Un saluto a tutti, ultimamente sono stato un po'assente da questa discussione, quindi ci rientro nel miglior modo possibile: con una bella recensione del mio mezzo.
Per inciso, compie dopodomani 2 anni, quindi ormai posso dire di averlo messo alla prova in tutte le situazioni, compresa la durata.
Iniziamo dall'inizio: all'inizio del 2008 la mia gloriosa ma inadatta silverstar (chi è di torino sa...), per quanto rimaneggiata, non aveva proprio più niente da offrirmi, quindi dopo un weekend al Garda decisi di attivarmi per informarmi su un telaio front più versatile e adatto all'AM non troppo spinto, su cui trasferire una parte dei componenti della vecchia bike, e comprarne di nuovi. Inizialmente, con una botta di fondoschiena, trovai su CRC una Recon 351 u-turn 85-130, perfetta per il mio utilizzo, a soli 270 € essendo un fineserie 2008, così la presi senza pensarci troppo a inizio settembre. Ma veniamo al telaio: dopo discussioni su DMR Switchback, Cotic e similari, il forumendolo Dario Salgomasudo mi illustra il suo On-One 456, spiegandomi come andava e come non andava, il prezzo, il suo montaggio e altre cose simili. Mi piacque a prima vista, quindi scartai le alternative e mi concentrai su quello, valutando i pezzi da riciclare e da ricomprare. Con un po'di pazienza (e qualche lavoretto per mettere via i €€€) a metà ottobre ordinai il telaio, On One Inbred, pagato 177€ spedizione inclusa (una miseria ) e a fine mese i pezzi per montarla, per un totale di circa 450 €. Così il 4 novembre, piovosissima sera, con Salgomasudo e il buon vecchio Fabio Borich, la nuova creatura vide la luce.
Era montata così:
-Telaio On-One Inbred 18" bianco
-Forcella RS Recon 351 U-Turn, 85-130 mm, nera
-Stem Ritchey Comp 90 mm (riciclata dalla vecchia bici)
-Piega Decathlon mid-rise 25,4 640 mm (riciclata dalla vecchia bici)
-Ruote Vuelta XRP con mozzi Shimano Deore (riciclate dalla vecchia bici)
-Cassetta Shimano XT
-Deragliatore anteriore e movimento centrale Shimano LX (riciclato dalla vecchia bici)
-Cambio posteriore Shimano LX
-Catena KMC X9 93 Silver
-Comandi cambio Shimano Deore
-Guaine e cavi Shimano XT
-Freni Avid Juicy 3 con rotore ant. 185 mm e post. 160 mm
-Serie sterzo FSA Pig
-Sella Selle Italia X2 Kevlar
-Reggisella e collarino Brand-X
-Pedali VP (ereditati dalla vecchia bici)
-Gomme Maxxis Minion 2.35 60a Single Ply all'anteriore, Geax Barro Mountain 2.3 55a al posteriore
Eccola qui terminata (già col fango della prima uscita)
Il weekend immediatamente successivo decido di testarla, girando sia il sabato che la domenica, su percorsi in parte noti e in parte no.
Ebbene, le sensazioni che ricevo inizialmente sono abbastanza contrastanti: sarà stato che era il primissimo giro, ma oltre a un jolly e una caduta, ero un po'scettico. Col telaio così sloping, in discesa la sella resta davvero bassissima. Inoltre la forca doveva ancora rodarsi, così come i freni. Quindi ero sì contento ma dovevo girarci ancora un po'per prenderci la mano. Il giorno dopo, su percorso a me più noto, in bassa Valsusa, oltre ad un fastidioso saltellio di catena, dovuto ad un pernetto non in sede, la discesa scorre via fluida, e inizio a rendermi conto delle potenzialità della bici sul ripido, bencè non troppo tecnico. Così, risolti i problemi di gioventù dovuti all'assestamento dei componenti, inizio con una stupenda uscita su neve (28 novembre 2008) al San Giorgio la mia esperienza con l'On-One.
