici.

Crlett esprime piuttosto bene il concetto proprio della tribù freeride di Torino (al momento virtuale),
vedete,
sono già troppe le azioni che nel sottobosco (in senso lato) hanno prodotto e stanno producendo queste dannose divisioni.
La tribù che stà lentamente prendendo forma e coscienza, non ha fretta perchè il suo scopo è proprio quello di unire e non quello di dividere, per cui anche associazioni, come GWA, che invece hanno quale scopo fare propi i "bike park" della Chiesetta e di Superga, piuttosto che di Sestriere, piuttosto che di Bardonecchia, saranno poi costretti a pensarla in comune considerato il procedere degli eventi.
Con queste modalità e con queste premesse è chiaro che quelli della "Tribù" non ci stanno e sono in tanti, troppi. Siamo "noi della tribù" che, non da ieri, ci sentiamo artefici di questa "evoluzione verso il freeride" e trovarsi di fronte a "gerarchie già fatte a tavolino" non fa altro che accrescere la volontà di crescere ed impegnarsi in altra direzione e chissà che altro.
Vedete, ho una certa età, sono nel mondo dell'organizzazione sportiva da almeno 30 anni, e queste scene le ho già viste e vissute troppe volte per non fare e non dire nulla.

Tra l'altro, per sbaragliare il campo alle diverse considerazioni che possono farsi in merito agli eventuali miei interessi diretti o indiretti che in qualità di operatore sportivo commerciale nel campo della MTB posso avere, non ho alcun problema a puntualizzare che:
- Posso svolgere e svolgo attività commerciale nel campo della gestione e accompagnamento sportivo.
- Quando la svolgo lo faccio alla luce del sole e in regola con quanto si attiene alle norme regolamenti e fisco, ecc.
- Con la mia organizzazione sportiva, legalmente ufficiale, non obbligo nessuno ad aggregarsi, chi vuole può liberamente partecipare a qualsiasi titolo per amicizia o precisamente per i miei servizi svolti.
- Non ho alcun problema nel considerare eventuale concorrenza, anzi, se ce ne fosse darebbe maggior ragione alla mtb freeride in generale, poi, non capisco (invece lo so, lo so) come mai accade che chi ha interesse a vendere e tratta MTB non veda di buon occhio quelli come me, ma anche i mille cosiddetti "gruppi furgonati" e "non furgonati" che invece altro non fanno che promuovere il freeride e quindi direttamente o indirettamente anche la loro attività commerciale. Ci saranno altre ragioni?
- Commercialmente parlando, purtroppo, non ritengo poi che ci possano essere interessi economici degni di nota nell'accompagnare downhiller/freerider/amici con autoveicoli su e giù per percorsi/bike park. L'unico interesse è il piacere della bike, dello sport, del divertimento e dello stare insieme ad altri, diciamo che facciamo del bene all'economia "degli altri": negozi bike, bar, ristoranti, agriturismi, alberghi, impianti di risalita, immagine turistica e sportiva del comuni, comunità montane, ecc. e tutto ovviamente gratis e spesso con poca gratificazione.

Mentre invece vorrei ancora far notare che:
- Amo lo sport nel suo complesso.
- Amo divertirmi con il sano sport della bici e poter condividere il mio divertimento con altri.
- Non sopporto i soprusi e le prese di posizione univoche.
- Mi piacerebbe che tutti possano continuare a prendere la loro bike e poterla utilizzare liberamente (con dovuta regolamentazione) e che soprattutto questo accada sulla Collina di Torino.

Quindi concludo dicendo che ognuno dovrebbe provare a prendersi le proprie responsabiltà e venire allo scoperto offrendo il proprio contributo. Ben venga il contributo di tutti, dei negozi, dei vari operatori e soprattutto di chi "pulendo i sentieri" o "frequentando i sentieri" o "praticanti mtb" vuole contribuire al freeride torinese e conseguentemente a tutto il freeride.
 

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