All’Alpe di Siusi sono salito tante volte, sempre durante l’inverno. In gioventù, quando difendevo i colori della associazione sportiva di Merano sezione sci e partecipavo a varie gare regionali, in età adulta, quando surfavo con la mia tavola da snowboard sulla neve fresca e nello snowpark dell’alpe e quando, ormai sposato da tanti anni, andavo alla scoperta delle splendide piste per lo sci da fondo di Compaccio.
Ma mai d’estate. E per quanto mi sforzassi, non riuscivo ad immaginare come potesse essere l’Alpe di Siusi in estate.
Poi, nel mezzo del cammino di nostra vita, ecco una nuova passione: la mountain bike. E alla ricerca di itinerari sempre nuovi ed affascinanti da percorrere, uno di quelli che più si ripeteva su riviste e forum era proprio il giro dello Sciliar, lo splendido massiccio dolomitico che domina l’Alpe di Siusi. Eccomi allora a studiare l’itinerario più adatto alle mie esigenze. C’è chi parte da Canazei e lo fa in due giorni, c’è chi parte dalla val Gardena e lo fa in un giorno. Io, come spesso succede, più di mezza giornata libera non riesco a prendere, scelgo allora di partire direttamente dall’Alpe di Siusi, precisamente dall’ultimo parcheggio che si trova prima di Compaccio, che tatticamente è anche l’ultimo gratuito, il che non guasta mai.
Orario di partenza? Ormai che ve lo dico a fare? L‘alba, naturalmente!
Parcheggio perciò quando ancora è buio, mi preparo e con le prime luci dell’aurora supero i 100 m di dislivello che mi separano da Compaccio, la porta dell’alpe di Siusi. Da qui un divertente sentiero con poca pendenza scende fino a Saltria, dove, con i primi raggi del sole, comincia la vera salita verso lo Sciliar
Si sale all’ombra del Sassolungo e del Sassopiatto
E si prende il sentiero 7 verso lo Sciliar, eccolo laggiù in fondo
Verso il rifugio Zallinger la sterrata comincia a diventare sempre più ripida
Le rampe che portano al rif. Sassopiatto sono micidiali, anche perché il fondo è molto sconnesso. Dopo il rifugio si percorre un bel sentiero panoramico in falsopiano (anche se funestato da numerosi cancelletti per il bestiame) che arriva fino al passo Duron. Bisogna salire adesso fino al passo di Tires e di nuovo si affrontano durissime rampe, mitigate però dal notevole paesaggio
Arrivo cosi ai 2440 m del rif. alpe di Tires mentre gli ospiti del rifugio si stanno svegliando,
mangio un panino e continuo sullo splendido sentiero che passa sotto alle guglie di Terrarossa
Arrivato dall’altra parte della valle mi giro a guardare la traccia appena percorsa e il rifugio la in alto
Comincia adesso la parte meno pedalabile, ci sono parecchi su e giù e qualche tornante ripido dove bisogna caricarsi la bici in spalla
Finche si arriva al punto più alto del percorso, proprio in mezzo all’altopiano dello Sciliar a 2500 m di altezza e una vista fantastica a 360°
Mangio qualcosa mentre mi godo lo splendido panorama e riparto verso la prossima tappa, il rifugio Bolzano. Il sentiero è in leggera discesa, bisogna stare concentrati perché si passa qualche tratto leggermente tecnico e lo sguardo tenderebbe a perdersi nell’infinita vista dell’alpe.
Con un ultimo tratto in salita arrivo al rifugio
E ammiro lo splendido panorama verso il Catinaccio
E adesso inizia il bello (per chi ama le discese tecniche). Prima un tratto che alterna stretti tornanti, scalini e parti più scorrevoli
Poi, verso l’alpe di Seggiola, i tratti tecnici aumentano e bisogna passare alcuni gradoni su roccia fissa dove bici da abbondanti escursioni aiutano non poco
Da notare la fantasia dei taglialegna locali in questo corrimano-biscione
Passato il rifugio Seggiola, inizia la parte forse più spettacolare del percorso, il sentiero Prügelweg
Si tratta di una serie di lunghissime passerelle in legno che passano sul rio Siusi, che già da tempi remoti servivano a collegare i prati di Fiè con lo Sciliar e servivano a fare passare il bestiame verso i pascoli estivi dell’altipiano, cosa che del resto succede ancora oggi.
Due avvertimenti: il primo è di evitare di passare su questo sentiero dopo abbondanti piogge, perché le tavole si trasformano in pista da pattinaggio e il secondo è anche qui di avere una full con buone escursioni, perché le tavole sono spesso dissestate e polsi e braccia ne possono risentire seriamente.
La discesa è divertente, ma anche lunga e stancante, si arriva infatti ai laghetti di Fiè ad una quota di poco superiore ai mille metri. Qui ci si potrà riposare un attimo, magari guardando qualche bellezza locale intenta a rinfrescarsi nei laghetti! Ma io purtroppo ho poco tempo e imbocco subito il bel sentiero 2, che in falsopiano mi porta fino al paese di Siusi. Da qui, chi avrà ancora forze potrà risalire fino al altipiano lungo la strada asfaltata (fortunatamente chiusa alle auto dalle 9 alle 17) e tornare all’auto, io che ho poco tempo approfitto della comoda cabinovia
che in 10 min mi porta fino a Compaccio con splendida vista sullo Sciliar
Da qui scendo e in breve raggiungo l’auto. E’ mezzogiorno e mentre guido verso casa, come in un film rivedo tutte le splendide immagini che mi sono passate davanti agli occhi in pochissime ore, e penso che questo è veramente uno degli itinerari più belli che ho mai fatto.
info sul giro e traccia sul mio sito, sezione itinerari vari e gps o-o
Ma mai d’estate. E per quanto mi sforzassi, non riuscivo ad immaginare come potesse essere l’Alpe di Siusi in estate.