Successivamente, nel gennaio 2009, attuo il primo upgrade:
-le ruote Vuelta vengono sostituite da una coppia di Single Track su mozzi XT
-i pedali vengono sostituiti da Shimano SP540
-il Minion viene sostituito da un High Roller 42a 2.35 Single Ply, più idoneo per l'anteriore, data la mescola morbida
Eccola qui in versione aggiornata:
Successivamente, inizio a girarci molto tra l'inverno e la primavera, con sempre maggiore soddisfazione. Trovata la corretta taratura del ritorno della forca, e la pressione ideale per la discesa, la bici si "slega", e con lei anch'io, iniziando a divertirmi come un dannato in discesa. Soprattutto grazie all'High Roller, che mi dà una precisione all'anteriore sconosciuta. L'ultimo upgrade di gomma avviene ad aprile 2009, in cui sostituisco il Barro posteriore con un Larsen TT 2.35 60a Single Ply.
A questo punto la bici è in configurazione definitiva (ad ora non è stata più toccata). Pesa 13,2 kg. Superata quindi la fase di gestazione e messa a punto, ora mi concentrerò sulle sensazioni di guida e sulle (poche) tarature.
Iniziamo dalla guida: essendo una front d'acciaio tende, per sua natura, a flettere molto, quindi l'assorbimento al posteriore è molto migliore di un alluminio. Inoltre il peso, di circa 2,2 kg, lo rende abbastanza "corpulento", nonostante i tubi sottili che al contrario possono rimandare una sensazione di fragilità. L'accoppiata con una forca ad escursione variabile lo rende polivalente: in grado di sostenere lunghe salite, abbassandola, e un'arma da discesa, estendendola.
In salita quindi, su asfalto, con forca bloccata, la spinta e la reattività sono discrete, ovviamente meno di una front alu o carbonio, mentre su sterrato ripido, dove prima della bici vengono fuori i limiti del biker, conserva la tendenza ad alzarsi con l'anteriore. Su sentieri invece la motricità è conservata, a prescindere dalla pendenza, finchè il sentiero è poco sconnesso, dopo ogni colpo inferto alla ruota posteriore è energia cinetica dispersa, invece che sfruttata appieno, come accade sulle full: è una situazione dove questo frontino mostra, mio malgrado, il fianco.
Mentre in discesa il discorso è più articolato, in quanto, a livello di sensazioni pure, dobbiamo distinguere tra almeno 4 situazioni:
-tecnico lento
-sentiero flow
-mulattiera a pietre fisse
-sfasciumi
Nella prima, la bici, con il ritorno regolato a 2 giri dal tutto chiuso, e le gomme a 2 bar circa (io uso camere geax da DH, quindi pizzico raramente), è eccellente: la ruota anteriore va esattamente dove la si direziona, avendo cura di seguire col corpo gli scuotimenti dal posteriore, con braccia morbide e assecondando l'ostacolo. Rassicura nei tornantini, dove data la grande agilità con un colpo di reni si chiude la curva, e sulle rocce fisse, dove con gomme a mescola morbida e un buon manico (quale io non sono ) si viaggia a velocità poco inferiori a quelle delle full.
Nella seconda, con ritorno a 2 giri e mezzo dal tutto aperto e le gomme a 2,2-2,4 bar, la bici dà il meglio di sè: velocissima, reattiva sulle contropendenze e rilanci, permette di osare anche qualche drop serio, senza colpo ferire. Soprattutto su fondo tipo sottobosco, si viaggia davvero forte.
Nella terza, per forza di cose, vengono fuori i limiti del telaio rigido: anche con gomme a 2 bar, gli scuotimenti sono avvertibili e, sebbene non pregiudichino la guida, la rendono più nervosa, più fisica e in definitiva più stancante, senza trarne reale beneficio/divertimento, visto che di solito quel tipo di sentiero a parte il fondo non presenta nessuna difficoltà tecnica
Nella quarta invece si ha sempre la sensazione di guidare "sulle uova"; in questi casi il grosso limite è sempre il mancato assorbimento posteriore, che si traduce in nervosismo all'anteriore, che in queste situazioni invece richiede precisione assoluta per evitare impunti o scivolate.
Ora ho in progetto alcuni ulteriori upgrade: stem da 70 mm oversize, piega da 685 mm e Crossmark al posteriore. Oltre che alla normale manutenzione: adesso, dopo due anni di uso normale, vanno spurgati i freni, sostituiti cavi e guaine, cambiato il grasso della SS, nonchè revisionata la forca e il mozzo posteriore, che prende gioco troppo spesso. Fino ad ora le operazioni di manutenzione si sono limitate al cambio pastiglie, e regolazione dei giochi.
