UN LENTO RITORNO ALLA RAGIONE
Apprezzo molto questa chiara e netta presa di posizione del collega Franco Locatelli, presidente del CTS, sulla apertura delle scuole in Italia.
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Sempre pensando al futuro, la mia speranza è che si possa iniziare in Italia quello che (faticosamente) è iniziato nel resto del mondo, cioè la possibilità di fare una discussione pacata, razionale e soprattutto scientifica su COVID, in cui si esce dall'implicito (e sbagliatissimo!) paradigma per cui la diffusione del virus è determinata solo ed unicamente dai "comportamenti delle persone" e dalle "regole imposte" per modificare questi comportamenti (restrizioni, lockdowns, etc). Infatti ci sono almeno altri 6 fattori importanti in questo senso, che tutti insieme probabilmente giocano un ruolo enorme nei trend epidemici nelle varie regioni del mondo ed in varie fasi temporali, ed ogni conversazione che non ne tiene conto è fondamentalmente incompleta e semplicistica (in altre parole: non scientifica).
1. Livello di immunità, sia pre-esistente verso SARS-CoV-2 (vedi seconda ondata a Bergamo e NY) che crociata con altri CoV, come dimostrato in molti studi a partire dal l"landmark" Grifoni A. et al., Cell 2020.
2. Fattori genetici, la cui importanza nel determinare la severità di COVID sta emergendo in modo sempre più chiaro, a partire dai due recenti articoli chiave (Zhang Q. et al., Science 2020; Zeberg & Paabo, Nature 2020).
3. Fattori climatici/stagionali, che potrebbero spiegare aree a bassissima letalità (Paesi del Golfo) o andamenti dell'epidemia nel Sud-Est asiatico, Caraibi, Sud degli USA, etc, o stagionalità "inversa" di Australia, Sudafrica, Argentina etc.
4. Fattori ambientali, forse legati a inquinamento, uso mezzi pubblici (pare che gli autobus di Lima siano leggendari per il loro sovraffollamento), ed altri fattori ancora poco chiari.
5. Fattori virali intrinseci, che probabilmente hanno avuto un ruolo nella bassa letalità a Singapore, e potrebbero influenzare la trasmissione del virus in diverse aree geografiche.
6. Last but not least, il fenomeno dei superspreaders, di cui discutevamo qualche giorno fa con Bucci, che potrebbe avere un effetto epidemiologico drammatico -- cosa che diversi gruppi stanno studiando e che riserverà presto grandi sorprese.
Ripeto: prima si esce dal paradigma per cui la diffusione di COVID è determinata solo ed unicamente dai "comportamenti delle persone" e dalle restrizioni, e prima si potrà razionalizzare, "scientificizzare" e soprattutto "depoliticizzare" questa conversazione, a grande beneficio dell'avanzare della scienza, del progresso e della nostra società tutta, che hanno bisogno di dati e ragionamenti, non di dogmi e pregiudizi.
Prof. Guido Silvestri
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