Poi, nel mezzo del cammino di nostra vita, ecco una nuova passione: la mountain bike. E alla ricerca di itinerari sempre nuovi ed affascinanti da percorrere, uno di quelli che più si ripeteva su riviste e forum era proprio il giro dello Sciliar, lo splendido massiccio dolomitico che domina l’Alpe di Siusi. Eccomi allora a studiare l’itinerario più adatto alle mie esigenze. C’è chi parte da Canazei e lo fa in due giorni, c’è chi parte dalla val Gardena e lo fa in un giorno. Io, come spesso succede, più di mezza giornata libera non riesco a prendere, scelgo allora di partire direttamente dall’Alpe di Siusi, precisamente dall’ultimo parcheggio che si trova prima di Compaccio, che tatticamente è anche l’ultimo gratuito, il che non guasta mai.
Orario di partenza? Ormai che ve lo dico a fare? L‘alba, naturalmente!
Parcheggio perciò quando ancora è buio, mi preparo e con le prime luci dell’aurora supero i 100 m di dislivello che mi separano da Compaccio, la porta dell’alpe di Siusi. Da qui un divertente sentiero con poca pendenza scende fino a Saltria, dove, con i primi raggi del sole, comincia la vera salita verso lo Sciliar
Si sale all’ombra del Sassolungo e del Sassopiatto
E si prende il sentiero 7 verso lo Sciliar, eccolo laggiù in fondo
Verso il rifugio Zallinger la sterrata comincia a diventare sempre più ripida
Le rampe che portano al rif. Sassopiatto sono micidiali, anche perché il fondo è molto sconnesso. Dopo il rifugio si percorre un bel sentiero panoramico in falsopiano (anche se funestato da numerosi cancelletti per il bestiame) che arriva fino al passo Duron. Bisogna salire adesso fino al passo di Tires e di nuovo si affrontano durissime rampe, mitigate però dal notevole paesaggio
Arrivo cosi ai 2440 m del rif. alpe di Tires mentre gli ospiti del rifugio si stanno svegliando,
mangio un panino e continuo sullo splendido sentiero che passa sotto alle guglie di Terrarossa
Arrivato dall’altra parte della valle mi giro a guardare la traccia appena percorsa e il rifugio la in alto
Comincia adesso la parte meno pedalabile, ci sono parecchi su e giù e qualche tornante ripido dove bisogna caricarsi la bici in spalla
Finche si arriva al punto più alto del percorso, proprio in mezzo all’altopiano dello Sciliar a 2500 m di altezza e una vista fantastica a 360°
Mangio qualcosa mentre mi godo lo splendido panorama e riparto verso la prossima tappa, il rifugio Bolzano. Il sentiero è in leggera discesa, bisogna stare concentrati perché si passa qualche tratto leggermente tecnico e lo sguardo tenderebbe a perdersi nell’infinita vista dell’alpe.
Con un ultimo tratto in salita arrivo al rifugio
E ammiro lo splendido panorama verso il Catinaccio
E adesso inizia il bello (per chi ama le discese tecniche). Prima un tratto che alterna stretti tornanti, scalini e parti più scorrevoli
Poi, verso l’alpe di Seggiola, i tratti tecnici aumentano e bisogna passare alcuni gradoni su roccia fissa dove bici da abbondanti escursioni aiutano non poco
Da notare la fantasia dei taglialegna locali in questo corrimano-biscione
Passato il rifugio Seggiola, inizia la parte forse più spettacolare del percorso, il sentiero Prügelweg
Si tratta di una serie di lunghissime passerelle in legno che passano sul rio Siusi, che già da tempi remoti servivano a collegare i prati di Fiè con lo Sciliar e servivano a fare passare il bestiame verso i pascoli estivi dell’altipiano, cosa che del resto succede ancora oggi.
Due avvertimenti: il primo è di evitare di passare su questo sentiero dopo abbondanti piogge, perché le tavole si trasformano in pista da pattinaggio e il secondo è anche qui di avere una full con buone escursioni, perché le tavole sono spesso dissestate e polsi e braccia ne possono risentire seriamente.
La discesa è divertente, ma anche lunga e stancante, si arriva infatti ai laghetti di Fiè ad una quota di poco superiore ai mille metri. Qui ci si potrà riposare un attimo, magari guardando qualche bellezza locale intenta a rinfrescarsi nei laghetti! Ma io purtroppo ho poco tempo e imbocco subito il bel sentiero 2, che in falsopiano mi porta fino al paese di Siusi. Da qui, chi avrà ancora forze potrà risalire fino al altipiano lungo la strada asfaltata (fortunatamente chiusa alle auto dalle 9 alle 17) e tornare all’auto, io che ho poco tempo approfitto della comoda cabinovia
che in 10 min mi porta fino a Compaccio con splendida vista sullo Sciliar
Da qui scendo e in breve raggiungo l’auto. E’ mezzogiorno e mentre guido verso casa, come in un film rivedo tutte le splendide immagini che mi sono passate davanti agli occhi in pochissime ore, e penso che questo è veramente uno degli itinerari più belli che ho mai fatto.
info sul giro e traccia sul mio sito, sezione itinerari vari e gps o-o