GF Divinus Bike (Monteforte d'Alpone, VR 22/5/2011)

nikk

Biker tremendus
17/8/04
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prov Verona
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.. e sicuramente una bella botta alle gambe la darà anche la salitella che porta al capitello di S. Anna.....
 

blazemtb

Biker serius
13/6/10
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bellissima
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Hai ragione, speriamo appunto non faccia troppo caldo ricordo un paio d'anni fa mi pare, c'era un caldo pazzesco sopra i 35 per cui la difficoltà aumentava e i ritiri furono molti.
 

the.mtb.biker

Biker assatanatus
30/10/05
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www.nest.bike
Bike
a
speriamo non piova....!

rispolvero al proposito quanto scritto nel 2008... CHE GIORNATA!!!


18/05/08 Another epic day
GF Divinus Bike - Monteforte d'Alpone (VR)

Tre…due…uno… BOOM! Il boato dei cannoni dà il via alla Divinus Bike, edizione 2008, sotto un cielo plumbeo che non tarderà a riversare sul percorso (e sui partecipanti) il suo pesante carico d’acqua. Alla fine la giornata si potrà riassumere in una sola parola: EPICA.

Epica per il fango, la classica argilla collosa che si attacca su ruote e telaio intasando carro, forcella, cambio, deragliatore che dopo un po’ alzano inevitabilmente bandiera bianca.

Epica per il vento, fortissimo da nord-est, che sferza il percorso nei suoi passaggi più esposti sulle creste delle colline, ostacolando l’incedere e compromettendo l’equilibrio in sella.

Epica per la nebbia, calata in cima alla prima salita a rendere lo scollinamento degno di un passaggio d’alta quota.

Epica per la pioggia, caduta copiosa prima, durante e dopo la corsa, trasformando semplici sterrati in enormi paludi.

Epica per i tuoni, i fulmini e le saette, il giusto contorno alle condizioni già estreme della seconda metà gara.

E’ stata una giornata durissima, un’esperienza da ricordare, un’avventura da raccontare, una memorabile sfida con la natura di cui poter dire “io c’ero”… soprattutto se ne si è usciti vincitori.


E quanto a me?


Complici la propensione psicologica ad affrontare fango e pioggia (che in un percorso facile come quello di Monteforte possono anche starci) ed alcune azzeccate scelte tecniche (Cannondale F800 con Lefty e generosi passaruota posteriori contro l’accumulo di fango, coperture nuove, parafanghi e lavacruscotti respingi-fango nei punti più dedicati) la corsa si è rivelata decisamente meno complessa di quanto ci si potesse aspettare.

Subito in partenza mi ritrovo davanti al gruppo, nelle primissime file della griglia riempitasi solo negli ultimi minuti prima del via: al colpo di cannone si parte a tutta e dopo le rampe iniziali, preso il ritmo giusto, si prosegue nei primi agevoli e discontinui chilometri di salita; di pioggia, per il momento, ancora nessuna traccia.

E’ dal decimo chilometro che iniziano le difficoltà: il percorso si addentra in boschi e vigneti su sentieri dal famigerato fondo argilloso che si incolla alle ruote riversando su bici e biker chili di fango. A bordo strada iniziano a vedersi i primi appiedati da noie meccaniche, sempre più numerose man mano che si prosegue: per molti la salita verso il Monte Mirabello si trasformerà in un’agonia, in un annaspare affannoso nella melma tra cambi distrutti e catene spezzate; qualche problema capita anche a me, costringendomi ad alcune brevi soste per pulire dal fango pulegge e deragliatore.

L’ultima parte di salita è un frangente di gara estremamente suggestivo: il vento fortissimo a sferzare il sentiero sommitale e la nebbia calata sullo scollinamento rendono la situazione ancor più impegnativa e spettacolare; dopo una breve serie di saliscendi ha poi inizio la discesa.

Il sentiero che scende a valle si dimostra bello, battuto e scorrevole ma fango e pioggia rendono alcuni passaggi decisamente tecnici e insidiosi: anche qui sono diversi i bikers in difficoltà mentre io, contro ogni previsione, sfreccio a gran velocità su un terreno viscido a me solitamente ostile; se le ultime rampe cementate della picchiata, rese una saponetta da acqua e fango, invitano alla prudenza, la successiva breve ascesa del Castelli d'Illasi fa emergere i primi segni di cedimento di molti, me compreso.

Nel frattempo iniziano a cadere le prime sporadiche gocce d’acqua che si tramutano in pioggia nel falsopiano verso la fortezza: le gambe iniziano a soffrire e non riesco e forzare più di tanto; metto allora qualcosa sotto i denti nella speranza che la discesa fino a Cazzano di Tramigna (facile ma insidiosissima per via dell’asfalto bagnato) possa farmi recuperare le energie necessarie per concludere la prova senza dover soffrire eccessivamente. Nel breve e interlocutorio tratto pianeggiante, però, non riesco neppure a tenere le ruote di chi mi precede: ormai mi vedo rassegnato a cedere ma il miracolo è dietro l’angolo.