Bilancio: eccezionale, per l'uso che ne faccio io è davvero perfetta, chiaramente senza avere la pretesa di scendere negli stessi punti e alla stessa velocità dei colleghi fullisti, ma sempre con un bel sorriso stampato in faccia! o-o
Per inciso, compie dopodomani 2 anni, quindi ormai posso dire di averlo messo alla prova in tutte le situazioni, compresa la durata.
Iniziamo dall'inizio: all'inizio del 2008 la mia gloriosa ma inadatta silverstar (chi è di torino sa...), per quanto rimaneggiata, non aveva proprio più niente da offrirmi, quindi dopo un weekend al Garda decisi di attivarmi per informarmi su un telaio front più versatile e adatto all'AM non troppo spinto, su cui trasferire una parte dei componenti della vecchia bike, e comprarne di nuovi. Inizialmente, con una botta di fondoschiena, trovai su CRC una Recon 351 u-turn 85-130, perfetta per il mio utilizzo, a soli 270 € essendo un fineserie 2008, così la presi senza pensarci troppo a inizio settembre. Ma veniamo al telaio: dopo discussioni su DMR Switchback, Cotic e similari, il forumendolo Dario Salgomasudo mi illustra il suo On-One 456, spiegandomi come andava e come non andava, il prezzo, il suo montaggio e altre cose simili. Mi piacque a prima vista, quindi scartai le alternative e mi concentrai su quello, valutando i pezzi da riciclare e da ricomprare. Con un po'di pazienza (e qualche lavoretto per mettere via i €€€) a metà ottobre ordinai il telaio, On One Inbred, pagato 177€ spedizione inclusa (una miseria ) e a fine mese i pezzi per montarla, per un totale di circa 450 €. Così il 4 novembre, piovosissima sera, con Salgomasudo e il buon vecchio Fabio Borich, la nuova creatura vide la luce.
Era montata così:
-Telaio On-One Inbred 18" bianco
-Forcella RS Recon 351 U-Turn, 85-130 mm, nera
-Stem Ritchey Comp 90 mm (riciclata dalla vecchia bici)
-Piega Decathlon mid-rise 25,4 640 mm (riciclata dalla vecchia bici)
-Ruote Vuelta XRP con mozzi Shimano Deore (riciclate dalla vecchia bici)
-Cassetta Shimano XT
-Deragliatore anteriore e movimento centrale Shimano LX (riciclato dalla vecchia bici)
-Cambio posteriore Shimano LX
-Catena KMC X9 93 Silver
-Comandi cambio Shimano Deore
-Guaine e cavi Shimano XT
-Freni Avid Juicy 3 con rotore ant. 185 mm e post. 160 mm
-Serie sterzo FSA Pig
-Sella Selle Italia X2 Kevlar
-Reggisella e collarino Brand-X
-Pedali VP (ereditati dalla vecchia bici)
-Gomme Maxxis Minion 2.35 60a Single Ply all'anteriore, Geax Barro Mountain 2.3 55a al posteriore
Eccola qui terminata (già col fango della prima uscita)
Il weekend immediatamente successivo decido di testarla, girando sia il sabato che la domenica, su percorsi in parte noti e in parte no.
Ebbene, le sensazioni che ricevo inizialmente sono abbastanza contrastanti: sarà stato che era il primissimo giro, ma oltre a un jolly e una caduta, ero un po'scettico. Col telaio così sloping, in discesa la sella resta davvero bassissima. Inoltre la forca doveva ancora rodarsi, così come i freni. Quindi ero sì contento ma dovevo girarci ancora un po'per prenderci la mano. Il giorno dopo, su percorso a me più noto, in bassa Valsusa, oltre ad un fastidioso saltellio di catena, dovuto ad un pernetto non in sede, la discesa scorre via fluida, e inizio a rendermi conto delle potenzialità della bici sul ripido, bencè non troppo tecnico. Così, risolti i problemi di gioventù dovuti all'assestamento dei componenti, inizio con una stupenda uscita su neve (28 novembre 2008) al San Giorgio la mia esperienza con l'On-One.
Successivamente, nel gennaio 2009, attuo il primo upgrade:
-le ruote Vuelta vengono sostituite da una coppia di Single Track su mozzi XT
-i pedali vengono sostituiti da Shimano SP540
-il Minion viene sostituito da un High Roller 42a 2.35 Single Ply, più idoneo per l'anteriore, data la mescola morbida
Eccola qui in versione aggiornata:
Successivamente, inizio a girarci molto tra l'inverno e la primavera, con sempre maggiore soddisfazione. Trovata la corretta taratura del ritorno della forca, e la pressione ideale per la discesa, la bici si "slega", e con lei anch'io, iniziando a divertirmi come un dannato in discesa. Soprattutto grazie all'High Roller, che mi dà una precisione all'anteriore sconosciuta. L'ultimo upgrade di gomma avviene ad aprile 2009, in cui sostituisco il Barro posteriore con un Larsen TT 2.35 60a Single Ply.
