Con le poche forze rimaste, scrivo due righe su oggi, visto che nel bel girone fatto c'ho infilato anche un'esplorazione ai limiti, che mi ha portato quasi al collasso.
Scherzi a parte, la temperatura e il tasso di umidità erano ignorantissimi oggi; se la situazione non cambia, io vi vo' nel c--o prima di rifare una giornata come oggi.
Stamani risalito da Buti, fino a Prato di Calci, poi trasferimento a Santallago.
Discesa fino al Castagnone, poi a dx sul Sassoballoccioro (con tutte le felci è al suo massimo splendore, oltre che ganzo); arrivato al capanno da caccia (Valico di Sassoballoccioro, appunto) ho provato a dare un'occhiata a dritto, come diceva il Secco. Il sentierino ci sarebbe; alll'inizio è un pò chiuso dalle felci, e l'ho fatto, ma dopo 150 mt diventa sempre più ingarbugliato, con le piante che bucano a bestia, si che ho fatto retrofront (inoltre, porterebbe troppo sul versante di Sant'Andrea, il che non rientrava nei miei piani).
Si che, ritorno sui miei passi ed arrivo a Prato a Sigliori; trasferimento a Stanghetta e giu per il Madonnina.
Fatta questa prima parte sul versante lucchese, mangio, sbotto e aspetto che la morsa del caldo allenti un attimo, ma invece...
A risalire sulla prima parte di sterratona, sempre assolata, davo i numeri!
E c'ho anche forato! Foro di spinone troppo grande, e il liquido autoriparante non riparava.
Va beh, all'ombra di uno dei pochi alberi a bordo strada riparo e riparto sotto un sole impressionante.
Arrivato su a Santallago, decido di portarmi dalle parti di Foce di Calci, si che scendo a Campo di Croce, e poi infilo il Picabeba (così lo chiami Alfà?!).
Boia! manca poco c'arroto un cane da caccia che risaliva da solo! o che ci faceva? è andata bene vai, se era un curva più cieca lo tassellavo un pò
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-Parte esplorativa-
Va beh, poi risalitina a Foce di Calci, e lì ho dato agio alla malsana idea che avevo già avuto in mattinata, anche se le forze non mi supportavano molto:
andare ad esplorare sulla Cima Stipareccia, e vedere di scendere lungo una lingua che avevo intravisto la mattina mentre salivo da Prato a Ceragiola, guardando verso la Cima Stipareccia.
Questa lingua, ben visibile da lontano, parte da quasi in cima alla Cima Stipareccia e finisce sulla sterrata della nuova tagliafuoco, ma nel tratto che già esisteva, ovvero poco sopra il laghetto antincedio della tagliafuoco.
Insomma, da Foce di Calci ho pompato su fino all'altro laghetto antincendio, dove già andammo con Gianni, ma dove ci bloccammo e tornammo AGGHIetro. Oggi invece ho preso il viottolino un pò chiuso dalle felci, alla sx del laghetto, e ho iniziato a spingere su.
Dopo poco, la pendenza si fa tosta e c'è da caricarsi la bici a spalla (col sole assassino che ancora non mi mollava, e una botta non indifferente).
Insomma, dopo un bel pò, si arriva ad un gruppo di massi quasi in cima, dove pare bloccarsi tutto (la vista è spettacolare).
Per andare a prendere la striscia diboscata che scende giu, bisogna buttarsi a sx un paio di metri prima dei massi.
E qui inizia un vero inferno, o un vero paradiso, a seconda di come la si vede.
La cosa che disturba maggiormente è il fatto che spesso il fondo è sporco, ci sono le piante tagliate, quelle che bucano; cmq, il "viottolo" scende giu bello irto e very wild lungo la frangia di massi, offrendo degli spunti notevoli.
Dei passaggi sono tranqui, altri molto complicati con pendenze al limite, altri da fare calando la bici tra i massi, non senza difficoltà.
Cmq, questa sghiozzata potrebbe essere buona da fare prima di andare a fare il Bagonghio, come estensione, anche se, al momento forse è troppo sporco il fondo e quindi un pò difficile da gestire e godere.
Dopo la smattata, ho ripompato un pò sulla tgliafuoco per tornare a Foce di Calci e andare a prendere il Bagonghio.
Ero cotto, l'ho fatto tutto un pò "fuori controllo", ma è andata bene (giocato solo una serie di Jolly); ero talemente in botta che non mi andava nemmeno di godermi il paesaggio.
Cmq ora il Bagonghio è già bello chiuso dalla vegetazione nei soliti punti più stretti; ero con la maglietta e basta, e mi son flagellato abbastanza le braccia.
Per la notturna Secco lascia perdere il Bagonghio, troppo incasinato al momento.
Poco prima della parte bassa, c'ho trovato anche un biacco "sbiaccato" sul sentiero; c'ho fatto la frenata in estremis, lui non si spostava, m'è toccato sfrascare un pò, allora ha tirato fuori un attimo la lingua e si è dileguato.
Manca po'o investo due animali in un giorno!
Insomma, alla fine ho fatto il rientro dalla Gabella a casa in uno stato comatoso.
Temino finito
; ora si può andare a letto!