In tasca ho uno di quei “ciucciotti” di zuccheri concentrati… tento il tutto per tutto: vediamo cosa succede. Il sapore è dolciastro e disgustoso ma l’effetto è mirabolante: tempo qualche minuto ed ecco che lungo le prime ripidissime rampe di salita recupero uno dopo l’altro i bikers davanti a me, passandoli a velocità doppia senza tuttavia spingere più di tanto e senza alcun sentore di fatica. Alla faccia del doping!

Così sarà per tutta l’ultima ascesa, salendo verso Castelcerino e Fittà sempre e comunque “con riserva” per evitare rotture delle parti meccaniche che ormai cigolano disperate; nella seconda parte di salita ecco tornare alla ribalta il fango argilloso e i tratti a piedi mentre il cielo sopra Monteforte si scatena in un valzer di tuoni, lampi e saette riversando su di noi eroici bikers un diluvio di proporzioni epiche.

La discesa fortunatamente si rivela piuttosto facile e il percorso sembra dirigersi con decisione verso l’arrivo; la sorpresa tuttavia arriva inaspettata: quando la strada si impenna improvvisa sotto le ruote il morale di tutti scende sotto i tacchetti infangati degli scarpini; l’effetto del ciucciotto dopante sembra però non essersi ancora esaurito, ma ora a ostacolare l’azione ci si mette il cambio, bloccato su un rapporto troppo duro, e sul deragliatore, che non ne vuole sapere di scendere sul “vigliacco”: mi ritrovo così a scalare lo strappo al 10% procedendo con massima cautela e senza spingere a fondo perché, si sa, la rottura è sempre dietro l’angolo…

Quando finalmente la strada spiana ci si può avviare verso gli ultimi chilometri di corsa: è tutta pianura, ma le difficoltà non sono finite. Si procede tra strade allagate e campi paludosi, con gli occhiali talmente sporchi che mi obbligano a proseguire “a naso” tra guadi e piscine; l’ultimo tratto tra argini e vigneti si rivela fortunatamente meno ostico del previsto, conducendo rapidamente sul deserto rettilineo d’arrivo.

Taglio il traguardo lercio, bagnato fradicio e infreddolito sotto il diluvio che non da’ tregua, in ogni caso soddisfatto per l’epica prova portata a termine, riuscendo pure a divertirmi in più d’un frangente.

Chiude la giornata il lavaggio bike-biker direttamente dalla canna di un cantiere, con l’acqua addirittura calda: capirò tuttavia solo in seguito che non era l’acqua ad essere calda, bensì il sottoscritto congelato.

Tirando le somme, si è rivelata una bella esperienza, resa epica dalle condizioni estreme in cui si è svolta (fango, acqua, pioggia, tuoni, lampi, fulmini, vento) e che, se la gara non è di per sé troppo impegnativa, possono anche starci.....sennò che offroad è???
 

ppower

Biker perfektus

Ricordo anch'io quella giornata epica, come se fosse ieri. Ricordo anche di aver odiato la mountain bike per almeno un paio di settimane, prima di risalirci di nuovo in sella. Questo il mio racconto:

http://www.tencas.com/blog/articolo.asp?articolo=108
 

ios66

Biker forumensus
11/4/09
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dosso (FE)
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La ricordo bene anche io,cambio,catena e forcellino distrutti,mi sono trovato a meta gara con la trasmissione a pezzi e mi sono rifugiato in un magazzino (dove eravamo in tanti) a smontare il tutto e tramite smagliacatena e falsamaglia ho trasformato in singlespeed la mtb per riuscire a tornare a Monteforte,era impossibile in quelle condizioni aspettare il carro scopa.

Non ricordo bene,ma dei 1500 iscritti,mi pare che in non piu' di 1000 abbiano tagliato il traguardo.
 

ppower

Biker perfektus

830 classificati sul percorso lungo...
 

blazemtb

Biker serius
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bellissima
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non che lo scorso anno fosse proprio fresco cmq....

Lo scorso anno a temperatura secondo me non si è stati malaccio, l'anno prima quindi l'edizione 2009 se la memoria non mi inganna è stato un inferno come clima considerando che siamo verso fine maggio e chiaramente non ci si può aspettare freddo ma nemmeno afa e temperature tropicali da metà luglio. La salita ''sponde'' del dopo cimitero Cazzano sarà dura per tutti quelli che non hanno grandi allenamenti nelle gambe, questo poco ma sicuro.
 

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