A questo punto la bici è in configurazione definitiva (ad ora non è stata più toccata). Pesa 13,2 kg. Superata quindi la fase di gestazione e messa a punto, ora mi concentrerò sulle sensazioni di guida e sulle (poche) tarature.
Iniziamo dalla guida: essendo una front d'acciaio tende, per sua natura, a flettere molto, quindi l'assorbimento al posteriore è molto migliore di un alluminio. Inoltre il peso, di circa 2,2 kg, lo rende abbastanza "corpulento", nonostante i tubi sottili che al contrario possono rimandare una sensazione di fragilità. L'accoppiata con una forca ad escursione variabile lo rende polivalente: in grado di sostenere lunghe salite, abbassandola, e un'arma da discesa, estendendola.
In salita quindi, su asfalto, con forca bloccata, la spinta e la reattività sono discrete, ovviamente meno di una front alu o carbonio, mentre su sterrato ripido, dove prima della bici vengono fuori i limiti del biker, conserva la tendenza ad alzarsi con l'anteriore. Su sentieri invece la motricità è conservata, a prescindere dalla pendenza, finchè il sentiero è poco sconnesso, dopo ogni colpo inferto alla ruota posteriore è energia cinetica dispersa, invece che sfruttata appieno, come accade sulle full: è una situazione dove questo frontino mostra, mio malgrado, il fianco.
Mentre in discesa il discorso è più articolato, in quanto, a livello di sensazioni pure, dobbiamo distinguere tra almeno 4 situazioni:
-tecnico lento
-sentiero flow
-mulattiera a pietre fisse
-sfasciumi
Nella prima, la bici, con il ritorno regolato a 2 giri dal tutto chiuso, e le gomme a 2 bar circa (io uso camere geax da DH, quindi pizzico raramente), è eccellente: la ruota anteriore va esattamente dove la si direziona, avendo cura di seguire col corpo gli scuotimenti dal posteriore, con braccia morbide e assecondando l'ostacolo. Rassicura nei tornantini, dove data la grande agilità con un colpo di reni si chiude la curva, e sulle rocce fisse, dove con gomme a mescola morbida e un buon manico (quale io non sono ) si viaggia a velocità poco inferiori a quelle delle full.
Nella seconda, con ritorno a 2 giri e mezzo dal tutto aperto e le gomme a 2,2-2,4 bar, la bici dà il meglio di sè: velocissima, reattiva sulle contropendenze e rilanci, permette di osare anche qualche drop serio, senza colpo ferire. Soprattutto su fondo tipo sottobosco, si viaggia davvero forte.
Nella terza, per forza di cose, vengono fuori i limiti del telaio rigido: anche con gomme a 2 bar, gli scuotimenti sono avvertibili e, sebbene non pregiudichino la guida, la rendono più nervosa, più fisica e in definitiva più stancante, senza trarne reale beneficio/divertimento, visto che di solito quel tipo di sentiero a parte il fondo non presenta nessuna difficoltà tecnica
Nella quarta invece si ha sempre la sensazione di guidare "sulle uova"; in questi casi il grosso limite è sempre il mancato assorbimento posteriore, che si traduce in nervosismo all'anteriore, che in queste situazioni invece richiede precisione assoluta per evitare impunti o scivolate.
Ora ho in progetto alcuni ulteriori upgrade: stem da 70 mm oversize, piega da 685 mm e Crossmark al posteriore. Oltre che alla normale manutenzione: adesso, dopo due anni di uso normale, vanno spurgati i freni, sostituiti cavi e guaine, cambiato il grasso della SS, nonchè revisionata la forca e il mozzo posteriore, che prende gioco troppo spesso. Fino ad ora le operazioni di manutenzione si sono limitate al cambio pastiglie, e regolazione dei giochi.
Bilancio: eccezionale, per l'uso che ne faccio io è davvero perfetta, chiaramente senza avere la pretesa di scendere negli stessi punti e alla stessa velocità dei colleghi fullisti, ma sempre con un bel sorriso stampato in faccia! o-o