alla faccia se non è rilevante l'apporto dell'aria!
Il calore dal disco viene asportato per
convezione che è il tipico modo di scambio termico tra un corpo solido ed un fluido in movimento che ne lambisce la superficie ed è quindi vincolato al trasporto di materia
per effetto delle forze che agiscono sul fluido e che si ingenerano a causa delle variazioni di temperatura (convezione naturale) o per effetto dellazione meccanica di apparecchi (convezione forzata); gli spostamenti di materia portano al rimescolamento delle masse elementari e quindi alla ridistribuzione della temperatura allinterno del fluido.
La potenza termica scambiata per convezione tra le pareti del disco e laria adiacente può essere molto semplicemente valutata mediante la seguente equazione: Q = hc (Ts - Tf ) S (W)
dove:
Tf = temperatura del fluido/aria (K)
Ts = temperatura della superficie di scambio termico, sup. del disco (K)
hc = coefficiente di scambio termico convettivo (W/m²K)
S = superficie interessata dallo scambio termico (m²)
Uno dei modi per incrementare il flusso termico scambiato tra superficie e fluido è quello di aumentare il coefficiente hc tramite l'incremento della velocità del fluido che lambisce la superficie.
Ora hc può ben più che raddoppiarsi all'aumentare della velocità con cui l'aria lambisce il disco.
Ecco quindi che l'influenza del moto dell'aria che si ha quando la bici è lanciata in una discesa con pendenza del 30% non è da trascurarsi e l'effetto di surriscaldamento che il disco subisce nell'azione di frenata non è lo stesso che in un test di laboratorio con aria circostante in condizioni "statiche".
non voglio contraddirti ma penso che quello che dici, ed hai postato, in parte è vero ed in parte discutibile:
se avessi messo una mano (facendo molta attenzione!) vicino al disco nel test di laboratorio avresti sentito un flusso d'aria provenire proprio da quelle razzette alle quali il disco è attaccato(in molti impianti di alta gamma sono in alluminio o ergal per DISSIPARE AL MEGLIO IL CALORE), stà a significare che il moto del disco genera da solo un flusso d'aria richiamato dagli interspazi delle razzette.
quindi non credo che ad una velocità inferiore ai 20 kmh, come si può trovare in discese ripide e tecniche ove si stà sempre appesi ai freni, il flusso d'aria proveneiente dalla velocità di marcia possa infierire più di tanto quanto invece credo conti di più la temperatura dell'ambiente che caratterizza il test.
mi spiego: col tuo ragionamento il test sarebbe sfalsato da un ipotetico vento CONTRO che aiuterebbe i freni in 2 maniere ovvero nel raffreddamento e nella resistenza alla gravità(immagina una salita con vento contrario e la medesima in assenza di vento.....)
lo stesso varrebbe con il vento in poppa che renderebbe la sollecitazione dei freni ancora più devastane!
la temperatura invece influisce molto, perchè sono sicuro che se avessero provato in laboratorio a raffreddare l'ambiente fino a 5° come fosse inverno, avrebbero ottenuto esiti ben diversi da una temperatura tipicamente estiva di 30°.
presumo che il test di bike indoor sia stato eseguito ad una temperatura intermedia chessò di 18°....
e che cmq abbiano considerato bene il fatto che le basse velocità e le condizioni ambientali variabili(vento temperatura....PIOGGIA....PILOTA , ecc) fossero meno precise di un test meccanico svolto da macchine in ambiente costante.
sono invece sicuro che in altri test di freni montati su veicoli a motore o che raggiungono velocità elevate l'aria influisca moltissimo come hai postato tu sopra.
...poi questo è SOLO IL MIO PUNTO DI VISTA; cmq fatto stà che sti freni sia dentro che fuori con 2 bikers differenti son crikkati in ogni modo!
........DA RIVEDERE SHIMANO!